*** Prima Parte ***

Trattati di libero commercio in Messico - Come uscire dalla sottomissione alle multinazionali/1

di GRAIN

Talmente forte era la consapevolezza dei danni che il NAFTA, questo primo accordo tra Stati Uniti, Messico e Canada, avrebbe portato al paese che il segno più evidente, il simbolo più chiaro del rifiuto delle sue disposizioni, fu la rivolta dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale, un movimento indigeno a base comunitaria che, allo stesso tempo, aveva un quadro di riferimento globale che ne favorì le ripercussioni e le influenze in tutto il mondo.
Il giorno stesso dell'entrata in vigore del NAFTA, migliaia di zapatisti dichiararono guerra al governo di Carlos Salinas de Gortari.4 Il ricercatore Guillermo Bonfil Batalla ha affermato, nel suo ultimo testo prima di morire, che il NAFTA "impedisce la possibilità di realizzare un futuro proprio (coerente con la propria storia, con la propria realtà plurale, con i molteplici germi di futuro che vivono nelle culture messicane)", aggiungendo una domanda: "Noi messicani stiamo adottando liberamente e sovranamente questo modello?".5

Come dialettica di questa entrata in vigore del "cambiamento delle regole del gioco" tra i paesi e tra le imprese e le popolazioni dei paesi colpiti, da allora si è espanso, e si sta espandendo, un movimento per l'autonomia dei popoli e delle comunità, in quanto le persone, dai loro angoli di provenienza, hanno iniziato a comprendere la vastità delle ripercussioni e la verità dietro gli eufemistici obiettivi che i loro governi hanno venduto come pubblicità a favore degli accordi e dei trattati. Era necessario iniziare a capire cosa stava accadendo (compresa l'inutilità di lottare per un nazionalismo, anche rivoluzionario, se si lasciavano intatte quelle regole del gioco che iniziavano a prendere forma, prima in Messico e poi a cascata in innumerevoli accordi e trattati bilaterali di "libero scambio" e di investimento in tutto il mondo).

Il NAFTA, essendo in linea di principio un accordo tra tre paesi, ha avuto e continua ad avere ripercussioni a livello globale.

Gli effetti di questi strumenti di deviazione del potere sono così negativi e di vasta portata che le comunità non riescono a combattere direttamente il NAFTA o in generale i TLC. Per questo servono risorse, tempo, spostamenti, sacrifici, avvocati e, anche se sembra poco importante, tutto ciò è fondamentale per capire la disparità dei mezzi in gioco. Le comunità non possono manifestare o lottare contro i Trattati di Libero Commercio perché la disparità è brutale: possono solo lottare contro gli effetti e le ripercussioni negative dei TLC (attacchi, invasioni, espropriazioni, devastazioni, esautorazione) che si verificano direttamente nelle regioni e nelle località in cui vivono il mondo contadino e gli indigeni, o gli abitanti dei quartieri delle crescenti città. (Alla fine i cambiamenti sono più vasti e profondi, ma la loro logica li normalizza e li rende invisibili). Dal punto di vista del Messico, gli effetti più evidenti sono i seguenti:

1. La deregolamentazione del lavoro e dell'ambiente come "vantaggi comparati" offerti dal governo messicano nel rapporto ineguale tra i tre paesi, ma soprattutto rispetto agli Stati Uniti. Questi presunti "vantaggi comparati" rappresentano in realtà un crollo della sovranità nazionale messicana. Sul fronte ambientale, le crisi che ne derivano rispondono alla subordinazione della politica ambientale messicana alla logica del NAFTA, che offre poche o nessuna normativa ambientale. Ad esempio, dal 1994 il NAFTA ha stabilito la possibilità di trarre profitto dall'importazione di rifiuti tossici 6 e ha promosso "una politica economica che provoca la diffusione di processi altamente nocivi e rischiosi, a volte addirittura criminali, nel corpo dell'economia nazionale. Questo appesta e contamina con esternalità distruttive praticamente tutte le aree di produzione, scambio, distribuzione e consumo dell'economia stessa".7

2. In termini di deregolamentazione del lavoro, il caso forse più brutale è rappresentato dall'ascesa delle imprese maquiladoras, nate nel 1964 ma potenziate dal NAFTA, che frammentano i processi produttivi, importando senza dazi le materie prime per fabbricare parti di un prodotto, o semilavorati, e esportando di ritorno il prodotto finito nel paese da cui provengono le materie prime o addirittura esportandolo in un paese terzo.

Tale frammentazione dei processi produttivi delle industrie e l'emergere della produzione di parti di processi più complessi nell'industria maquiladora, smantella l'intera catena industriale trasformandola in "fabbriche del sudore" che producono parti irriconoscibili di prodotti sparsi tra diversi laboratori e zone di produzione. Questo configura indubbiamente un'industria della sottomissione e dell'invisibilità di ciò che viene prodotto. In breve, si tratta di abbattere i costi, frammentare i processi e disperderli anche tra più paesi, creare catene di fornitura; sfruttare le condizioni subumane in cui possono essere sottoposti i lavoratori attraverso il lavoro precario e l'esternalizzazione dei loro contratti (subappaltando il personale attraverso società intermediarie, cosa che facilita la dissoluzione o l'impraticabilità dei sindacati e di tutta l'organizzazione popolare).8 Secondo bilaterals.org (un team che si occupa di analizzare e riferire sui trattati e gli accordi bilaterali in materia di commercio e investimenti) "il NAFTA è stato criticato anche per aver promosso salari molto bassi e condizioni di lavoro precarie, soprattutto lungo il confine tra Stati Uniti e Messico, dove più di 3.000 maquiladoras danno lavoro a oltre un milione di messicani, per lo più donne che guadagnano al massimo circa 5 dollari al giorno".9 Un documento di GRAIN afferma che:

Da quando le imprese transnazionali hanno iniziato a esternalizzare la produzione in luoghi dove prevalgono o sono tollerati salari molto bassi, standard di sicurezza minimi o inesistenti e persino la schiavitù, le catene di approvvigionamento transnazionali sono un attore economico in crescita. Sebbene esistano fin dall'epoca coloniale, le catene di approvvigionamento sono emerse con forza nella loro forma moderna grazie agli accordi di libero commercio. Diverse fonti indicano che queste catene gestiscono attualmente tra il 30 e il 60% di tutto il commercio mondiale e si avvalgono della manodopera di oltre 100 milioni di lavoratori in tutto il mondo.10

Per quanto riguarda il caso messicano, uno dei ricercatori dell'area lavoro del NAFTA (e ora della sua riconversione in T-MEC) riporta che:

Nel settore industriale la struttura manifatturiera è stata smantellata a vantaggio esclusivo del settore delle maquiladoras esportatrici, con l'istituzione di una spinta all'esportazione ad alto contenuto di importazione (dagli Stati Uniti) e forza lavoro a basso costo. Con il NAFTA, il regime economico e politico di supersfruttamento della manodopera - che costituisce il fondamento stesso dell'accordo - ha raddoppiato il suo vigore, portando la classe operaia a una profonda corrosione delle proprie condizioni di vita per oltre due decenni. Al di là delle false promesse di convergenza salariale e di modernizzazione, oggi il salario medio nell'industria automobilistica messicana è di 3 dollari, contro una media statunitense di 28 dollari.11

3. Si è assistito anche a una spinta verso la privatizzazione e l'accaparramento della terra (intrapresa in particolare due anni prima della firma del NAFTA) attraverso la controriforma dell'articolo 27 della Costituzione, articolo che stabiliva la natura inattaccabile, inalienabile e imprescrittibile del possesso collettivo della terra da parte delle comunità indigene e contadine. Il regime agrario emerso dalla Rivoluzione messicana contemplava le comunità indigene, nel loro riconoscimento ancestrale, e gli ejidos, figura agraria collettiva, per fornire terra in comune ai nuclei di popolazione diseredate o senza terra.12

La controriforma è stata esplicita nell'aprire la strada al processo del NAFTA: abbattere la barriera (non doganale) secondo cui solo gli ejidos o i nuclei comunali possono possedere tali terre. Con la modifica giuridica è iniziata la privatizzazione e detta barriera è stata abbattuta. Gli ejidos e le comunità (più vagamente i primi, in quanto non erano necessariamente legati al possesso ancestrale) potevano accogliere gli stranieri al loro interno e consentire, in determinate circostanze, la compravendita, l'affitto e altre concessioni di terreni, cosa che era vietata dalla legislazione precedente.

Contemporaneamente fu imposta la registrazione degli appezzamenti e delle loro terre di uso comune, in modo che gli ejidos e le comunità potessero essere titolati individualmente, rompendo di fatto la collettività o la comunanza delle loro terre. Questa operazione fu definita titolazione piena intrapresa dal cosiddetto Programma per la Certificazione dei Diritti degli Ejido (Procede) e dalla sua variante comunale (Procecom). Con il cambiamento della proprietà terriera si pensava che sarebbe stato più facile convergere "con i programmi neoliberali, che stavano punendo la produzione agricola, e con il cambiamento internazionale che si stava verificando nella riorganizzazione dell'agricoltura mondiale, soprattutto di quella statunitense".13 Con le sue particolari asimmetrie, il NAFTA promuove sgravi doganali che favoriscono gli investimenti stranieri diretti in vari settori dell'economia, in particolare nelle campagne.

Usando le parole dell'ex Procuratore Agrario Isaías Rivera: "Con la riforma dell'articolo 27 della Costituzione, l'emanazione della Legge Agraria e l'attuazione del programma Procede, le terre degli ejido o delle comunità sono state incorporate nel mercato fondiario attraverso vari meccanismi, sia con la stipula di contratti per la dismissione dei diritti degli ejidos (cessione, compravendita, donazione), sia attraverso il conferimento di terre di uso comune da parte di ejido e comunità a imprese civili o commerciali".14

La controriforma fu un attacco diretto ai beni comuni, in quanto apriva alla possibilità di esercitare la proprietà individuale su ciò che prima era in comune e di vendere, comprare e affittare terre collettive (di ejido o comunali), privandole del loro carattere "inattaccabile, inalienabile e imprescrittibile". Il nuovo articolo 27 aprì la porta allo smantellamento dei territori, della comunanza dei popoli indigeni e della ragione sociale dell'organizzazione condivisa degli ejidos.

L'intento era quello di mercificare "tutte le terre comuni che implicano profonde relazioni sociali". La certificazione individuale cercava di disattivare le strategie comunitarie incarnate nella forza delle assemblee, in modo che ogni nuovo "proprietario" fosse da solo di fronte alla legge. Nonostante l'insistenza sul carattere volontario dell'individualizzazione, la certificazione e la sua natura privatizzante è sempre più chiara: si tratta di un attacco generalizzato ai contadini e al loro modo di vivere l'agricoltura. Cerca di tagliarli fuori dai territori che hanno custodito per millenni.15

Ma le comunità e gli ejidos hanno resistito alla privatizzazione e di fatto il numero di ejidos e comunità, la proprietà sociale, è cresciuto anziché diminuire.16

Alla fine del programma Procede, dopo aver promosso un programma di privatizzazione delle terre, l'allora procuratore agrario Isaías Rivera riconobbe che "il 52% della superficie del paese è di proprietà sociale, di ejidos e comunità, mentre il 40% è proprietà privata; il resto è costituito da zone federali, corpi idrici, coste, ecc.17 Più recentemente, nel 2017, il Registro Agrario Nazionale ratificò questa tendenza affermando che "le proprietà di ejidos e comunali rappresentano il 50,8% del territorio nazionale,18 distribuito in 29.709 ejidos e 2.393 comunità che, insieme, occupano circa 100 milioni di ettari, su cui 5,5 milioni di persone hanno diritti".18 Il Messico è uno dei pochissimi paesi al mondo in cui la proprietà sociale agraria rappresenta la metà del territorio nazionale, che continua a rappresentare una riserva basata sulla memoria territoriale delle sue comunità contadine, molte delle quali originarie e ancestrali.19

In modo diretto, l'accaparramento di terre promosso da Procede e dalla controriforma dell'articolo 27, riguarderebbe anche l'acqua, perché la Costituzione messicana aveva mantenuto il binomio ancestrale terra-acqua, binomio rotto rotto dopo la riforma dell'articolo 27.

Da allora, l'accaparramento dell'acqua per usi molteplici è proseguito senza sosta, ma anche in forma sacrificale, utilizzandola per accogliere i rifiuti tossici dei processi industriali, tra cui l'industria mineraria, la produzione chimica, l'industria tessile e automobilistica. Secondo Andrés Barreda, "la natura della catastrofe può essere spiegata solo dalla politica idrica imposta dal NAFTA, che ha organizzato un uso dell'acqua sistematicamente discrezionale, predatorio, corrotto e falsamente riparatore (privatizzante e lucrativo)"20, un uso escludente e una rigorosa criminalizzazione di qualsiasi segno di resistenza sociale. Lo spreco e l'accaparramento dell'acqua, direttamente promosso dal NAFTA e dagli innumerevoli altri accordi di libero scambio firmati dal Messico, attraversano tutte le attività immaginabili: estrazione mineraria, petrolifera e di gas di scisto, industrie (chimiche, automobilistiche, di imbottigliamento, aeronautiche, elettrotecniche, tessili, maquiladora, agroindustriali, serre, edilizie) "tutte legate a enormi masse di rifiuti e alla costruzione privatizzata, estesa e speculativa di micro-abitazioni a obsolescenza programmata". A questo si aggiunge l'inarrestabile distruzione delle foreste e delle selve per fare spazio alle massicce piantagioni di monocolture e all'espulsione delle popolazioni. In breve:

I livelli di sovrasfruttamento delle falde acquifere, l'inquinamento di ogni tipo di corpi idrici, l'avvelenamento e le massicce malattie degenerative, l'abbassamento dei livelli delle falde acquifere, il prosciugamento dei fiumi, difficilmente riscontrabili con tale espansione e intensità in altre parti del mondo, sono impensabili. Queste incessanti attività distruttive delle risorse idriche sono considerate strategiche per il successo e la prosperità delle politiche di libero scambio.21

4. A questi primi effetti ne sono seguiti molti altri, così tanti che è difficile tenere traccia di ciascuno di essi.22 Tra i più evidenti c'è la spinta agli investimenti diretti da parte delle imprese che stanno iniziando a insediarsi nel paese in zone (o in aree di attività produttive, commerciali e di servizi) che prima non erano state toccate. L'esempio più devastante è quello della Penisola dello Yucatán e del Corridoio Transistmico, dove è in atto un "land grab multimodale". Multimodale perché si investe tanto nei campi di mulini a vento quanto negli allevamenti di maiali, negli allevamenti di pesce, nei sistemi alimentari agroindustriali, nelle serre, nelle maquiladoras, nei parchi industriali, nei centri turistici, nelle imprese in nero, negli sviluppi immobiliari, nelle strade, nei porti, nelle monocolture di soia, mais e palma africana e negli spostamenti della popolazione.23 Sta iniziando anche l'ascesa del crimine organizzato e dei suoi cartelli.

5. La migrazione è aumentata, soprattutto a causa dell'espulsione di comunità e individui dalle loro terre, ma anche a causa della violenza che sta iniziando a crescere con l'aprirsi di spietate possibilità di accaparramento di terre.24 Ci sono più di 18 milioni di migranti messicani negli Stati Uniti, ma la cifra del rapporto Pew è leggermente inferiore: 11,4 milioni.25

Le condizioni attuali delle relazioni consolidate tra Messico e Stati Uniti rendono la migrazione centroamericana e africana un potenziale punto di rottura a causa della politica migratoria degli Stati Uniti che vuole il Messico quale guardiano della frontiera meridionale.26 Nel frattempo, lungo tutti i confini degli Stati Uniti, via terra, via mare o via aerea, si moltiplicano i centri di detenzione e le prigioni private, creando un sistema di semi-schiavitù altamente sovvenzionato dal governo statunitense.27

6. Con il Trattato di libero scambio le importazioni di mais sono aumentate, nonostante il fatto che il mais sia un prodotto base per la popolazione messicana e nonostante tutte le asimmetrie di produttività e sussidi esistenti tra i produttori statunitensi, canadesi e quelli messicani. Sebbene il Trattato fissasse un termine di 15 anni per la completa liberalizzazione del commercio estero di mais, il governo messicano ha permesso, unilateralmente, l'ingresso di importazioni al di sopra della quota e senza tasse. Questo ha ridotto i prezzi del mais a livello nazionale del 50%, a vantaggio dei cartelli transnazionali che controllano il cereale.28 Secondo Ana de Ita, direttrice del Centro de Estudios para el Cambio en el Campo Mexicano (Centro studi per il cambiamento nelle campagne messicane):

La negoziazione del capitolo agricolo è andata contro gli interessi nazionali, contro la sovranità alimentare, contro i contadini che costituiscono la stragrande maggioranza dei produttori del paese e solo a favore delle imprese transnazionali, di pochi agricoltori aziendali e di un piccolo numero di colture da esportazione. Il NAFTA è un attacco all'agricoltura contadina, che non ha alcuna possibilità di competere sul mercato aperto. [...]

Lo Stato ha ridotto i sussidi e i programmi di sostegno per contadini e piccoli produttori, mentre molti programmi per sovvenzionare i grandi produttori e le industrie di commercializzazione e trasformazione alimentare, molte delle quali transnazionali. Il governo messicano ha eliminato le società di proprietà statale che operavano nel settore agricolo. Il vuoto lasciato dallo Stato è stato sfruttato dalle filiali transnazionali delle imprese statunitensi, molte delle quali si sono collegate alle imprese messicane più forti. L'integrazione del mercato nordamericano a favore delle transnazionali ha comportato un trasferimento di reddito dal settore contadino a quello imprenditoriale, mediato dallo Stato.29

(1. Continua)

* Traduzione Marina Zenobio per Ecor.Network


Tratados de Libre Comercio México ¿Cómo salir de la sumisión corporativa?
GRAIN
GRAIN, Instituto de Estudios Ecologistas del Tercer Mundo, Acción Ecológica - Ecuador
2022 - 92 pp.

 


Note:

4) https://enlacezapatista.ezln.org.mx/

5) Guillermo Bonfil Batalla, “Implicaciones culturales del Tratado de Libre Comercio”, México Indígena Nueva Época, número 24, septiembre 1991. Bonfil è uno dei pensatori latinoamericani di maggior impatto contemporaneo. Come storico e antropologo, ha puntato le sue ricerche sul "Messico profondo", quella qualità che mantiene viva l'indianità nelle relazioni quotidiane, anche se resa invisibile dalla "modernità". È uno dei promotori dell'ascesa dei popoli indigeni sulla scena nazionale e della difesa del mais (e della milpa, la fattoria policolturale) come centro della nostra civiltà.

6) Asamblea Nacional de Afectados Ambientales, El colapso ambiental de México, http:// afectadosambientales.blogspot.com/2009/05/el-colapso-ambiental-de-mexico.html

7) Fiscalía 2: El desvío de poder económico y crímenes económicos de lesa humanidad, noviembre de 2014. Acusación del grupo de garantes ante el Tribunal Permanente de los Pueblos en el proceso abierto en México entre 2011 y 2014: Libre comercio, violencia, impunidad y derechos de los pueblos en México. https://www.tppmexico.org/fiscalia-2-desviacion-del-poder-economico/

8) México: empresas maquiladoras de exportación en los noventa, Comisión Económica para América Latina y el Caribe (CEPAL), https://www.cepal.org/es/publicaciones/7514- mexico-empresas-maquiladoras-exportacion-noventa

9) bilaterals.org, ver Textos de los Acuerdos TLCAN: T-MEC

10) GRAIN “Nuevos acuerdos de libre comercio: la brutalidad de las cadenas transnacionales de suministro, normalizada”, octubre de 2017, https://grain.org/es/article/5802-nuevos-acuerdosde-libre-comercio-la-brutalidad-de-las-cadenas-transnacionales-de-suministro-normalizada

11) José Luis Ríos Vera, “El T-MEC (USMCA) entre el declive imperial y la amenaza china”, 7 de julio de 2020. https://www.laizquierdadiario.mx/El-T-MEC-USMCA-entre-eldeclive-imperial-y-la-amenaza-China

12) http://www.ordenjuridico.gob.mx/Constitucion/articulos/27.pdf

13) Cfr. Acusación general de la sociedad civil ante el Tribunal Permanente de los Pueblos. El despojo y depredación de México. Libre comercio y desvío de poder como causa de la violencia estructural, la impunidad y la guerra sucia ontra los pueblos de México, 2011, https://issuu.com/cencos/docs/cencos.org

14) Cfr.: Tenencia de la tierra y derechos agrarios, diciembre 2003. http://www.sagarpa.gob. mx/sdr/evets/sm_jovenes/pdfs/1_eirr_sra.pdf. Con quanto detto da Rivera Rodríguez, non è più necessario leggere tra le righe di questi avvocati del Procede. Sebbene i titoli di 'Bienes Ejidales' o Beni Comunali fossero, da quando furono istituiti, la maniera per assicurare il possesso fondiario tutelato dalla Costituzione e dalle leggi agrarie, sin dalla controriforma all'articolo 27 si volle promuovere che nei nuclei di proprietà si aprisse la possibilità di “alienare i loro diritti”. Lo ha già detto il Procuratore Agrario.

15) Cfr. “Las reformas estructurales y la integralidad del ataque contra la subsistencia”. Relatoría del Eje 5: Violencia contra el Maíz, la Soberanía Alimentaria y la Autonomía de los Pueblos. Noviembre de 2014, en Capítulo México del Tribunal permanente de los Pueblos (2011-2014) La audiencia final. Sentencia, fiscalías y relatorías. Editorial Ítaca, 2016. Vedi anche GRAIN, “Reformas estructurales, tratados de libre comercio y guerra a la subsistencia, enero de 2015, https://grain.org/es/article/5124-reformas-estructuralestratados-de-libre-comercio-y-guerra-a-la-subsistencia.

16) Cfr. Ana de Ita, Impactos del Procede en los conflictos agrarios y la concentración de la tierra, Centro de estudios para el Cambio en el Campo Mexicano (Ceccam), 2003. https://scholar.google.com/citations?user=ry3F-2AAAAAJ&hl=en. Cfr. Ramón Vera Herrera, “Procede-Procecom: las escrituraciones del diablo”, Ojarasca 86, junio de 2004

17) Tenencia de la tierra y derechos agrarios. pdf, diciembre 2003. http://www.sagarpa.gob.mx/ sdr/evets/sm_jovenes/pdfs/1_eirr_sra.pdf, primer párrafo.

18) Ver Registro Agrario Nacional, Nota técnica sobre la Propiedad Social, 2017, http://www.ran. gob.mx/ran/indic_bps/NOTA_TECNICA_SOBRE_LA_PROPIEDAD_SOCIAL_v26102017

19) La stessa Banca Mondiale, nel verificare la forza di ejidos e comunità, ha cercato di ribaltare i risultati, raccomandando la forza agraria collettiva e sottolineando così la promozione di forme associative e contrattuali tra aziende e comunità, ejidos e singoli produttori. World Bank, Rising global interest in farmland. Can it yield sustainable and equitable benefits?, 7 de septiembre de 2010. https://openknowledge.worldbank.org/handle/10986/2263

20) Andrés Barreda, “La catástrofe del agua en México sólo la explican las políticas que impuso el TLC”, Ojarasca 178, febrero de 2012. https://www.jornada.com.mx/2012/02/11/ ojaportada.html

21) Ibidem

22) Per la natura del sistema agroalimentare industriale e per i suoi effetti devastanti sul nucleo dei rapporti umani con la natura che consentono una piena autonomia, il nostro testo sottolinea ciò che è legato al paesaggio (e alla devastazione ambientale) e forse tralascia alcuni degli effetti puntuali che i TLC hanno per quanto riguarda l'economia e i settori più urbani.

23) GRAIN, “El mal llamado tren maya, acaparamiento multimodal de territorios”, 28 de febrero de 2020, https://grain.org/es/article/6416-el-mal-llamado-tren-mayaacaparamiento-multimodal-de-territorios y “Zonas de sacrificio, Informe para el Relator Especial sobre Derechos Humanos y para el Relator Especial sobre Sustancias Tóxicas y Derechos Humanos 26 de agosto de 2021”. GRAIN, “Influenza porcina, un sistema alimentario que mata”, 28 de abril de 2009 https://grain.org/es/article/190-influenzaporcina-un-sistema-alimentario-que-mata; GRAIN, 8 de enero de 2010, “Recordando La Gloria, Un nuevo documental de televisión rastrea los orígenes de la pandemia del virus H1N1 hasta las granjas de cerdos en México” https://grain.org/es/article/4032-recordando-la-gloria; Vedi GRAIN, “Reformas estructurales, tratados de libre comercio y guerra a la subsistencia, enero de 2015, op.cit. Vedi Ana de Ita: “Efectos del libre comercio en la soberanía alimentaria, el maíz y la autonomía”, documento inédito, preparado especialmente para el Tribunal Permanente de los Pueblos, febrero de 2012.

24) Secondo i dati ufficiali del Ministero dell'Interno messicano, attraverso la sua Unidad de Política Migratoria, Registro e Identidad de Personas, la "diaspora messicana è una delle più grandi al mondo (13 milioni di migranti nel 2017), preceduta solo dall'India (15,6 milioni), una situazione che spiega il peso e la presenza della popolazione messicana all'estero. La maggior parte dei messicani all'estero risiede negli Stati Uniti d'America (11,6 milioni), Paese con cui ha il principale corridoio migratorio del mondo”. http://portales.segob.gob. mx/es/PoliticaMigratoria/Panorama_de_la_migracion_en_Mexico

25) EFE, “Más mexicanos llegaron a EEUU que los que se fueron de 2013 a 2018”, Los Angeles Times https://www.latimes.com/espanol/mexico/articulo/2021-07-09/masmexicanos-llegaron-a-eeuu-que-los-que-se-fueron-de-2013-a-2018

26) Carlos Ogaz, “Más de 70 Organizaciones europeas exigen al gobierno mexicano el fin de la represión contra caravanas migrantes”, desinformémonos.org, 8 de septiembre de 2021, https://desinformemonos.org/mas-de-70-organizaciones-europeas-exigen-algobierno-mexicano-el-fin-de-la-represion-contra-caravanas-migrantes/

27) Ramón Vera-Herrera, “El lucrativo negocio de vigilar y castigar”, desinformemonos.org, 17 de septiembre de 2019, https://desinformemonos.org/el-lucrativo-negocio-de-vigilar-y-castigar/

28) Le ricerche del Centro de Estudios para el Cambio en el Campo Mexicano (Ceccam) durante 15 anni, sono la fonte di queste conclusioni. Vedi www.ceccam.org.mx

29) Ana de Ita: “Efectos del libre comercio en la soberanía alimentaria, el maíz y la autonomía”, documento inédito, preparado especialmente para el Tribunal Permanente de los Pueblos, febrero de 2012.


 

08 giugno 2023 (pubblicato qui il 30 agosto 2023)