Gli investitori sono i vincitori dell'accordo Cile/Unione Europea

di Lucia Sepúlveda

Confrontando gli articoli che sostituiranno il vecchio accordo e i vecchi trattati bilaterali, si nota che il nuovo accordo Cile/Unione Europea assicura identiche garanzie per gli investitori e aggiunge altri vantaggi aprendo, tra i tanti, il settore degli acquisti pubblici e ampliando quello dei servizi. Ciò implica che in futuro gli spazi che i avranno i governi per realizzare politiche pubbliche che rispondano alle istanze centrali della popolazione sarà praticamente nullo, perché così è stabilito dalle regole del gioco.

Ci sono nel nuovo Accordo con l'Ue, firmato l'8 dicembre 2022 dal governo Boric, alcuni aggiustamenti al sistema di risoluzione delle controversie e ai suoi meccanismi, per “vestirlo di seta”. Il riciclo e i nuovi ornamenti Made in Europe di questo sistema obsoleto si trovano nel Capitolo 10, Investimenti, dell'Accordo Quadro di Modernizzazione del Trattato Cile/Unione Europea insieme al Capitolo 31 e agli allegati che fanno parte dell'Accordo Intermedio (o Accordo in Principio) firmato da entrambi i governi. Lo sforzo europeo per calmare le preoccupazioni dell'opinione pubblica sull'argomento non nasconde che, in sostanza, il sistema integrato nel nuovo Trattato Cile/UE presenta caratteristiche molto simili al criticato Sistema di Risoluzione di Controversie (ISDS) del TPP11 e ai trattati bilaterali d'investimento già esistenti con alcuni paesi dell'Unione Europea. Confrontando gli articoli che sostituiranno l'accordo e i vecchi trattati bilaterali, si nota che assicura identiche garanzie per gli investitori e aggiunge altri vantaggi aprendo, tra i tanti, il settore degli acquisti pubblici e ampliando quello dei servizi. Ciò implica che lo spazio che i governi avranno per realizzare politiche pubbliche che rispondano alle istanze centrali della popolazione sarà praticamente nullo, perché così è stabilito dalle regole del gioco. Riguardo a questi punti, segnaliamo che presto, poche ore dopo la firma dell'accordo politico sul trattato, i parlamentari di Cile e UE, insieme alle organizzazioni sociali cilene ed europee, hanno espresso il loro rifiuto di questo negoziato realizzato alle spalle dei popoli, considerando che era un chiaro esempio di neocolonialismo.

Inoltre, il Cile (e la sua controparte) dovrà per sempre versare in parti uguali una ragguardevole somma (corrispondente a tariffe fissate con standard internazionali) per finanziare il nuovo sistema di risoluzione delle controversie. Il Cile sarà sottoposto a questo sistema dagli investitori ogni volta che riterranno danneggiati i propri profitti. Si tratta di fondi che proverranno dalle casse  pubbliche e in questo l'asimmetria sarà evidente, poiché questo onere finanziario annuale nell'UE non avrà lo stesso impatto che in Cile, paese che presume anche di essere "sviluppato" e integra l'OCSE, cosa che giocherà contro questo per un diverso trattamento.

Come in altri accordi di libero scambio, la redazione degli articoli è equivoca. Include frasi dal contenuto democratizzante e di rispetto della sovranità degli stati, ma in altri paragrafi le relativizza, incorporando altri elementi, note a piè di pagina e citazioni da allegati.
 

“Espropriazione” indiretta e le misure eccessive

Il trattato differisce dal precedente Accordo in quanto, tra l'altro, vieta l'esproprio, a meno che non vi sia un pagamento in contanti al valore di mercato. Nella definizione di "espropriazione", l'Accordo afferma che non sono considerate espropriazione indiretta le misure applicate per raggiungere "legittimi obiettivi pubblici come la protezione della salute, i servizi sociali, l'istruzione, la sicurezza, l'ambiente, compreso il cambiamento climatico"...o la tutela della diversità culturale”. E poi la trappola: "Questi non costituiranno espropri indiretti" a meno che "l'impatto di un provvedimento o di una serie di provvedimenti sia così grave alla luce della sua finalità, che risulti manifestamente eccessivo". (Allegato S/N Espropriazione, Articolo 3). Non vi è alcun riferimento ad alcun parametro dell'ammontare della perdita che possa essere considerato eccessivo. Una misura ipotetica e ottimistica, ad esempio, sarebbe che un'eventuale Impresa Nazionale del Litio decidesse di ridurre l'esportazione di litio verso l'UE comprovando la distruzione di saline insostituibili, che sono zone umide propriamente dette, e non miniere come si sta considerando nelle trattative. La potenziale misura cercherebbe di fermare la distruzione di tutte le restanti saline, la biodiversità e il danno alle rispettive comunità. Sarebbe questo "eccessivo" per l'investitore europeo?

Uno dei principali punti in comune di questo trattato con il Sistema di Risoluzione di Controversie fino ad oggi conosciuto attraverso il TPP e i trattati bilaterali di investimento, è che opera solo a favore dell'investitore, sia esso un privato o una società statale estera che presenta causa contro il Cile. In tempi di crisi ambientale globale, questo "moderno" trattato Cile/UE continua ad essere impossibile da denunciare con una causale associata al danno ambientale e sociale e/o alla grave violazione dei diritti umani delle comunità, così come dei diritti della natura, in mega-progetti di società transnazionali. Né le organizzazioni territoriali, né i popoli indigeni, né i sindacati, né lo Stato possono citare in giudizio i responsabili con questa causale, e osano dire che è un trattato che rispetta l'ambiente!

Così come nel TPP, la condanna emessa in questo sistema costringerà il paese denunciato a pagare le spese del processo (principio del “chi perde paga”).
 

Tribunale di primo grado e appello

In questo Accordo, il sistema di risoluzione delle controversie sarà permanente e sarà composto da un Tribunale di Prima Istanza e da una Tribunale d'appello. In altre parole, le decisioni emesse in prima istanza sono impugnabili. Tuttavia, gli investitori continueranno ad aggirare i tribunali cileni, intentando immediatamente causa in collegi internazionali.

I meccanismi prevedono un'eventuale fase possibile di Mediazione, e se tale conciliazione volontaria fallisce, la denuncia viene deferita ad un Tribunale di Primo Grado che emette una sentenza impugnabile innanzi ad una Corte d'Appello. In tutte queste fasi della risoluzione delle controversie, l'accesso del pubblico alle informazioni rimane limitato, poiché ciascuna delle parti può dichiarare di carattere confidenziale i propri documenti.

Il collegio iniziale di arbitraggio, che l'accordo chiama Il Tribunale, è composto da 3 arbitri, che nel linguaggio del trattato sono "giudici" (uno cileno, uno dell'UE e un altro di un paese terzo, che servirà come presidente). . Ma può anche essere composto solo dall'arbitro di un paese terzo, se su questo c'è un accordo tra le parti. La sua sentenza può essere impugnata.

Questa commissione d'appello viene scelta da una lista di candidati, nove potenziali “giudici” di cui tre saranno di nazionalità cilena, tre di stati europei e tre di paesi terzi, retribuiti con un salario mensile a discrezione del Comitato di Associazione. Devono avere “qualifiche per esercitare il ruolo di giudici” o essere giuristi con esperienza nel diritto internazionale pubblico, compresa la risoluzione delle controversie commerciali. Il suo presidente e vicepresidente saranno scelti attraverso un sorteggio. Il segretariato dell'ICSID, un organismo di risoluzione delle controversie dipendente dalla Banca Mondiale, fungerà da Segreteria del Tribunale d'Appello e i paesi lo finanzieranno.

Anche Il Tribunale d'Appello sarà permanente e sarà composto da altri sei membri, due dell'UE, due del Cile e due di paesi terzi, con gli stessi requisiti dei membri del Tribunale iniziale. Funzionerà con tre membri, due delle parti e uno di un paese terzo. I suoi membri avranno anche un pagamento anticipato permanente e un pagamento per giornata di lavoro, in ogni caso.

La nomina del presidente del collegio (di cui appiana i dissensi) avverrà per sorteggio, da una lista speciale di candidati che non devono essere cittadini di nessuna delle parti coinvolte.

Il capitolo 10 include l'idea di adoperarsi verso la creazione di un tribunale multilaterale di investimenti e un meccanismo di risoluzione delle controversie che, se approvato, annullerebbe tutto quanto sopra esposto.

Con questo Accordo, il Cile accetta qualcosa che non era incluso nel trattato precedente: il divieto di espropriazione senza pagamento immediato, e il principio di non discriminazione o trattamento giusto ed equo, condizioni di buona intenzione che obbligano il Cile a dare pari opportunità a un fornitore dell'Unione Europea, e -a mò di esempio- a una PMI della regione di Tarapacá. I fornitori di servizi non possono essere "discriminati" rispetto ai fornitori nazionali o a quelli di paesi terzi. Ciò include i servizi postali e di corriere. In altre parole, le comunicazioni ufficiali del governo potrebbero rimanere nelle mani di società olandesi o francesi o di qualsiasi altro paese europeo.

L'unica misura di eccezione rilevante (misura non conforme) alle regole generali di non discriminazione proposte dal Cile, è che si riserva il diritto a proibire la partecipazione di stranieri alla gestione e al consiglio di società pubbliche attuali o future (Allegato XX, Settore Servizi Finanziari, sezione D, Misure Future).

Come importante concessione, il trattato garantisce che gli stati mantengano il diritto di rinazionalizzare i servizi pubblici critici come la sanità, l'istruzione e l'acqua.
 

Relatori con sistema “presidenziale”

I membri del collegio di sistema che opereranno come arbitri, devono avere esperienza in diritto internazionale. Concludiamo quindi che si tratterà di avvocati che hanno fatto parte del sistema ISDS e hanno già agito per conto delle società. Oltre ad avere il voto finale decisivo, il presidente del collegio ha l'ultima parola quando c'è una mozione per rimuovere (sostituire) un membro del collegio per conflitto di interessi o per non aver rispettato il Codice di Condotta che viene presentato ai candidati una volta incorporato a qualche integrante di queste liste. 
È prevedibile che, visto il ristretto universo dei soggetti coinvolti, ci sarà una difesa aziendale tra i relatori.

Le regole ICSID o istanze simili rimangono una possibile opzione per le procedure di reclamo degli investitori, segnando un altro punto in comune con il TPP e i trattati bilaterali di investimento. L'Accordo stabilisce che il ricorrente può scegliere le regole in base alle quali il suo reclamo sarà esaminato, nonché i trattati a cui riferirsi.
 

Codice di condotta e conflitti di interesse

I relatori non devono essere avvocati; ma avere "esperienza legale" ed essere indipendenti, oltre che rispettare il codice di condotta, specificato nell'allegato 31 A dell'accordo di principio Cile/UE. Possono essere rimossi se è dimostrato che non soddisfano questi criteri, ma solo con l'accordo del presidente del collegio giudicante o della Corte d'appello, a seconda dei casi.

Gli articoli che fanno riferimento all'etica (non vincolanti) contengono Principi Guida, Obbligazione previa di Rivelare i Conflitti di Interesse “finanziari, professionali, lavorativi o familiari”, e Obblighi di Riservatezza. I principi guida includono l'essere indipendenti e imparziali, evitare conflitti di interesse diretti o indiretti e "non essere influenzati da interessi personali, pressioni esterne, considerazioni politiche, proteste pubbliche e lealtà di partito o timore di critiche". Ma tutto è relativo... Secondo l'articolo 31.34 dell'Accordo Interinale, il Consiglio del Commercio, organo del Trattato, ha il potere di modificare il Codice di Condotta dell'allegato e la Regole di Procedura. Forse è per questo che l'allegato che contiene questo Codice di Condotta non è incluso nel Capitolo X come invece nel caso di quello che si riferisce all'Espropriazione.

Dall'altra parte non è invece disciplinato il termine per limitare eventuali conflitti di interesse prima e dopo della sua nomina e l'allegato delega proprio al candidato a relatore, la responsabilità di dichiarare il proprio conflitto di interessi.
 

Segretezza

L'articolo 31.19 dell'Accordo Interinale stabilisce che qualsiasi udienza del collegio sarà aperta al pubblico, ma poi si annulla quanto sopra affermato: "salvo diversa disposizione nell'Allegato X del Regolamento". Le deliberazioni saranno riservate e le relazioni e le decisioni sono soggette alla protezione delle informazioni riservate. C'è un articolo sulla Trasparenza ma è minimo: rendere pubblica la richiesta di consultazioni o di mediazione, nonché la risposta del denunciato, cioè i titoli. Tutto il resto è soggetto alla tutela delle informazioni riservate segnalate al tribunale.

La fase di Mediazione, qualora ci fosse, si svolgerà entro un termine non superiore a 60 giorni.

All'art. 10.50, l'Accordo concede addirittura ulteriori garanzie agli investitori denuncianti, non essendo ammesso che il la parte denunciata alleghi che il denunciante abbia già ricevuto un indennizzo previo da un'assicurazione o da una garanzia per il medesimo fatto oggetto di denuncia.

Il giudizio (sentenza) provvisorio sarà emesso entro 24 mesi dall'inizio della causa e deve includere un risarcimento monetario con interessi e, se del caso, la restituzione della proprietà all'investitore. Non potrà concedere altri provvedimenti né ordinare che si deroghi, che si cessi o che si modifichi il provvedimento in oggetto.

L'impugnazione del giudizio provvisorio deve essere risolta entro 180 giorni dalla richiesta al giudice di tale decisione, con un massimo di 270 giorni di rinvio.

La sentenza o decisione definitiva, ratifica integralmente il giudizio provvisorio con la sua decisione definitiva, ma può anche modificarlo in parte. Le conclusioni del Collegio di Appello sono vincolanti per la prima istanza del sistema. La sua conformità si regge sulle regole del ICSID.
 

Mediazione e “raffreddamento regolamentare”

Tutte le fasi della mediazione sono confidenziali. E' possibile solo segnalare che c'è una mediazione in corso. È importante ricordare che molte volte la pressione delle società transnazionali sugli Stati comporta che, durante il processo, lo Stato deroga la legge, il provvedimento o politica pubblica contestata dall'azienda, un fenomeno noto come raffreddamento o congelamento normativo. E in questa fase, per evitare la denuuncia, lo Stato può adottare, dalle suddette norme, accordi di cui in assoluto non avremo conoscenza.

I costi dei membri del collegio dei mediatori permanenti e delle loro équipe saranno pagate in parti uguali dai denuncianti e denunciati. Gli onorari del presidente, dei relatori e degli assistenti del collegio saranno tarati con gli standard dell'OMC (Organizzazione Mondiale del Commercio). Se il Cile viene citato in giudizio, dovrà difendersi a Bruxelles, e se il denunciato da una società o da un'impresa pubblica cilena fosse una società dell'UE, dovrebbe andare a Santiago del Cile.
 

Nuove garanzie per l'Unione Europea

Il capitolo investimenti stabilisce di norma che alla controparte sia riconosciuto il trattamento nazionale delle imprese insediate in loco. L'UE, nella sintesi dell'Accordo Quadro, è lieta di poter accedere alla Piattaforma del Mercato Pubblico del Cile con Trattamento Nazionale. E con le proprie ragioni: il Mercato Pubblico ha rappresentato nel 2020 il 4,8% del PIL cileno e il 17% del bilancio dello Stato, senza includere gli acquisti delle imprese statali o le concessioni dei lavori.

In tutti questi capitoli su investimenti e sulla risoluzione delle controversie, è chiaro che vengono mantenute le stesse garanzie incluse in trattati come il TPP o in Trattati Bilaterali di investimento: trattamento nazionale, definizione ampia di investimento, esproprio indiretto, tra gli altri. Il Cile non potrà condizionare l'investimento all'ottenimento di piani di trasferimento di tecnologia, né includere percentuali di assunzione di manodopera nazionale (articolo 10.10.1). Come ha più volte sottolineato il professor José Gabriel Palma, questi trattati perpetuano l'attuale condizione del paese come fornitore di materie prime. E gli investitori continueranno a eludere i sistemi giuridici nazionali presentando queste denunce internazionali, come segnala chiaramente l'articolo 10.15.6: “Il fatto che una misura infranga la legislazione di una Parte, non costituisce di per sé una infrazione di questo articolo (vedi paragrafi da 1 a 4)”.

Lo Stato cileno, attraverso il governo del presidente Gabriel Boric, si sta compromettendo con questo trattato a cedere la sovranità perché d'ora in poi, in caso di denuncia internazionale per la riforma delle pensioni, le ISAPRES 1, o sulle royalties o sull'acqua, dovrà dimostrare che queste misure di interesse pubblico sono “necessarie”, che soddisfano obiettivi “legittimi” e che non sono “eccessive”. Dovrà affrontare un'istanza presieduta e gestita da un avvocato con esperienza nel vincere cause legali intraprese da transnazionali. A tal proposito, è importante ricordare che è ancora pendente all'ICSID 2 la causa intentata dalle società statali francesi concessionarie dell'aeroporto di Pudahuel, Aeroport de Paris e Vincent Airport, che accusano lo Stato del Cile di pregiudicare i loro profitti a causa delle misure di restrizione di viaggio adottate in tempi di pandemia. Tale denuncia (omessa nel Conto Pubblico 20022/23 della Sottosegreteria delle Relazioni Economiche Internazionali) si basa sulle liste delle causali del trattato bilaterale con la Francia, presente anche in questo nuovo accordo. E lo Stato cileno si è appena impegnato a pagare 55 milioni di dollari a seguito della mediazione con questi stessi investitori per un'altra causa, anche questa intrapresa dai francesi, relativa all'ampliamento dell'aeroporto, come ha ampiamente riportato il TNI (Transnational Institute) nel suo rapporto "Servizi Pubblici nell'Obiettivo" sulle denunce delle transnazionali per misure di politiche pubbliche portate avanti dai governi.
 

Vogliono soldi

Nei capitoli qui citati non c'è un solo accenno al fatto che le sentenze (li chiamano Giudizi, per somigliare a L'Aia) comportano indennizzi pecuniari elevatissimi per lo Stato condannato. Gli europei hanno scelto di non porre alcun limite finanziario al pagamento dei risarcimenti richiesti, che possono mettere seriamente a repentaglio il bilancio del Paese in caso di esito sfavorevole e impedire al bilancio di rafforzare la spesa per far fronte alle esigenze sociali. E il governo Boric, firmando allegramente l'Accordo di Principio di Modernizzazione del trattato con l'UE, non si è reso conto di questa minaccia. Ma questo gli ritorna indietro all'istante, ogni qual volta una politica pubblica cerca di sfidare il grande capitale finanziario internazionale, come l'annunciato (e non concretizzato) progetto di riforma delle AFP 3, o la sentenza della Corte Suprema sulle richieste illecite da parte delle ISAPRE. In precedenza c'era stato un annuncio di cause da parte di investitori svizzeri per il ritiro del 10% delle rendite vitalizie. Allo stesso modo, UnitedHealth Group, il consorzio statunitense che controlla ISAPRE Banmédica, ha attivato nel gennaio di quest'anno il meccanismo di risoluzione di controversie previsto dal trattato bilaterale di investimento Cile/Gran Bretagna.

È chiaro che l'Unione Europea beneficia enormemente di questo accordo e il Cile affronterà solo dei rischi. Il Congresso cileno deve avviare un'informazione e una discussione approfondita sull'argomento, evitando che l'esecutivo gli imponga da un giorno all'altro la messa in approvazione o meno di questo accordo, con urgenza immediata.
 

Segretezza e sottomissione

La segretezza ufficiale deve finire. In una nuova dimostrazione di sottomissione, il Sottosegretariato per le Relazioni Economiche Internazionali del Ministero degli Affari Esteri ha pubblicato sul proprio sito solo la versione inglese dell'Accordo di Principio.

Vista la richiesta di trasparenza fatta da chi scrive in merito alla disponibilità del testo spagnolo dell'Accordo, il suddetto sottosegretario ha risposto il 19 aprile (lettera ufficiale 404) che la lingua ufficiale della negoziazione dell'accordo è l'inglese, e il testo in spagnolo sarà pubblicato dopo la firma della revisione legale del testo. Questo contrasta con l'abbondante pubblicità data in dicembre alla firma dell'accordo.

L'Ue l'ha subito pubblicato in inglese, una delle sue 24 lingue ufficiali, visto "il crescente interesse del pubblico per i negoziati, e solo a scopo informativo". Ma il governo del presidente Boric non mostra alcun rispetto per l'interesse dei cittadini e dei movimenti sociali e, come i governi precedenti, mantiene fino alla fine l'ermetismo e la disinformazione, cercando di impedire che il necessario dibattito pubblico abbia accesso alle informazioni, alle risorse e al tempo necessario, in questioni di questa complessità. Abbiamo constatato che i deputati non sono affatto informati su questo argomento, anche se il governo sostiene che si voterà alla fine di quest'anno.

Cile Mejor sin FTA inizia proprio ora, in giugno, un lavoro di analisi e informazione sull'Accordo e pubblicherà le versioni non ufficiali dell'Accordo Quadro in spagnolo, in modo che sia le nostre organizzazioni membre che le persone in generale, possano esercitare il diritto di essere informate.

Originale in spagnolo qui  
 


Note: 

1) ISAPRES, istituzione sanitaria pensionistica, è costituita da assicuratori privati ​​che hanno l'autorizzazione dello stato a captare i contributi sociali obbligatori in sanità (7% del salario imponibile) delle persone che li autorizzano a fornire loro un'adeguata copertura sanitaria.
2) L'ICSID è l'istituzione leader mondiale dedicata alla risoluzione delle controversie sugli investimenti internazionali.
3) AFP, Administradora de Fondos de Pensiones, sistema di capitalizzazione individuale obbligatoria per il fondo pensionistico.

 

15 giugno 2023 (pubblicato qui il 18 giugno 2023)