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In questo articolo si vuole evidenziare che le fonti energetiche rinnovabili sostituiranno solo una parte marginale del consumo mondiale di combustibili fossili (petrolio, gas naturale e carbone), a causa dei loro limiti tecnici e fisici. Allo stesso modo, si vuole dimostrare che la transizione energetica, per decarbonizzare le economie mondiali, si propone in modo contraddittorio e scorretto poiché mira solo a ridurre le emissioni di gas serra senza considerare altre componenti critiche come il rispetto e la conservazione degli ecosistemi e della biodiversità. Infine, viene dimostrato che per raggiungere l'obiettivo globale di riduzione delle emissioni entro il 2030, è necessario installare ogni anno la stessa quantità di energia rinnovabile globale installata negli ultimi 20 anni.
Il processo distruttivo dell'umanità
Il sistema economico industriale funziona in base alla depredazione e all'annientamento della biodiversità del pianeta, per estrarre energia, risorse e materie prime dal sottosuolo e, in tal senso, le energie rinnovabili non modificano tale logica, pertanto il processo di distruzione degli ecosistemi è destinato a continuare. I requisiti per la costruzione di fonti rinnovabili, per quanto riguarda le materie prime non rinnovabili come cemento, alluminio, rame, acciaio, litio, cobalto e minerali metallici denominati "terre rare", accentueranno il processo distruttivo dell'ambiente del pianeta.
Per essere coerente, la transizione energetica dovrebbe essere completamente ecologica, considerando componenti come il rispetto per le foreste, le giungle, i fiumi, i mari e la biodiversità. Tuttavia, per sviluppare parchi eolici e solari, si stanno depredando gli ecosistemi naturali che sono ancora in un relativo stato di conservazione. Un esempio
drammatico in Messico sono i progetti di energia rinnovabile che si stanno sviluppando nella penisola dello Yucatan, per la quale si sta deforestando la selva, che costituisce un importante ecosistema per la fauna regionale e che serve come parte del sostentamento per le comunità Maya locali.
Le imprese di rinnovabili stanno presentando agli abitanti lo stesso comportamento di minaccia e persecuzione ai residenti con cui le grandi compagnie petrolifere hanno operato nei paesi dell'Africa e dell'Asia. Attivisti maya, come quelli appartenenti all'associazione Múuch Xíinbal, tra cui Pedro Uc, hanno ricevuto minacce di morte per essersi opposti ai mega-progetti rinnovabili che si stanno realizzando nel comune di Muna, nello Yucatán.
Da evidenziare che, promuovendosi come produttrici di energie amiche del pianeta, le aziende che sviluppano le rinnovabili stanno distruggendo ecosistemi e, per di più, stanno frammentando il tessuto sociale e minacciando le comunità locali.
Problemi fisici delle rinnovabili
L'energia rinnovabile implica l'intensa invasione industriale del territorio naturale e rurale, poiché richiede grandi superfici per la sua installazione a causa della bassissima disponibilità di queste fonti. Le tecnologie convenzionali di generazione di energia elettrica con centrali fossili o nucleari possono funzionare per circa 3/4 dell'anno o più; le rinnovabili sono disponibili solo per un quarto dell'anno, nella migliore delle ipotesi. Questo svantaggio fisico delle rinnovabili genera la necessità di installare una quantità di energia maggiore di quella che sarebbe necessaria con le
tecnologie fossili per generare la stessa quantità di elettricità.
Ciò significa che per sostituire un'unità di energia fossile convenzionale è necessario installare almeno 3 unità di energia rinnovabile.
L'occupazione territoriale per la realizzazione di parchi di rinnovabili è ulteriormente aggravata dallo spazio di cui ha bisogno ogni unità energetica pulita, poiché queste non possono essere concentrate in un piccolo appezzamento di terreno come avviene con le tecnologie convenzionali. Per sostituire una centrale elettrica a gas naturale di circa 1.000 Megawatt (MW) di potenza, che copre un'area di 1 km2, sono necessari più di 50 km2 di terreno per installare pannelli solari, o 150 km2 per installare turbine eoliche per generare il stessa quantità di elettricità all'anno.
Problemi tecnici delle rinnovabili
Allo stesso modo, la scarsa disponibilità di energie rinnovabili genera un grave problema tecnico per le reti elettriche: il sovradimensionamento del parco di generazione. La Germania è un esempio della crescita eccessiva del parco di generazione. Quel Paese aveva nel 2000, prima dell'ingresso delle rinnovabili, con circa 100.000 MW di potenza installata con centrali fossili e nucleari per coprire un fabbisogno elettrico, in tempo reale, che oscilla tra i 40.000 e i 60.000 MW, cioè c'era un 50 % di sovraccapacità, normalmente tenuta in riserva per garantire guasti agli impianti in attività.
Dopo 20 anni di ritmi frenetici di installazione di rinnovabili, oggi la Germania a più di 200.000 MW di potenza installata per un fabbisogno massimo di energia elettrica di 60.000 MW, ovvero il parco elettrico è stato sovradimensionato di oltre 3 volte. Da soli, eolico e solare, rappresentano 110.000 MW di potenza nazionale in quel paese.
Questa condizione genera due problemi tecnici molto gravi nella rete elettrica europea: il primo è quando le condizioni di sole e vento sono ottimali e la generazione di queste due fonti supera la massima richiesta in Germania, sollevando così il problema di dirottare l'energia elettrica in eccesso verso altri paesi, cosa che a sua volta genera il brusco crollo dei prezzi dell'energia elettrica sul mercato europeo; il secondo problema è quello che riguarda il cannibalismo tra le diverse tecnologie poiché, dando preferenza d'ufficio alle centrali di rinnovabili, gli impianti convenzionali vengono costantemente lasciati fuori servizio, rendendoli impraticabili e non redditizi. Tuttavia, questi impianti fossili convenzionali devono rimanere in funzione a un regime basso per entrare rapidamente in backup quando la generazione dei parchi solari ed eolici scende a zero, nelle notti in cui non c'è molto vento.
Un altro grave problema tecnico delle rinnovabili è che richiedono una maggiore quantità di materie prime per ogni unità di potenza installata, determinando una maggiore richiesta di risorse rispetto a quelle delle fonti convenzionali. Secondo Olivier Vidal del Centro nazionale francese per la ricerca scientifica, per ogni unità di energia rinnovabile installata sono necessarie da 3 a 5 volte più materie prime rispetto a quelle utilizzate per assemblare un'unità di energia fossile convenzionale.
La transizione energetica farà aumentare esponenzialmente la domanda di materie prime e minerali metallici, provocando un'eccessiva pressione sul territorio naturale a causa dell'estrattivismo e dell'attività mineraria intensiva. In sintesi, la transizione energetica per sostituire i combustibili fossili con fonti rinnovabili significherà installare 3 volte più potenza di quella attualmente installata nel mondo con fonti fossili, richiederà di occupare tra le 50 e le 150 volte più territorio di quello che occupa l'attuale infrastruttura convenzionale e richiederà da 3 a 5 volte più risorse e materie prime di quelle necessarie per realizzare l'attuale parco energetico mondiale.
Contributo delle rinnovabili al consumo mondiale di energia
In Germania si è dato uno sviluppo delle fonti rinnovabili che non è riscontrabile in nessun'altra nazione al mondo, se si tiene conto delle dimensioni del parco energetico e, nonostante questo grande sforzo, l'energia eolica fornisce solo il 3,5% del consumo globale di energia primaria del paese e quella solare solo l'1,6%.
A livello planetario, l'energia eolica rappresenta attualmente l'1% del consumo energetico mondiale e l'energia solare meno dell'1%; Dal canto loro, i combustibili fossili (gas, petrolio e carbone) contribuiscono per circa l'80% e ci troviamo agli albori del declino della produzione mondiale di petrolio, principale fonte di energia della società termoindustriale.
L'incredibile acrobazia rinnovabile
Sotto un approccio puramente matematico, la transizione si presenta come un atto impossibile: l'umanità attualmente consuma circa 584 Exajoules all'anno di energia. Entro il 2030 si stima che, con l'attuale tasso di crescita, i consumi potrebbero raggiungere circa 700 Exajoule, ovvero una
differenza di circa 120 Exajoule nel periodo. Per mantenere gli attuali livelli di emissioni di gas serra senza aumento, sarebbe necessario installare 12 Exajoule all'anno di nuova capacità, esclusivamente di rinnovabili. Tuttavia, ciò che l'umanità ha installato nel corso del 2019 è stato di soli 3 Exajoule di rinnovabili, secondo la BP Statistical Review 2020.
Ma se vogliamo rispettare gli impegni globali di riduzione delle emissioni, nel prossimo decennio si dovrebbero installare almeno 40 Exajoule ogni anno, solo di rinnovabili. Tuttavia, ciò che l'umanità è stata in grado di installare di fonti pulite a livello planetario negli ultimi 20 anni, raggiunge a malapena i 30 Exajoule. Le acrobazie che l'umanità dovrà compiere entro il 2030 prevedono l'installazione, ogni anno, di tutta l'energia rinnovabile che è stata installata negli ultimi due decenni.
Da un punto di vista reale, la difficile situazione energetica che l'umanità deve affrontare può essere risolta solo con una drastica riduzione del consumo mondiale di energia che implicherebbe condizioni economiche come quelle sperimentate nella depressione degli anni '30, cioè una contrazione costante del PIL mondiale di circa almeno il 7% ogni anno per il prossimo decennio.
* Edgar Ocampo Téllez è professore-ricercatore presso l'Università Politecnica dell'Energia dello Stato di Hidalgo, in Messico. ocampo@inergy.lat
** Traduzione di Giorgio Tinelli per Ecor.Network
Articolo tratto da:

América Latina en Movimiento
No. 550: "Energía y crisis civilizatoria" - Octubre 2020, año 44, 2a época, edición digital - 33 pp.