*** Prima Parte ***

REDD/1 - Cosa si nasconde dietro le lettere R - E - D - D ?

di Movimiento Mundial por los Bosques Tropicales (WRM)

Cosa significano le lettere REDD?

Si tratta dell'acronimo per Riduzione delle Emissioni dovute a Deforestazione e Degrado delle foreste.

Perché si discute di foreste nelle riunioni delle Nazioni Unite sul clima?

Il fatto che il carbonio si trovi nel carbone, nel petrolio e nel gas, oltre che negli alberi, viene spesso utilizzato per sostenere che la riduzione della deforestazione è importante per evitare il caos climatico (si veda l'illustrazione e il testo Carbono Fósil versus Carbono Biótico). Il gruppo di scienziati che consiglia le Nazioni Unite sulle questioni climatiche ha legittimato questa discutibile argomentazione affermando che, per evitare il collasso climatico, ciò che conta è quanta anidride carbonica, gas a effetto serra, si accumula nell'atmosfera, e non la provenienza di questa anidride carbonica 1.
Le aziende produttrici di combustibili fossili e i governi dei paesi industrializzati utilizzano questo argomento per distogliere l'attenzione dall'urgente necessità di proteggere gli antichi serbatoi sotterranei da cui proviene la maggior parte del carbonio contenuto nei gas serra. Ciò significa porre fine all'estrazione di carbone, petrolio e gas. La REDD aiuta a ritardare questa inevitabile decisione, fingendo che la protezione delle foreste (o la piantumazione di milioni di alberi) possa cancellare i danni causati dalla continua combustione di carbon fossile. Si tratta quindi di una pericolosa distrazione.

Perché ci sono così tanti nomi diversi per REDD e qual è la differenza tra loro?

La spiegazione di come la REDD aiuterebbe a porre fine alla deforestazione è cambiata diverse volte da quando è stato introdotta, nel 2005. In parte questi cambiamenti riflettono l'influenza di diversi gruppi di interesse sulla sua progettazione. Inizialmente la REDD doveva ottenere la riduzione delle emissioni derivanti dalla deforestazione offrendo denaro alle aziende che distruggono le foreste. Con ogni successiva modifica sono aumentate le attività risultate idonee per ciò che, in quel momento, si riteneva potesse aprire le porte a grandi volumi di finanziamenti internazionali. La piantumazione di alberi, l'estrazione di legname, la conservazione delle foreste e l'intensificazione delle pratiche agricole tradizionali, come l'agricoltura itinerante, sono state infine dichiarate attività ammissibili per i finanziamenti REDD. Esistono almeno cinque diverse varianti di REDD, ognuna con un proprio nome.

  • È iniziato nel 2005 con RED, con il focus incentrato sulla D=deforestazione.
    Il presupposto era che i pagamenti RED avrebbero fatto sì che le foreste valessero di più in piedi che abbattute. Il denaro per la RED avrebbe dovuto convincere le aziende intente a distruggere le foreste a smettere di tagliare gli alberi.

  • Nel 2007 è stata aggiunta una seconda D=degrado, permettendo così alla REDD di pagare anche chi danneggia una foresta lasciando però alcuni alberi in piedi, in modo che ciò che rimane possa essere ancora chiamato foresta nelle statistiche internazionali. Che sia RED o REDD, i pagamenti sono stati promessi a chiunque avesse pianificato di distruggere o degradare una foresta e fosse stato poi disposto ad annullare tali piani. Si trattava di un incentivo molto perverso, perché invitava al ricatto: se non mi paghi, distruggerò la foresta.
     

  • Poco dopo è stato aggiunto un +/plus: REDD+, che ha permesso di effettuare pagamenti alle aziende produttrici di legname e di piantagioni, oltre che all'industria della conservazione. In particolare, il "+" aggiunge "il potenziamento delle riserve di carbonio" (piantagioni), la "gestione forestale sostenibile" (disboscamento industriale) e la conservazione (aree protette) come attività per le quali è possibile richiedere i pagamenti REDD.
    Le argomentazioni a favore di queste aggiunte sono diverse. Le giustificazioni più comuni includono il fatto che gli alberi assorbono il carbonio durante la loro crescita, quindi piantare molti alberi dovrebbe essere positivo per il clima 2, e che le imprese del legname hanno bisogno di denaro extra per potersi permettere il lusso di disboscare con più attenzione e praticare il cosiddetto "disboscamento selettivo" con particolare attenzione al clima.L'argomento per aggiungere la conservazione all'elenco è ancora più problematico.
    Per coloro che già proteggono le foreste, il modo per qualificarsi per i finanziamenti REDD è accettare una delle seguenti storie: 1) alcune delle loro attività (di solito l'agricoltura itinerante) danneggiano la foresta e dovranno per cui interrompere o modificare tali attività in cambio dei fondi REDD; 2) la loro foresta è minacciata da intrusi che invadono il loro territorio. Questa intrusione e la conseguente deforestazione possono essere affrontate solo con i fondi REDD; senza REDD, coloro che proteggevano la foresta non avrebbero avuto fondi sufficienti per fermare la deforestazione.
    Queste storie rafforzano la falsa percezione secondo cui i popoli che dipendono dalle foreste siano gli agenti della deforestazione, oppure assolvono lo Stato dall'obbligo di prevenire l'invasione o e la distruzione delle foreste nei territori dei Popoli Indigeni. La seconda linea di argomentazione ignora che in molti paesi la protezione dei territori indigeni dall'invasione è un obbligo legale delle autorità statali. La REDD attribuisce questa responsabilità alle popolazioni che dipendono dalle foreste, le cui foreste vengono invase.
     

  • Il cambiamento successivo ha portato ai nomi di REDD+ paesaggistico e REDD+ giurisdizionale. L'argomentazione era che REDD+ doveva comprendere aree più ampie che trascendessero i singoli progetti. Così si diceva che per ridurre la deforestazione erano necessari programmi REDD che coprissero intere regioni, province o Stati nazionali. Altrimenti la distruzione potreva andare oltre i confini del progetto REDD. L'Accordo di Parigi dell'Onu sui cambiamenti climatici del 2019 fa riferimento a questa versione di REDD. Poiché coinvolge molte aree forestali diverse, con diversi regimi di proprietà e di possesso, i governi si assumono la responsabilità di contabilizzare i cambiamenti del volume di carbonio immagazzinato nelle foreste nell'ambito della REDD+ giurisdizionale. La contabilizzazione del carbonio dei singoli progetti REDD+ deve essere integrata in qualche modo nel bilancio del carbonio forestale nazionale o provinciale del governo. Il Fondo BioCarbonio della Banca Mondiale ha avviato iniziative di questo tipo. Nel cosiddetto mercato volontario del carbonio, continuano a dominare i progetti REDD individuali, anche se si prevede che questi progetti saranno integrati in qualche modo nei piani REDD+ giurisdizionali. Come e quando ciò avverrà, e cosa significherà per i singoli progetti REDD, non è ancora chiaro.
     

  • REDD non è mai stato un nome che ha funzionato bene per i dipartimenti di pubbliche relazioni; il termine era troppo lungo, troppo tecnico, troppo difficile da spiegare, troppo complicato da tradurre in altre lingue. Con l'opposizione alla REDD in crescita e i difetti del suo progetto sempre più evidenti, le grandi ONG conservazioniste hanno iniziato a promuovere la REDD con un altro nome: Soluzioni basate sulla natura o Soluzioni climatiche naturali 3.
     

  • La REDD Indigena è stata una concessione alle pressioni dei Popoli Indigeni per ricordare ai promotori della REDD che in molti luoghi è stata la resistenza delle popolazioni indigene alla distruzione delle foreste e alla demarcazione dei loro territori a mantenere in piedi le foreste. Questa proposta è arrivata dopo che la conservazione è diventata un'attività ammissibile ai fini REDD. La demarcazione e il riconoscimento legale dei territori indigeni è stata una richiesta centrale dei Popoli Indigeni per partecipare alla REDD Indigena. Nella maggior parte dei casi questa promessa non è stata ancora mantenuta 4.
     

Chi ha avuto l'idea e chi promuove la REDD?

Le discussioni risalgono all'inizio dei colloqui sul clima delle Nazioni Unite. I progetti che sostengono di ridurre le emissioni evitando la deforestazione (ad esempio quelli delle aziende produttrici di olio di palma o di soia che non disboscano le foreste per espandere le loro piantagioni) sono stati esclusi dal mercato del carbonio ai sensi del Protocollo di Kyoto delle Nazioni Unite del 1997. I negoziatori sul clima hanno fornito quattro ragioni principali per tale decisione: 1) questi progetti genererebbero così tanti crediti di carbonio da "inondare il mercato" e ridurre il prezzo dei crediti di carbonio; 2) le foreste possono bruciare e, quando lo fanno, la compensazione delle emissioni di carbonio fossile va persa (il linguaggio usato nel dibattito dell'epoca era che lo stoccaggio del carbonio nelle foreste non aveva la permanenza necessaria per consentire la compensazione delle emissioni di carbonio fossile); 3) il rallentamento della deforestazione nell'area limitata di un progetto di compensazione del carbonio forestale non impedisce a coloro che distruggono la foresta di continuare a distruggerla altrove; 4) non esiste un modo diretto per misurare quanto carbonio viene immagazzinato in una foresta, quindi le cifre sono altamente inaffidabili e i calcoli hanno rivelato grandi variazioni e imprecisioni.

Le ONG internazionali che si occupano di conservazione, come Environmental Defense e Nature Conservancy, e i think tank come l'Istituto mondiale delle risorse (World Resources Institute - WRI) hanno condotto un'intensa campagna per l'inclusione dei progetti di compensazione forestale nel meccanismo di scambio delle emissioni di carbonio del Protocollo di Kyoto. Hanno continuato le loro campagne e nel 2005 la Coalition for Rainforest Nations, attraverso i rappresentanti dei governi di Papua Nuova Guinea e Costa Rica, ha reintrodotto l'idea nei negoziati sul clima delle Nazioni Unite come RED (Riduzione delle emissioni derivate dalla deforestazione, vedi sopra). Questa coalizione viene spesso erroneamente descritta come una coalizione di nazioni con foreste pluviali, mentre il suo nome corretto, "Coalizione per le Nazioni con Foreste Tropicali", rivela la sua vera natura di ONG. È stata creata da due laureati della Columbia Business School, un americano e un italiano, uno dei quali è cresciuto in Papua Nuova Guinea ed è stato regolarmente membro della delegazione del paese alle conferenze sul clima dell'ONU.

Con il sostegno governativo di paesi industrializzati come Norvegia, Germania e Regno Unito, questa "Coalizione di Nazioni per le Foreste Pluviali" ha svolto un ruolo chiave nel radicare la REDD nei negoziati sul clima dell'ONU a Bali, in Indonesia nel 2007. Nello stesso anno, la Banca Mondiale lanciava il Fondo cooperativo per il carbonio delle foreste, (Forest Carbon Partnership Facility - FCPF), con l'intento di "dare impulso ad un mercato del carbonio forestale" 5. Successivamente lanciava anche il Fondo per il biocarbonio e il Programma di investimenti forestali (FIP nell'acronimo inglese). Insieme a iniziative come il programma REDD Early Movers (REM) del governo tedesco e la Norwegian International Climate and Forest Initiative (NICFI) del governo norvegese, questi programmi hanno guidato la REDD+ in molti paesi del Sud globale.

Sebbene le argomentazioni per non includere il carbonio forestale nei meccanismi di compensazione del Protocollo di Kyoto siano rimaste invariate, la REDD è stata introdotta come strumento di politica forestale internazionale. Sostenuta da un'ampia gamma di programmi di finanziamento governativi e filantropici, è emersa un'industria completamente nuova. Include società di consulenza, aziende con progetti REDD come Wildlife Works Carbon, standard di certificazione come gli Standard Climatici, Comunità e Biodiversità (CCBS nell'acronimo inglese) e agenti di vendita specializzati in progetti REDD. Con i posti di lavoro e le carriere legate alla REDD, è improbabile che la questione dell'efficacia e della reale idoneità dell'idea sia in cima alla lista di questo gruppo di sostenitori della REDD.

Che fine fanno i soldi promessi per la REDD?

Il finanziamento per la REDD ha quattro fonti di provenienza. La maggior parte dei fondi proviene dai governi, direttamente e attraverso enti come la Banca Mondiale e il Fondo Verde per il Clima 6. Organizzazioni filantropiche e aziende interessate ad acquistare crediti di carbonio hanno finanziato singoli progetti REDD e le organizzazioni che la promuovono.

La Banca Mondiale e altre iniziative bilaterali REDD hanno utilizzato la loro "assistenza tecnica" per supervisionare la preparazione di "linee di base" delle emissioni derivate da forestazione e del carbonio immagazzinato negli alberi, nonché per la creazione di sistemi di misurazione, rendicontazione e verifica (MRV) dei movimenti del carbonio forestale. Hanno inoltre preparato settori per la loro inclusione nei meccanismi di contabilizzazione e nel mercato del carbonio, e hanno avviato le modifiche legali necessarie per consentire ai paesi del Sud di partecipare ai mercati del carbonio nell'ambito dell'Accordo di Parigi o di altri sistemi internazionali del mercato del carbonio, come il CORSIA dell'industria aeronautica 7.

La Banca Mondiale, in particolare, si è avvalsa di iniziative REDD come il Programma di Investimento Forestale (FIP nell'acronimo inglese), il Fondo Cooperativo per il Carbonio Forestale (FCPF, nell'acronimo inglese) 8 o l'Iniziativa sui Paesaggi Forestali Sostenibili del Fondo per il BioCarbonio (ISFL nell'acronimo inglese) per aprire ulteriormente le economie del Sud ai mercati del carbonio e dei materie prime agricole. Ad esempio, l'ISFL copre attività in cinque paesi (Etiopia, Zambia, Indonesia, Colombia e Messico). Il suo impatto sulle politiche nazionali che riguardano l'agricoltura contadina può essere duraturo e aprire la strada a un'agricoltura contadina messa in un angolo e sottomessa all'agricoltura industriale. Il Fondo per il BioCarbonio non nasconde l'obiettivo dell'iniziativa: essere pioniere di programmi che consentano ai paesi e al settore privato di "abbracciare i cambiamenti sul modo in cui gli agricoltori utilizzano la terra" 9.
Anche se alla fine questi programmi venderanno ben pochi crediti di carbonio, metteranno comunque l'agricoltura contadina all'angolo, in contrapposizione alla produzione agroindustriale e continueranno a minare le pratiche agricole tradizionali, come la coltivazione itinerante e l'uso di incendi controllati per la preparazione del terreno.

(1. Continua)

* Traduzione Marina Zenobio per Ecor.Network



15 años de REDD. Un mecanismo intrínsecamente corrupto

Joanna Cabello, Jutta Kill (Coord.)
Boaventura Monjane, Chris Lang, Dercy Teles de Carvalho, Euridse Samuel, Izzuddin Prawiranegara, Joanna Cabello, Jutta Kill, Larry Lohmann, Letícia Yawanawa, Muyissi Environnement, Natacha Bruna, Prince Lungungu, Tamra L. Gilbertson, Tom Goldtooth
Movimiento Mundial por los Bosques Tropicales (WRM), 2022 - 110 pp.
 

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NOTE:

1) Si veda la conversazione del 2020 "Carbon Policy is not Climate Policy" di Larry Lohmann Lohmann su alcune delle ragioni per cui questa nozione è discutibile: http://www.thecornerhouse.org.uk/resource/carbon-policy-not-climate-policy

2) WRM (2020). Che c'è di male nel piantare alberi? https://www.wrm.org.uy/es/publicaciones/que-hay-de-malo-en-plantar-arboles-el-nuevo-impulso-para-expandir-las-plantaciones-industriales-de-arboles-en-el-sur-global. Versione in italiano a cura di EcorNetwork: https://ecor.network/estrattivismo/che-c-%C3%A8-di-male-nel-piantare-alberi-1/

3) Counsell, S. (2021). Le ONG conservazioniste regalano agli inquinatori un enorme bottino di terra sotto il nome di "soluzioni basate sulla natura". In: "Soluzioni basate sulla natura: nascondono un enorme furto di terra". Bollettino WRM 255 - Marzo/Aprile 2021. https://wrm.org.uy/bulletins/issue-255/

4) Si veda, ad esempio, la lettera del 25 settembre 2020 dell'AIDESEP al FCPF: Lettera n. 156-2020-Aidesep: http://www.aidesep.org.pe/sites/default/files/media/COMUNICADOS/Letter%20N%C2%B0%20156-2020-Aidesep%20about%20PRE.pdf; Forest Peoples Programme (2021), La realtà della Redd in Perù. Tra il dire e il fare: http://www.forestpeoples.org/sites/fpp/files/publication/2011/11/la-realidad-de-redd-en-peru-entre-el-dicho-y-el-hecho-para-el-sitio-web_0.pdf e Rights and Resources Initiative (2018): MaiNdombe: il Laboratorio REDD+ andrà a beneficio delle popolazioni indigene e delle comunità locali? https://rightsandresources.org/publication/mai-ndombe-will-redd-laboratory-benefit-indigenous-peoples-local-communities/

5) Forest Carbon Partnership Facility Takes Aim at Deforestation. https://archive.md/BDXmG

6) Global Forest Coalition (2020). 15 anni di REDD. Ne è valsa la spesa? https://globalforestcoalition.org/wp-content/uploads/2020/09/REDD-briefing.pdf WRM (2019). Finanziamenti ingannevoli: il sostegno del Fondo verde per il clima a REDD+: https://www.wrm.org.uy/es/articulos-del-boletin/financiamiento-enganoso-el-apoyo-del-fondo-verde-para-el-clima-a-redd

7) Cabello, J. (2013). La Banca Mondiale e la "preparazione al mercato": Una "bibbia sul carbonio" per i paesi del Sud: http://www.carbontradewatch.org/articles/the-world-bank-and-market-readiness-a-carbon-bible-for-southern-countries.html

8) Fern and Forest Peoples Programme (2011). Fumo e specchi: una valutazione critica del Forest Carbon Partnership Facility: https://redd-monitor.org/2011/03/15/smoke-and-mirrors-a-critical-assessment-of-the-forest-carbon-partnership-facility/

9) https://www.biocarbonfund-isfl.org/ e https://www.biocarbonfund-isfl.org/sites/isfl/files/2020-04/ISFL%20CSO%20Briefing_June%202016.pdf per una panoramica su chi è coinvolto nelle diverse iniziative.


 

10 gennaio 2023 (pubblicato qui il 02 marzo 2023)