REDD/7 - I grandi inquinatori, la compensazione del carbonio e la REDD+

di Chris Lang, REDD-Monitor.org

La compensazione rappresenta una pericolosa distrazione dalle cause profonde della crisi climatica. Questa falsa soluzione è l'altra faccia della reazione iniziale dell'industria petrolifera alla scienza del clima: la negazione. I grandi inquinatori non hanno inventato il commercio del carbonio ma lo hanno sostenuto, hanno esercitato forti pressioni e lo hanno promosso. Sono anche i principali acquirenti di compensazioni di carbonio. Negli ultimi anni, l'acquisto di compensazioni da parte dei grandi inquinatori è passato da un flusso costante a un'inondazione, e le ONG conservazioniste sono tra i principali fornitori e sostenitori. Il loro sostegno al commercio del carbonio ha assunto anche forme meno visibili.

La negazione del cambiamento climatico e la compensazione del carbonio hanno lo stesso scopo: permettere ai grandi inquinatori di continuare a trarre profitto il più a lungo possibile dalle stesse attività commerciali. Ma la compensazione del carbonio è forse ancora più pericolosa della negazione del cambiamento climatico, perché sembra riconosca la realtà della crisi climatica dando l'impressione che i grandi inquinatori stiano intervenendo per risolverla. La compensazione è attualmente in piena espansione. Tuttavia, più di tre decenni di esperimenti con il commercio del carbonio rivelano che la compensazione è un fallimento spettacolare, almeno in termini di risoluzione della crisi climatica. La compensazione è una pericolosa distrazione che permette ai grandi inquinatori di continuare a fare affari come sempre.

Attualmente più di 1.500 aziende hanno assunto l'impegno di "emissioni zero netto " 1 . Quasi due terzi dei paesi si sono impegnati a raggiungere le "emissioni zero netto", ma questi impegni "non sono altro che una grande truffa", come sottolinea Sara Shaw di Friends of Earth International. I grandi inquinatori hanno intenzione di continuare ad inquinare, sperando di rendere più verde la loro immagine con meccanismi di compensazione e piantagioni di alberi. L'industria aeronautica ha sviluppato un proprio meccanismo di commercio del carbonio detto Piano di compensazione e riduzione delle emissioni di carbonio per l'aviazione internazionale (CORSIA nell'acronimo inglese). Con questo sistema le emissioni aumenteranno senza alcun limite e l'industria aeronautica utilizzerà la compensazione per giustificare il continuo inquinamento.

Le compagnie petrolifere si sono buttate a capofitto sulle soluzioni naturali per il clima (a volte chiamate soluzioni basate sulla natura), nel tentativo di presentarsi come improvvisamente preoccupate per l'ambiente. 2 Allo stesso tempo continuano a esplorare nuove fonti di profitto in alcuni degli ecosistemi più minacciati del pianeta. Nel 2019 il direttore esecutivo della Shell, Ben van Beurden, annuciava che, per risolvere il cambiamento climatico attraverso tali soluzioni naturali, era necessario "un altro Brasile in termini di foresta pluviale" 3.

La Total ha acquistato compensazioni per creare la fantasia di un gas naturale liquefatto "carbon neutral" 4 e prevede di spendere 100 milioni di dollari all'anno 5 per la protezione delle foreste e per la piantumazione di alberi 6.

Intanto l'Eni intende utilizzare 8,1 milioni di ettari di terra in Africa per compensare le sue continue emissioni 7.

Anche le grandi aziende tecnologiche hanno aderito all'iniziativa. Microsoft, Apple, Amazon e Facebook si sono impegnate a raggiungere "emissioni zero netto".


La Exxon sapeva

Queste false soluzioni alla crisi climatica sono l'altra faccia della iniziale reazione dei grandi inquinatori alla scienza del clima: la negazione. Nel 2015 l'Inside Climate News ha condotto un'indagine durata otto mesi sulla storia del rapporto della Exxon e di altre compagnie petrolifere con la scienza del clima, una relazione iniziata più di 40 anni fa 8.

Le compagnie petrolifere non solo conoscevano la scienza, ma erano attivamente coinvolte nella realizzazione di ricerche all'avanguardia sull'impatto della combustione dei combustibili fossili sul clima. La Exxon, ad esempio, ha speso più di un milione di dollari per un progetto petrolifero volto a scoprire quanta CO2 assorbono gli oceani. Già nel 1977 James Black, scienziato capo della Exxon, disse al comitato direttivo della Exxon che: "in primo luogo esiste un accordo scientifico generale sul fatto che il modo più probabile con cui l'umanità sta influenzando il clima a livello globale è attraverso il rilascio di anidride carbonica derivante dalla combustione di combustibili fossili".

Black avvertiva che un raddoppio della concentrazione di CO2 nell'atmosfera avrebbe aumentato la temperatura media globale di due o tre gradi, esortando la Exxon ad agire, annunciando che abbiamo "una finestra di tempo tra i cinque e i dieci anni prima che diventi cruciale la necessità di prendere decisioni difficili riguardo i cambiamenti nelle strategie energetiche". Invece di agire a riguardo, la Exxon è diventata leader nella negazione del cambiamento climatico. Circa un decennio dopo aver iniziato le sue ricerche sul cambiamento climatico, la Exxon ha promosso campagne per mettere in dubbio la scienza del clima e ritardare la regolamentazione del suo settore industriale. Nel 1989 la Exxon è stata uno dei membri fondatori della Coalizione Globale per il Clima (Global Climate Coalition - GCC), che spendeva circa 1 milione di dollari all'anno per fare pressione contro i limiti alle emissioni di gas serra. Si è opposta anche al Protocollo di Kyoto.

Come esposto da George Monbiot nel suo libro del 2006 "Heat", la Exxon ha finanziato anche un nutrito gruppo di organizzazioni che sostengono che la scienza del clima è incerta, che gli ambientalisti sono nazisti, comunisti, pazzi, terroristi o truffatori e che se i governi intervenissero sul cambiamento climatico l'economia mondiale crollerebbe 9.
 

[Sebbene la Conferenza delle Nazioni Unite sul clima abbia ripetutamente
discusso di meccanismi basati sul mercato, la questione dell'abbandono dei
combustibili fossili rimane sistematicamente fuori dall'agenda.]

 

L'industria petrolifera ha fatto sue le stesse tattiche utilizzate dall'industria del tabacco per negare che le sigarette causano il cancro. Si è persino servita di alcune delle stesse persone, come Frederick Seitz, presidente del George C Marshall Institute 10. Seitz nel 1984 fondò 11 il George C Marshall Institute, inizialmente per sostenere l'Iniziativa di Difesa Strategica del presidente Reagan, o "Guerre Stellari". Alla fine degli anni '80, grazie ai generosi finanziamenti della Exxon, l'Istituto è passato alla negazione del cambiamento climatico. In precedenza Seitz era stato consulente permanente dell'azienda del tabacco RJ Reynolds, dove aveva finanziato ricerche per "confutare le critiche alle sigarette".


IPCC

Una delle risposte degli attivisti alla campagna negazionista sui cambiamenti climatici, soprattutto nel Nord Globale, è stata quella di elevare le pubblicazioni del Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (IPCC) a uno status al di sopra di ogni possibile critica. Ai loro occhi l'IPCC è diventata l'unica autorità in materia di scienza del clima. L'IPCC 12 è un organismo dell'ONU istituito nel 1988 con l'obiettivo di valutare la scienza dei cambiamenti climatici. Fornisce informazioni scientifiche ai governi affinché possano formulare politiche per affrontare la crisi climatica. L'IPCC ha elaborato una serie di rapporti di valutazione, il primo dei quali è stato pubblicato nel 1992. Il rapporto più recente è stato pubblicato nell'agosto 2021.

In ogni caso, le valutazioni dell'IPCC tendono a essere conservative. Come sottolinea George Monbiot 13, ciò non sorprende vista la quantità di persone che devono approvare le valutazioni dell'IPCC prima della loro pubblicazione. Tuttavia, come sottolinea Larry Lohmann nel suo libro "Carbon Trading: A critical conversation on climate change, privatisation and power" (Il commercio del carbonio: una conversazione critica su cambiamento climatico, privatizzazione e potere), molto è stato tralasciato nei rapporti dell'IPCC. Il libro di Lohmann è stato pubblicato nel 2006, ma oggi è più che mai attuale 14.

Lohmann osserva che prima che l'IPCC pubblicasse nel 2015 il suo rapporto speciale su "Uso della terra, cambiamenti nell'uso della terra e silvicoltura", nell'anno 2000 15, diversi governi tra cui Stati Uniti, Giappone, Canada, Australia, Nuova Zelanda e Norvegia avevano esercitato pressioni affinché fosse permesso loro di contabilizzare il carbonio immagazzinato nei loro terreni boschivi come compensazione delle emissioni derivanti dalla combustione di combustibili fossili. Anche molti governi del Nord erano interessati ad acquistare crediti di carbonio da progetti che riducono la deforestazione nei paesi tropicali. "Non dovrebbe sorprendere", scrive Lohmann, "che il rapporto dell'IPCC abbia fornito agli Stati Uniti e ai suoi alleati le conclusioni di cui avevano bisogno". Ma per farlo, scrive Lohmann, il rapporto "ha dovuto abbandonare i normali standard di rigore tecnico".

"Mancavano migliaia di riferimenti sottoposti a revisione paritaria: sulla deforestazione, sulla storia dei progetti di sviluppo forestale, sulla resistenza dei contadini, sui regimi delle foreste comunitarie, sul comportamento degli investitori e così via". 

Gli autori dell'IPCC partono dal presupposto che il carbonio temporaneamente immagazzinato negli alberi e nel suolo sia identico a quello sepolto sotto terra nei combustibili fossili. Ma in termini di impatto sul clima, le due cose sono completamente diverse. Il carbonio prodotto dai combustibili fossili rimane immagazzinato in modo sicuro nel sottosuolo e interagisce con l'atmosfera solo quando viene estratto e bruciato. Il carbonio trattenuto negli alberi e nei terreni viene immagazzinato temporaneamente e rilasciato nell'atmosfera solo quando gli alberi muoiono, o quando la foresta viene disboscata per ricavarne legname o piantagioni di palma da olio, o quando la foresta viene incendiata (cosa a cui stiamo assistendo con sempre maggiore frequenza nella misura in cui si intensifica la crisi climatica). 

In un recente articolo pubblicato sulla rivista "Social Anthropology" 16, Lohmann descrive come si comportano gli scienziati dell'Onu esperti in clima, come se i combustibili fossili e l'estrattivismo non fossero rilevanti per la scienza del clima:

"Nel 2014, Sir John Houghton, membro fondatore del Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico, ha rilasciato un'intervista in cui spiegava che i climatologi delle Nazioni Unite non erano autorizzati a menzionare il carbonio contenuto nei combustibili fossili nella loro analisi sul cambiamento climatico, ma solo il carbonio che era diventato più mobile sotto forma di CO2 . Tracciare ciò che accade quando gli atomi di carbonio attraversano uno dei confini interni del sistema geofisico terrestre per entrare nell'atmosfera è 'scienza' - ha detto Houghton -. Ma analizzare i loro movimenti verso quel confine 'non è tema da scienza'".

E mentre la Conferenza delle Nazioni Unite sul clima ha ripetutamente discusso di meccanismi basati sul mercato, la questione di lasciare i combustibili fossili sotto terra rimane sistematicamente fuori agenda. Il termine "combustibili fossili" non compare da nessuna parte nell'Accordo di Parigi 17.


Grandi inquinatori e compensazioni di carbonio

Non sono stati i grandi inquinatori ad inventare il commercio del carbonio, ma lo hanno sostenuto e promosso e sono i principali acquirenti di compensazioni di carbonio. Negli ultimi anni, l'acquisto di compensazioni di carbonio da parte dei Grandi Inquinatori è passato da uno stillicidio costante a un'inondazione. Il primo progetto di compensazione al mondo è stato un progetto agroforestale in Guatemala 18. Il finanziamento, pari a 2 milioni di dollari, proveniva dalla società elettrica statunitense Applied Energy Services (AES), con sede negli Stati Uniti. A partire dalla fine degli anni '80, AES ha finanziato la piantumazione di alberi in un progetto guidato da CARE in Guatemala per compensare le emissioni di una nuova centrale elettrica a carbone da 181 MW, centrale che AES stava costruendo nel Connecticut.

Il progetto in Guatemala è stato un clamoroso fallimento 19. Hannah Wittman, docente presso il Dipartimento di Sociologia e Antropologia della Simon Fraser University nella Columbia Britannica, ha studiato l'impatto del progetto di piantumazione di alberi sui mezzi di sussistenza dei contadini. Wittman ha riscontrato frequenti conflitti nell'uso della terra. Una volta che i contadini hanno iniziato a piantare alberi gli è rimasta sempre meno terra disponibile per coltivare alimenti, con conseguente scarsità di cibo nella zona. Attività come la raccolta di legna da ardere per cucinare sono state criminalizzate, portando a conflitti per i diritti sugli alberi. A dieci anni dall'inizio del progetto, una valutazione di Winrock International ha rivelato che il progetto di piantagione di alberi era ben al di sotto di quanto necessario per raggiungere l'obiettivo di compensazione dell'AES. Gli agricoltori non hanno ricevuto pagamenti diretti per la piantumazione degli alberi e molti non sapevano che gli alberi stavano immagazzinando carbonio per compensare la centrale elettrica a carbone dell'AES. Ma i grandi inquinatori non hanno solo finanziato progetti di compensazione per mascherare di verde le loro attività distruttive.
 

[Negli ultimi anni, l'acquisto di compensazioni di carbonio
da parte dei grandi inquinatori è passato da uno
stillicidio costante a un'inondazione.]

 

Nel 1999, 11 uomini e una donna si riunirono presso la sede della Shell. Si trattava della prima riunione dell'Associazione internazionale per lo scambio di quote di emissione (IETA nell'acronimo inglese). Fondata dai grandi inquinatori, da allora la IETA ha esercitato pressioni a favore dei meccanismi di scambio del mercato del carbonio e inserendo i suoi affiliati nelle delegazioni nazionali presenti nei negoziati sul clima delle Nazioni Unite. Anche la Conferenza delle Nazioni Unite sul commercio e lo sviluppo (UNCTAD, nell'acronimo inglese) ha partecipato alla creazione della IETA. Dal 1990 al 1999, Frank Joshua è stato a capo del Gruppo internazionale di esperti sullo scambio di quote di emissione. Dopo aver contribuito alla creazione della IETA, ne è diventato il primo direttore esecutivo.

La IETA è una delle associazioni commerciale più importanti e influenti della Convenzione Quadro dell'ONU sul clima. Tra i suoi membri figurano banche, commercianti di carbonio, società di consulenza, sviluppatori di progetti, compagnie petrolifere (come BP, Chevron, Eni, Equinor, Shell e Total), società minerarie, standard e registri del carbonio. La IETA esiste "per garantire che le politiche in materia di cambiamento climatico non incidano negativamente sui profitti dei grandi inquinatori", come sottolinea un rapporto del 2018 della Corporate Accountability 20.

Ovviamente non sorprende che i grandi inquinatori stiano spingendo per creare distrazioni pericolose come il commercio del carbonio. Ma lo stanno facendo con il sostegno di una serie di cosiddette organizzazioni ambientaliste. Per fare solo un esempio, nel 2019, durante i negoziati sul clima delle Nazioni Unite a Madrid, la IETA ha lanciato il suo mercato delle soluzioni naturali per il clima 21. I membri fondatori sono quattro compagnie petrolifere e del gas (Shell, Chevron, BP e Woodside Energy), una compagnia mineraria (BHP) e un'organizzazione per la piantumazione di alberi con sede negli Stati Uniti (Arbor Day Foundation). Nel suo gruppo consultivo, la IETA ha incluso rappresentanti delle ONG Conservation International, Environmental Defense Fund, Earth Innovation Institute e The Nature Conservancy.


Entrano in scena grandi inquinatori norvegesi e la REDD

L'appoggio di alcune Ong al commercio del carbonio è arrivato anche in modo meno diretto. Il 27 settembre 2007, due uomini chiamati Lars inviarono una lettera a Jens Stoltenberg, allora primo ministro norvegese. "Non è troppo tardi: salva la foresta pluviale, salva il clima!" era il titolo della lettera.  La lettera proveniva da Lars Løvold, allora direttore della Rainforest Foundation Norway, e da Lars Haltbrekken, allora presidente della Società norvegese per la conservazione della natura (Amici della terra, Norvegia). Lars e Lars chiedevano a Stoltenberg di stanziare un miliardo di dollari all'anno per cinque anni per la protezione delle foreste pluviali come modo per affrontare il cambiamento climatico, sostenendo che il denaro non doveva essere utilizzato per creare un meccanismo di compensazione delle emissioni di carbonio, ma per ridurre le emissioni. Ma poi invitarono Márcio Santilli, dell'organizzazione brasiliana Instituto Socioambiental, a incontrare i politici norvegesi e a promuovere l'idea inviata a Stoltenberg. È stata una scelta strana perché Santilli, nel 2005, aveva scritto a favore dello "scambio internazionale di emissioni di carbonio per la protezione delle foreste tropicali" 22.

Il 10 dicembre 2007, il governo norvegese annunciava che la Norvegia era "pronta ad aumentare il suo sostegno alla prevenzione della deforestazione nei paesi in via di sviluppo di circa tre miliardi di corone [circa 550 milioni di dollari] all'anno". Il Primo Ministro Jens Stoltenberg, insieme al Ministro dell'Ambiente Erik Solheim e al Ministro del Petrolio e dell'Energia Åslaug Haga, in un incontro a Oslo presentarono la strategia della Norvegia per prevenire la deforestazione. Fin dal principio l'industria petrolifera è stata alla base del sostegno della Norvegia alla REDD 23.

Il governo della Norvegia possiede due terzi delle azioni del gigante petrolifero norvegese Equinor. Fino a luglio 2021 le azioni erano amministrate dal Ministero del Petrolio e dell'Energia; ora sono state trasferite al Ministero del Commercio e dell'Industria 24.

Nel corso degli ultimi 30 anni la Equinor ha perforato più di 100 pozzi a nord del Circolo Polare Artico. L'azienda non ha intenzione di fermarsi. "La produzione di petrolio e gas nelle aree settentrionali", afferma l'azienda sul suo sito web, "contribuirà in modo sostanziale a garantire l'approvvigionamento della crescente domanda energetica mondiale" 25.

Quindi, fin dall'inizio, l'industria petrolifera norvegese è stata coinvolta nei piani della Norvegia per salvare le foreste pluviali. Questo è il lato più sinistro della REDD: usare le foreste pluviali per fare greenwashing e continuare a trivellare e inquinare. Il 13 dicembre 2007 Stoltenberg si trovava a Bali per i negoziati sul clima dell'ONU (COP 13). Nel suo discorso alla conferenza sul clima, Stoltenberg ci disse che fermare la deforestazione sarebbe stato rapido ed economico 26:

"Con misure efficaci contro la deforestazione possiamo ottenere grandi riduzioni delle emissioni di gas serra, rapidamente e a basso costo. La tecnologia è ben nota ed è disponibile da migliaia di anni. Tutti sanno come non tagliare un albero".

Stoltenberg non lasciava alcun dubbio sul fatto che stesse proponendo un meccanismo di scambio di emissioni di carbonio per salvare le foreste pluviali:

"Per mobilitare le risorse necessarie dobbiamo fissare un prezzo al carbonio. Poi creiamo incentivi per comportarci in modo rispettoso nei confronti del clima. E poi faremo in modo che i grandi inquinatori paghino per le loro emissioni. Pertanto dobbiamo creare un sistema globale di scambio di carbonio e tasse sulla CO2".

La Banca Mondiale, durante la COP 13 a Bali, lanciava anche il Fondo cooperativo per il carbonio delle foreste (Forest Carbon Partnership Facility -FCPF). Benoît Bosquet, ex specialista in gestione delle risorse naturali presso la Banca Mondiale, ha guidato lo sviluppo del FCPF e ne è stato il coordinatore dal 2008 al 2014. "L'obiettivo finale del Fondo è quello di promuovere un mercato del carbonio forestale che sposti l'equilibrio economico a favore della conservazione delle foreste", dichiarava Bosquet in un comunicato della Banca Mondiale sul lancio del FCPF a Bali 27.

La BP Technology Ventures Inc. ha contribuito con 5 milioni di dollari alla FCPF, così come The Nature Conservancy. Nel corso degli anni, la maggior parte dei finanziamenti della FCPF è arrivata dai governi di Norvegia, Germania e Regno Unito. Nonostante abbia raccolto oltre 1 miliardo di dollari, la FCPF ha "dimostrato di essere uno strumento incredibilmente inefficace per ridurre la deforestazione, con costi amministrativi astronomici e nulla da mostrare in termini di prevenzione della deforestazione", come indicato in un commento anonimo del 2017 pubblicato sul sito web REDD-Monitor 28.


La legittimazione delle compensazioni

Di recente si è discusso molto sulla "comprensione della REDD". Ad esempio, la società finlandese di compensazione Compensate sostiene che il 91% dei progetti esaminati non ha superato il processo di valutazione 29. Una start-up chiamata Sylvera afferma che quasi la metà dei progetti REDD analizzati "non soddisfano". E il portale di notizie Bloomberg Green ha riportato come i progetti di compensazione forestale di The Nature Conservancy negli Stati Uniti non fossero effettivamente minacciati dalla deforestazione. The Nature Conservancy è diventata "un venditore di compensazioni di carbonio senza senso", ha scritto Bloomberg Green 30.

Ma queste argomentazioni legittimano la compensazione di carbonio perché danno l'impressione che il restante 9%, o il 50% restante, sono in certa forma "una vera compensazione". Bloomberg Green sostiene che "scientificamente, [le compensazioni di carbonio] hanno senso". Questa affermazione sottintende che la compensazione ha solo bisogno di una maggiore (o migliore) regolamentazione. La realtà è che non esiste una regolamentazione che possa evitare il fatto che non sono solo alcune compensazioni (quelle cattive e prive di senso) a ritardare l'azione sul clima. Il problema è il concetto stesso di compensazione, che per decenni ha ritardato con successo l'adozione di azioni concrete contro la crisi climatica. Le compagnie petrolifere stanno persino acquistando compensazioni di carbonio per creare combustibili fossili "carbon neutral". Si tratta chiaramente di un'assurdità.

Le compensazioni, la REDD e le Soluzioni basate sulla natura, forniscono ai grandi inquinatori lo strumento perfetto per dare l'impressione di intraprendere azioni per il clima, consentendogli al contempo di continuare il loro estrattivismo distruttivo.


* Traduzione di Marina Zenobio per Ecor.Network


Tratto da:

15 años de REDD. Un mecanismo intrínsecamente corrupto

Joanna Cabello, Jutta Kill (Coord.)
Boaventura Monjane, Chris Lang, Dercy Teles de Carvalho, Euridse Samuel, Izzuddin Prawiranegara, Joanna Cabello, Jutta Kill, Larry Lohmann, Letícia Yawanawa, Muyissi Environnement, Natacha Bruna, Prince Lungungu, Tamra L. Gilbertson, Tom Goldtooth
Movimiento Mundial por los Bosques Tropicales (WRM), 2022 - 110 pp.

Download:


Note:

1) REDD-Monitor: https://redd-monitor.org/tag/net-zero/
2) REDD-Monitor: https://redd-monitor.org/tag/natural-climate-solutions/
3) REDD-Monitor, Shell boss says “Another Brazil in terms of rainforest” is needed to address climate change. Meanwhile, Shell continues to profit from fossil fuels, 2019, https://redd-monitor.org/2019/03/22/shell-boss-says-another-brazil-in-terms-of-rainforestneeded-to-address-climate-change-meanwhile-shell-continues-to-profit-from-fossil-fuels/
4) REDD-Monitor, How Total’s fantasy of carbon neutral fossil fuel is helped by offsets from the Kariba REDD+ Project in Zimbabwe, 2021, https://redd-monitor.org/2021/08/18/how-totals-fantasy-of-carbon-neutral-fossil-fuel-is-helped-by-offsets-from-the-kariba-redd-project-in-zimbabwe/
5) REDD-Monitor, Total greenwash: Total CEO announces oil company will spend US$100 million a year on forest protection and reforestation, 2019, https://redd-monitor.org/2019/10/23/total-greenwash/
6) REDD-Monitor, Anatomy of a ‘Nature-Based Solution’: Total oil, 40,000 hectares of disappearing African savannah, Emmanuel Macron, Norwegian and French ‘aid’ to an election-rigging dictator, trees to burn, secret contacts, and dumbstruck conservationists,
2021, https://redd-monitor.org/2021/04/16/anatomy-of-a-nature-based-solution-total-oil40000-hectares-of-disappearing-african-savannah-emmanuel-macron-norwegian-andfrench-aid-to-an-election-rigging-dictator-trees/
7) REDD-Monitor, Oil company Eni plans 8.1 million hectare land grab in Africa for carbon offset plantations, 2019, https://redd-monitor.org/2019/03/17/oil-company-eni-plans-8-1-million-hectare-land-grab-in-africa-for-carbon-offset-plantations/
8) Inside Climate News, Exxon. The Road Not Taken, https://insideclimatenews.org/project/exxon-the-road-not-taken/
9) The Guardian, The denial industry, 2006, https://www.theguardian.com/environment/2006/sep/19/ethicalliving.g2
10) James L Powell, The Inquisition of Climate Science, Columbia University Press, 2021, https://cup.columbia.edu/book/the-inquisition-of-climate-science/9780231157193
11) Science Progress, Distorting Science While Invoking Science, 2010, https://web.archive.org/web/20100919104142/http://www.scienceprogress.org/2010/08/distorting-sciencewhile-invoking-science-2/
12) BBC News, Climate change: UN to reveal landmark IPCC report findings, 2021, https://www.bbc.com/news/science-environment-58141129
13) George Monibot, The Heat of the Moment, 2012, https://www.monbiot.com/2012/08/27/the-heat-of-the-moment/
14) The CornerHouse, Carbon Trading. A Critical Conversation on Climate Change, Privatisation and Power, 2006, http://www.thecornerhouse.org.uk/resource/carbontrading-0
15 IPCC, Land Use, Land-Use Change, and Forestry, 2000, https://www.ipcc.ch/report/land-use-land-use-change-and-forestry/
16) The CornerHouse, White Climate, White Energy. A Time for Movement Reflection?, 2020, http://www.thecornerhouse.org.uk/resource/white-climate-white-energy
17) REDD-Monitor, COP21 Paris: REDD and carbon markets, 2015, https://redd-monitor.org/2015/12/15/cop21-paris-redd-and-carbon-markets/
18) REDD-Monitor, REDDheads: Sheryl Sturges and a coal-fired power plant in the USA “offset” by tree planting in Guatemala, 2016, https://redd-monitor.org/2016/12/11/ reddheads-sheryl-sturges-and-a-coal-fired-power-plant-in-the-usa-offset-by-tree- 108 planting-in-guatemala/
19) Idem 18
20) Corporate Accountability, Primer: IETA, Big Polluters, and the UNFCCC, https://bit.ly/38pmiZd
21) REDD-Monitor, Launched at COP25, IETA’s Markets for Natural Climate Solutions is greenwash for the oil industry, 2019, https://redd-monitor.org/2019/12/11/launched-atcop25-ietas-markets-for-natural-climate-solutions-is-greenwash-for-the-oil-industry/
22) Santilli, M., Moutinho, P., Schwartzman, S. et al. Tropical Deforestation and the Kyoto Protocol. Climatic Change 71, 267–276 (2005). https://doi.org/10.1007/s10584-005-8074-6
23) REDD-Monitor, Norway’s oil industry has been right behind REDD from the start, 2018, https://redd-monitor.org/2018/12/07/norways-oil-industry-has-been-right-behind-reddfrom-the-start/
24) Regjeringen flytter Equinor og Petoro til Næringsdepartementet: – Har jobbet med dette i over ett år, https://e24.no/boers-og-finans/i/6zmOVO/regjeringen-flytter-equinorog-petoro-til-naeringsdepartementet-har-jobbet-med-dette-i-over-ett-aar
25) Equinor, https://www.equinor.com
26) Tale til FNs klimakonferanse på Bali, https://www.regjeringen.no/no/dokumentarkiv/
stoltenberg-ii/smk/taler-og-artikler/2007/Tale-til-FNs-klimakonferanse-pa-Bali/id493899/

27) Forest Carbon Partnership Facility Takes Aim at Deforestation, 2007, https://archive.is/
BDXmG#selection-659.0-659.61

28) REDD-Monitor, The most cost-inefficient tree-saving scheme ever: The Forest Carbon
Partnership Facility, 2017, https://redd-monitor.org/2017/03/29/the-most-cost-inefficienttree-saving-scheme-ever-the-forest-carbon-partnership-facility/
29) REDD-Monitor, Finnish carbon offsetting firm Compensate finds 91% of carbon offset projects fail its evaluation process. Of course the remaining 9% will also not help address the climate crisis, 2021, https://redd-monitor.org/2021/08/11/finnish-carbon-offsettingfirm-compensate-finds-91-of-carbon-offset-projects-fail-its-evaluation-process-of-coursethe-remaining-9-will-also-not-help-address-the-climate-crisis/
30) Bloomberg Green, Startup That Rates Carbon Offsets Finds Almost Half Fall Short, 2021, https://archive.ph/wdhGh#selection-3669.0-3669.62


 

01 maggio 2023 (pubblicato qui il 04 maggio 2023)