Sono tempi di emergenza globale, ma non per tutti. Il settore dell'estrazione e trasporto del gas fossile, per esempio, pare godere, anche in questi tempi così drammatici, di ottima salute.
Da questo punto di vista non fa eccezione la multinazionale TAP, joint venture che gestisce la costruzione del Trans-Adriatic Pipeline, ultimo tratto di un mega gasdotto che parte dall'Azerbaijan per approdare sulle coste salentine, sulla marina di Melendugno.
Da lì il gas dovrebbe proseguire attraverso la costruenda Rete Adriatica Snam fino agli stoccaggi di Minerbio (BO), attraversando, con tutto il suo potere esplodente, le zone più sismiche della penisola.
Come nei casi da manuale di "shock economy", anche TAP ha beneficiato della situazione di crisi. Non è la prima volta che questo succede.
La sua capacità di trarre vantaggio dalle altrui catastrofi si era già rivelata con l'espandersi nelle provincie di Lecce e Brindisi del "Complesso del disseccamento rapido dell'ulivo", una fitopatologia disastrosa per i contadini del Salento, la cui gestione da parte dello Stato ha fornito gli strumenti alla multinazionale per espiantare con molta più facilità le distese di uliveti sul percorso del cantiere.
Con l'estendersi dell'epidemia di COVID-19, la storia si ripete: la crisi si trasforma in un'opportunità, grazie alla cortese collaborazione del governo della Repubblica (in questo caso il Conte bis).
La costruzione del gasdotto TAP/Snam è stata infatti inserita fra i ‘servizi essenziali’, grazie alla libera interpretazione del dettato del DPCM del 22 marzo 2020, che esentava dal blocco imposto per il COVID-19 le attività di trasporto e distribuzione del gas.
Una misura che, a buon senso, si riferiva alle reti distributive già esistenti e funzionanti, ma che con una evidente forzatura è stata estesa anche ai cantieri in corso d’opera.
In merito alla “essenzialità” di nuovi gasdotti, va detto che nel 2020 i consumi di gas in Italia sono calati del 4,2%, attestandosi sui 70.651 milioni di metri cubi standard, cioè notevolmente al di sotto delle capacità di importazione attraverso gli impianti già esistenti.
Comunque, anche nel pieno del lockdown totale di marzo e aprile 2020, i lavori di avanzamento dei cantieri TAP/Snam nelle province di Lecce e di Brindisi sono continuati a pieno ritmo, spiantando altri uliveti, aprendo voragini, attingendo dal sottosuolo enormi quantità di
acqua, inquinando le falde, e tuttora continuano.
Il tutto lontano dagli occhi indiscreti di una popolazione bloccata in casa, e nel pieno di un coprifuoco che ha pesantemente ostacolato le capacità di opposizione popolare.
Nel frattempo la repressione per chi si è opposto al gasdotto non ha conosciuto riposo: sanzioni amministrative intorno ai 3.500 euro comminate a moltissime persone e circa un centinaio sotto processo per reati che vanno dal furto di zerbino Tap, battitura della recinzione del cantiere, manifestazione non preavvisata e altri di simile “gravissima” entità.
Sanzioni economiche e procedimenti che gravano sul Movimento No Tap e che risultano più taglienti in un momento nel quale cercare di rimanere in equilibrio per tanti, per troppi, sta diventando impossibile.
Perché è vero che la crisi è globale ma non colpisce in modo omogeneo: come spesso accade a pagare maggiormente sono le fasce più deboli della popolazione.
I processi contro gli attivisti e le attiviste però proseguono spediti nonostante l’emergenza sanitaria, mentre subisce rallentamenti - per i rinvii dovuti al Covid - il procedimento contro i dirigenti della multinazionale, ai quali vengono contestate responsabilità in tema di inquinamento della falda acquifera, assenza di autorizzazioni ambientali, idrogeologiche e altro ancora.
La pandemia non ferma il maxiprocesso contro chi si è oppost*all'opera, la cui sentenza di primo grado è attesa per il 19 marzo - ma
diventa utile alibi per allungare i tempi del processo contro TAP. Forse per onorare anche questa volta l'antica tradizione italica della chiusura in prescrizione dei procedimenti che riguardano reati ambientali.
Su questi temi l'Associazione Bianca Guidetti Serra ha intervistato l’Ing. Alessandro Manuelli, della Commissione Tecnico Giuridica del Comune di Melendugno, e Gianluca Maggiore del Movimento No Tap.
Pubblichiamo il video dell'intervista, ricordando di contribuire alla
Cassa di Resistenza No TAP tramite la campagna PeopleNotPipelines
Intervista al Movimento NOTAP Gennaio 2021
Associazione Bianca Guidetti Serra
2 febbraio 2021 - 18:35 min