Da oltre un anno il mondo intero subisce gli effetti di una catastrofe che ha generato, ad oggi, quasi due milioni e mezzo di morti, se ci limitiamo ai dati ufficiali. Catastrofe che trova origine nella distruzione degli ecosistemi, si amplifica e generalizza attraverso le reti globali - sempre più fitte - della circolazione di merci, si aggrava per lo smantellamento dei sistemi sanitari pubblici e per la condizione di vulnerabilità in cui il capitalismo spinge la maggioranza della popolazione del pianeta. Milioni di persone in ogni continente stanno ancora affrontando il contagio, il dolore per la morte orribile dei loro cari, la disoccupazione e la perdita dei mezzi di sostentamento. Milioni di persone vivono un trauma collettivo, che ne deprime le capacità di reazione. Le loro forze sono risucchiate dalla lotta per la sopravvivenza, contro la malattia, contro la miseria.
Le regole anti covid-19 ne ostacolano il movimento e l'organizzazione, mentre l'attenzione mediatica e il discorso politico sono quasi monopolizzati dalla pandemia. La situazione è dunque propizia per far passare svolte autoritarie, deregulation in materia di lavoro, riforme strutturali business-friendly. Propizia per imprimere - ed è ciò di cui ci occuperemo - un salto di qualità e quantità nello sfruttamento dei territori. Fin dall'inizio della pandemia, segnali provenienti da tutto il mondo ci hanno indicato come gran parte delle attività di maggiore impatto sull’ambiente e sulle comunità non solo stavano proseguendo ‘as usual’, ma approfittavano della situazione per espandersi e riorganizzarsi. Segnali che andavano tutti nella stessa direzione, delineando una dimensione mondiale del fenomeno, con una serie di caratteristiche ricorrenti, come – per esempio – l’inclusione sistematica nell’elenco dei ‘servizi essenziali’ di attività ad altissimo impatto ambientale e sociale.
* Introduzione: Francesco Martone - ECOR.network / Italia
* Patricia Gualinga - Attivista amazzonica / Ecuador
* Paola Ortiz - Yasunidxs Cuenca / Ecuador
* Evelyn Linde - AusgeCO2hlt / Germania
Maria Teresa Messidoro - Attivista No Tav / Italia
* Alfons Pérez - O.D.G. / Catalogna
* Conclusioni: Alberto Acosta (ex presidente dell'Assemblea costituente dell'Ecuador)
- Patricia Gualinga, difensora dell’ambiente e dei popoli indigeni dell'amazzonia ecuadoriana. E' interna da anni alla resistenza indigena contro lo sfruttamento petrolifero nei territori ancestrali, subendo minacce e aggressioni per la sua attività. Ha ricoperto il ruolo di responsabile degli affari esteri del popolo Kichwa di Sarayaku. E' attualmente giudice del Tribunale Internazionale dei Diritti della Natura.
- Paola Ortiz, attivista del collettivo Yasunidxs /Ecuador, interna alla mobilitazione che ha portato alla vittoria del referendum popolare di Cuenca del 7 febbraio, dove la popolazione ha rifiutato a stragrande maggioranza - con oltre l’80% degli aventi diritto al voto - l’espansione delle miniere su larga scala. L'esito referendario sancisce la difesa del bacino idrografico che assicura l'approvvigionamento idrico della città, un delicatissimo ecosistema composto da ben 4200 corsi d’acqua fra i fiumi Tarqui, Yanuncay, Machángara, Tomebamba e Norcay.
- Evelyn Linde, AusgeCO2hlt / Germania. AusgeCO2hlt nasce nel 2011 come gruppo di base contro l'estrazione e di lignite e antracite e contro il loro uso nella produzione di energia elettrica. E' interno alle mobilitazioni dei movimenti per il clima e per la decrescita, e nelle lotte per la difesa della foresta di Hambach. Fa parte dei gruppi fondatori dell'alleanza Ende Gelände.
- Maria Teresa Messidoro, attivista No Tav / Italia. Vice presidente dell'associazione Lisangà - culture in movimento, impegnata nella solidarietà con l'America Latina e in particolare con il Salvador. Valsusina, partecipa da anni attivamente all'opposizione popolare contro la costruzione delle ferrovia ad alta velocità Torino Lione. Il movimento No TAV ha ormai raggiunto i suoi 30 anni di storia di lotta contro un'opera devastante, climalterante, foriera di militarizzazione del territorio e criminalizzazione giudiziaria.
- Alfons Perez, O.D.G. / Catalogna. L' Observatori del Deute en la Globalització (ODG) nasce dalla Red Ciudadana por la Abolición de la Deuda Externa (RCADE). E' una rete eterogenea di persone che elabora analisi critiche e campagne per la mobilitazione e trasformazione sociale, a fronte delle diseguaglianze economiche, sociali, ambientali e di genere, con il supporto della Cátedra UNESCO de Sostenibilidad de la Universitat Politècnica de Catalunya.
- Alberto Acosta, economista/Ecuador. Alberto Acosta Espinosa è fra i padri della Costituzione dell’Ecuador del 2008, l’unica a riconoscere la Natura come soggetto di diritto. Sostenitore della prima ora della Revolución Ciudadana, ha ricoperto il ruolo di Ministro dell’Energia e delle Miniere nel primo governo di Rafael Correa, prima di maturare la rottura con il Correismo su posizioni antiestrattiviste ed antiautoritarie. Attualmente è autorevole membro del Tribunale Internazionale dei Diritti della Natura.
- Coordina: Francesco Martone, redattore di ECOR.Network, nonché socio fondatore di Greenpeace Italia, membro dell'ONG Un Ponte per... e di Green Cross Italia. Collabora con Tebtebba Foundation (Indigenous Peoples' Centre for Policy Research and Education) sui temi relativi alla finanza per il clima. Attualmente portavoce della rete In Difesa Di - per i diritti umani e chi li difende . Giudice del Tribunale Permanente dei Popoli, è tra i promotori del Comitato Giustizia per i Nuovi Desaparecidos nel Mediterraneo.
Desde hace más de un año, el mundo entero sufre los efectos de una catástrofe que ha generado, hasta la fecha, casi dos millones y medio de muertos, según los datos oficiales. La catástrofe que se origina en la destrucción de ecosistemas, se amplifica y generaliza a través de las redes globales de circulación de bienes, se agrava por el desmantelamiento de los sistemas públicos de salud y por la condición de vulnerabilidad en la que el capitalismo empuja a la mayoría de la población del planeta. Millones de personas de todos los continentes todavía enfrentan el contagio, el dolor por las horribles muertes de sus seres queridos, el desempleo y la pérdida de medios de sostentamiento. Millones de personas experimentan un trauma colectivo, lo que deprime su capacidad de reacción. Sus fuerzas son absorbidas por la lucha por la supervivencia, contra la enfermedad, contra la miseria. Las reglas anti-covid-19 dificultan su movimiento y organización, mientras que la atención de los medios y el discurso político están casi monopolizados por la pandemia. La situación es, por tanto, favorable para aprobar cambios autoritarios, desregulación en el ámbito laboral, reformas estructurales favorables a las empresas. Propicio para impresionar un salto de calidad y cantidad en la explotación de territorios. Desde el inicio de la pandemia, señales de todo el mundo nos han mostrado que la mayoría de las actividades con mayor impacto en el medio ambiente y las comunidades no solo continuaban 'como de costumbre', sino que se aprovechaban de la situación para expandirse y reorganizarse. . Señales que iban todas en la misma dirección, perfilando una dimensión global del fenómeno, con una serie de características recurrentes como, por ejemplo, la inclusión sistemática en la lista de 'servicios esenciales' de actividades con un altísimo impacto ambiental y social.
El 24 de febrero 2021 tuvo lugar el webinar “EXTRACTIVISMO Y PANDEMIA. Extractivismo, conflictos y resistencias durante la crisis pandémica. Un debate entre movimientos de Europa y América Latina”.
Participaron:
* Introducción: Francesco Martone - ECOR.network / Italia
* Patricia Gualinga - Activista amazónica / Ecuador
* Paola Ortiz - Yasunidxs Cuenca / Ecuador
* Evelyn Linde - AusgeCO2hlt / Alemania
Maria Teresa Messidoro - Activista No Tav / Italia
* Alfons Pérez - O.D.G. / Cataluña
* Conclusiones: Alberto Acosta (expresidente de la Asamblea Constituyente de Ecuador)
- Patricia Gualinga, defensora del medio ambiente y pueblos indígenas de la Amazonía ecuatoriana. Durante años ha sido interna a la resistencia indígena contra la explotación petrolera en territorios ancestrales, sufriendo amenazas y agresiones por su actividad. Ocupó el cargo de jefa de relaciones exteriores del pueblo Kichwa de Sarayaku. Actualmente es jueza del Tribunal Internacional de los Derechos de la Naturaleza.
- Paola Ortiz, activista del colectivo Yasunidxs / Ecuador, interna a la movilización que condujo al triunfo del referéndum popular en Cuenca el 7 de febrero, donde la población se negó por abrumadora mayoría - más del 80% de los votantes - a la expansión minera en gran escala. El resultado del referéndum sanciona la defensa de la cuenca hidrográfica que asegura el abastecimiento de agua de la ciudad, un ecosistema muy delicado conformado por 4200 arroyos entre los ríos Tarqui, Yanuncay, Machángara, Tomebamba y Norcay.
- Evelyn Linde, AusgeCO2hlt / Alemania. AusgeCO2hlt nació en 2011 como un grupo básico contra la extracción de lignito y antracita y contra su uso en la producción de electricidad. Es interna a las movilizaciones de los movimientos por el clima y el decrecimiento y en las luchas por la defensa del bosque de Hambach. Forma parte de los grupos fundadores de la alianza Ende Gelände.
- Maria Teresa Messidoro, activista No Tav / Italia. Vicepresidente de la asociación Lisangà - culturas en movimiento, comprometida con la solidaridad hacia América Latina, en particular con El Salvador. Valsusina, participa activamente desde hace años a la oposición popular contra la construcción del ferrocarril de alta velocidad Turín-Lyon. El movimiento No TAV ha cumplido ya sus 30 años de historia de lucha contra una obra devastadora que altera el clima, presagio de la militarización del territorio y la criminalización judicial.
- Alfons Pérez, O.D.G. / Cataluña. El Observatori del Deute en la Globalització (ODG) nace de la Red Ciudadana por la Abolición de la Deuda Externa (RCADE). Es una red heterogénea de personas que elaboran análisis críticos y campañas de movilización y transformación social, frente a las desigualdades económicas, sociales, medioambientales y de género, con el apoyo de la Cátedra de Sostenibilidad de la Universitat Politècnica de Catalunya de la UNESCO.
- Alberto Acosta, economista / Ecuador. Alberto Acosta Espinosa se encuentra entre los padres de la Constitución ecuatoriana de 2008, el único que reconoce a la Naturaleza como sujeto de derecho. Partidario de la primera hora de la Revolución Ciudadana, ocupó el cargo de ministro de Energía y Minas en el primer gobierno de Rafael Correa, antes de madurar la ruptura con el correísmo en posiciones antiextractivistas y antiautoritarias. Actualmente es un miembro autorizado del Tribunal Internacional de Derechos Naturales.
- Coordinador: Francesco Martone, editor de ECOR.Network, así como socio fundador de Greenpeace Italia, miembro de la ONG Un Ponte per... y de Green Cross Italia. Colabora con la Fundación Tebtebba (Centro de Investigación de Políticas y Educación de los Pueblos Indígenas) sobre temas relacionados con las finanzas para el clima. Actualmente portavoz de la red In Difesa Di - por los derechos humanos y quienes los defienden. Juez del Tribunal Permanente de los Pueblos, es uno de los impulsores del Comité de Justicia para los Nuevos Desaparecidos del Mediterráneo.