Il movimento No Tav, fenomeno locale, ma non localizzato, specifico, ma con caratteri generali, rappresenta da decenni un seme di contraddizioni inevase, di percorsi alternativi, di esperienze concrete. Oggi è evidente a tutti che questo sistema di sviluppo non è più in grado di garantire, neanche tra le popolazioni dei suoi paesi cardine, non solo il benessere, ma una vita dignotosa. Da oltralpe l’inquilino dell’Eliseo l’ha detto senza troppi giri di parole: “Non possiamo più vivere al ritmo, e direi con la stessa grammatica, di com’era fino ad un anno fa. È cambiato tutto.”