
Tutti i tipi di carbonio sono uguali? Carbonio fossile, violenza e potere
Il fondamento su cui si base la REDD (Riduzione delle Emissioni dovute a Deforestazione e Degrado delle foreste) è una pericolosa bugia secondo cui l'impatto climatico provocato da qualsiasi tipo di carbonio è lo stesso, sia che si tratti di carbonio rilasciato dalla vegetazione ("carbonio biotico") sia che si tratti di carbonio rilasciato dalla combustione di petrolio, gas o carbone ("carbonio fossile"). Questo assunto nasconde il fatto che la combustione del "carbonio fossile" accelera il cambiamento climatico. Nasconde anche la violenza, la distruzione e gli abusi che sono alla base degli imperi dei combustibili fossili. Quali sono allora esattamente le differenze e perché sono così importanti?
Gli scienziati convenzionali e i responsabili delle decisioni hanno ampiamente supportato l'idea che tutti i tipi di carbonio siano uguali... sia che si tratti di carbonio proveniente dalla vegetazione, sia che si tratti di carbonio proveniente dalla combustione di petrolio, gas o carbone. Si tratta di un assunto fondamentale che sta alla base dei mercati del carbonio, della REDD+, delle "emissioni zero netto", della "deforestazione zero netto" e ora anche delle cosiddette "soluzioni basate sulla natura". In sostanza, senza il presupposto
secondo cui le emissioni provenienti da fonti diverse hanno lo stesso impatto sul clima, non è possibile stabilire le compensazioni di carbonio.
A prescindere dalla fonte, quando il carbonio entra in contatto con l'ossigeno si trasforma in anidride carbonica. Ed è anche vero che l'accumulo eccessivo di anidride carbonica nell'atmosfera manda in tilt il clima. Oltre all'impatto sul clima, questo eccesso di anidride carbonica è anche legato a storie di violenza, potere ed espropriazione.
Nel contesto dell'attuale caos climatico, affermare che tutti i tipi di carbonio sono uguali è una pericolosa bugia.
Perché tante persone e tanti scienziati, compresi quelli del Gruppo Intergovernativo di Esperti sul Cambiamento climatico (IPCC nell'acronimo inglese), continuano a insistere sul fatto che gli impatti sul clima, provocati dal carbonio che circola sulla superficie del suolo e di quello emesso quando petrolio, gas e carbone vengono estratti dal sottosuolo sono gli stessi?
Ovviamente è più facile e più comodo sostenere che gli impatti sul clima prodotti da ogni tipo di carbonio siano uguali. Questa è la base per affermare che i gas serra provenienti da fonti diverse (fabbriche, raffinerie, uso del suolo, trasporti, produzione di cemento, produzione di energia elettrica, ecc.), e anche i diversi gas serra (anidride carbonica, metano e altri gas legati alla produzione industriale), hanno lo stesso impatto sul clima e che il danno causato dalle emissioni di una fonte può quindi essere compensato dalla riduzione delle emissioni di un'altra fonte. Per questo motivo gli scienziati che forniscono consulenze ai negoziati sul clima dell'ONU hanno convertito i diversi gas che causano il cambiamento climatico in unità equivalenti di anidride carbonica o CO2e. Tale equivalenza è una precondizione per le compensazioni. Ma il carbonio proveniente da fonti diverse non è lo stesso. Affermare che lo è nasconde le storie di violenza, i conflitti e l'oppressione legati all'estrazione del carbonio nella maggior parte del mondo.
È essenziale riconoscere che l'impatto sul clima causato dall'emissione di carbonio interrato da milioni di anni e che ora viene bruciato in grandi quantità e in tempi brevi sotto forma di petrolio, gas o carbone è diverso dall'impatto causato dall'emissione di carbonio che, ad esempio, è temporaneamente immagazzinato negli alberi, all'interno del ciclo del carbonio che si muove rapidamente in superficie.
[Nell'attuale contesto di caos climatico
affermare che tutti i tipi di carbonio sono
uguali è una pericolosa menzogna]
Perché è tanto importante questa differenza?
Il carbonio che circola nell'aria, negli oceani, nella vegetazione e nei terreni (in superficie) viene spesso definito carbonio biotico. Può essere immagazzinato temporaneamente in uno qualsiasi di questi luoghi compreso nella vegetazione, come gli alberi. Da lì, il carbonio biotico può essere facilmente rilasciato in modo naturale, attraverso incendi, tempeste o epidemie di insetti, per citare alcuni esempi importanti. Tuttavia, la storica distruzione su larga scala delle foreste, soprattutto nei paesi industrializzati e per l'espansione dell'agricoltura industriale, ha fatto sì che gran parte del carbonio che potrebbe essere immagazzinato nelle foreste si accumuli nell'atmosfera.
Lo sgombero delle terre e la deforestazione
hanno creato uno squilibrio nel ciclo del carbonio biotico: quantità elevate di carbonio biotico si stanno accumulando nell'atmosfera sotto forma di anidride carbonica, che si aggiunge all'anidride carbonica accumulata nell'atmosfera a causa della combustione dei combustibili fossili.
Per bruciare i combustibili fossili si devono distruggere gli antichi depositi di carbonio fossile rimasti bloccati nel sottosuolo per milioni di anni. Questi depositi sotterranei sono costituiti dai resti di piante cresciute milioni di anni fa. Il processo che ha trasformato la vegetazione in carbonio fossile ha avuto bisogno di enormi quantità di tempo, pressione e calore e ha fatto sì che il carbonio diventasse estremamente concentrato. L'elevata concentrazione di carbonio nei depositi sotterranei di carbonio fossile lo rende un potente vettore di energia. Piccole quantità di carbonio fossile contengono molta energia se comparata a quella contenuta nel legno o nel carbone vegetale.
Per trasformare il carbonio fossile in benzina, diesel e carbone, l'uomo ha bisogno di grandi macchine per scavare ed estrarre il carbonio dai depositi sotterranei. Quando questo carbonio fossile, isolato dall'atmosfera per milioni di anni, viene bruciato come combustibile fossile, rimarrà nella superficie del suolo per un periodo di tempo considerevolmente lungo.
La vegetazione, gli oceani e i terreni del mondo possono assorbire solo una frazione di questo eccesso e, di certo, non sono in grado di assorbirne abbastanza, né abbastanza velocemente, per contenere lo squilibrio di CO2 nell'atmosfera. Di conseguenza, gran parte del carbonio fossile in eccesso finisce per accumularsi nell'atmosfera, influenzando il clima globale.
La maggior parte degli scienziati riconosce oggi che la combustione di carbonio fossile sta causando il cambiamento climatico. Tuttavia, nei loro discorsi e nelle loro raccomandazioni politiche, trattano il carbonio fossile e il carbonio biotico come se avessero lo stesso impatto sul clima. La conseguenza è che i dibattiti sul clima si concentrano sugli "equivalenti" dei gas serra piuttosto che sulla prevenzione del rilascio di altro carbonio fossile dai depositi sotterranei.
Questo è un grosso problema. Promuovendo la falsa idea che tutti i tipi di carbonio siano uguali, gli scienziati e i politici minimizzano radicalmente il contributo dell'industria dei combustibili fossili come causa principale del caos climatico. E il danno è ancora più grave. Affermare che tutto il carbonio è uguale aiuta anche a nascondere la violenza, la distruzione ecologica e l'abuso di potere che sono stati alla base degli imperi corporativi dei combustibili fossili. Inoltre diffonde violenza e abusi nei luoghi in cui i progetti di compensazione dovrebbero immagazzinare una quantità equivalente di carbonio emesso.
Questa comoda narrazione per cui "tutto il carbonio è uguale" ha permesso alle aziende produttrici di combustibili fossili e a tutte le industrie che dipendono dai combustibili fossili di continuare a operare come sempre, nonostante i quasi tre decenni di negoziati sul clima dell'ONU. Una narrazione che ha anche protetto i profitti delle multinazionali e della finanza, mentre gli slogan "carbon neutral" o "emissioni zero netto" legittimano la continua distruzione da parte delle corporations.
Che l'industria dei combustibili fossili si assuma la responsabilità!
Il capitalismo dipende attualmente dall'energia del carbonio fossile. I combustibili fossili sono il motore e l'ingrediente da cui il capitalismo globalizzato è dipendente.
Il caos climatico è quindi una conseguenza della costante distruzione dei depositi sotterranei di carbonio fossile e della sua combustione come combustibile fossile. La falsa narrazione che equipara il carbonio biotico al carbonio fossile è notoriamente politica. Permette all'industria dei combustibili fossili e ai suoi alleati di continuare la loro attività altamente redditizia e distruttiva. Questa equivalenza è un altro esempio del potere dell'industria dei combustibili fossili che, negli ultimi due secoli, ha distrutto e militarizzato i territori che occupa per estrarre, trattare e trasportare il carbonio fossile lungo immense reti di infrastrutture, oleodotti, strade, porti e corsi d'acqua, fino ad arrivare alle raffinerie tossiche e inquinanti e ai punti critici di contaminazione circostante.
Quando, ad esempio, il gigante petrolifero Shell afferma falsamente di compensare il carbonio fossile che estrae piantando alberi su larga scala, diffonde almeno tre bugie: la prima è che il carbonio fossile può essere equivalente e i suoi danni al clima possono essere compensati con lo stoccaggio temporaneo di carbonio biotico sul suolo. La seconda bugia è la dichiarazione che si sta facendo qualcosa per il "problema del cambiamento climatico", mentre la realtà è che le compensazioni permettono di continuare a bruciare combustibili fossili. La
terza menzogna è quella per cui la "natura" sta semplicemente lì, vuota, a disposizione delle imprese come riserva per la compensazione delle emissioni di carbonio. Niente di più lontano dalla verità.
È importante smascherare le bugie e le false narrazioni che si celano dietro queste ipotesi. Accettare la falsa narrativa secondo cui il carbonio fossile e il carbonio biotico colpiscono il clima allo stesso modo significa semplicemente che il caos climatico e la continua distruzione dei territori accelereranno sempre più.
Joanna Cabello (Segretariato Internazionale WRM)

Porre fine al colonialismo significa porre fine alla REDD+
Per funzionare la REDD+ deve dividere le persone in tre classi. Una per chi si suppone salvi le foreste: "persone attive e intraprendenti". Una seconda classe è per chi si suppone lasci morire le foreste quando non vengono pagati i fondi REDD+ per conservarle: "esseri prevedibilmente passivi". E una terza classe che, principalmente, applaude agli sforzi della prima classe. Questo deriva dalle divisioni tra gli esseri umani che i colonialisti e i razzisti hanno inventato e reinventato per secoli. Il fatto è che la REDD+ funziona tanto meglio quanto più è colonialista. Come è riuscita a nascondere la sua vera essenza per così tanti anni?
Prima di poter generare denaro per chiunque, la REDD+ deve innanzitutto dividere le persone di tutto il mondo in tre classi diverse.
Una classe è quella che presumibilmente salva le foreste. È questa la classe che sborsa il denaro che, a suo dire, fa la differenza tra salvare le foreste o lasciarle morire.
In cambio del denaro che si suppone faccia la differenza, la prima classe può continuare a estrarre e utilizzare i combustibili fossili - attività cruciali per la sua identità, ricchezza e potere. Per questa classe la REDD+ deve essere un investimento utile. Per ogni dollaro investito nella REDD+, si deve risparmiare più di un dollaro per non dover rinunciare ai combustibili fossili.
Poi c'è una seconda classe. Questa è la classe che presumibilmente lascia morire le foreste quando il denaro REDD+ non viene erogato per mantenerle in vita.
È possibile che questa classe lasci morire le foreste perché, senza i fondi REDD+, semplicemente non ha il potere di fermare l'avanzata del disboscamento, dell'estrazione mineraria, delle dighe e dell'agricoltura commerciale di piantagione nei propri territori. Oppure può lasciare che le foreste muoiano perché, senza i fondi REDD+, non può imparare come farle assorbire abbastanza anidride carbonica dalla combustione dei combustibili fossili. O forse perché, senza i fondi REDD+, questa classe è semplicemente la quintessenza dell'assassino delle foreste che, ignorantemente , "taglia e brucia", raccoglie legna e beni forestali, cerca lavoro nelle imprese del legname o minerarie, o costruisce villaggi dove non dovrebbe.
Sia come sia, il punto importante è che affinché la REDD+ funzioni è necessario inventare una seconda classe di esseri prevedibilmente passivi, in modo che una prima classe di persone attive e piene di iniziative possa emergere. Altrimenti sarebbe impossibile sostenere che alcuni alberi potrebbero essere salvati come "risultato" dei fondi REDD+, e non grazie ad esempio alle capacità organizzative delle popolazioni rurali, o all'aumento delle precipitazioni.
Infine c'è una terza classe. Questa classe è il pubblico della prima classe, che pretende di salvare le foreste del mondo dallo sfacelo che altrimenti continuerebbe a causa dell'inazione della seconda classe. Il plauso di questa terza classe è fondamentale per la sopravvivenza della prima.
Un antico dualismo
Il contrasto tra la prima e la seconda classe vi suona familiare? Dovrebbe, perché è un discendente delle divisioni tra esseri umani che colonialisti e razzisti hanno inventato e reinventato per secoli.
La divisione tra la prima e la seconda classe è come la vecchia divisione imperialista tra conquistatori bianchi che "fanno la storia" e "popoli senza storia" non bianchi 1 che andavano indolentemente a rovistare tra la terra, sempre allo stesso modo, anno dopo anno. È come il vecchio contrasto che pensatori come John Locke hanno tracciato tra gli europei "produttivi", padroni di proprietà private, e i Popoli Indigeni, che non avevano mai apportato "miglioramenti" alle loro terre e, quindi, non avevano alcun diritto su di esse 2. È come la dicotomia promossa dai capitalisti quando sostengono che è la loro peculiare "iniziativa" e "ingegnosità" che li autorizza a raccogliere il sudore dei loro lavoratori pigri e meno intelligenti.
In effetti la REDD+ funziona meglio quanto più è colonialista. Quanto più indifesa è rappresentata la seconda classe e quanto più
prevedibile è il futuro delle loro foreste, tanto più é facile inventare cifre precise su quanti alberi sono stati "salvati" con i fondi REDD+. La REDD+ non si basa solo sul razzismo, prevede anche incentivi incorporati per diventare sempre più razzista, raffinata e "migliorata".
Perché tutto questo non ha provocato un grande scandalo? Come ha fatto la REDD+ a nascondere la sua natura coloniale per così tanti anni?
Nascosto dietro il linguaggio
Il segreto è la contabilità del carbonio.
La contabilità del carbonio della REDD+ è come la legge e la letteratura del colonialismo classico. È lì per mantenere la disuguaglianza. La differenza è che la contabilità del carbonio della REDD+ non proclama apertamente la sua doppia morale. Lo nasconde letteralmente sotto milioni di pagine di gergo tecnico. Non usa mai parole come "persone di seconda classe" e "persone di prima classe". Non usa mai parole come "rifiuti" per riferirsi alle terre di persone di seconda classe, né "ettari produttivi" per riferirsi alla terra di persone di prima classe. Al contrario utilizza i termini "linea di riferimento" (baseline in inglese) e "progetto o programma finanziato dalla REDD+".
"Linea di riferimento" è un termine in codice per riferirsi a "destinazione". Una linea di riferimento è ciò che le potenze coloniali hanno deciso di non cambiare finché non arrivano loro a fare la differenza. Potrebbe essere la natura statica dei selvaggi (nobili o meno) che abitano i territori boscosi. Potrebbe essere qualcosa di simile alla visione di Locke che vedeva le Americhe come un territorio destinato all'eterna arretratezza fino all'arrivo degli europei. Oppure potrebbe riferirsi all'avanzata inarrestabile del progresso capitalista verso sempre più zone di "sacrificio" per l'estrazione, sulla Terra o nello spazio esterno: il destino universale immaginato da molti ideologi capitalisti di oggi.
In ogni caso, la "linea di riferimento" del tasso di distruzione di una foresta in una zona interessata da un progetto REDD+ è sempre statisticamente prevedibile, sia attraverso modelli economici, immagini satellitari, misurazioni degli alberi, estrapolazione lineare di esempi selezionati o qualsiasi altro metodo. I contabili del carbonio della REDD+ sono professionalmente impegnati nell'ipotesi secondo cui possono prevedere i futuri delle foreste dei popoli delle foreste, e lo fanno nello stesso modo in cui i chimici prevedono i risultati delle reazioni chimiche.
Un progetto REDD+ è diverso. Secondo le regole di contabilizzazione del carbonio della REDD+, non è mai consentito prevedere statisticamente l'andamento di un progetto REDD+ sulla base del comportamento passato dei consulenti REDD+ o del denaro REDD+. A differenza della linea di riferimento, un progetto REDD+ non è mai definito dal passato. Mentre i popoli delle foreste possono essere immaginati come confinati in un destino statistico, i finanziatori della REDD+ non lo sono.
Senza questa dualistica finzione, i progetti REDD+ non potrebbero mai essere definiti "addizionali" (che fanno la differenza). Così come non si potrebbero mai calcolare i "risultati" offerti dai soldi della REDD+, e non si potrebbero mai generare permessi per inquinare con il carbonio.
I consulenti REDD+ - e le aziende e i governi per cui lavorano - si sentirebbero senza dubbio molto offesi se i contabili del carbonio cercassero di prevedere il loro futuro comportamento in termini di emissioni di carbonio sulla base dei loro miseri dati passati, riducendolo poi a un unico numero. Ovviamente ci si aspetta che i popoli delle foreste restino a guardare mentre i contabili del carbonio dettano loro quale sarà l'inevitabile destino dei loro territori se non accettano i progetti REDD+.
Per molti versi, quindi, la contabilità del carbonio della REDD+ è solo un altro esercizio di scrittura della storia coloniale. Quando trattano erroneamente gli abitanti delle foreste come popoli intrappolati nel passato, i contabili del carbonio cancellano contemporaneamente parti scomode della loro stessa storia. La REDD+ senza colonialismo è inconcepibile così come l'estrattivismo senza colonialismo.
Andando avanti con le critiche alla REDD+
Per riassumere, il razzismo della contabilità del carbonio della REDD+ va ben oltre il semplice fatto che i contabili del carbonio hanno generalmente la pelle bianca (anche se è così). Il vero problema è che la contabilità del carbonio della REDD+ è colonialista anche quando viene utilizzata da persone con la pelle nera, marrone, gialla o rossa. E quanto meglio la REDD+ riesce a svolgere il suo lavoro tecnico di dimostrare che il denaro REDD+ fa la differenza, tanto più diventa colonialista.
Ironia della sorte, questo è vero anche quando la REDD+ cerca di trattare i Popoli Indigeni e le comunità contadine come partner attivi nel salvataggio delle foreste, invece che come irresponsabili invasori delle foreste. La REDD+ non ha altra scelta se non quella di presumere che le pratiche degli abitanti delle foreste, per quanto buone, possano essere notevolmente più efficaci con i soldi della REDD+. Ma il denaro della REDD+ necessita di una contabilità delle molecole di carbonio per quantificare i diritti di inquinamento che la REDD+ offre all'industria dei combustibili fossili.
Ciò significa che le pratiche benefiche dei popoli delle foreste possono essere riconosciute e "attivate" solo quando vengono registrate, misurate, riconcettualizzate, riorganizzate, certificate e pagate da istituzioni tipicamente del Nord. Istituzioni che sono obbligate per contratto a difendere la prosecuzione dell'estrazione di petrolio, carbone e gas, estrazione che rappresenta un pericolo per tanti altri popoli delle foresta in ogni parte del mondo.
Ancora una volta si tratta di un "supplemento bianco" quello che fa circolare il denaro della REDD+. Non l'organizzazione politica degli stessi popoli della foresta che si presume, senza prove, non possa mai essere efficace. Con la REDD+ le popolazioni indigene e le comunità contadine possono ottenere il riconoscimento delle proprie pratiche - e della propria agenzia - solo quando si insegna loro a trattare tali pratiche come un mezzo per fabbricare diritti di inquinamento a basso costo per i poteri dominanti.
Ecco perché la REDD+ deve essere eliminata, non riformata. Le riforme che cercano "linee di riferimento più precise" e "REDD+ indigena" porteranno solo all'intensificazione del colonialismo e all'indebolimento dei movimenti forestali. In un momento in cui anche alcuni dei più vecchi sostenitori delle compensazioni di carbonio si accorgono di non poter più difendere questa pratica 3 , è ora che i critici della REDD+ risultino ancora più duri nel chiedere di porre fine a questa istituzione, una volta per tutte.
Larry Lohmann (The CornerHouse)
* Traduzione Marina Zenobio per Ecor.Network
15 años de REDD. Un mecanismo intrínsecamente corrupto
Joanna Cabello, Jutta Kill (Coord.)
Boaventura Monjane, Chris Lang, Dercy Teles de Carvalho, Euridse Samuel, Izzuddin Prawiranegara, Joanna Cabello, Jutta Kill, Larry Lohmann, Letícia Yawanawa, Muyissi Environnement, Natacha Bruna, Prince Lungungu, Tamra L. Gilbertson, Tom Goldtooth
Movimiento Mundial por los Bosques Tropicales (WRM), 2022 - 110 pp.
Download:

Note:
1 Eric Wolf, Europe and the People Without History, 2010, https://www.ucpress.edu/book/9780520268180/europe-and-the-people-without-history
2 The 18th Century Common, Locke’s American Wasteland, 2018, www.18thcenturycommon.org/lockes-american-wasteland/
3 REDD/Monitor, Bloomberg Green: “How the Carbon Offset Market is Slowing the Fight Against Climate Change”, 2021, https://redd-monitor.org/2021/04/29/bloomberg-green-how-the-carbon-offset-market-is-slowing-the-fight-against-climate-change/; and The Conversation, Climate scientists: concept of net zero is a dangerous trap, 2021, https://theconversation.com/climate-scientists-concept-of-net-zero-is-a-dangerous-trap-157368
Letture complementari:
- Carbon Trading – A Critical Conversation on Climate Change, Privatisation and Power, Larry Lohmann: https://www.daghammarskjold.se/publication/carbon-trading-critical-conversation-climate-change-privatisation-power/
- ¿Qué tienen que ver los bosques con el cambio climático, los mercados de carbono y REDD+?, Herramientas para activistas comunitarios: https://www.wrm.org.uy/es/publicaciones/que-tienen-que-ver-los-bosques
- En busca de unicornios de carbono: el engaño de los mercados de carbono y la reducción de emisiones a “Cero Neto”: https://www.foei.org/es/publicaciones/unicornios-mercados-carbono-cero-neto/