*** Terza parte ***

La grande truffa/3Come i grandi inquinatori stanno promuovendo l’agenda climatica dello "zero netto" per ritardare, ingannare e negare

di Jesse Bragg, Rachel Rose Jackson, Souparna Lahiri


 

Riprendiamo la continuazione del dossier “La grande truffa” a partire dall’analisi di come gli impegni per lo "zero netto" di sette imprese nei settori dell'aviazione, della vendita al dettaglio e dell'alimentazione siano tutt'altro che azioni reali.

Traduzione di Marina Zenobio per Ecor.Network


    UNITED AIRLINES  

  • I dettagli del piano della United Airlines non rivelano alcuna azione specifica destinata a ridurre le proprie emissioni prima del 2030. 259  Il piano presuppone invece un uso diffuso della tecnologia CDA (Cattura Diretta dell'Aria), che ancora non esiste su scala [sufficiente] per catturare l'anidride carbonica dall'aria e stoccarla nel terreno.

  • Gli investimenti della United Airlines nelle tecnologie CDA potrebbero portare a un aumento dell'estrazione di combustibili fossili, oltre che a maggiori profitti per la compagnia aerea e altre aziende.260 Il programma a cui collabora la United Airlines vuole utilizzare il metodo del recupero del petrolio (Enhanced Oil Recovery - EOR) per continuare a estrarre più combustibili fossili in luoghi difficili da raggiungere.

  • Per rendere fattibile di questo piano in prospettiva, se si dovessero costruire gli impianti di geoingegneria necessari a compensare le emissioni del 2019, sarebbero necessari 4 milioni di acri di terra, circa la dimensione del Belize.

     DELTA AIR LINES

  • La Delta ha annunciato di voler investire 1 miliardo di dollari nei prossimi 10 anni per contribuire alla compensazione delle proprie emissioni. 261 Questo importo (che rappresenta solo una piccola frazione dei suoi profitti) è per molti versi un fondo generale, che comprende gran parte delle spese che la compagnia aveva già pianificato per sostenere la crescita aziendale, ad esempio per l'acquisto di nuovi aeromobili.

  • La Delta sta offrendo pacchetti di viaggio "sostenibili" alla Deloitte e a clienti aziendali affinché siano essi stessi a compensare le sue emissioni. 262 Contabilizza questi pacchetti come parte della propria riduzione anche se, presumibilmente, per quei voli non vengono utilizzati biocarburanti più sostenibili.

  • Uno dei programmi dello Zimbabwe da cui la Delta acquista crediti per compensare le proprie emissioni sta "minando i mezzi di sussistenza" ed è "fortemente osteggiato dalle comunità locali" 263, nonostante la Delta insista sul fatto che sta "proteggendo le foreste (...) contribuendo al contempo al benessere comunitario" 264.

      EASYJET

  • La EasyJet sta scegliendo di acquistare crediti di compensazione per le sue emissioni, ad un prezzo così basso che non esiste alcun incentivo a ridurre le sue emissioni nel prossimo futuro: 4,3 dollari per tonnellata di CO2. 265 Si tratta di una frazione del prezzo attualmente applicato nell'ambito del Regime di scambio di quote di emissione dell'UE (RCDE UE), un sistema di compensazione che ha portato enormi profitti ai grandi inquinatori e non ha ridotto le emissioni come promesso. 266

  • Easyjet sta usando l'interferenza politica per rallentare l'azione per il clima: ha fatto pressioni contro una tassa ambientale sui voli, finché il governo britannico non le ha offerto 600 milioni di sterline (circa 770 milioni di dollari) come parte del salvataggio per il COVID-19. 267

     WALMART

  • Il piano di Walmart ignora completamente le sue emissioni Scope 3, ovvero tutte le emissioni generate lungo la sua catena di approvvigionamento. 268-269 Un'analisi del settembre 2020 stima che questa categoria di emissioni rappresenti in realtà il 95% della sua impronta di carbonio. 270

     AMAZON

  • Amazon si è impegnata a raggiungere lo "zero netto" entro il 2040. I suoi investimenti sul clima suggeriscono che stia appoggiando diversivi pericolosi [descritti nella prima puntata] , fondamentali per tali investimenti. Il fondatore di Amazon ha annunciato la creazione del Bezos Earth Fund, un fondo da 10 miliardi di dollari per contribuire a salvare il clima. Nella sua prima tornata di sovvenzioni ha assegnato centinaia di milioni di dollari ad alcuni dei maggiori sostenitori di programmi di compensazione delle emissioni di carbonio, programmi che sono però pieni di scappatoie legali e rappresentano seri rischi per le comunità locali. 271-272

  • Come Microsoft, Amazon è un partner tecnologico chiave dell'industria dei combustibili fossili, contribuendo alla continuazione della produzione di petrolio e gas. 273

     JBS

  • JBS si è impegnata a investire entro il prossimo decennio 1 miliardo di dollari nel suo programma "zero netto" (senza rivelare cosa comporti tale programma) e a destinare 100 milioni di dollari entro il 2030 a "progetti di ricerca e sviluppo" per le tecnologie di cattura delle emissioni di carbonio e per la "mitigazione delle emissioni sul terreno", cioè le compensazioni di carbonio. 274

  • L'impegno della JBS per eliminare la deforestazione dalla sua catena di approvvigionamento entro il 2035 significa in realtà che continuerà a contribuire alla deforestazione per altri 14 anni (fino al 2035), invece di porre immediatamente fine alla deforestazione legata alla sua catena di approvvigionamento - che sarebbe logicamente uno dei modi più rapidi ed efficaci per ridurre le sue emissioni.

    NESTLÉ

  • Invece di ridurre la produzione dei suoi prodotti a più alta emissione, come la carne e i prodotti lattiero-caseari industriali, l'analisi di Grain rivela che la Nestlé intende aumentare la produzione di prodotti lattiero-caseari, di bestiame e materie prime del 68% entro il 2030. 275 Intende affidarsi principalmente ai crediti di compensazione per attenuare questo drastico aumento delle emissioni.

  • Gli 1,2 miliardi di dollari che la Nestlé si è impegnata a investire in "pratiche agricole rigenerative", che possono includere pratiche distruttive e sono discutibili in termini di cattura del carbonio, sono un misero 1,5% dell'importo trasferito ai suoi azionisti nel 2020. 276

  • Uno dei programmi in cui la Nestlé ha investito per migliorare le pratiche agricole, il 4R Nutrient Stewardship Programme, ha generato maggiori inefficienze e un aumento dell'uso di fertilizzanti. 277

OTTO TARE FONDAMENTALI

Le tare nei piani per lo "zero netto" dei grandi inquinatori sono numerose, ma sono otto quelle fondamentali, comuni alla maggior parte di essi:

  1. Sono troppo vaghi per avere un significato: la loro incapacità di elaborare in dettaglio piani concreti per ridurre le emissioni alla fonte è sistematica. Questa ambiguità è probabilmente pensata per eludere qualsiasi esame più approfondito.

  1. Nascondono l'intento di aumentare la produzione che genera elevate emissioni: i loro piani aziendali mostrano che, nella maggior parte dei casi, queste grandi imprese continuano a prevedere un aumento significativo dei prodotti ad emissioni elevate o con presenza di sostanze inquinanti.

  1. Si basano su pericolosi diversivi piuttosto che su soluzioni reali: i piani si basano principalmente su meccanismi che non riducono le emissioni, come la compensazione delle emissioni di carbonio, e su tecnologie di geoingegneria futuristiche, non approvate e pericolose, come la bioenergia con cattura e stoccaggio del carbonio (BECCS nell'acronimo inglese) e la cattura diretta dell'aria (CDA o DAC nell'acronimo inglese), che difficilmente funzioneranno su larga scala e causeranno sicuramente gravi danni alle comunità, agli ecosistemi e alla biodiversità.

  1. Ignorano la scienza e la logica: la mancanza di prove e di dati scientifici credibili suggerisce che gli autori dei piani "zero netto" sono consapevoli del fatto che gli stessi, combinati con progetti di crescita continua e l'assenza di riduzioni delle emissioni alla fonte, non sono fattibili sulla scala che propongono, ma scelgono di ignorarlo.

  1. Investimenti nello status quo: i piani indirizzano il denaro delle imprese verso il finanziamento di organizzazioni e iniziative che si concentrano su programmi pericolosi, invece che su soluzioni reali comprovate e su una riduzione reale delle emissioni controllate e gestite in prima linea dalle comunità.

  1. Aritmetica impossibile: non c'è letteralmente abbastanza terra disponibile per eliminare con diversi metodi (piantagione di alberi, ripristino dell'ecosistema, ecc.), tutte le emissioni che le aziende e i governi propongono di mantenere o aumentare.

  1. Anteporre il profitto alle persone e al pianeta: i piani mostrano un palese disprezzo per le esigenze e le priorità dei popoli indigeni, delle comunità che resistono alla crisi climatica, dei contadini e delle comunità storicamente sfruttate le cui terre, il cui sostentamento, le cui culture e le cui vite saranno direttamente colpite e compromesse a seguito di questi piani.

  1. Rifiuto sistemico del cambiamento: le persone di tutto il mondo sono consapevoli che il potere delle corporations, il razzismo strutturale, il colonialismo e altri problemi sistemici sono alla base del cambiamento climatico e di altre crisi, e chiedono un cambiamento del sistema. Ma coi piani "zero netto" gli sfruttatori, gli abusanti e gli estrattori che hanno costruito un sistema guasto, che distrugge il pianeta per il proprio profitto, stanno cercando di posizionarsi come "risolutori".
    Così facendo progettano di perpetuare questi sistemi guasti anziché trasformarli.

  1. I grandi inquinatori di tutti i settori non hanno alcuna intenzione di intraprendere una vera azione per il clima, né ora né a breve termine. E, come dimostra questa analisi, le loro promesse "zero netto" sono vuote come le innumerevoli promesse che hanno fatto per decenni. Ora stanno cercando di far credere alla società che possono ancora rappresentare la soluzione alla crisi che loro stessi hanno causato.

Inizialmente questo report mirava ad analizzare collettivamente gli aspetti quantificabili dei piani d'azione per il clima "zero netto" dei grandi inquinatori.

Le autrici e gli autori hanno proposto di esaminare attentamente questi piani nel loro insieme e quantificare la quantità di terra necessaria per compensare le emissioni previste, al fine di determinare se tali piani fossero realizzabili entro i limiti planetari.
Altri, come Grain 89, Greenpeace 90, e Action Aid International 91 hanno tentato di realizzare stime di questo tipo con i piani "zero netto" di singole grandi imprese.
Nel complesso i piani di questi Grandi Inquinatori sono così vaghi che è stato impossibile capire come le aziende pianificano di raggiungere lo "zero netto".
Per questo motivo, è stato impossibile eseguire il calcolo senza fare troppe ipotesi.
La mancanza di dettagli dimostra che questi piani sono solo chiacchiere aziendali senza una traiettoria definita, non azioni reali.

Ad esempio, United Airlines intende costruire centrali di cattura diretta del carbonio dell'aria, per utilizzare tecnologie di CDA che non esistono ancora in modo da poter letteralmente assorbire il carbonio dall'aria e iniettarlo nel terreno (un processo che, tra l'altro, è stato progettato per essere utilizzato nel recupero avanzato del petrolio, per estrarre ancora più petrolio in luoghi difficili da raggiungere).

Il piano climatico di Walmart ignora completamente le emissioni di Scope 3 (ovvero le emissioni associate ai prodotti che vende), un tipo di emissioni che rappresenta circa il 95% della sua impronta di carbonio.
Per quanto riguarda Eni, il gas fossile continuerà a rappresentare il 90 % della sua produzione, e continua a prevedere di aumentare la produzione di gas e petrolio nei prossimi anni, attività che propone di compensare con programmi di rimboschimento che sono stati etichettati dalla società civile come "false foreste" 92 93.
BlackRock, la più grande società di gestione patrimoniale al mondo, ha promesso di ridurre a "zero netto" le emissioni nel suo portafoglio di attività entro il 2050. Ma già nel 2020 ha promesso di vendere la maggior parte delle sue azioni in combustibili fossili "nel prossimo futuro" e detiene ancora 85 miliardi di dollari in attivi di carbone a causa di una "lacuna" nelle sue politiche.
L'elenco delle tare è infinito.

CASE STUDY: IL PIANO "ZERO NETTO" DI JBS, L'IMPEGNO A NON DEFORESTARE ULTERIORMENTE DA PARTE DEL PRINCIPALE PRODUTTORE DI CARNE AL MONDO

Nel marzo 2021, all'indomani dell'annuncio di profitti record 94 la JBS, il principale produttore di carne al mondo, si è impegnato a eliminare la deforestazione dalla sua intera catena di fornitura globale entro il 2035 e ad affrontare il problema delle emissioni della sua intera catena di fornitura (Portata 1-3) per raggiungere emissioni "zero netto" entro il 2040. 95

La JBS si è impegnata a investire, nel prossimo decennio, 100 milioni di dollari nel suo programma "zero netto" (senza fornire ulteriori informazioni sul programma) e a destinare 100 milioni di dollari entro il 2030 a "progetti di ricerca e sviluppo". I due tipi di progetti, che ha definito prioritari, sono il sequestro del carbonio e le "tecnologie di mitigazione delle emissioni sul terreno", ovvero le compensazioni di carbonio. 96 (Per ulteriori informazioni sul perché questi programmi non sono reali soluzioni contro le emissioni, tornare alla prima puntata). Oltre a questo, non si sa molto, perché la JBS non ha ancora fornito ulteriori informazioni su cosa farà esattamente per rispettare il suo impegno "zero netto".

L'impegno della JBS di eliminare la deforestazione dalla sua catena di approvvigionamento entro il 2035 è preoccupante e in ritardo. Arriva tardi perché la JBS è legata ad oltre 100.000 ettari di deforestazione in Brasile (più di qualsiasi altro produttore di carne nell'Amazzonia brasiliana), di cui circa i tre quarti potrebbero essere illegali. 97
È preoccupante perché, di fatto, il calendario proposto indica che continuerà a contribuire alla deforestazione per altri 14 anni, fino al 2035, invece di fermare immediatamente la deforestazione legata alla sua catena di approvvigionamento, che sarebbe probabilmente uno dei modi più rapidi ed efficaci per ridurre le sue emissioni.

I precedenti preoccupanti della JBS vanno ben oltre la presunta deforestazione illegale. Nel 2017 la sua società madre ha accettato di pagare 3,2 miliardi di dollari per chiudere una causa in cui si sosteneva che aveva corrotto 1900 politici in Brasile [98]. Si tratta di una delle multe più alte nella storia delle corporations.

(3. Continua)



The Big Con. How Big Polluters are advancing a “net zero” climate agenda to delay, deceive, and deny
di Jesse Bragg, Rachel Rose Jackson, Souparna Lahiri
Corporate Accountability International, Global Forest Coalition and Friends of the Earth International, in collaboration with Corporate Europe Observatory and other groups, 2021 - 24 pp.

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Note:

259 United, “Fuel efficiency and emissions reduction,” accessed May 23, 2021, https://www.united.com/ual/en/us/fly/company/global-citizenship/environment/fuel-efficiency-and-emissions-reduction.html.

260 Steven Mufson, “United Airlines aims to suck carbon dioxide from the friendly skies,” The Washington Post, January 12, 2021, https://www.washingtonpost.com/ climate-solutions/2021/01/12/climate-solutions-united-airlines/.

261 “Delta commits $1 billion to become first carbon neutral airline globally,” Delta News Hub, February 14, 2020, https://news.delta.com/delta-commits-1-billion-become-first-carbon-neutral-airline-globally.

262 Kelly Yamanouchi, “Deloitte and Delta Partner to Cut Emissions with Sustainable Fuel,” The Atlanta Journal-Constitution (TNS), March 1, 2021, https://www.ajc.com/ news/business/deloitte-and-delta-partner-to-cut-emissions-with-sustainable-fuel/WNKW3JRFTBHJXBS6ZYVB4GCUKI/.

263 Chris Lang, “The Kariba REDD project in Zimbabwe: From carbon credits to EARTH tokens,” REDD-Monitor, February 8, 2018, https://redd-monitor. org/2018/02/08/the-kariba-redd-project-in-zimbabwe-from-carbon-credits-to-earth-tokens/.

264 Kate Modolo, “Delta offsets carbon emissions for 170,000+ customers Thursday,” Delta News Hub, April 19, 2018, https://news.delta.com/delta-offsets-carbon-emissions-170000-customers-thursday.

265 “EasyJet’s net-zero announcement: A licence for continued pollution?,” Osmosis (February 2020): 1-2, https://www.osmosisim.com/rw/wp-content/up

266 Corporate Europe Observatory, “EU ETS myth busting: Why it can’t be reformed and shouldn’t be replicated,” 2013

267 Zach Boren, “EasyJet lobbied against green taxes before receiving £600m government loan,” Unearthed, April 30, 2020, https://unearthed.greenpeace. org/2020/04/30/easyjet-lobbied-green-aviation-taxes-covid-bailout/.

268 “Nature Commitments,” Walmart Sustainability Hub, accessed May 23, 2021, https://www.walmartsustainabilityhub.com/nature-commitments.

269 Mark Eastham, “Walmart Continues to Prioritize Forest Conservation by Stepping Up Efforts Toward 2025,” Walmart, December 22, 2020, https://corporate.walmart. com/newsroom/2020/12/22/walmart-continues-to-prioritize-forest-conservation-by-stepping-up-efforts-toward-2025.

270 Stephen Stapczynski and Akshat Rathi, “Walmart Aims to End Emissions From Global Operations by 2040,” Bloomberg Green, September 21, 2020, https://www. bloomberg.com/news/articles/2020-09-21/walmart-aims-to-end-emissions-from-global-operations-by-2040.

271 Annie Palmer, “Jeff Bezos names first recipients of his $10 billion Earth Fund for combating climate change,” CNBC, November 16, 2020, https://www.cnbc. com/2020/11/16/jeff-bezos-names-first-recipients-of-his-10-billion-earth-fund.html. 272 Justine Calma, “Bezos’ Climate Fund Faces A Reckoning With Amazon’s Pollution,” The Verge, February 4, 2021, https://www.theverge.com/2021/2/4/22266225/ jeff-bezos-climate-change-earth-fund-amazon-pollution.

272 Justine Calma, “Bezos’ Climate Fund Faces A Reckoning With Amazon’s Pollution,” The Verge, February 4, 2021, https://www.theverge.com/2021/2/4/22266225/jeff-bezos-climate-change-earth-fund-amazon-pollution.

273 Elizabeth Jardim, “Microsoft, Google, Amazon – Who’s the Biggest Climate Hypocrite?,” Greenpeace, January 27, 2020, https://www.greenpeace.org/usa/microsoft-google-amazon-energy-oil-ai-climate-hypocrite/.

274 JBS, “JBS is committing to be net zero by 2040,” accessed May 23, 2021, https://jbs.com.br/netzero/en/

275 GRAIN, “Corporate greenwashing: “net zero” and “nature-based solutions” are a deadly fraud,” GRAIN, March 17, 2021, https://grain.org/en/article/6634-corporate-greenwashing-net-zero-and-nature-based-solutions-are-a-deadly-fraud.

276 GRAIN, “Corporate greenwashing: “net zero” and “nature-based solutions” are a deadly fraud,” GRAIN, March 17, 2021, https://grain.org/en/article/6634-corporate-greenwashing-net-zero-and-nature-based-solutions-are-a-deadly-fraud.

277 David L. Burton, Brian McConkey, and Cedric Macleod, “GHG Analysis and Quantification, Farmers for Climate Solutions, January 2021, https://static1.squarespace.com/static/5dc5869672cac01e07a8d14d/t/603cf3b3785a1a1f89ee487f/1614607284952/FCS_BudgetRecommendation2021-GHGQuantification.pdf.

89 GRAIN, “Corporate greenwashing: “net zero” and “nature-based solutions” are a deadly fraud,” GRAIN, March 17, 2021, https://grain.org/en/article/6634-corporate-greenwashing-net-zero-and-nature-based-solutions-are-a-deadly-fraud.

90 Greenpeace, “Net expectations: assessing the role of carbon dioxide removal in companies’ climate plans,” January 11, 2021, https://www.greenpeace.org.uk/resources/net-expectations-cdr-briefing/.

91 ActionAid International, “Not-Their-Lands: The land impact of Royal Dutch Shell’s net zero climate target,” May 17, 2021, https://actionaid.org/sites/default/files/ publications/Not-Their-Lands_Media%20Briefing.pdf.

92 Dominick A.Della Sala, “‘Real’ vs. ‘Fake’ Forests: Why Tree Plantations Are Not Forests,” Encyclopedia of the World’s Biomes, 2020, 7

93 JA! Justica Ambiental, “Climate Criminals: Eni and Shell, Keep the Fossil Fuels in the ground! We Don’t Want your False Forests!”, May 13, 2019, https://ja4change. org/2019/05/13/climate-criminals-eni-and-shell/.

94 Dom Phillips, “Brazil meat giant JBS vows net zero by 2040 amid record profits,” The Guardian, March 25, 2021, https://www.theguardian.com/environment/2021/ mar/25/brazil-meat-giant-jbs-vows-net-zero-by-2040-amid-record-profits. 7

95 JBS, “Net Zero,” accessed May 22, 2021, https://jbs.com.br/netzero/en/.

96 JBS, “Net Zero,” accessed May 22, 2021, https://jbs.com.br/netzero/en/.

97 Mighty Earth, “Soy & Cattle Deforestation Tracker,” accessed May 22, 2021, https://www.mightyearth.org/soy-and-cattle-tracker/.

98 Ricardo Brito, Tatiana Bautzer, “Brazil’s J&F agrees to pay record $3.2 billion fine in leniency deal,” Reuters, May 31, 2017, https://www.reuters.com/article/us-brazil-corruption-jbs-idUSKBN18R1HE.


 

05 dicembre 2022 (pubblicato qui il 22 dicembre 2022)