
Quando la società messicana si rivolse al Tribunale Permanente dei Popoli, insisteva che uno dei torti subiti dalla popolazione messicana risiedeva nel fatto che lo Stato stava intraprendendo riforme strutturali secondo le linee guida del Fondo Monetario Internazionale, della Banca Mondiale e di altre organizzazioni internazionali, convertendole in leggi che hanno aperto la strada alle imprese affinché possano appropriarsi a piacimento delle risorse petrolifere, minerarie e idriche del paese e per appropriarsi di più segmenti del sistema agroalimentare. Quello che sembrerebbe il risultato di accordi legali e l'esplosione naturale di una modernità globalizzata, per coloro che convocarono il TPP rappresentava un chiaro segnale di sottomissione della legalità e del diritto per mano degli interessi economici, come già sottolineato dal Tribunale nella sua sentenza.
In occasione di un workshop tenutosi a Roma tra i diversi processi del Tribunale Permanente dei Popoli e di altri Tribunali di coscienza, la presentazione del Capítulo México affermava:
Le multinazionali, insieme allo Stato messicano, attaccano i luoghi di sussistenza dei popoli (i loro territori, con la loro terra, acqua, foresta e beni comuni), minando i loro mezzi di sostentamento con programmi autoritari di intensificazione delle colture e modi di produzione industriali che incoraggiano l'accaparramento della terra, la deforestazione, il cambio di destinazione d'uso della terra, la privatizzazione e la contaminazione dell'acqua, la perdita delle sementi autoctone, la criminalizzazione della loro custodia e interscambio, imponendo al contempo sementi di laboratorio. Programmi che promuovono prodotti agrochimici tossici con il loro carico di morte, l'espulsione di
popolazioni e ulteriori devastazioni per mano di progetti estrattivi come l'estrazione mineraria, il petrolio, la bioprospezione, inondano inoltre le comunità di rifiuti e promuovono l'urbanizzazione senza riguardo attraverso superstrade, sviluppi immobiliari e turistici e la scomparsa di specie endemiche.66
Durante l'intero processo del Tribunale, nelle diverse udienze e nelle relative udienze preliminari, in particolare quelle legate alla devastazione ambientale e alla violenza contro il mais, alla sovranità alimentare e all'autonomia dei popoli, le comunità elaborarono le loro rimostranze e formulato diagnosi puntuali sugli impatti locali che seguono concrete tendenze globali. Nel corso dell'udienza preliminare di Cherán, nel Michoacán, i cittadini denunciarono
“... l'esproprio di terreni per la coltivazione intensiva di colture da esportazione", con un rapido aumento delle attività legate alla coltivazione di avocado, fragole, lamponi e colture simili. I e le partecipanti evidenziarono "l'espropriazione delle terre indigene e il cambio di destinazione d'uso dei terreni dall'agricoltura tradizionale a quella industriale, l'uso di pesticidi altamente pericolosi - vietati in altri paesi ma considerati legali in Messico - e il loro conseguente impatto sulla salute dei lavoratori agricoli, comprese le donne incinte e i bambini, e l'intensa contaminazione delle fonti d'acqua per ampi settori della popolazione".67
Senza dimenticare la deforestazione dello Stato, denunciavano anche "la complicità dei tre livelli di governo [...] che ha portato all'impunità di cui godono le imprese locali, nazionali e transnazionali coinvolte nel furto di terre indigene per stabilirvi piantagioni industriali di avocado, la loro produzione e distribuzione sul mercato internazionale, generando gli impatti negativi di cui sopra".
Tutto questo mentre si ostacolano i processi amministrativi agrari per la legalizzazione della terra e si sovrappongono le invasioni, l'espropriazione dei beni comuni come la terra e le foreste, "la distruzione delle relazioni culturali e ancestrali dei popoli per i quali il territorio è la base principale del loro sviluppo e della loro sopravvivenza". Come se non bastasse, "le politiche agrarie nazionali e internazionali hanno permesso di indebolire l'agricoltura tradizionale e favorito l'importazione di alimenti di base che prima venivano prodotti localmente".68
E dalle udienze preliminari locali, articolate nelle rimostranze con altri nuclei di comunità sistematizzate, si passò alle audizioni a livello nazionale raccogliendo le inerzie e le deviazioni concrete del potere. Così,
Dalla firma del NAFTA la sofferenza delle comunità non avviene in modo casuale, ma su base sempre più sistematica. L'inquinamento industriale dell'acqua proveniente dalle miniere, dal petrolio e dall'agricoltura industriale si sta diffondendo su vasta scala, mentre i fiumi vengono dirottati per trasferire l'acqua dolce, attraverso gigantesche condutture, dalle terre dei contadini dediti alla produzione alimentare verso megalopoli per la produzione industriale.69
È certo che ciò si accompagna a vessazioni, repressioni, incarcerazioni, omicidi o sparizioni di chiunque si opponga a questa logica, dove l'imposizione dell'agrobusiness e dell'industria pesante sono l'invasione, l'espropriazione e la devastazione che cercano di imporre una logica urbana alle campagne.
Il nuovo disegno di utilizzo del territorio ha ignorato le aree protette, i territori indigeni, le zone di produzione alimentare e i siti di importanza storica e culturale per imporre usi intensivi ed estrattivi a vantaggio dei mercati esterni. Di questo danno conto le presentazioni alle udienze preliminari regionali nelle zone orientali dello Stato di Messico, Michoacán, Morelos, Valle de Lerma, Puebla, Tlaxcala, Jalisco e Veracruz.70
Forse, la udienza preliminare che ha fatto emergere le maggiori relazioni, rendendo leggibile il metabolismo e la rete dell'agrobusiness nella sua espropriazione, devastazione, espulsione, contaminazione, frammentazione e omogeneizzazione, è l'udienza preliminare su Territorialità, sussistenza e vita dignitosa tenutasi a San Isidro, Jalisco, nel territorio di un ejido in lotta contro tre colossi industriali di vere e proprie città-serra: Nutrilite, un campo sperimentale della Monsanto-Bayer, e i cosiddetti Bioparques, un intero conglomerato di serre che soddisfano tutte le aggravanti e hanno in qualche modo rubato la possibilità di esercitare la vita alle condizioni che le comunità anelano quando rivendicano la loro autonomia. Nella loro denuncia gli organizzatori hanno affermato che:
Le multinazionali (rafforzate dalle politiche neoliberiste e dotate di strumenti di manovra governativi, come i trattati di libero commercio che legalizzano e rafforzano queste politiche e le rendono inamovibili), hanno cercato di strapparci dalle nostre fonti di sussistenza - dalla nostra terra, dall'acqua, dalle foreste, dai semi - cioè dal nostro territorio. Ci erodono e ci sottraggono i mezzi di sussistenza (le nostre strategie e i nostri saperi) con cui le comunità sono riuscite per secoli a cercare e difendere il proprio centro di riferimento, la nostra vita, la nostra storia, la giustizia e il nostro destino di comunità e di popolo. Le persone migrano (alla ricerca di una vita altrove) perché ciò che
hanno conquistato nel loro luogo d'origine ha perso di significato. E il potere lucra su questa fragilità acquisita degli espulsi. Le persone espulse vanno a ingrossare l'esercito dei lavoratori precari, aumentano la popolazione urbana e la crescita delle città con i loro problemi, mentre i territori vengono invasi per servire l'agrobusiness, l'estrattivismo (soprattutto minerario), la speculazione immobiliare e finanziaria, la bioprospezione, la green economy, lo sviluppo turistico, l'economia criminale o la destinazione dei rifiuti tossici. La devastazione estrema che ne deriva è la somma delle crisi che tutto ciò scatena.
Tutta questa distruzione rende impossibile risolvere con mezzi propri il sostentamento, la cura della vita individuale e collettiva e la sua trasformazione verso un futuro aperto, giusto e dignitoso.
Questa è la rivendicazione principale: denunciamo le condizioni imposte tra lo Stato e le multinazionali che ci impediscono di risolvere da soli ciò che riguarda fondamentalmente noi stessi, i nostri mezzi di sussistenza e tutto ciò che ci dà un significato personale e comune. Ci impediscono di difendere ciò che rivendichiamo come territorio: l'ambiente vitale per ricreare e trasformare la nostra esistenza, quello spazio a cui diamo pieno significato con i nostri saperi condivisi.71
Gli esaminatori di questa udienza preliminare del TPP conclusero che:
... lo Stato stesso mina la propria legittimità, indebolisce il contenuto dei diritti umani - favorendone la costante violazione - e smantella lo stato di diritto, permettendo il consolidamento di un modello di crescita che porta con sé la devastazione ambientale, la rottura dei cicli metabolici naturali, la biopirateria e l'erosione dell'agro-biodiversità, un modello che accelera il processo di "descampesinización" (l'allontanamento dei contadini dalla terra, ndt) e annienta le comunità indigene distruggendo il tessuto sociale, i loro saperi e le loro tradizioni" [...]. Vorremmo lanciare un avvertimento: "se il Messico perde la guerra contro la sussistenza, i contadini 'descampesinizados' si aggiungeranno a una massa di diseredati, vulnerabili a ogni tipo di manipolazione e prigionieri di chi darà loro i mezzi per una misera sopravvivenza". Cadremmo in una situazione peggiore di quella degli albori dell'era industriale, quando si poteva dichiarare: la fame domerà gli individui più indomiti e li costringerà a lavorare. Solo che questa volta non ci sarà lavoro per la maggior parte di loro.72
La domanda centrale, che ha dato razionalità alla petizione formale al Tribunale ma anche all'audizione su mais, sovranità alimentare e autonomia dei popoli, è la seguente:
Quali sono le condizioni per cui un governo come quello messicano (che ha 10.000 anni di sistemi ancestrali nel suo territorio, con una biodiversità in un'agricoltura capace di nutrire le comunità e con il potenziale di produrre sul territorio nazionale alimenti di base per sfamare l'intera popolazione) decida di smantellare questo sistema tradizionale, di punire il sostegno alla produzione agricola nazionale, di criminalizzare l'ancestrale scambio di sementi e conoscenze e di attaccare direttamente il mais, una delle colture più importanti dell'umanità, il cui centro di origine è proprio il nostro paese?73
Intendiamo allora il Tribunale come un dialogo, una conversazione che ha sistematizzato i reclami, le preoccupazioni, le domande e che ha stabilito una diagnosi precisa degli effetti dei trattati di libero commercio. Nel novembre 2013, il parere dell'udienza finale dell'asse Violenza contro il Mais, Sovranità Alimentare e Autonomia dei popoli affermava:
C'è una guerra aperta e criminale contro la sussistenza autonoma di grandi gruppi, tra cui soprattutto contro le popolazioni indigene e le comunità contadine. Spogliarli dei loro mezzi di sussistenza autonomi li condanna alla migrazione, alla dipendenza da programmi assistenziali, alla miseria, all'emarginazione e alla morte.... L'imposizione di un modello agroindustriale intensivo - di cui gli OGM sono uno degli strumenti più estremi - da parte dello Stato messicano e di aziende come Monsanto, Syngenta, Dow, BASF o Cargill, non costituisce solo un attacco a una cultura, ma anche una vera e propria guerra contro la sussistenza, guidata dalla creazione di leggi che impediscono la difesa dell'agricoltura contadina e della produzione indipendente di alimenti.74
Per il TPP, le politiche e le leggi pubbliche (derivanti dal NAFTA) privilegiano le multinazionali erodendo la redditività complessiva dell'attività agricola, minacciando la sicurezza alimentare della popolazione aprendo all'accaparramento di terra e acqua, imponendo sementi di laboratorio (ibride e transgeniche) e input altamente tossici, criminalizzando le sementi native dei contadini, la loro rete di relazioni e promuovendo vasti sistemi di proprietà intellettuale. Le multinazionali si impadroniscono dell'intera catena alimentare (dalla terra alla vendita al dettaglio), i territori vuoti vengono invasi da progetti estrattivisti, immobiliari, turistici, di pseudo-conservazione, di spazzatura e quant'altro. La devastazione ambientale si sta diffondendo.
Le varie organizzazioni e comunità hanno presentato i loro casi con una visione completa e panoramica di ciò che questo attacco significa per l'agricoltura e la produzione alimentare indipendente. I pareri espressi dal TPP mostrano la forza con cui questa globalità è stata presentata nei diversi spazi.75
Le testimonianze emerse dai casi (di gruppi e comunità) hanno permesso di delineare una doglianza centrale, che è stata ripresa sia nella sentenza finale dell'udienza generale del novembre 2013 sia nella sentenza finale del TPP del novembre 2014. Nell'udienza preliminare di Tepoztlán i giudici l'hanno riportata così:
L'obiettivo degli attacchi [da parte delle imprese e del governo] è l'espropriazione totale per sottrarre ai popoli i loro saperi, le forme per costruire uno sguardo, un significato e un agire propri, le loro forme di convivenza e, naturalmente, i loro mezzi di sussistenza. L'obiettivo è quello di trasformarci in individui isolati, senza legami sociali, senza radici in un territorio, nella terra o in un quartiere, dipendenti quando si tratta di nutrirsi e lavorare, senza lasciare altra alternativa se non quella di trasformarci in manodopera sottomessa, a basso costo e usa e getta.76
Nella loro sentenza, i giurati dell'Udienza Finale sul Mais hanno sottolineato che:
quando la Rivoluzione Verde fu estesa alle aree
contadine e al mais, occupò un posto centrale in una politica esplicitamente impegnata a espellere i contadini dalle campagne, per fornire manodopera a basso costo alle città che erano entrate nel processo accelerato di industrializzazione. Allo stesso tempo, l'uso di sementi ibride e dei relativi prodotti agrochimici è stato progressivamente esteso alle zone di agricoltura pluviale tradizionalmente coltivate con sementi autoctone, cioè in aree non adatte a questo tipo di monocoltura.77
Promuovere la coltivazione e la commercializzazione di sementi ibride, transgeniche e altro ancora, mina le conoscenze dell'agricoltura tradizionale contadina e agroecologica; mina i canali di fiducia e custodia, di selezione e scambio ancestrale; produce leggi che privilegiano le grandi imprese con certezze legali di proprietà (di terra, acqua, semi, conoscenza e biodiversità) attraverso titoli agrari, diritti di proprietà intellettuale, brevetti, diritti di selezione delle piante, regolamenti sanitari, "buone pratiche agricole", volumi minimi per la commercializzazione, termini di pagamento eccetera e, naturalmente, continua con lo smantellamento del sostegno alle campagne, promuovendo importazioni sleali e altro ancora.78 Nella sua sentenza finale il TPP affermò che:
Il governo messicano deve adottare tutte le misure necessarie per garantire la conservazione del mais autoctono come principale fonte di cibo e come elemento culturale di coesione e articolazione sociale. Poiché il Messico è il serbatoio genetico di questo pilastro della sicurezza alimentare mondiale, la semina di mais geneticamente modificato nel paese deve essere vietata.79
Nel 2010, Pat Mooney, direttore del Gruppo ETC [un centro non governativo indipendente che indaga sull'erosione della biodiversità e dei saperi, sui problemi dell'innovazione tecnologica e della concentrazione delle multinazionali, ha dichiarato: "Se perdete la battaglia nel centro di origine del mais, allora perderemo i centri di origine della diversità agricola in tutto il mondo. Non possiamo vincere se voi perdete".80
Una violenza estrema viene agita contro le comunità e i popoli in molteplici processi storici di lungo periodo. Le minacce, la coercizione, l'imprigionamento, le sparizioni e gli assassinii di leader comunitari, di persone appartenenti a organizzazioni civili contadine e indigene sono in aumento per mano di gruppi paramilitari e di sicari al soldo di imprese agricole, minerarie, forestali, infrastrutturali e di altro tipo per terrorizzare o far sparire gli oppositori.81 Nella udienza preliminare di Maní, nello Yucatán, i giudici sottolinearono:
C'è un processo molto più ampio di accaparramento di terre e beni comuni, di distruzione socio-ambientale e territoriale e di annientamento del tessuto sociale che fa parte di un piano orchestrato per lo sradicamento e lo svuotamento dei territori. Il processo di espropriazione comporta anche un meccanismo di distruzione del tessuto comunitario dei popoli indigeni. L'obiettivo è incoraggiare la divisione delle comunità e la cooptazione dei leader. [...] A volte complici e a volte protagonisti, è quasi impossibile trovare una linea che divida gli interessi dello Stato da quelli degli imprenditori nazionali o stranieri che vogliono il territorio.82
La sentenza finale sul tema "Mais e Sovranità Alimentare" del novembre 2013, stabilì che i torti subiti dalle comunità:
"si stanno esercitando attraverso varie forme di violenza sistematica, il cui scopo sembra essere quello di instillare un terrore generale e profondo, creando un'atmosfera di caos e provocando confusione e ansia continua". I giurati avevano osservato che "uno dei tentativi di privatizzazione di maggiore portata è il tentativo di privatizzare i diritti intellettuali e in particolare sulle sementi, in modo che il patrimonio dell'umanità e delle culture contadine e indigene, che rappresentano un lavoro collettivo portato avanti per millenni, diventino una fonte di ricchezza privata per pochi. Il processo, inoltre, ha un costo ambientale immenso, al punto da mettere sempre più a rischio la sopravvivenza della razza umana." 83
E ancora:
"Le leggi e l'apparato giudiziario vengono usati per aggirare i principi del diritto e i diritti fondamentali dei popoli. La Legge sulle sementi del 2007 ha convertito in reato ciò che le persone hanno fatto per millenni per curare, migliorare, moltiplicare e condividere i loro semi".84
È importante soffermarsi sulla sentenza dell'udienza riguardo la devastazione ambientale: uno dei baluardi dei "vantaggi comparati" offerti dal Messico per essere degno di firmare il NAFTA. Dice il Tribunale:
... sentiamo che la sofferenza delle comunità non avviene in modo casuale ma, dalla firma del NAFTA, si ripete in modo sempre più sistematico; che l'inquinamento delle acque dovuto all'estrazione mineraria, al petrolio e all'agricoltura industriale si sta diffondendo su vasta scala, mentre i fiumi vengono deviati per trasferire, attraverso gigantesche condutture, l'acqua dolce dalle terre dei contadini dedicate alla produzione di cibo alle megalopoli per la produzione industriale; ... che il 30% del territorio messicano è stato concesso alle compagnie minerarie transnazionali senza il consenso delle comunità, con la conseguente distruzione di montagne e terre sacre; ... che enormi complessi abitativi vengono costruiti lungo autostrade e strade su terreni agricoli, mentre gli edifici delle vecchie città crollano e le nubi tossiche si formano sulle aree industriali generando tante malattie mortali come il cancro, senza che il governo intervenga per proteggere le persone; ... che gli individui e le comunità che difendono i propri diritti sociali e ambientali devono confrontati con la repressione della polizia e trattati come criminali, dobbiamo domandarci come e in che misura queste condizioni siano state create o rafforzate dal neoliberismo e dall'agenda del libero commercio [...].
Le regole del NAFTA, in effetti, costituiscono un insieme di potenti strumenti di quattro tipi: (a) per ridurre la forza delle leggi, delle politiche e dei programmi economici, sociali e ambientali che potrebbero limitare le operazioni delle imprese transnazionali; (b) per garantire che i governi non abbiano la possibilità di imporre standard di rendimento alle imprese con sede all'estero che operano nei loro territori; (c) per privatizzare i servizi pubblici e indebolire o eliminare le imprese statali; e infine (d) per consentire alle imprese di citare direttamente in giudizio i governi per violazione delle loro norme. Per molti versi il NAFTA è stato progettato per creare le condizioni per il dominio delle imprese transnazionali e la dittatura degli investimenti.85
Avendo stabilito in molteplici testimonianze la responsabilità del governo e dello Stato per la devastazione ambientale e l'abbandono della popolazione che ne soffre, la giuria dell'udienza ambientale stabilì i seguenti punti nella sua requisitoria contro lo Stato messicano:
Per la violazione massiccia e sistematica del diritto a un ambiente sano e adeguato allo sviluppo sostenibile dell'umanità; per il mancato adempimento dei loro doveri di cura delle condizioni naturali, per la vita dignitosa dei popoli e delle comunità; per il modo impositivo e opaco che ha caratterizzato la formulazione, l'attuazione e la valutazione delle politiche governative relative alla gestione dell'ambiente e alla regolamentazione delle attività di sfruttamento delle risorse naturali, nonché per la regolamentazione deliberatamente contraddittoria o il totale disconoscimento dei principi fondamentali del diritto ambientale, che si traducono nella distorsione, sospensione e annullamento de facto, e nella consacrazione di un perpetuo stato di eccezione ambientale.
E ancora, per la violenza scatenata contro diverse popolazioni indigene, agrarie e urbane, che le costringe a vivere in ambienti deteriorati o a un esodo totale per rendere effettiva la massiccia espropriazione dei loro territori; per la sua incapacità strutturale di garantire l'accesso alla giustizia per quanti sono colpiti dal disastro ambiente, in particolare per assicurare l'effettiva tutela giurisdizionale dei diritti ambientali della popolazione e la riparazione integrale dei danni ecologici e dei lutti causati, derivati e correlati, così come per assicurare il pieno rispetto delle sanzioni, delle pene e delle misure di sicurezza necessarie per la non ripetizione degli atti.
Per la politica repressiva di criminalizzazione e perseguimento dei conflitti sociali come meccanismi per nascondere e smantellare la protesta ambientale. Per l'uso della forza pubblica e della violenza contro coloro che difendono pacificamente la natura, i territori e le condizioni ambientali della propria vita e di quella degli altri, attraverso pratiche tradizionali, saperi locali o conoscenze scientifiche e strategie legali. Per aver permesso, favorito e sviluppato un'architettura dell'impunità che lascia impuniti i crimini commessi contro i popoli e la natura, senza consentire l'accesso alla giustizia o il riconoscimento della responsabilità degli aggressori. Per l'atteggiamento imprudente, permissivo o omissivo in relazione all'innalzamento dei livelli di rischio ambientale vitale e socialmente tollerabile, che porta anche a un aumento dei danni ecologici irreparabili o difficilmente riparabili e all'impossibilità di prevenire le catastrofi ambientali. Per la commissione di un ecocidio o omicidio della terra doloso, premeditato e palese, al fine di aumentare i profitti di alcune imprese e multinazionali che si riflette in molteplici danni ecologici.86
Per quanto detto, la responsabilità della
devastazione ambientale del Messico ricade sullo Stato messicano, sui firmatari del NAFTA (Stati Uniti e Canada) che partecipano e ne promuovono l'imposizione e, naturalmente, sulle aziende e le organizzazioni private, sia messicane che straniere (aziende petrolchimiche, minerarie, agrochimiche, sementiere, agroindustriali, farmaceutiche e alimentari, automobilistiche, maquiladora, commerciali, cartarie e turistiche, e sulle imprese immobiliari, di edilizia abitativa e stradali "le quali realizzano i progetti che devastano gli ecosistemi messicani". Proprio con i partiti politici, i media, le associazioni professionali e gli scienziati che non si impegnano nella società, per azione o per omissione.87
Alla fine del 2019, a cinque anni dalla fine del TPP in Messico, si è svolta una carovana attraverso sei aree di intensa devastazione ambientale in Messico, approfittando proprio di tutto il lavoro svolto per sistematizzare le gravi intossicazioni e gli avvelenamenti subiti da zone realmente sacrificate, "cercando di rendere visibile la sistematicità dei vari processi di devastazione ambientale e di violenza contro la salute individuale e collettiva delle popolazioni che subiscono gli attacchi irresponsabili di imprese, laboratori, industrie che nei loro processi di estrazione, produzione o trasformazione inondano letteralmente le regioni di sottoprodotti velenosi che rendono impraticabile la vita in queste regioni". 88 Gli impatti sociali e ambientali sono così profondi che ci troviamo di fronte alla presenza di almeno 40 sostanze tossiche nell'acqua, nel suolo e nell'aria, al condizionamento di milioni di persone, alla complessa crescita delle regioni devastate, all'aumento del numero di imprese industriali (più di 20.400) diversificate nei settori automobilistico, siderurgico, del legno, della carta, chimico, petrolchimico, agrochimico, alimentare e delle bevande, ceramico, plastico e tessile. Tutte queste imprese hanno causato devastazioni e, in ultima analisi, impatti sociali, lavorativi e ambientali che devono essere documentati, compresi e fermati.
Tra gli obiettivi indicati dagli organi di convocazione c'è quello di rendere visibile come il libero scambio, gli accordi di libero commercio (come tasselli delle riforme strutturali) abbiano avuto troppi impatti dannosi nei "paradisi industriali" in cui operano. L'UMSCA (precedentemente noto come NAFTA, ndt) o il T-MEC, e l'accordo di libero scambio tra il Messico e l'UE (TLCUEM), sono in particolare promotori di questa deregolamentazione ambientale e lavorativa che genera violenza contro gli operai e le operaie nelle fabbriche o negli impianti di trasformazione, come sono anche responsabili dell'inquinamento che può arrivare fino alle falde acquifere. Il sintomo più estremo sono gli omicidi e le sparizioni, la repressione diretta contro chi si oppone a questa situazione ignobile che si sta normalizzando.
Non sorprende che nel tour, a cui hanno partecipato organizzazioni messicane, latinoamericane e persino parlamentari dell'Unione Europea, si sia notato che le regioni visitate sono anche aree di sfruttamento sociale e lavorativo (aziende messicane, tedesche, francesi e spagnole)89.
(4. Continua)
* Traduzione Marina Zenobio per Ecor.Network
Tratados de Libre Comercio México ¿Cómo salir de la sumisión corporativa?
GRAIN
GRAIN, Instituto de Estudios Ecologistas del Tercer Mundo, Acción Ecológica - Ecuador
2022 - 92 pp.
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Note:
66 Desvío de poder: ¿violencia, despojo, fragmentacion y devastación como programa de gobierno?: Presentación de la Secretaría Operativa del Capítulo México del Tribunal Permanente de los Pueblos, en un seminario de la Fundación Lelio Basso, en Roma, en el taller sobre tribunales de conciencia organizado en septiembre de 2013 donde se cotejaron avances del Tribunal en varios países, y en México a partir de las preaudiencias de Cherán, 9 de noviembre de 2012; Tepoztlán, 24 de noviembre de 2012; San Isidro, Jalisco, 28-30 de junio de 2013.
67 Preaudiencia sobre la Devastación ambiental y derechos de los pueblos en el estado de Michoacán, San Francisco Cherán, Michoacán, 9 de noviembre de 2012
68 Ibidem
69 Ibid.
70 Tribunal Permanente de los Pueblos, Dictamen de la audiencia temática “Devastación ambiental y derechos de los pueblos”, en el proceso Libre comercio, violencia, impunidad y derechos de los pueblos, 15-17 de noviembre de 2013. https://www.tppmexico.org/ dictamen-de-la-audiencia-tematica-devastacion-ambiental-y-derechos-de-los-pueblos/
71 Acusación particular de la Preaudiencia, Territorialidad, subsistencia y vida digna, San Isidro, municipio de san Gabriel, Jalisco, 28-30 de junio de 2013, Ver No toquen nuestro maíz, GRAIN, Itaca, México, 2013.
72 Tribunal Permanente de los Pueblos Dictamen de la preaudiencia Territorialidad, subsistencia y vida digna, 28-30 de junio. No toquen nuestro maíz, op.cit.
73 Petitoria formal al Tribunal Permanente de los Pueblos, Fundación Lelio Basso, Roma, Italia, encaminada a instaurar un Capítulo México donde podamos ventilar los nexos entre Libre comercio, guerra sucia y derechos de los pueblos, Comité promotor del Capítulo México, febrero de 2011. Ver también la Declaración Universal de los Derechos de los Pueblos, Argel, 4 de julio de 1976.
74 Tribunal Permanente de los Pueblos, dictamen sobre Violencia contra el maíz, la soberanía alimentaria y la autonomía de los pueblos, tercera audiencia temática en el marco del proceso de Libre Comercio, Violencia y Derechos de los Pueblos en México (2011- 2014), Ciudad de México, 19-21 de noviembre, 2013. ver www.tppmexico.org.
75 Tribunal Permanente de Los Pueblos, Preaudiencia de Tepoztlán, Colisión campo-ciudad, 24 de noviembre de 2012; preaudiencia de San Luis Beltrán, Oaxaca, La contaminación transgénica expresa encontrada en el maíz nativo mexicano, abril de 2013; preaudiencia de San Isidro, Jalisco, Territorialidad, subsistencia y vida digna, 28-30 de junio de 2013; preaudiencia de Maní, Yucatán, Políticas de exterminio de del pueblo maya, 10 de noviembre 2013; preaudiencia Cultivos transgénicos, el caso de México con énfasis en el maíz, México DF, 12 de noviembre, 2013; Ver audiencia complementaria de Acatepec, Hidalgo, Devastación de la vida comunitaria, noviembre 2013.
76 Dictamen presentado en la Preaudiencia: Colisión campo-ciudad, Tepoztlán, Morelos, 24 de noviembre de 2012; preaudiencia de San Luis Beltrán, Oaxaca, La contaminación transgénica expresa encontrada en el maíz nativo mexicano, abril de 2013; preaudiencia de San Isidro, Jalisco, Territorialidad, subsistencia y vida digna, 28-30 de junio de 2013; preaudiencia de Maní, Yucatán, Políticas de exterminio de del pueblo maya, 10 de noviembre 2013; preaudiencia Cultivos transgénicos, el caso de México con énfasis en el maíz, México DF, 12 de noviembre, 2013; Ver audiencia complementaria de Acatepec, Hidalgo, Devastación de la vida comunitaria, noviembre 2013, www.tppmexico.org
77 Tribunal Permanente de los Pueblos, dictamen sobre Violencia contra el maíz, la soberanía alimentaria y la autonomía de los pueblos, op.cit.
78 Dos ejemplos contundentes son la Ley de Bioseguridad de Organismos Genéticamente Modificados, o “Ley Monsanto” y la Ley Federal de Producción, Certificación y Comercio de Semillas. Ver también GRAIN, “Leyes para acabar con la producción independiente de alimentos”, en GRAIN, El gran robo de los alimentos, editorial Icaria, 2012. Ver además la Reforma a la Ley Federal de Variedades Vegetales. Ver la revisión que realizó GRAIN de esta ley —contra la cual existe ya una carta de protesta — “Alto a la embestida privatizadora sobre las semillas”, que está circulando en las redes sociales, ver www. biodiversidadla.org/content/view/full/70743
79 Comunicado del Grupo ETC, “Tribunal internacional ético demanda la prohibición del maíz transgénico en México”. 5 de diciembre, 2014. http://www.etcgroup.org/es/content/ tribunal-internacional-etico-demanda-la-prohibicion-de-maiz-transgenico-en-mexico
80 Pat Mooney (Grupo ETC), “La FAO contaminada transgénicamente”, en GRAIN, Coa, Casifop, El maíz no es una cosa, 2012.
81 Dictamen de la Preaudiencia: Colisión campo-ciudad, op.cit.
82 Dictamen de la preaudiencia de Políticas de exterminio contra el Pueblo Maya, Táan U Xu’Ulsaj K-Kuxtal, Maní, Yucatán, op.cit.
83 Tribunal Permanente de los Pueblos, dictamen sobre Violencia contra el maíz, la soberanía alimentaria y la autonomía de los pueblos, op.cit.
84 Ibidem
85 Tribunal Permanente de los Pueblos, Dictamen de la audiencia temática “Devastación ambiental y derechos de los pueblos”, 15-17 de noviembre de 2013. op.cit
86 Ibidem
87 Ibid.
88 “Entre las organizaciones que promovieron desde el exterior a la Caravana, se ubican entre muchas otras el Transnational Institute, Corporate Accountability, la Taula per Mèxic, UDAPT, OPSUR, Acción Ecológica, la Campaña argentina Gane quien Gane / la Multisectorial Anti-extractivista, Ekologistak Marxan, México Via Berlín y OMAL, varias de las cuales se integran en un movimiento activo en diferentes países y a nivel internacional por conseguir normas vinculantes que obliguen a las empresas transnacionales a respetar los derechos humanos”. Ver “El cotejo de la sociedad civil, desinformemonos. org, noviembre de 2019, op cit.
89 Ibidem.