Revista Soberania Alimentaria Biodiversidad y Culturas
n° 50, La escuela rural, Verano 2024
EDITORIALE - Rendere le scuole più contadine
In un recente articolo, Agustí Corominas, membro della redazione, si chiede dove dovrebbe andare l'istruzione di fronte alle crisi che stiamo vivendo e osserva due tendenze. «Un'educazione che approfondisce la democrazia, il bene comune, la collaborazione, che copre i bisogni primari degli individui ed educa a convivere con gli altri esseri viventi e con i limiti del pianeta oppure un'educazione che promuove il successo individuale, la padronanza degli uni sugli altri, che crea persone disposte a competere per ottenere il controllo sulla ricchezza del pianeta, senza tenere conto dell’importanza della biodiversità o della differenza. Utilizzando l'esempio della storia delle tre sorelle, popolare tra le comunità indigene nordamericane e citata da Robin Wall Kimmerer nel suo libro A Braid of Sacred Grass, sostiene la sua tesi a favore della prima tendenza: «Una sorella è il mais, l'altra il fagiolo e l'altra ancora la zucca. Il mais cresce in alto, il fagiolo si arrampica sul tronco e la zucca sparge le foglie sul terreno per conservare l'umidità. "Quando tutte e tre vengono coltivate insieme, ognuna produce frutti molto più resistenti e sani." I doni di ognuna si esprimono in maniera più piena quando crescono insieme piuttosto che da sole.
L’educazione è un campo molto ampio che, in questo numero, abbiamo limitato alla scuola rurale (al singolare, anche se sappiamo che è molto plurale), facendola dialogare con i problemi del settore primario, i pregiudizi culturali della nostra società capitalista, il momento della crisi ecosociale ovvero dello svuotamento dei centri abitati e della perdita di pratiche e saperi legati al territorio. Perché tutte le scuole, ovunque si trovino, offrono gli stessi contenuti accademici? Come possono le scuole rurali evitare lo spopolamento? Le persone che lavorano come insegnanti nelle scuole rurali dovrebbero avere un atteggiamento e una formazione particolari? Queste sono state alcune delle domande a cui abbiamo cercato risposta.
E il fatto è che, sotto il prisma della globalizzazione e dell’uniformizzazione, con poche eccezioni, agli studenti delle scuole primarie vengono insegnate più o meno le stesse cose ovunque, con le stesse immagini e gli stessi riferimenti. Un'educazione da funzionari, da consumatori, come dicono i partecipanti al dialogo. Lo si vede anche nell'alimentazione, nelle mense scolastiche, dove prevalgono i menu industriali preparati dalle grandi aziende di ristorazione, anche nei luoghi dove esiste la produzione di alimenti freschi. Uno specchio della nostra società, ma dove convivono anche esperienze dirompenti, come le scuole rurali con metodologie attive e porte aperte e tante scuole gratuite, che stressano e mettono alla prova l’amministrazione.
Un secolo fa, i movimenti di rinnovamento pedagogico si organizzavano e lavoravano a partire dalle aule scolastiche per trasformare l’educazione. Nelle scuole rurali sono emersi importanti movimenti insegnanti come il Batec, di cui parliamo in queste pagine, che rompevano con l'insegnamento tradizionale, rendendo la città e il territorio la scuola e sperimentando metodologie esperienziali come la Freinet. Tutto ciò venne violentemente interrotto dall’insurrezione militare e dalla guerra civile, imponendo per quaranta anni un’educazione reazionaria controllata dalla Chiesa. Che scuola abbiamo adesso?
Sapendo che uno degli elementi più conflittuali della società industrializzata è la sua disconnessione dalla natura, potremmo iniziare uscendo di più dalle aule, sia in campagna che in città, e visitando l'orto della scuola o quello del quartiere. Nella cultura contadina, come spiega la storia delle tre sorelle, si possono trovare riferimenti di cooperazione e mutuo sostegno, di osservazione, sperimentazione, pazienza, ascolto, curiosità e accettazione. Forse tutto è facile come rendere le scuole più contadine.
INDICE
- Editoriale - Rendere le scuole più contadine
- Pedagogia Andariega. Intervista con Isidro García Cigüenza, di Gustavo Duch
- Batec. Alle origini delle reti di sostegno nelle scuole rurali, di Alba Oller Benítez, Iris Verge
- Esperienze nelle scuole rurali e nell'educazione ecosociale, di Natalia Arévalo Tosaus, Rosana Larcorz Berges
- La scuola contadina di Barbiana, di José Luis Corzo
- L’integrazione delle lingue minoritarie nelle scuole rurali, di Soledad Tovar Iglesias
- Scuola rurale e sostenibilità, di Montserrat Sorribes, di Andreu Serret, María José Prats
- I Congresso Internazionale di Educazione Rurale del XXI secolo. Manifesto finale
- Dialogo: "Se la gente vuole avere un futuro, deve avere una scuola, ma non una scuola qualsiasi", di Revista SABC
- ICL Iberia. Un'azienda israeliana in terra catalana, di Piattaforma Prou Sal
- Polizia ambientale. Per cosa e per chi? di Maria Arrueta
- Amillubi. Una terra collettiva dove seminare semi di speranza, di Estitxu Eizagirre e Mirene Begiristain
- La voglia di pascolo, di Patricia Dopazo Gallego
- Ridere. Strumento per costruire città più accoglienti e diversificate, di Viola Aguado Delgado
- Recensione di 'Prima del futuro. Fantasia e paura nel capitalismo', di Almudena Hernando
- Terra e libri (Il viaggio), di Agusti Corominas