Per anni i sostenitori della REDD+ hanno indicato il programma REDD+ dello Stato di Acre, nell'Amazzonia brasiliana, come un modello per il mondo. WRM ha parlato con Letícia Yawanawa, leader indigena di Acre, e Dercy Teles de Carvalho, ex presidente del Sindacato dei Lavoratori Rurali di Xapuri e difensora delle estrattiviste1, una conversazione su come la REDD+ abbia danneggiato la vita delle donne nelle comunità che dipendono dalla foresta.
Per anni i sostenitori della REDD+, come il WWF e la Banca Mondiale, hanno indicato il programma REDD+ dello Stato di Acre come un modello. Eppure, in tutte le valutazioni fatte su questo programma si parla poco dell'impatto che la REDD+ ha avuto sulla vita delle donne nelle comunità che difendono le foreste. WRM ha parlato con Leticia Yawanawá, leader indigena di Acre, e con Dercy Teles de Carvalho, ex presidente del Sindacato dei Lavoratori Rurali Xapuri, difensora delle popolazioni estrattiviste.
L'Acre è uno Stato dell'Amazzonia brasiliana con oltre l'80% del territorio coperto da foreste. La storia del processo di mercificazione della natura ad Acre è iniziata nel 1999, con l'arrivo al governo dello Stato del Partito dei Lavoratori (PT) . Questo governo, che si definiva "governo delle foreste", adottò la tesi secondo cui era possibile avviare un nuovo ciclo economico nel territorio di Acre, mantenendo la "foresta in piedi" e introducendo lo Stato nell'era del cosiddetto "capitalismo verde".
Nel 2010, con la legge statale SISA che ha creato il Sistema di Incentivi Statali per i Servizi Ambientali, si definiva un quadro normativo per questo processo. Tale legge rendeva attuabile il primo programma REDD+ giurisdizionale al mondo, raggiungendo l'intero territorio dello stato.2 Nel 2012 il governo tedesco, attraverso la sua banca pubblica KfW e il suo programma REM (REDD Early Movers), premiava il governo di Acre per aver creato questa legge e per la riduzione della deforestazione avvenuta nell'area durante il decennio precedente, un periodo in cui la REDD+ non esisteva nemmeno. Da quel momento in poi, la KfW ha trasferito 16 milioni di euro (più di 18,5 milioni di dollari) in 4 anni, seguiti da altri trasferimenti milionari.
Il WWF, tra le ONG internazionali che hanno contribuito alla stesura della legge SISA, ha definito il programma REDD+ del governo di Acre "un'iniziativa senza precedenti e pionieristica".3 Il programma ha ricevuto anche un forte sostegno da parte della Banca Mondiale che, nel corso degli anni, ha facilitato le visite ad Acre dei rappresentanti di ONG e governi di altri paesi del Sud globale, come grande esempio di REDD+ nel mondo.
WRM ha parlato con Leticia Yawanawá, Atai Yawanawá in lingua indigena, attivista nel movimento indigeno fin dal 1996 e attualmente consigliera dell'organizzazione femminile indigena SITOAKORE - Organizzazione delle donne indigene dell'Acre, Amazzonia meridionale e Rondonia nordoccidentale. Leticia, che è stata a capo dell'organizzazione per due mandati, è anche membro del Consiglio nazionale delle donne indigene (CONAMI). WRM ha parlato anche con Dercy Teles de Carvalho, che è nata a Xapuri e vive nella "colocaçao"4 Pimenteira, piantagione di caucciù Boa Vista. Nel 1981 è stata la prima donna ad essere eletta presidente del Sindacato dei Lavoratori Rurali di Xapuri, e una delle prime in Brasile precedendo Chico Mendes, eletto alla fine del 1982.
WRM: Come valuta questi 10 anni di REDD+ per le popolazioni indigene di Acre, considerando che tale programma ha sempre dichiarato che queste popolazioni sarebbero state una delle sue priorità?
LETICIA: La mia valutazione è molto negativa. Ho trascorso quasi 6 anni come consulente SISA. Quando la coordinatrice del REM/SISA tornava dalle COP (Conferenze delle Parti sul Cambiamento Climatico delle Nazioni Unite), diceva che molte popolazioni indigene ne avrebbero beneficiato. Iniziai quindi a osservare quali fossero i vantaggi per i Popoli Indigeni. Quello che ricordo di quando ero coordinatrice del SITOAKORE e mi recavo spesso nelle terre indigene, è che non ho visto nessuna comunità ricevere benefici dal programma REDD+. Oltre a questo, continuano ancora ad esserci terre in attesa di demarcazione e che non hanno mai ricevuto alcun sostegno; la lotta per la demarcazione delle terre continua.
Quello che vedevo allora in città, nel governo, era che avevano uffici belli e ben attrezzati, con molti tecnici che venivano da altri luoghi ed erano pagati dal SISA. Ma non ho mai visto nessun indigeno lavorare lì, né donne né uomini. E non si può dire che gli indigeni non abbiano le capacità; ho diversi conoscenti indigeni istruiti che potrebbero lavorare lì. Ma abbiamo visto, e vediamo tuttora, solo tecnici.
Come anziana consigliera del SISA, dicevo che le risorse che arrivano ai Popoli Indigeni dovevano portare un risultato che rimanesse nella comunità, destinato al bene della comunità. Entrare nell'ufficio del SISA era molto bello, ma per i Popoli Indigeni non c'era nemmeno una struttura di riferimento, né per le donne né per gli uomini. Parlavo e molte volte la gente mi guardava pensando che fossi venuta solo per criticare. Ci sono altri conoscenti che venivano a qualche riunione del SISA, che guadagnavano una giornata di lavoro senza poter dire nulla.
Non sono mai stata ben vista dal governo. Erano obbligati a invitare la nostra organizzazione perché eravamo un'organizzazione femminile del tutto regolare (che è quello che chiedono). Allora non potevano evitare di invitarci perché anche noi eravamo un'organizzazione che rappresentava tre stati: tutto l'Acre, il sud dell'Amazzonia (che è la Boca de Acre) e il nord-ovest della Rondonia. Il SISA dichiarava di lavorare con 20-30 associazioni, ma è una menzogna, perché la maggior parte di esse non esiste più. Oggi vediamo altre [associazioni] ONG che si appropriano di queste risorse, come la stessa CPI (Comisión Pro-Indio), o l'AMAIAC (Asociación del Movimiento de Agentes Agroforestales Indígenas de Acre).
WRM: Il programma REDD+ ha portato a un cambiamento nell'organizzazione delle popolazioni, creando più associazioni in modo che il governo potesse distribuire le risorse. Lei ha già detto che non ha visto cambiamenti, che i fondi REDD+ non hanno aiutato a delimitare le terre indigene. Come ha influito tutto questo sulle donne indigene delle comunità?
LETICIA: In qualità di coordinatrice dell'organizzazione femminile ho detto che noi, donne indigene, non siamo api né formiche per vivere di odore. Viviamo di azioni concrete, per quanto piccole possano essere. C'era stato un incontro, in un hotel molto lussuoso, in cui erano presenti diversi paesi. Erano presenti autorità di diversi paesi, ma io non ero stata invitata perché non volevano che mi presentassi per dire la verità.
Ma sono andata lo stesso a quella riunione. Ho aspettato che tutti parlassero. Molte persone mi guardavano con grande preoccupazione perché sapevano che avrei parlato. Così ho chiesto la parola, perché ero una consigliera dell'EMN/SISA, consigliera titolare. Eravamo quattro donne e ho detto: "Guardate donne, sto per parlare". Non ho l'abitudine di mentire; non ho l'abitudine di dire cose non vere. Hanno parlato di vari budget, milioni e milioni. E poi ho chiesto: dove sono questi milioni? Noi donne, dove siamo incluse in questi milioni? Tutti ascoltavano impauriti. E ho detto ancora: dove siamo? Siamo dimenticate in mezzo alla foresta con questo programma REM, che è lo stesso programma REDD+. La signora tedesca, Cristina, mi ha sentito e mi ha detto: "Doña Leticia, vorrei parlare con te". Ho aspettato, ma quando è uscita non mi ha più rivolto la parola, nemmeno uno sguardo. Così ho scritto la lettera di dimissioni dal consiglio.
Quindi non posso dire di vedere un buon risultato. Noi donne non siamo state incluse, anche se c'è il personale della CPI, sebbene ci sia la nostra conoscente Francisca Arara, che è rappresentante del governo ma non delle donne indigene delle comunità. Perché un'associazione indigena con una donna eletta dalla comunità è un'altra cosa, sia chiaro. Non sto giocando, sto dicendo la verità. Le donne non partecipano. Se ci sono donne che vanno in un altro paese, vanno come rappresentanti del governo, è un'altra cosa. Ma tra le donne indigene di Acre non c'è partecipazione.
WRM: Come ha influito la REDD+ sulle donne estrattiviste artigianali all'interno della Riserva Estrattiva Chico Mendes, nei 10 anni in cui sono stati implementati i vari progetti a presunto beneficio delle famiglie e delle donne? Ad esempio la "borsa verde", il progetto "foresta piantata" e la gestione forestale nota come taglio selettivo del legname.
DERCY: Nel 2010, quando il governo di Acre fece sua la politica della REDD+, decretò la regola dello "zero incendi" e presentandosi con la "borsa verde". Si trattava di un pagamento trimestrale dato a compensazione del fatto che la popolazione non poteva coltivare una piantagione nella foresta. Si tratta di un danno culturale irrecuperabile perché, sia le donne indigene che quelle appartenenti alle popolazioni estrattiviste tradizionali, hanno sempre lavorato nelle piantagioni. A causa di questo divieto, dal 2010 hanno smesso di produrre. E il cibo è una delle cose fondamentali per la vita; senza cibo nessuno può vivere ed essere felice. Le donne piantavano ortaggi e li vendevano. Oggi la gente dipende dall'acquisto di alimenti, riso raffinato che proviene da un altro Stato, dal Mato Grosso. La "borsa verde" è un'elemosina. Non so se il valore sia aumentato, ma era di 100 reais [meno di 19 dollari] al mese e, proprio in questi giorni, l'ICMBio5 sta distribuendo sacchetti di prodotti industrializzati all'interno della Riserva. Quindi è qualcosa che incide profondamente sulla vita delle donne, perché smettono anche di trasmettere ai loro figli la cultura della produzione di ciò che consumano, prodotti di qualità, senza agrotossine, all'interno della comunità stessa.
A proposito del progetto "foresta piantata", definito anche 'sistema agroforestale', ho parlato con una donna che fa parte di questo programma e che ha presentato molti reclami. In primo luogo si è lamentata dell'aumento del carico di lavoro nella vita della sua famiglia. In secondo luogo perché dopo aver ricevuto le piantine pronte per essere piantate, non hanno avuto alcun supporto per realizzare i lavori, come un tagliaerba o del carburante, per mantenere il sistema agroforestale come volevano loro. Inoltre la famiglia era sottoposta a continue richieste da parte del presidente dell'associazione, responsabile del progetto, il quale effettuava visite periodiche per verificare che il sistema fosse mantenuto entro i parametri stabiliti dal progetto. Quella donna mi ha detto che la sua vita è diventata un inferno. Altro problema quello delle piantine, disponibili solo al di fuori della stagione delle piogge, quando invece dovrebbero essere disponibili proprio in questa stagione per permettere alle piante di ambientarsi alla stagione secca. Per questo motivo la maggior parte delle piante non è sopravvissuta, perché le persone non avevano la possibilità di annaffiarle. In conclusione, ha funzionato solo per 5 persone, e quelle 5 persone erano legate al governo, quindi non si sono sporcate le mani. Hanno pagato qualcuno per fare il lavoro. Ecco perché per loro ha funzionato.
Per quanto riguarda la "gestione forestale", non è stata mai realmente sostenibile. Al contrario, ha creato dei precedenti per cui sono state le stesse comunità a distruggere la foresta. Nei 20 anni in cui l'Acre è stato governato dal discorso dello sviluppo sostenibile, il governo non ha attuato alcuna politica che garantisse la sostenibilità delle famiglie. La gestione non ha lasciato risorse che avrebbero dovuto cambiare la vita delle famiglie, al contrario le ha impoverite. E ha creato un precedente per cui le famiglie continueranno a vendere legname, indipendentemente dal fatto che ci sia o meno un'impresa che si occupi della gestione; vendono ai grandi allevatori di bestiame per recintare i loro pascoli. Sappiamo che tutto questo causerà un impoverimento della popolazione, soprattutto delle donne che finiranno nelle periferie delle città, soffrendo, vedendo le loro figlie, che addirittura si prostituiscono, unirsi alle fazioni [associate al narcotraffico].
Questo è un dato molto complicato, perché sappiamo che un tempo le donne potevano crescere i propri figli all'interno di un modello culturale improntato sul rispetto e sulla responsabilità. Oggi vediamo ragazze di 14-15 anni con un bambino in braccio; ci sono casi di abusi sessuali su minori e famiglie distrutte. Ma tutto resta nell'anonimato, invisibile, ed è per questo che continua. L'ingresso di questi agenti esterni ha portato una snaturalizzazione profonda dello stile di vita e ha lasciato solo rovine, niente di positivo.
Esistono una serie di elementi aggiuntivi che hanno contribuito ad una specie di naturalizzazione di quanto sta accadendo. Ad esempio il telefono cellulare più moderno è presente all'interno della Riserva, negli angoli più disparati, stessa cosa per la televisione. Sono elementi che distraggono, che impediscono di riflettere. Un altro elemento che ha contribuito in modo significativo è rappresentato dalle chiese evangeliche, che hanno incoraggiato questo processo di dispersione delle persone in relazione alla realtà e al futuro.
[Il popolo non ha modo di opporsi, dal momento
che usano un linguaggio tale che nessuno
può capire cosa stanno dicendo]
WRM: Una delle proposte del programma REDD+ è quella di trasformare le donne indigene in piccole imprenditrici, creare mercati per il loro artigianato, anche all'estero. Cosa pensa di queste iniziative?
LETICIA: Ho visitato diversi territori indigeni e ho visto che il 90% degli artigiani sono donne indigene che realizzano i loro manufatti, i loro dipinti per uso personale e per la vendita. Questo genera un'auto-sostenibilità all'interno del villaggio. Ci sono molte donne, vedove, a volte abbandonate dai loro mariti, che sono lì con i loro bambini. Queste donne si aiutano a vicenda con i figli, realizzano i loro prodotti artigianali. È con loro che avevamo preso l'impegno di creare uno spazio per ricevere i loro prodotti artigianali, venderli e restituire loro il denaro. Era quello che avevamo proposto loro, era il desiderio delle donne, ma non è successo.
L'artigianato è sempre stato per il nostro uso, ha un valore simbolico e non è fatto in un modo qualsiasi. Uno è quello di trasformare le perline in un disegno che abbia un significato, per ricordare i nostri dipinti quando ancora non avevamo contatti. E sempre, quando vendiamo i nostri prodotti artigianali, facciamo una cerimonia. La persona che lo indossa è benedetta. Gli Apurinã indossano un anello nero, sai? Fanno un rituale quando la donna ha le coliche, le mettono l'anello in modo che non ne abbia tante. Quindi tutti i prodotti artigianali hanno un significato per noi, un valore culturale e spirituale.
WRM: Si sostiene che la REDD+ sia un meccanismo per ridurre la deforestazione ma, dopo 10 anni di programmi REDD+ in Acre, la deforestazione sta aumentando, ancor più con Bolsonaro al potere. Come ha influito sulle terre indigene e sulle riserve estrattive? Quali sono le sfide che le donne devono affrontare?
DERCY: Le donne delle comunità tradizionali svolgevano molte attività, tra cui il lavoro con i cipós [una sorta di liane con cui si realizzano corde, ndt]. Recentemente sono stata in un territorio e ho visto che lì, dove c'era solo la foresta e dove camminavo in passato quando ero una operatrice sanitaria, la foresta è scomparsa. Questo è stato un danno per le donne perché con i cipós creavano oggetti e guadagnato denaro: scope, bisacce per raccogliere il mais e il riso nei campi, ceste per riporre i vestiti sporchi e altre per raccogliere le uova di gallina (perché sono ben ventilati e questo ne favorisce la durata). Oggi questo non è più possibile. Non ci sono più cipós perché tutto è stato trasformato in pascolo.
La deforestazione ha subito una violenta accelerazione nel periodo compreso tra il 2019 e il 2021, con Bolsonaro al potere, a causa della svalutazione dell'estrattivismo artigianale. Poiché questa estrazione non copre la domanda di consumo che si è creata con l'arrivo delle strade e dell'energia, la gente sta lottizzando il territorio e, così facendo, sta disboscando ettari, cioè si sta formando una grande azienda agricola con molti proprietari. Uno vende 3 ettari, un altro ne vende 5, un altro ancora 6. Oggi andate a vedere, da qui a Xapuri, e attraversate la riserva estrattiva da una parte all'altra lungo la diramazione, lungo la strada.
Per quanto riguarda l'intero processo che vedo con il programma REDD+, la mia prospettiva è che saremo in grado di invertire la situazione attraverso un processo educativo che lavori insieme alle comunità, con un linguaggio accessibile che la gente possa capire. La gente non ha modo di opporsi perché loro [i promotori della REDD+] usano un linguaggio che nessuno può capire. E quando non si hanno informazioni non si hanno argomenti per opporsi.
Per quanto riguarda le donne, dobbiamo investire in campo politico, coinvolgere le donne in questo dibattito in modo che capiscano il processo, perché in Brasile siamo la maggioranza. Allora saremo in grado di cambiare le cose, non appena capiremo tutto ciò che sta accadendo, la gravità di questo processo, e riusciremo a posizionarci politicamente.
LETICIA: Guardiamo a tutto ciò con grande tristezza. Secondo la nostra storia, la nostra spiritualità, il Samaúma è un albero molto grande in mezzo alla foresta, per questo si dice che è una donna; è frutto, è ombra, è il più grande di tutti. Ora sta peggio, perché vediamo tagliare sempre più legna, legno cresciuto in 40 o 50 anni tagliato in pochi minuti. È molto triste constatarlo.
[Noi rimarremo nella nostra terra, con o senza denaro,
è nostro obbligo come Popoli Indigeni]
Se il Samaúma fosse una donna parlante piangerebbe, urlerebbe quando le portano via i figli. Così arrivano le siccità che colpiscono la gente delle nostre terre, perché le nostre terre sono circondate da persone che nemmeno conosciamo. Gli animali finiscono per abbandonare la terra disboscata, gli igarapés - il nome che nell'Amazzonia brasiliana viene dato ai ruscelli che confluiscono in un fiume - si prosciugano e alla fine si prosciugano anche i fiumi. Come donna indigena vedo tutto questo con grande tristezza.
Ma continueremo a vivere nella nostra terra, con o senza soldi, è un nostro obbligo come Popoli Indigeni. Con il sostegno andrà meglio, che il budget non vada solo a beneficio degli uffici governativi della città, e che ci sia un sostegno soprattutto per le donne; le donne ne hanno bisogno.
* Traduzione di Marina Zenobio per Ecor.Network
Tratto da:
15 años de REDD. Un mecanismo intrínsecamente corrupto
Joanna Cabello, Jutta Kill (Coord.)
Boaventura Monjane, Chris Lang, Dercy Teles de Carvalho, Euridse Samuel, Izzuddin Prawiranegara, Joanna Cabello, Jutta Kill, Larry Lohmann, Letícia Yawanawa, Muyissi Environnement, Natacha Bruna, Prince Lungungu, Tamra L. Gilbertson, Tom Goldtooth
Movimiento Mundial por los Bosques Tropicales (WRM), 2022 - 110 pp.
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Note:
1) Estrattivista / Estrattivismo. Da non confondere con le industrie estrattive. L'estrattivismo nel contesto brasiliano descrive uno stile di vita seguito da una serie di comunità tradizionali. La raccolta di prodotti forestali non legnosi, spesso in combinazione con l'agricoltura di sussistenza, definisce l'estrattivismo. L'estrazione del caucciù, l'estrazione del lattice dagli alberi di caucciù che crescono all'interno della foresta, ne è un esempio. Il frutto della palma açai e le castagne sono altri esempi di prodotti che stanno alla base delle economie estrattiviste. L'estrattivismo è spesso associato alla raccolta del caucciù e con l'Amazzonia brasiliana. Tuttavia, esistono comunità estrattive tradizionali fuori dalla regione amazzonica, come la 'quebradeiras' di cocco babaçu, che raccolgono e lavorano i frutti delle palme babaçu.
2) Viene chiamata "REDD+ giurisdizionale" quando l'implementazione si dà non solo su terreni attribuiti a progetti specifici, ma in un'intera giurisdizione, come un dipartimento, una provincia, uno stato o un paese. Per maggiori informazioni: https://www.wrm.org.uy/es/otras-informaciones/de-proyectos-redd-a-redd-jurisdiccional-mas-malas-noticias-para-el-clima-y-las-comunidades
3) https://www.wwf.org.br/?33524/Acre--primeiro-estado-a-realizar-transaes-com-REDD
4) Nome dato al luogo di vita e di lavoro dei raccoglitori di caucciù e delle loro famiglie. Generalmente costituito dalla casa e da un'area destinata alla piccola agricoltura e zootecnia, circondata da viali di alberi di caucciù. La dimensione media di questi terreni è di circa 300 ettari.
5) ICMBio: Chico Mendes Biodiversity Institute, agenzia del governo federale responsabile della gestione delle riserve estrattive–RESEX.