"Questo documento collettivo è solo un assaggio di tutto ciò che scorre nelle vene aperte dell'America Latina. E ciò che abbiamo annotato non esaurisce ciò che sta accadendo".
"Ganancias, privilegios, control y represión" è un documento collettivo della Alianza Biodiversidad, una rete che riunisce 13 organizzazioni latinoamericane che lavorano in difesa della biodiversità, l'agricoltura contadina, l'agroecologia, la sovranità alimentare.
Pubblicato nel settembre 2020, il documento ci offre una panoramica sulla gestione dell'emergenza pandemica in Brasile, Paraguay, Uruguay, Argentina, Cile, Ecuador, Colombia, Costa Rica, Honduras e Messico.
Al centro dell'analisi le politiche pubbliche in tema di restrizioni alla mobilità, riduzione dei diritti dei lavoratori, privatizzazione delle risorse pubbliche e dei beni comuni (in particolare dell'acqua), uso obbligatorio delle piattaforme digitali, rafforzamento degli organismi repressivi.
L'attenzione maggiore è dedicata all'espansione della frontiera agroindustriale, 'supportata dalla nuova legalità della pandemia e armata dai nuovi accordi di libero scambio'. Ovunque, nei paesi considerati, le produzioni agroindustriali per l'esportazione, ad altissimo impatto ambientale e sociale, sono state definite come servizi essenziali, e quindi non solo escluse dalle restrizioni normative previste per l'emergenza covid-19 ma sottoposte a maggior sorveglianza e tutela. Questo nonostante in molti casi si tratti di attività ad alto rischio di contagio, a causa delle condizioni inumane di vita e di lavoro dei braccianti agricoli (spesso migranti) e degli operai della lavorazione carni. In vari casi le produzioni agricole hanno ricevuto forti finanziamenti pubblici, riservati alla grande proprietà terriera ed alle coltivazioni industriali per l'esportazione. Al contempo l'agricoltura contadina, da cui dipende gran parte della produzione per il consumo interno, si è trovata bloccata dalla chiusura dei mercati popolari. La tutela dell'agribusiness non si è limitata alle misure provvisorie legate all'emergenza pandemica, ma si è articolata anche attraverso disposizioni permanenti e strutturali: nuove leggi sui brevetti delle sementi, azzeramento dei dazi per le importazioni di commodities agricole, autorizzazione all'uso e liberalizzazioni per l'ingresso di agrotossici, promozione dell'uso di OGM, delle monocolture e dei grandi allevamenti industriali.
Nel frattempo dilagano la deforestazione e gli incendi boschivi, si aprono nuove strade per estendere le attività agropecuarie nella selva, continuano le fumigazioni di agrotossici nelle piantagioni, e le esecuzioni extragiudiziali di militanti sociali, ambientalisti e contadini.
Foto: Ivan Castaneira, Maia Goded
Illustrazioni: Rini Templeton
Riportiamo, di seguito, la nostra traduzione delle prime pagine del documento, liberamente scaricabile in lingua spagnola dal sito della Alianza Biodiversidad. (link: http://www.biodiversidadla.org/Recomendamos/Ganancias-privilegios-control-y-represion).
Profitti, privilegi, controllo e repressione.
La risposta sistemica alla pandemia in America Latina
Un saggio yanomami ha detto che “il cielo sta crollando”, riferendosi alle cause della pandemia che, in tutto il 2020 sta accumulando sintomi e contagi. Una devastazione mondiale: nel resoconto al 15 settembre 2020 si trattava di 29 milioni di contagiati e quasi 925mila morti.
Sono tanti i fili degli eventi concatenati che tessono il deragliamento attuale, che intravediamo in un istante, in una tabella con delle cifre, che però non tengono conto della complessità di questo "stato di eccezione" che hanno dichiarato "pandemia".
La “tempesta perfetta” che ha scatenato l'epidemia di Covid-19 forse deriva dalla rottura di vari orditi che hanno al centro il sistema capitalista e la loro operazione industrializzante.
Con la distruzione delle foreste e degli ecosistemi naturali e l'avvicinamento degli animali selvatici, gli ambienti in cui sono presenti grappoli, costellazioni di virus, sono entrati in contatto con popolazioni animali che vivono più a stretto contatto con l'uomo.
È la produzione industriale di cibo (in particolare carne), la gestione dei rifiuti, dell'aria, dell'acqua e il crescente sovraffollamento delle popolazioni animali e umane.
C'è una somiglianza inquietante tra i quartieri marginali e le favelas, le prigioni pubbliche e private, i centri di detenzione per migranti, i campi profughi, gli ospizi, le caserme dei 'peon' delle grandi azienda agroalimentari, e infine le enormi e virulente fattorie industriali, dove tutti i tipi di parassiti, batteri, virus, funghi si incrociano violentemente nelle vite indegne e brevi degli animali da allevamento.
Lì non esiste nessuna modalità di convivenza, né la dimensione nella quale questi organismi potrebbero vivere nei loro ambienti naturali. Sono affollamenti, ambienti in cui le dimensioni naturali sono state fatte esplodere, rompendo le relazioni esistenti per imporne di nuove che portano a mutazioni, esasperazioni, recrudescenze, degradazioni.
La crisi si aggrava con l'impazzimento del clima, e se il cielo crolla, mettendo in discussione i nostri sistemi alimentari, è anche a causa delle filiere che trasmettono la gravità delle condizioni da un passaggio all'altro, influenzando tutta la nostra vita.
Innumerevoli autori e centri di ricerca lo stanno dicendo da tempo, compresi molti di quelli che compongono l'Alleanza per la Biodiversità nella nostra America.
Il suolo sprofonda
Siamo di fronte alla distruzione dell'ambiente e al ripetersi ricorrente di malattie.
E' lo stesso sistema capitalista che ha causato tutto questo, smantellando anche lo stato sociale che a un certo punto avrebbe potuto difenderci. I sistemi sanitari mondiali sono stati smantellati fino a ridursi in una condizione deplorevole, sostituiti da costosi programmi di assicurazione sanitaria che in realtà sono truffe. Pacchetti semituristici per persone che accettano, senza discutere, che la loro salute venga espropriata e gestita in modi pietosi da così detti esperti della salute, che hanno accumulato grandi poteri nel corso degli anni.
Coloro che non possono pagare per l'assistenza sanitaria "di marca" sono lasciati alla mercé di ciò che il malconcio bilancio pubblico può stanziare in soccorso della stragrande maggioranza che costruisce e mantiene ogni paese.
Se esiste quella che chiamano "base produttiva" - cioè l'insieme dei fattori che mettono in sinergia la piena produzione di beni e servizi, come infrastrutture, strutture, macchinari, manodopera, materie prime, processi industriali, comunicazioni, servizi, trasporti e qualsiasi altra cosa possa servire ai dirigenti delle fabbriche e degli uffici promozionali - possiamo immaginare che esista anche una "base distruttiva", una progressiva disabilitazione, un'espropriazione generalizzata e una devastazione espansiva come fattori detonanti della forza di accumulazione del capitale. Siamo nel momento in cui tale distruzione è estremizzata da processi cumulativi che si sommano alla loro stessa entropia, e la crisi culminante è questa semi-paralisi del mondo.
Approfittare della vulnerabilità
Il paradosso è che sebbene la pandemia causata dal virus SARS-CoV-2 abbia messo a nudo il ruolo svolto dal sistema agroalimentare/agroindustriale (e dall'intera rete delle corporations intrecciata con i governi e le organizzazioni internazionali) nella generazione e diffusione di malattie pandemiche e patogeni letali, è anche vero che da quando la quarantena è iniziata in modo quasi globale, in America Latina l'agrobusiness, e molti altri settori dell'industria e del commercio non solo non sono stati messi in quarantena, ma continuano ad operare con totale impunità, approfondendo i loro impatti e i danni alle comunità e agli ecosistemi. In quasi tutti i Paesi della regione le attività agroalimentari ed estrattive sono state esentate dalla quarantena perché considerate “attività essenziali”.
Il capitalismo non si allontana dalla sua idea di risolvere i problemi promuovendo le stesse cause che li hanno prodotti.
Così, governi, aziende e complici internazionali continuano a lottare per riforme e imposizioni, minacciando la stabilità delle proprie strutture: fino a che punto resisteranno, bisognerà vederlo.