*** La battaglia contro l'impianto Edison a Jesi (AN) ***

“Tanto lo sai che è una storia sbagliata”A Jesi si vincerà la battaglia contro Edison solo quando verrà raccontata la verità

di Leonardo Animali


A fine agosto 2024, sulla vicenda relativa alla realizzazione di un impianto "Ende of Waste” per il trattamento di rifiuti pericolosi e non pericolosi che Edison Next Recology vuole realizzare a Jesi (AN) nelle Marche, c’eravamo ripromessi di aggiornarci. Dopo un anno, la notizia più importante è arrivata lo scorso 25 luglio dalla Provincia di Ancona: la Conferenza dei Servizi ha “ha espresso il preavviso di rigetto alla ditta Edison per la realizzazione dell’impianto in area Zipa a Jesi”. "La valutazione è stata effettuata sotto il profilo meramente ambientale come la normativa stessa ci richiedeva - spiega Daniele Carnevali, presidente della Provincia di Ancona - varie le motivazioni ostative al no all'insediamento dell'impianto, che sono state comunicate alla ditta in sede di conferenza e che saranno poi rese note in maniera ufficiale all’inizio della prossima settimana”.

I primi ad esultare per questa decisione dell’organo tecnico in cui siedono i rappresentanti di Provincia, Comune di Jesi, Regione, AST (Azienda Sanitaria Territoriale), Vigili del Fuoco, Viva Servizi, Arpam, Vigili del Fuoco, Riserva Ripa Bianca, sono stati i circa cinquanta cittadini jesini che il 25 mattina hanno presidiato la sede della Provincia con un sit-in pacifico; così hanno sempre fatto, in rappresentanza dell’eterogenea “Assemblea permanente stop Edison” nelle precedenti riunioni dell’organo decisorio, iniziate il 7 maggio.

Un risultato indubbiamente importante e strategico, che conferma che i decisori politici, se vogliono, possono fermare i processi estrattivisti. Soprattutto, quello che è accaduto in questo anno a Jesi, è la dimostrazione che quando le persone scelgono di riprendersi il proprio potere, possono incidere in maniera determinante contro le aggressioni del capitalismo più feroce, fino farle retrocedere. Prevalenti nell’azione civica delle persone e del dibattito pubblico, sono stati le conseguenze ecoambientali e sulla salute delle persone; quasi del tutto assente, ma tutt’altro che secondario in processi come questo, il tema dell’enorme profitto che le multinazionali estrattiviste intendono fare a spesa dei territori e sulle spalle delle comunità locali.

Ora che succederà? Dai prossimi giorni, quando la Provincia di Ancona, formalizzerà all’azienda la decisione maturata, Edison Next Recology avrà dieci giorni di tempo per rispondere. Sarà dopo questo ulteriore passaggio che arriverà il pronunciamento definitivo della Conferenza dei Servizi. Uno arco temporale in cui i dirigenti tecnici dei vari enti, a seguito di controdeduzioni dell’impresa, potranno confermare o ‘ribaltare’ la decisione del 25 luglio. A poche ore dal termine della seduta della Conferenza dei Servizi, Edison Next Recology, con una comunicazione ufficiale, ha fatto sapere il proprio punto di vista: “La società si prepara a presentare controdeduzioni e chiarimenti auspicando un ripensamento, tenuto conto degli elevati standard di tutela della salute umana e dell’ambiente assicurati dal progetto, garantiti dalle migliori soluzioni tecnologiche attualmente disponibili e verificati da accuratissimi studi svolti non solo dalla società stessa, ma anche da istituzioni di standing scientifico indiscusso, quale l’Università Tor Vergata di Roma. Tali studi hanno escluso qualsiasi rischio significativo per la popolazione, a fronte dell’indubbia utilità dell’impianto per il recupero dei rifiuti e per l’economia circolare. Proprio il massimo livello di tutela perseguito – aggiunge Edison – induce la società a ritenere non fondate le obiezioni sollevate in sede di conferenza di servizi, obiezioni che sono state formulate in termini ostativi alla realizzazione del progetto, e la induce altresì a ricercare un ultimo confronto scientifico prima di vedersi costretta a tutelare legalmente le proprie ragioni, anche in considerazione degli ingenti investimenti sostenuti per l’eccezionale approfondimento della progettazione e per gli studi particolarmente accurati che sono stati commissionati”.

E già, perché sarebbe stato davvero curioso che una multinazionale di tal calibro si ritirasse compostamente in buon ordine. Edison ha già fatto investimenti importanti in questo progetto (si parla di parecchie decine di milioni di Euro), e di conseguenza è prassi consolidata che una storia come questa possa avere conseguenze legali che interesseranno la giustizia civile ed amministrativa, con percorsi lunghi ed imprevedibili. Anche perché, rispetto al percorso iniziato formalmente nel giugno 2023, verso il Comune di Jesi e la Provincia di Ancona, probabilmente di motivi di appiglio rispetto agli atti amministrativi, Edison potrebbe, dal suo punto di vista, ritenere di averne diversi.

Un anno in cui a Jesi la partecipazione si riattiva

Vanno infatti un po’richiamati alcuni passaggi. La città e l’opinione pubblica, ma anche gran parte delle forze politiche, vengono a sapere dell’iniziativa in seguito ad un articolo a firma dello scrivente sul settimanale diocesano "Voce della Vallesina” il 14 aprile 2024, in cui si richiama la determina dirigenziale n. 235 della Provincia, a firma dell’arch. Sergio Bugatti del 14 luglio 2023, che dispone il parere favorevole all’avvio della fase preliminare al provvedimento autorizzatorio, con tutti i pareri favorevoli degli enti interessati (quello del Comune di Jesi è dell’8 giugno 2023).

A seguito di quella dirompente notizia, in città si apre una forte dialettica, con da una parte il Comune e i partiti che sostengono la Giunta, che provano a recuperare terreno, rei secondo tanti di aver taciuto per un anno alla città la proposta di Edison Next Recology. Contestualmente partono le dinamiche istituzionali di partecipazione ed informazione: commissioni consiliari ed un consiglio comunale aperto il 18 luglio 2024, convocato ‘obtorto collo’ a seguito delle firme raccolte dai consiglieri di minoranza. Nel frattempo, la società civile si mobilita, e nasce su iniziativa trainante dello Spazio Comune Autogestito TNT l’Assemblea permanente stop Edison: un soggetto ampio ed eterogeneo, a cui si aggregano cittadini ed esponenti politici di diverse appartenenze. Il 14 settembre 2024 si tiene la prima manifestazione pubblica, convocata un po’ alla garibaldina dal presidente di un Comitato di Quartiere, Paolo Gubbi, a cui partecipano realisticamente qualche centinaio di persone; il 26 e 30 settembre, su convocazione della Provincia di Ancona, l’Inchiesta Pubblica, istanza partecipativa tecnica a cui intervengono tutti i soggetti coinvolti e i portatori di interesse, compresa l’Edison. Parte anche una petizione di firme con i classici banchetti, che vedrà raccogliere circa 3.300 firme contro la realizzazione dell’impianto. Saranno decine le iniziative pubbliche di sensibilizzazione e mobilitazione dall’autunno 2024 a tutta la primavera 2025, compreso un artistico flashmob.

Nel mentre, in città erano anche comparse scritte sui muri contro l’impianto, e addirittura anonimi (e costosi) manifesti 6x3 (che i bene informati dicono essere stati commissionati da alcuni imprenditori jesini contrari all’impianto). La cosa misteriosa delle variegate forme di protesta, è stata la comparsa di pannelli letterali componenti la scritta “NO EDISON”, sul cosiddetto “ponte bianco” in viale dell’Industria (qualche centinaio di metri vicino al sito dell’impianto): si tratta di una struttura ora di proprietà comunale, su cui anonimi climber notturni, o più semplicemente qualcuno che avendo le chiavi ha fatto salire da sotto le persone per le scale interne, hanno composto la scritta con pannelli ritagliati perfettamente a misura delle vetrate del ponte. Nei mesi che passano, la maggioranza politica del Comune di Jesi, a seguito delle questione Edison, perde anche pezzi: un consigliere comunale eletto nella lista Verdi-M5S, passa direttamente all’opposizione, e i Repubblicani Europei, che esprimevano anche un assessore, escono dalla giunta e dalla maggioranza.

Per sondare la città, il Comune di Jesi mette in campo uno strumento partecipativo digitale (sul modello della municipalità di Barcellona): un referendum consultivo, che chiaramente non potrà avere nessun vincolo condizionante e vincolante sul percorso decisorio, che è in mano alla Provincia. Tra fine maggio ed i primi di giugno partecipano al voto, su 33.000 jesini aventi diritto, 3493 persone (poco più del 10%): i NO sono 3309, i SI 130. Il 14 giugno si tiene una seconda e più importante manifestazione che attraversa le via della città, a cui partecipano, nel realismo dei numeri e non nelle cifre rese emotivamente, circa 2000 persone, compresi il sindaco e buona parte della giunta, il presidente della Regione Francesco Acquaroli e diversi consiglieri regionali (quest’ultimi più in funzione delle imminenti elezioni in Regione). Una manifestazione nei giorni precedenti caldeggiata anche dalle 'discese in campo’ dell’ex ct della nazionale di calcio, lo jesino Roberto Mancini, e dalla campionessa olimpica di scherma Elisa di Francisca. Il 16 giugno poi l’Istruttoria Pubblica convocata dal Comune, altra istanza partecipativa e tecnica. Infine, il Consiglio Comunale del 26 giugno, in cui unanimemente viene approvata la delibera tecnica che respinge il progetto dell’Edison. Il resto è cronaca recente.

The day after tomorrow

Aspettando i prossimi passi della Provincia e dell’azienda, in questi giorni a Jesi è una gara ad intestarsi la vittoria per l’esito del 24 luglio. Si direbbe che nessuno abbia perso, ed hanno vinto tutti. I cittadini senza dubbio: l’Assemblea permanente Stop Edison, che per una città da anni molto sonnolenta a livello di partecipazione civile e democratica, rappresenta un significativo ed originale esperimento di democrazia dal basso; il sindaco Lorenzo Fiordelmondo e l’intera Amministrazione Comunale, a cui va riconosciuto il merito, da quando si è saputo pubblicamente del progetto di Edison, di aver messo in campo tutti gli strumenti partecipativi e decisori, che hanno concorso alla formulazione dell’atto amministrativo di rigetto del progetto; i partiti di governo, per primo il PD; i partiti e le liste civiche di opposizione, che rivendicano il proprio determinante ruolo. Se tutti hanno vinto, qualcuno dovrà per forza aver perso: logicamente la sconfitta sarebbe Edison Next Recology. Ma solo teoricamente, perché il confronto e la battaglia rischiano di proseguire in altre sedi, su piani diversi della politica e delle procedure amministrative, e con esito non prevedibile.

Ma prima e vera sconfitta in questa vicenda c’è, e sta proprio di fronte ad tutti i soggetti coinvolti. Ed è la verità. Perché finora, nonostante le frasi di rito e circostanza, la verità su come e quando è iniziato tutto, non l’ha detta pubblicamente, ed in maniera incontestabile, nessuno. A sostenere l’assioma è il quasi anno di silenzio tra la primavera del 2023, quando negli uffici pubblici iniziano a girare le carte, e l’aprile del 2024, quando la notizia esce sulla stampa. Perché quel silenzio? E soprattutto è successo qualcosa prima del giugno 2023? Ci sono state interlocuzioni informali tra il Comune di Jesi, la politica di maggioranza, e l’Edison? Se lo chiedono tutti. Ed è quel ‘buco nero’ di omissione, che ha incrinato il rapporto di fiducia tra Amministrazione Comunale e cittadini, rendendolo probabilmente non riparabile. Perché, alla narrazione pubblica del “non ne sapevamo niente”, non ci crede nessuno. Che una multinazionale come Edison proponga a Jesi, con l’acquisizione preliminare di un’area privata di tre ettari, un progetto di decine di milioni di euro, inviando una pec in Comune (come se si trattasse di condonare un terrazzo), senza prima informalmente ‘sondare il terreno’, è una fiaba che si può raccontare in una chiacchiera notturna da bar dello sport, ma non ufficialmente.

Il 25 luglio scorso, l’euforia e la giusta soddisfazione per il primo pronunciamento della Conferenza dei Servizi, ha rincuorato gli animi, ma ha anche allentato le maglie della riservatezza. A lanciare un petardo acceso in mezzo alla strada, confermando ipotesi di contatti lontani nel tempo tra Edison e Comune, è l’imprenditore jesino Pierluigi Bocchini, dall’inizio schierato apertamente contro il progetto Edison. La sua azienda, la CLABO Group, leader internazionale per la refrigerazione commerciale e quotata in Borsa, si trova proprio confinante con il possibile impianto della Edison. Il dott. Bocchini, tra l’altro dal 2020 fino all’ottobre 2024 è stato presidente di Confindustria Ancona, dimessosi anticipatamente a seguito di uno scontro interno all’associazione, rispetto alle modalità di elezione del suo successore: una spaccatura così profonda dentro la compagine industriale, che subito dopo, Bocchini ha anche ritarato la propria azienda da socio di Confindustria. Anche Edison è socia di Confindustria.

Sabato 26 luglio Pierluigi Bocchini pubblica un video sul proprio profilo social in cui spiega: 

“(…) Lasciatemi riportare la questione su un terreno scivoloso; la scivolosità del terreno sta sul fatto che Edison proporrà azioni su quanto è stato fatto ieri, compresa la richiesta di danni. E su che cosa fonda Edison la richiesta dei danni? Qui è importante saperlo. La vicenda Edison nasce nell’ottobre-novembre del 2022, e nasce perché a fronte della richiesta da parte di Edison di poter valutare l’investimento nella città di Jesi, trova un’Amministrazione comunale disponibile a dialogare. Appena tre-quattro mesi dopo il suo insediamento. Come sempre avviene in questo genere di negoziazioni, si parla di compensazioni: tra 1,20-1,50 € per tonnellata smaltita: l’impianto avrebbe dovuto smaltire inizialmente circa 250.000 tonnellate annue, per cui immaginate quanti soldi sarebbero potuti arrivare nelle casse dell’amministrazione comunale se l’impianto fosse andato in porto. Si parlava di impianto fotovoltaico per rendere l’impianto ‘circolare’, ecco quindi perché un impianto all’insegna del non-impatto ambientale. Si è parlato di assunzioni, c’erano circa 40 assunzioni sul tavolo, e quindi queste negoziazioni sono andate avanti per mesi. E nel frattempo vista l’apertura che il Comune di Jesi aveva fatto nei confronti di Edison, quest’ultima ha iniziato a progettare un impianto. E quando si progetta un impianto di questo tipo si spendono anche tanti soldi. E a fronte di queste negoziazioni si è arrivati ad un provvedimento di autorizzazione preliminare (quello del luglio 2023, ndr). Edison si sentiva abbastanza forte, perchè aveva ottenuto una certa apertura da parte del Comune, che ricordiamolo, in quella fase non solo aveva accettato di avere l’impianto sul proprio territorio, ma aveva quanto meno dato un avvio negoziando le condizioni. Poi è accaduto quello che sappiamo: il problema è emerso, la città si è ribellata, il Comune è stato costretto dalla città a fare ‘un’inversione a U’. C’è chi lo ha fatto in modo più esplicito, opportunistico, vantandosene, c’è chi lo ha fatto a denti stretti cercando di dire più dei NI che dei NO: ma alla fine, tutto è bene quel che finisce bene. Non dimentichiamoci però che ora molto probabilmente si andrà incontro ad una causa per danni, perché qualunque azienda nel momento in cui si investono soldi, e qui ne sono stati investiti tanti, cerca di limitare il danno. E probabilmente Edison cercherà di essere risarcita da chi questi danni li ha procurati. Io non vorrei che durante questa fase, i danni saranno chiesti anche al Comune di Jesi per le aperture fatte, per le interlocuzioni svolte, per le promesse fatte e per quel sostanziale via libera che il Comune di Jesi ha dato il 14 luglio 2023 quando la Conferenza dei Servizi preliminare dette il suo assenso alla prosecuzione del rapporto (…)”.

Le parole che non ti ho detto

Dunque, le affermazioni del dott. Pierluigi Bocchini, sono vere? Sono frutto di una sua personale ricostruzione? Qualcuno le smentisce, confutandole, in maniera convincente? Perché, contrariamente, a questo punto è lecito chiedere chi siano stati dall’autunno del 2022 gli interlocutori informali, istituzionali e politici, di Edison. Il Sindaco? Membri della giunta? Tecnici comunali? Esponenti dei partiti? In questa storia due sono gli aspetti che riguardano nello specifico il progetto proposto da Edison: l’ambiente e la salute dei cittadini, e l’urbanistica, in quanto ad Edison sarebbe servita un variante di routine, relativa alle altezze dei fabbricati, che il Comune con la delibera del 26 giugno scorso non ha concesso.

Ripercorrendo a ritroso quanto successo in questi due​​​​​​​ anni, tra tutti i soggetti che sono intervenuti pubblicamente, anche svolgendo un ruolo visibile, curiosamente due sono le presenze silenziose e defilate: proprio quelle degli assessori comunali all’ambiente e all’urbanistica del Comune di Jesi, rispettivamente Alessandro Tesei e Valeria Melappioni. Eletto con una lista Verdi-M5S il primo (ma da tempo disconosciuto da entrambi i partiti), del PD la seconda. Sono gli unici due componenti della giunta, tra l’altro, a non aver preso parte assieme al sindaco e agli altri colleghi di giunta, alla grande manifestazione del 14 giugno.

Qualche giorno fa poi, quando alla tensione per seduta della Conferenza di Servizi ha fatto seguito la giusta soddisfazione per il suo esito, ci è arrivata la confidenza di alcuni esponenti politici jesini (di cui per rispetto dell’art 2 L.69/63, non riveleremo i nomi), che raccontano come in un conciliabolo durante una pausa della seduta del Consiglio Comunale Aperto del 18 luglio 2024, l’assessore Tesei confidò loro apertamente che quest’opportunità di avere l’impianto a Jesi non andasse fatta fuggire, che era da più di un mese che si sentiva con Edison tutte le settimane, e che nel pool di tecnici della Edison ce n’era uno marchigiano preparatissimo, in grado di fugare qualsiasi dubbio, e che sarebbe stato a totale disposizione.

Uno dei grandi maestri del teatro italiano, Gigi Proietti, diceva Benvenuti a teatro, dove tutto è finto, ma niente è falso”. Qui però non siamo sulle tavole del palcoscenico del settecentesco Teatro Pergolesi di Jesi, ma sulla platea viva e quotidiana di una città e di un territorio. Dopo quasi tre anni, nell’interesse della città, e per dare forza e legittimazione a chi dovrà proseguire un confronto che con Edison non si è esaurito la settimana scorsa, è imprescindibile restituire pubblicamente alla verità il suo valore. Anche se Edison decidesse di battere in ritirata per sempre senza nulla pretendere.
La storia della città lo merita.


 

 

28 luglio 2025 (pubblicato qui il 29 luglio 2025)