
Una mobilitazione strategica
Se la rivolta zapatista fu la prima avvisaglia - oltre che la presa di coscienza del fatto che la logica della nazione si stava atomizzando, dislocando, e che il NAFTA (TLCAN) ci stava sottoponendo a dipendenze sconosciute, estranee e voraci - essa determinò anche il posizionamento delle comunità e delle organizzazioni contrarie alla globalizzazione scatenata contro di loro, motivo per cui la ricerca dell'autonomia nei fatti si rivelò fondamentale.
Si è insistito molto, su vari media e in ambienti di sinistra, sul fatto che in Messico non ci sia stata una contestazione agli accordi di libero scambio come in altri paesi dell'America Latina, e che le mobilitazioni si siano concentrate altrove. E la risposta delle comunità e delle organizzazioni, soprattutto del mondo indigeno contadino, è che gli effetti sono così vasti e pervasivi, così forti nelle loro azioni che si ripete sempre più spesso una frase: "non ci stiamo mobilitando direttamente contro i trattati ma contro i loro effetti, effetti che subiamo nei nostri luoghi e nelle nostre regioni, pertanto sono lotte che non possiamo evitare". Sono lotte inevitabili, ineludibili".56
Dal 2001 si era approfondito il tessuto di un'articolazione con molti movimenti di base in Messico e nel 2008 iniziarono i colloqui con l'epidemiologo Gianni Tognoni, segretario generale del Tribunale Permanente dei Popoli (TPP), un tribunale erede del Tribunale Russell che Bertrand Russell e Jean Paul Sartre resero leggendario negli anni '60 e nei primi anni '70 giudicando la guerra del Vietnam e poi le dittature dell’America del Sud. Non sarebbe stato possibile per il Tribunale intervenire in Messico senza il lavoro previo di moltissime persone, dal basso, dal cuore stesso dei villaggi e delle comunità, dalle regioni colpite, dai processi e dai conflitti che sono vivi almeno dal 1968 in diverse correnti: lotte operaie degli insegnanti, dei lavoratori del petrolio, dei telefonisti, degli elettricisti, delle maquiladoras, delle lavoratrici del sesso, delle organizzazioni di genere, dei migranti, dei coltivatori di caffè, dei contadini e degli indigeni. Lotte contro l'accaparramento e la contaminazione della terra, dell'acqua e dell'aria; lotte per risanare le regioni classificate come "zone di devastazione ambientale acuta", dopo anni di investigazione locale o regionale da parte degli abitanti allarmati dalla situazione causata dagli accordi di libero scambio e dai loro criteri di deregolamentazione ambientale e di precarizzazione del lavoro, di invalidazione e di guerra alla sussistenza, di frammentazione e di espulsione di moltitudini, di molestie permanenti per imporre corridoi industriali, e serre e monocolture con il loro retaggio di asservimento e semi-schiavitù. Lotte per i semi autoctoni e in difesa di vasti territori. Nell'ambito dei popoli originari, queste lotte si diffusero attraverso i ricchissimi e fondamentali Dialoghi di San Andrés, realizzati nel 1995 e nel 1996 tra l'EZLN e il governo messicano, ad oggi uno dei più originali, orizzontali, autogestiti e vasti processi di riflessione e di decisione collettiva, che ha abbracciato diversi e cruciali strati della società civile rurale e urbana.57
Solo così, con tutto questo alle spalle, è stata possibile la petizione per l'intervento del TPP (Tribunale Permanente dei Popoli) in Messico.
Chiedere l'intervento della Tribunale è stata chiaramente una forma innovativa di mobilitazione sociale che, oltre a scendere in piazza, si è concentrata sull'apertura di spazi di dialogo e riflessione, scavando nella memoria dei popoli e chiedendo la sistematizzazione dal basso di tutti i torti subiti nella loro storia rievocata, nella loro storia viva. Ben presto si formò un gruppo promotore del Capitolo Messico del TPP, e l'effervescenza cominciò ad essere intessuta tra i vari angoli del mondo che stavano soffrendo i gravi effetti del Trattato di Libero Commercio (e degli altri accordi di libero scambio firmati dal Messico, che esercitavano sinergie negative di asservimento, attacco e invasione dei loro ambienti vitali). Si decise quindi, a differenza di molti altri tribunali "di opinione" o "di coscienza" come quello della Colombia - che si era concentrato sulla responsabilità penale delle multinazionali - che l'attenzione si sarebbe concentrata sullo Stato messicano e sui suoi organi di governo e che, prima o poi, anche la responsabilità delle imprese sarebbe venuta a galla quando si sarebbe esaminata la loro complicità con il governo.58
Ci si chiedeva allora se vi fosse una sottomissione delle strutture istituzionali, esecutive, legislative o giudiziarie agli interessi economici tali da sfigurare il flusso della sfera pubblica. La conclusione portò a concentrarsi su "libero commercio, violenza, impunità e diritti dei popoli in Messico", questo il titolo dato al processo iniziato nel 2011 con un workshop preparatorio, inaugurato alla fine dello stesso anno nella Ciudad Universitaria e poi lanciato con una prima udienza al confine a Ciudad Juárez, una delle città più violente del paese, un'udienza in cui sono stati presentati tutti i processi aperti, in un esercizio di completezza. Ottenere l'intervento del TPP, ed esercitare per tre anni l'apertura di spazi locali per la sistematizzazione dei casi di abuso, è una delle mobilitazioni più contundenti contro qualsiasi accordo di libero scambio, almeno in Messico. Durante i tre anni dell’intervento del TPP, le sentenze di ogni udienza preliminare, così come le sentenze di ognuna delle undici udienze e la sentenza finale, sono state tessute dal basso, dai danneggiati. Per questo possiedono una profondità e una chiarezza che oggi ci aiutano a comprendere ciò che per anni è sembrato invisibile e normalizzato, subendo punizioni così estreme e ripetute in tanti ambiti dell'attività umana. Questo approccio sistematico e dal basso, raccolto in ogni angolo del Messico attraverso una valutazione dei danni molto specifica, è costituito da indagini locali o regionali della base sociale ed è una lotta seria contro il Trattato di Libero Commercio (TLC), contro i Trattati di Libero Commercio. La presenza del TPP ha promosso, incoraggiato e ospitato queste indagini e sistematizzazioni, ed è riuscito a servire da specchio e da confronto tra la gente, con la presenza e la vicinanza di esaminatori e giurati, persone di riconosciuta qualità morale e di esperienza specifica in molte e diverse questioni, provenienti dal Messico stesso e da tutto il mondo.59
Il gruppo promotore ha inoltre prodotto un'intera relazione sulle violenze perpetrate dal NAFTA in tutti gli ambiti differenziati, e il TPP è stato molto puntuale nell'evidenziare il cambiamento globale che si è verificato con gli accordi di libero scambio per inglobare la sfera del diritto alla sfera dei poteri economici. Senza dubbio gli atti d'accusa, i rapporti e le sentenze del Tribunale sono materiale di prima mano per accertare i danni, l'entità, il dispiegamento e i significati dei trattati di libero commercio. Nella sentenza finale il Tribunale ha evidenziato le sofferenze subite in modo strutturale, sistemico, programmatico e a lungo termine che le persone hanno riportato.
Già nella premessa della sentenza si legge:
“L'inserimento del Messico nella globalizzazione neoliberale è associato a uno straordinario aumento delle sofferenze del popolo messicano. La globalizzazione neoliberale genera forti squilibri tra mercato e diritti umani. L'economia si globalizza e le istituzioni democratiche che proteggono i diritti delle maggioranze sono collocate in uno spazio subordinato e marginale; le istituzioni globalizzate sostituiscono il controllo democratico nella regolamentazione opaca del commercio globale. Il diritto neoliberale protegge l'accumulazione della ricchezza e la concentrazione del potere economico e politico a fronte dell'eliminazione dei "perdenti". Inoltre trae sostentamento nell'architettura dell'impunità costruita a favore delle multinazionali e del capitale. La disuguaglianza e l'asimmetria ne sono elementi costitutivi. Il governo messicano è intervenuto con mezzi economici per facilitare la trasformazione e l'eliminazione compulsiva di grandi masse di popolazione urbana e rurale ritenute "non necessarie" o "superflue". I governi messicani hanno usato il potere dello Stato per accelerare tale eliminazione attraverso atti diretti di esproprio dei mezzi di produzione o attraverso interventi distorsivi nell'economia di sussistenza.
I trattati di libero commercio fanno parte di una rete giuridico-politica di dominazione. Non c'è punto di convergenza tra diritti umani e diritti delle imprese; c'è una profonda rottura della gerarchia e della piramide normativa del sistema di protezione dei diritti umani. È fondamentale capire che il NAFTA e le altre istituzioni neoliberali non sono state concepite per promuovere il bene sociale [...]. Sono accordi che elevano lo status giuridico dei grandi investitori e contemporaneamente vincolano il potere economico dello Stato ai loro interessi, erodendo l'impegno e le possibilità degli Stati nazionali di proteggere i cittadini.
Uno scopo centrale di questi trattati commerciali è stato quello di disarmare i popoli, privandoli degli strumenti di identificazione, espressione, resistenza e capacità di trasformazione che la sovranità nazionale e l'esistenza di uno Stato legittimo possono fornire. Nel caso del Messico, lo smantellamento dello Stato di fronte agli interessi corporativi internazionali ha assunto caratteristiche tragiche. L'amputazione della sovranità economica è iniziata molto tempo fa, attraverso vari meccanismi”.60
E ancora:
“L'agricoltura tradizionale e la sovranità alimentare che esistevano prima del NAFTA sono state soppiantate dalla ricostruzione deformata di una agricoltura di esportazione. Il Messico ha perso la sovranità nella maggior parte dei suoi settori base: cereali, legumi, ortaggi, frutta, carne, alimenti trasformati, ecc. Oggi il paese importa dieci milioni di tonnellate di mais, mentre subordina la nuova produzione agricola ai gusti del mercato statunitense: ortaggi, frutti di bosco, avocado, frutti tropicali, marijuana, papaveri, ecc. Tutti i programmi di sostegno alla produzione rurale sono stati smantellati, così come le principali leggi che proteggevano la proprietà fondiaria degli ejidos (proprietà collettive), favorendone la privatizzazione che sta avanzando soprattutto nel centro del paese. Tuttavia, la maggior parte della proprietà fondiaria rurale, nel nord e nel sud del paese, rimane nelle mani di proprietari collettivi che si oppongono alla registrazione privata delle loro terre. Simbolica in questo contesto è la scomparsa dell'ejido, espressamente richiesta dal NAFTA ancor prima che venisse discusso e approvato, e l'eliminazione dei diritti delle popolazioni indigene su terra comunitaria. Tutto questo apre la porta alla perdita dell'uso collettivo della terra, principio fondamentale e base dell'organizzazione sociale in Messico”.61
La sentenza del Tribunale Permanente dei Popoli ha il peso delle sue precise parole. Da qui è possibile stabilire una linea base con cui comprendere la crescita sproporzionata della violenza, l'accaparramento delle terre, la sostituzione dell'agricoltura contadina e delle sementi autoctone, il furto e la contaminazione dell'acqua. Comprendere l'arrivo delle serre come sinonimo della presenza delle multinazionali, con un modello ancorato all'esproprio, alla riconversione della foresta, del monte e delle diverse milpa a monocolture di cereali o ortaggi dipendenti dai pesticidi, promotore di sementi ibride e transgeniche, fermo difensore del modello industriale (promotore di una precarietà del lavoro al limite della semi-schiavitù,62 che forse coinvolge le stesse persone già indigenti ed espropriate, cacciate dalle loro terre). Si tratta di un'agricoltura d'esportazione che non si preoccupa di nulla se non di generare dividendi, e che può ridurre i suoi costi perché può contare sui principali sussidi governativi per l'agricoltura (secondo le testimonianze, può ottenere come sussidio almeno 196.000 pesos messicani per ettaro).63
Ciò contrasta con i sussidi o i pagamenti diretti concessi ai contadini in questi sei anni [appena 60.000 pesos in un anno per 2,5 ettari nel programma Sembrando Vida]. Qualcosa di simile, parlando di cereali di base, è stato affermato dall'ex relatore speciale per l'alimentazione, Olivier de Schutter, nella sua dichiarazione finale della missione tra il 13 e il 20 giugno 2011, poco prima dell'inizio dei lavori del Tribunale Permanente dei Popoli:
"meno dell'8% della spesa [del Programma Speciale Concorrente per lo Sviluppo Rurale Sostenibile] è diretto a programmi agricoli, in un paese in cui l'80% degli agricoltori ha meno di cinque ettari. [...] Le politiche agricole favoriscono gli stati più ricchi, i municipi più ricchi e i produttori locali più ricchi. Nel 2005 i sei stati più poveri hanno ricevuto solo il 7% della spesa agricola pubblica, nonostante ospitino il 55% della popolazione in condizioni di estrema povertà”.64
Tutta questa situazione, si legge nella Denuncia Collettiva presentata dal Capitolo Messico nel 2011, coincide con una crescita urbana e industriale eccezionalmente aggressiva, che ogni anno aumenta la sua voracità territoriale e il suo metabolismo incontrollato, sottraendo risorse vitali ed acqua alle campagne, per poi restituire sempre più rifiuti contenenti ogni tipo di veleni tossici nell'aria, nell'acqua e nella terra.
Allo stesso tempo si espandono ovunque megaprogetti minerari, energetici e idrologici di ogni tipo (dighe, deviazioni d'acqua, mega-drenaggi, ecc.), infrastrutture [strade, ponti, depositi di container, gru, carrelli elevatori, veri e propri porti a secco, reti satellitari, ferrovie], piantagioni e mega-fattorie.65
(3. Continua)
* Traduzione Marina Zenobio per Ecor.Network
Tratados de Libre Comercio México ¿Cómo salir de la sumisión corporativa?
GRAIN
GRAIN, Instituto de Estudios Ecologistas del Tercer Mundo, Acción Ecológica - Ecuador
2022 - 92 pp.
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Appendice:
Tribunale Permanente dei Popoli
Libero Commercio, violenza, impunità e diritti dei popoli in Messico (2011-2014)
Scarica le sentenze delle udienze preliminari tematiche e della sessione finale:
- Udienza introduttiva (Ciudad Juárez, 27-29 maggio 2012)
- Prima udienza su Violenza contro i lavoratori (Città del Messico, 31 maggio-2 giugno 2012)
- Seconda udienza su Devastazione ambientale e diritti dei popoli (Città del Messico, 15-17 novembre 2013)
- Terza udienza su Violenza contro il mais, la sovranità alimentare e la autonomia dei popoli (Città del Messico, 19-21 novembre 2013)
- Quarta udienza su Repressione dei movimenti sociali e defensori dei diritti umani (Città del Messico, 22-24 novembre 2013)
- Quinta udienza su Disinformazione, censura e violenza contro i giornalisti (Città del Messico, 17-19 settembre 2014)
- Sesta udienza su Femminicidio e violenza di genere (Chihuahua, 21-23 settembre 2014)
- Settima udienza su Guerra sporca come violenza e impunità (Comunità indigena di Santa Fe della Laguna, 26-28 settembre 2014)
- Ottava udienza su Migrazione, sfollamento forzato e rifugio (Città del Messico, 29-30 settembre – 1 ottobre 2014)
- Nona udienza su Istruzione (Città del Messico, 3-5 ottobre 2014)
- Decima udienza su Distruzione della gioventù e delle generazioni future (Città del Messico, 8-10 novembre 2014)
- Sessione finale, sentenza in spagnolo e in inglese (Città del Messico, 12-15 novembre 2015)
Immagini:
- By @ezlnchiapas 'Lãs mujeres indígenas zapatistas, creando un mundo de artes y colores!', by Pedro Fanega.
Licenza CC BY 2.0.
- By @ezlnchiapas 'En México los zapatistas, los indigenas y los mexicanos somos del Maiz...!, by Pedro Fanega.
Licenza CC BY 2.0.
- Queremos un mundo donde quepan muchos mundos. #EZLN, by danicotillas.
Licenza CC BY-SA 2.0.
Note:
56 Ramón Vera-Herrera, Treinta años de políticas atroces y resistencias puntuales, Ojarasca 272, dicembre 2019,
57 Luis Hernández Navarro y Ramón Vera-Herrera (compiladores), Acuerdos de San Andrés, Ediciones ERa, 1998.
58 Il Tribunale permanente dei popoli è rivendicato come un tribunale di "opinione" o
"coscienza", perché in linea di principio non è vincolante, e le sue sentenze o sentenze possono essere o non essere eseguite dai governi o dalle società accusati. Come sappiamo, la sua forza sta proprio nel fatto che non essendo vincolante la forza morale dei suoi argomenti, che sono sempre tessuti dal basso, raccolti tra la gente offesa, può affiorare una pienezza e complessità che ci avvicina molto ad un ritratto rasente al reale.
59 Tra l’ottobre 2011 e il novembre 2014 si è riusciti ad avviare un processo su base sociale in cui centinaia di comunità in 23-25 entità del paese hanno sistematizzato le loro contestazioni in un contesto ben delimitato: quali processi erano stati innescati dal libero scambio (riforme strutturali, accordi di libero scambio e i loro effetti concreti sulla violenza, l'impunità e l'indebolimento dei diritti dei popoli). In un processo autogestionario che ha coinvolto 150 workshop, 6 forum, 38 pre-audizioni, 2 post-audizioni e 12 udienze davanti a persone esterne alla situazione (od al paese) per fungere da specchio dei problemi, conflitti, rimostranze presentate dalle popolazioni, 526 casi di tutti i tipi di situazioni, dalla repressione e gli omicidi alla subordinazione dei diritti agli interessi economici delle corporations, che la Corte permanente ha insistito nel sottolineare affrontando il "libero scambio". Così, tra le persone che hanno presentato i loro casi in pre-udienze (comprese 2 negli Stati Uniti: una a New York e una a Seattle), post-udienze e udienze, (più 196 disaminatori, 85 giurati del TPP e con la partecipazione di 430 organizzazioni), si è giunti a una sentenza finale che è una diagnosi molto puntuale della situazione che all'epoca viveva il Messico, e che da allora senza dubbio ha continuato ad aggravarsi.
Non per niente, a quella sentenza finale del Tribunale nel 2014 si aggiungeva il sottotitolo "All'ombra di Ayotzinapa", poiché due mesi prima della sessione finale si verificava la repressione, uccisione e sparizione di 43 studenti della Scuola Normale Rurale di Ayotzinapa nella città di Iguala, nel Guerrero.
I procedimenti aperti sono stati:
1 Guerra sporca come violenza, impunità e mancato accesso alla giustizia.
2 Migrazione, rifugio e sfollamento forzato.
3. Femminicidio e violenza di genere.
4. Violenza contro i lavoratori. 5. Violenza
contro il mais, la sovranità alimentare e l'autonomia.
6. Devastazione ambientale e diritti dei popoli.
7. Disinformazione, censura e violenza contro i comunicatori.
8. Repressione dei movimenti sociali.
9 Violenza contro l'istruzione.
10. Distruzione dei giovani.
Si è condotta un'udienza iniziale completa con tutti i procedimenti ed un'udienza finale.
Si calcola che siano intervenute circa 20mila persone in maniera diretta. (Dati della segreteria politica del Capitolo Messico).
Vedere Capitolo Messico del Tribunale Permanente dei Popoli (2011-2014), L'udienza finale. Sentenze, procure e relatori. Editoriale Itaca, Messico, 2016
60 Tribunale Permanente dei Popoli, Capitolo Messico (2011-2014), "Libero scambio, violenza, impunità e diritti dei popoli, sentenza finale, punto 3.2. 'Le trasformazioni neoliberali in Messico e l'Accordo di libero scambio del Nord America'", Messico, 12-15 novembre 2014.
62 In alcune udienze del Tribunale, come in ampi reportage del 2013, si fa menzione di condizioni subumane, descritte dalle persone che le segnalano come semi-schiavitù. "L'appaltatore che ha agganciato Josefina lavorava per la Bioparques d'Occidente, una società costituita a Sinaloa e con attività a Jalisco che si presume essere socialmente responsabile, ma che ha una lunga storia di violazioni del lavoro contro i suoi lavoratori. Nel giugno 2013, nello stesso campo dove ha lavorato la giovane del Guerrero, le autorità hanno annunciato di aver salvato all'epoca 275 braccianti che lavoravano in condizioni di semi-schiavitù.
L'ufficio del procuratore ha riferito all'epoca che, in seguito alla denuncia di tre braccianti che erano riusciti a fuggire, alcuni ispettori statali si sono recati nei locali dell'azienda che coltivava e confezionava pomodori in serra, dove hanno scoperto che loro e le loro famiglie vivevano in condizioni indegne.
I 275 lavoratori provenienti da San Luis Potosí, Veracruz, Hidalgo e Guerrero erano alloggiati in gruppi di dieci persone in stanze di otto metri quadrati e alcuni dei loro figli soffrivano di malnutrizione. Le autorità hanno interrogato i lavoratori e questi hanno raccontato che in alcuni casi lavoravano fino a dodici ore al giorno per ottenere uno stipendio di 100 pesos (5,5 dollari). C'erano altri dipendenti che erano da tre mesi senza uno stipendio e i capisquadra non li lasciavano uscire anche se il loro contratto era già finito. Quelli che cercavano di fuggire venivano picchiati. Nell'operazione cinque capisquadra della società sono stati arrestati e incarcerati per i reati di privazione illegale della libertà e tratta di persone". Zorayda Gallegos, Enganchadores. Los traficantes de jornaleros, 2018.
63 "Il costo per coltivare un ettaro di mirtillo è di: 672.800.00 pesos con sussidi per l'acquisto delle piante. Senza sussidi aumenta ad 868.800.00 pesos", ha affermato il produttore David Gutiérrez Hernández. Vedi, Quanto costa produrre un ettaro di mirtillo, Tierra Fértil, 6 giugno 2017.
65 Vedere l'Accusa Generale che il Capitolo Messico del Tribunale Permanente dei Popoli ha presentato all'Udienza Generale Introduttiva di Ciudad Juárez nel 2012.