*** Quarta parte ***

La grande truffa/4Come i grandi inquinatori stanno promuovendo l’agenda climatica dello "zero netto" per ritardare, ingannare e negare

di Jesse Bragg, Rachel Rose Jackson, Souparna Lahiri


 

CASE STUDY: GLI IMPEGNI "ZERO NETTO" DELLA SHELL, UNA TABELLA DI MARCIA PERCHE' TUTTO CONTINUI AD ESSERE UGUALE

La Shell si è impegnata a diventare una "impresa energetica a emissioni zero netto entro il 2050" e sostiene che le sue emissioni totali di carbonio hanno raggiunto il picco nel 2018. 99 Si è inoltre impegnata a ridurre le emissioni che i consumatori producono bruciando i combustibili fossili che estrae e raffina. Ma un'analisi dettagliata dei suoi piani smentisce le sue affermazioni e rivela le falle nella sua armatura, come rivelato dal suo direttore esecutivo Ben van Beurden che, nel 2019, ha dichiarato: "Nonostante quello che dicono molti attivisti, è perfettamente legittimo investire nel petrolio e nel gas perché il mondo lo richiede".100

La Shell si è impegnata a ridurre gradualmente la sua produzione di petrolio dell'1-2% all'anno attraverso disinvestimenti e la riduzione naturale. Tuttavia, il messaggio della Shell agli azionisti indica che la sua produzione di petrolio e gas continuerà a rappresentare una grande percentuale del suo budget, pari a 8 miliardi di dollari. 101 Inoltre continuerà a spendere 4 miliardi di dollari per le sue attività relative al gas naturale liquefatto (GNL) e fino a 5 miliardi di dollari per prodotti chimici e raffinerie. La Shell prevede di aumentare i volumi e i mercati del GNL per fornire, entro il 2025, più di 7 milioni di tonnellate all'anno di nuova capacità.

La multinazionale britannica propone anche di compensare un totale di 120 milioni di tonnellate all'anno e vuole creare un mercato mondiale di SBN (Soluzioni Basate sulla Natura). Questo non è realistico, dato che l'intero mercato delle compensazioni volontarie di carbonio (cioè le compensazioni che sono in vendita per l'acquisto da parte di attori globali) nel 2019 è stato di soli 104 milioni di tonnellate.

Per rispettare l'impegno di emissioni "zero netto" entro il 2050, la Shell intende affidarsi all'uso di soluzioni basate sulla natura (SBN) per compensare le proprie emissioni. Entro il 2035 la Shell dovrà inoltre catturare e stoccare 25 milioni di tonnellate di carbonio all'anno; si propone anche di compensare un totale di 120 milioni di tonnellate all'anno entro il 2030 e di creare un mercato globale di SBN.102. Questo però non è realistico, dato che l'intero mercato delle compensazioni volontarie di carbonio (cioè le compensazioni che sono in vendita per l'acquisto da parte di attori globali) nel 2019 era di soli 104 milioni di tonnellate. Le potenti distrazioni pericolose su cui Shell fa affidamento per raggiungere lo "zero netto" dimostrano chiaramente la sua intenzione di continuare a inquinare piuttosto che ridurre le emissioni alla fonte.

Secondo Carbon Brief, la visione energetica mondiale della Shell ("Sky 1.5") presenta uno scenario mondiale che prevede l'uso continuo di petrolio, gas e carbone fino alla fine del secolo, il che è anche indicativo delle sue intenzioni.103 Questa visione globale propone anche un grande programma di riforestazione che avrà bisogno, per questo secolo, di 700 milioni di ettari di terra, un'area equivalente alle dimensioni del Brasile.104

La Shell sta nascondendo una realtà in cui, dietro la facciata dello "zero netto", tutto continui a restare uguale. Secondo il professor Wim Carton dell'Università di Lund: "Se iniziamo a normalizzare l'uso di queste emissioni negative su scala planetaria, permetteremo a compagnie come la Shell di affermare che stanno raggiungendo qualsiasi obiettivo climatico che gli venga in mente, semplicemente ipotizzando emissioni negative su larga scala e dicendo allo stesso tempo che dobbiamo investire nella produzione di petrolio e gas". 105

 

CASE STUDY: TOTAL SA, ACCAPARRAMENTO DI TERRE IN CONGO PER RAGGIUNGERE LO "ZERO NETTO" ED EVITARE DI RIDURRE LE EMISSIONI

La Total SA ha promesso di raggiungere emissioni "zero netto" entro il 2050. 106 Parte del suo piano per raggiungere tale obiettivo consiste nell'occupare, in Africa, oltre 10 milioni di ettari di terra di riserve per piantare alberi. 107 Ma da dove proverranno queste terre? La Total può occuparle? Da un punto di vista scientifico o morale, si può utilizzare la quantità di alberi necessari alla Total perché possa continuare ad inquinare?

Il 16 marzo 2021, la Total SA e la società di consulenza francese Forêt Ressources Management (FRM) hanno firmato un accordo con la Repubblica del Congo per piantare una foresta di 40.000 ettari sull'Altopiano di Batéké. 108 La Total intende utilizzare gli alberi piantati come pozzo di assorbimento del carbonio per sequestrare oltre 10 milioni di tonnellate di anidride carbonica in 20 anni. Questo è solo uno dei tanti accordi che la Total dovrà stringere per poter affermare di "compensare" ciò che continua a emettere.

Ma su gran parte delle terre di questa regione del Congo vivono il popolo indigeno dei pigmei Aka e i contadini Bantu. La mappatura di queste terre suggerisce che esse sostengono la vita e la cultura di queste comunità e che sono loro a preservarle. 109 È probabile che la Total o il governo deportino queste comunità dai loro territori. La Total non ha fatto alcun riferimento pubblico sulla questione, affermando solo che i suoi progetti di compensazione creeranno posti di lavoro e avranno "un impatto positivo per diverse migliaia di persone". 110 Ha anche promesso di creare un fondo per sostenere la salute e l'istruzione nei "villaggi circostanti". Ma non ha pubblicato alcun dettaglio su questi piani, né se tutto ciò sia stato discusso con le comunità, o se queste siano consapevoli della possibilità di essere espulse dai loro territori.

Anche il tipo di alberi che la Total sta piantando è problematico. Nei loro progetti in Congo hanno segnalato l'uso di alberi non endemici provenienti dall'Australia o dall'Asia, che indeboliscono la biodiversità locale e possono distruggere l'ecosistema naturale. 111 La Total intende, inoltre, abbattere gli alberi e lavorarli per la produzione di legname o di energia. I benefici ambientali sono pochissimi, se non nulli. In realtà, è probabile che la Total stia creando un'operazione di sfruttamento forestale utilizzando specie arboree invasive con il pretesto dell'azione per il clima.

L'affanno della Total nel dimostrare il proprio impegno nell'azione per il clima in Congo non è una coincidenza. Nel 2019 ha ottenuto il permesso di continuare le esplorazioni petrolifere, un accordo che è stato descritto come una "condanna a morte per questo habitat di importanza mondiale per le popolazioni e la fauna selvatica". 112

Come siamo arrivati a questo punto? Nel giro di pochi anni, il concetto di "zero netto" è passato dall'essere un concetto di discussione scientifica a costituire sempre più la base di deboli piani "zero netto" che si sono radicati nel discorso mainstream fino a diventare l'approccio predominante per corporazioni e governi. Oltre a esaminare i piani aziendali "zero netto" e le loro lacune, questa sezione aiuta a far luce su come "zero netto" sia diventata una espressione di moda nelle azioni per il clima. I risultati indicano che, più che limitarsi ad usare le promesse "zero netto" per fare greenwashing sui loro programmi e continuare a inquinare, sono i grandi inquinatori a guidare la distrazione "zero netto" e a lavorare dietro le quinte per scansare le soluzioni reali. Lo "zero netto" è l'atto finale della loro grande evasione dalle responsabilità verso la crisi climatica.

Sebbene non ci siano scuse per tale manipolazione e negligenza, la moltitudine di scappatoie legali presenti nei cosiddetti piani d'azione per il clima delle aziende non dovrebbe sorprendere nessuno, considerando chi sono gli attori e quali sono i loro precedenti. I grandi inquinatori hanno una comprovata esperienza decennale di ritardi, inganni e negazioni. Alcuni di loro sono a conoscenza da più di mezzo secolo delle implicazioni pericolose dei loro prodotti e delle loro pratiche commerciali.

I grandi inquinatori hanno messo in atto una serie di tattiche per continuare a inquinare e a trarre profitto. La nostra analisi dimostra che "zero netto" è solo l'ultima versione perversa della campagna di ostruzioni e ritardi orchestrata dai grandi inquinatori. Le strategie qui descritte sono familiari a chiunque abbia studiato il manuale strategico dei grandi inquinatori o delle grandi aziende dell'industria del tabacco. La novità sta nel modo in cui hanno applicato quel manuale per porre lo "zero netto" al centro della politica, estromettendo le soluzioni reali lungo il percorso.

 

STRATEGIA 1. L'ACQUISTO: COMPRARE LA VOLONTÀ POLITICA PER GARANTIRE POLITICHE "ZERO NETTO"

La macchina guidata delle industrie che spingono i programmi "zero netto" è formidabile. È la stessa che ha minato e indebolito il Protocollo di Kyoto 113-114-115, per non parlare degli sforzi tutti concertati sull'ottenere politiche climatiche significative in paesi, come gli Stati Uniti, storicamente responsabili della maggior quantità di emissioni. Questa macchina dispone sia di singoli lobbisti aziendali che di alcune delle associazioni professionali più potenti del mondo, come l'American Petroleum Institute 116-117-118 e la Camera di Commercio degli Stati Uniti. 119-120-121 Questi gruppi sono così efficaci e influenti che non solo sono riusciti a impedire che le soluzioni reali prosperassero, ma hanno anche promosso politiche che estendono i benefici ai loro membri e clienti.


Ottenere un credito d'imposta "zero netto" negli Stati Uniti

Un esempio di politica che mina le vere soluzioni mentre al contempo aumenta i profitti degli inquinatori attraverso programmi "zero netto", è un incentivo fiscale che gli Stati Uniti hanno ribattezzato credito d'imposta 45Q. Lo sviluppo del credito d'imposta 45Q fornisce una panoramica di come i grandi inquinatori modellano condizioni politiche favorevoli ai loro programmi "zero netto". L'incentivo previsto dalla sezione 45Q dell'Internal Revenue Code sovvenziona le grandi aziende per le attività legate alla cattura e allo stoccaggio del carbonio, anche quando questo processo in sé sia utilizzato per l'estrazione di più petrolio o gas. 122 In altre parole, questa politica premia finanziariamente gli inquinatori che armeggiano con false soluzioni, invece di apportare le modifiche necessarie per contenere l'inquinamento, promuovere soluzioni reali e ridurre le emissioni. Tra il 2010 e il 2019, solo dieci aziende hanno rivendicato il 99,9% del miliardo di dollari abbonato per aver dichiarato di aver sequestrato il carbonio. 123

Nel 2020, un'indagine dell'Inspector General for Tax Administration degli Stati Uniti (Ispettore generale del Tesoro per l'amministrazione fiscale statunitense) ha concluso che l'incentivo 45Q è stato utilizzato grossolanamente e in modo improprio, soprattutto da parte delle poche grandi aziende che avevano richiesto, fino a quel momento, la quasi totalità dell'incentivo fiscale. 124 L'indagine ha concluso che solo tre di queste dieci società disponevano di un meccanismo per qualificarsi per l'incentivo. Sebbene l'IRS (l'Internal Revenue Service, l'agenzia delle entrate USA) si sia rifiutata di rivelare i nomi di queste aziende 125 considerata la loro dichiarata intenzione di affidarsi a questa tecnologia e quindi di continuare la produzione, è ragionevole supporre che molte delle imprese inquinanti menzionate in questo rapporto siano tra queste dieci, soprattutto in considerazione delle attività di lobbying messe in atto per ottenere questo credito che documenteremo di seguito. Si è detto che ci sono stati membri del Congresso che hanno dichiarato di aver ragione di credere che il credito maggiore sia andato alla Exxon, e le stime suggeriscono che la Exxon potrebbe essere in grado di richiedere fino a 70 milioni di dollari all'anno grazie al credito per uno solo dei suoi impianti CCS. 126

Nonostante il comprovato cattivo utilizzo dell'incentivo fiscale e il suo fondamentale fallimento nel promuovere l'uso continuato dei combustibili fossili, è stata allegata una proposta normativa al Consolidated Appropriations Act (Legge sugli stanziamenti consolidati) 2021 che cercava di estendere questo incentivo fiscale fino al 2025. 127 Questa norma potrebbe spianare la strada all'inazione climatica con il pretesto dello "zero netto" e spiazzare le politiche che cercano davvero di affrontare la crisi climatica.

I grandi inquinatori non hanno lasciato al caso l'approvazione di questa legge incentrata sullo "zero netto". Al contrario, hanno manovrato i fili per far sì che la legge venisse approvata. A cominciare da aziende come Exxon, 128 Chevron, 129 BP, 130 Shell, 131 American Airlines, 132 Amazon, 133 Walmart, 134 BlackRock 135 e Microsoft 136 che hanno svolto attività di advocacy in relazione alla proposta di legge.

Tra il 2019 e il 2020* i grandi inquinatori sono stati finanziariamente generosi con il proponente e con i quattro co-sponsor della proposta di legge:

l'industria del petrolio e del gas ha contribuito con oltre 227.000 dollari alla campagna elettorale del proponente, il rappresentante Henry Cuellar, più di qualsiasi altro settore industriale, 137 compresi i 12.500 dollari della Chevron e i 10.000 della Exxon. 138

Il co-sponsor, il rappresentante Michael McCaul, ha ricevuto più di 190.000 dollari dall'industria del petrolio e del gas e più di 50.000 dollari dalle industrie del commercio al dettaglio e delle compagnie aeree, 139 compresi i contributi individuali di Exxon, Chevron, Amazon e Delta Airlines. 140 La Chevron si è classificata come ottavo contributore individuale. 141

Il co-sponsor, il rappresentante Vicente Gonzalez, ha ricevuto quasi 150.000 dollari dall'industria del petrolio e del gas, 142 compresi i contributi di Exxon e Chevron, 143 più di qualsiasi altro settore industriale.

Questi importi possono sembrare piccoli, soprattutto se paragonati agli enormi profitti di queste grandi imprese, ma la dice lunga su l'influenza che si assicurano per relativamente poco. Alla fine dei conti sembra che il loro manovrare i fili abbia dato i suoi frutti e gli impatti per i popoli e per il pianeta non sono trascurabili. Nel dicembre 2020 è stata approvata la legge che ha formalmente prorogato questo incentivo fiscale per le false soluzioni almeno fino al 2025, nonostante il fatto che il suo cattivo utilizzo sia già stato sistematicamente documentato.

Eppure queste grandi imprese non perdono tempo a festeggiare la loro vittoria. Solo pochi mesi dopo l'approvazione della legge, nel marzo 2021, è stata introdotta al Senato degli Stati Uniti una legge bipartisan per estendere l'incentivo fiscale 45Q fino al 2030. 144 La proponente del progetto di legge, la senatrice Shelley Moore Capito, ha ricevuto più di 300.000 dollari dall'industria del petrolio e del gas e quasi 170.000 dollari dal trasporto aereo, 145 inoltre ha ricevuto contributi aziendali tra cui più di 100.000 dollari da Exxon, 146 Chevron, 147 American Airlines, 148 Delta Airlines, 149 Amazon, 150 Microsoft, 151 DuPont, 152 e Walmart. 153

Questo è solo un esempio della manipolazione politica in un paese dove hanno sede molte aziende inquinanti. Si consideri che quasi certamente e quotidianamente si stanno manovrando fili simili in paesi di ogni parte del mondo. Per un esempio analogo su come i grandi inquinatori stiano spingendo politiche simili per sostituire le soluzioni reali con distrazioni pericolose, come la CCS nell'UE, leggete "Hydrogen Hype". 154 Manovrando questi fili le aziende inquinatrici stanno, attraverso il "zero netto, gettando le basi per la loro grande fuga dalle responsabilità.
 

STRATEGIA 2. IL BLOCCO DEI GRUPPI DI PRESSIONE POLITICA: INFLUENZARE LE POLITICHE PER DARE PRIORITÀ ALL'AGENDA "ZERO NETTO"

Fin da quando esiste l'UNFCCC (acronimo inglese per la Convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, ndt), principale spazio internazionale per la collaborazione globale sulla politica climatica, i grandi inquinatori hanno minato le proposte politiche forti ed eque degli attivisti per la giustizia climatica.

Queste company sono in grado di influenzare e minare le politiche sul clima sponsorizzando e assicurando l'accesso di politici laddove si prendono decisioni e ad eventi negoziali di alto livello, 155-156 svolgendo attività di advocacy nei corridoi attraverso i loro gruppi commerciali di settore, 157-158 o addirittura negoziando per conto delle delegazioni governative. 159 Si impegnano anche in un'aggressiva attività di advocacy a livello nazionale per promuovere i loro interessi. Questo fenomeno, chiamato cooptazione aziendale, è il principale fattore di indebolimento della volontà politica e il più grande ostacolo a una risposta globale forte ed equa al cambiamento climatico. 160-161 Nell'UNFCCC, la loro manipolazione ha portato a un Accordo di Parigi molto più debole del necessario: tra gli altri risultati è volontario, piuttosto che vincolante, non richiedere riduzioni specifiche delle emissioni, non menziona nemmeno il petrolio o il gas e non porta ai necessari impegni finanziari per il clima.

I grandi inquinatori hanno ammesso pubblicamente la loro ingerenza: David Hone, consulente della Shell per il cambiamento climatico, si è preso "un po' di merito" per aver integrato con successo i mercati del carbonio nell'Accordo di Parigi.162 Si è spinto fino a dire che le proposte politiche da loro sviluppate si sono riflesse nell'Accordo di Parigi e nelle linee guida per la sua attuazione.

Uno dei leader di questa offensiva in seno all'UNFCCC è l'Associazione internazionale per lo scambio di quote di emissione (IETA nell'acronimo inglese), fondata e tuttora gestita da giganti dei combustibili fossili come BP, Shell e Chevron.163 Riceve finanziamenti da oltre 170 aziende, banche e company. La sua missione dichiarata è quella di promuovere i mercati del carbonio e riesce a farlo per conto dei grandi inquinatori che ne fanno parte. Il loro obiettivo principale nell'ambito dell'UNFCCC è stato quello di imporre meccanismi di mercato del carbonio debolmente regolamentati al centro della politica climatica internazionale, più recentemente attraverso una sezione dell'Accordo di Parigi denominata articolo 6. I mercati del carbonio sono direttamente collegati alle iniziative "zero netto". Come affermato dalla IETA, "il mercato volontario del carbonio svolge un ruolo importante nel raggiungimento degli obiettivi dell'Accordo di Parigi e nel facilitare il percorso verso lo "zero netto". 164

Quando i governi del mondo si riuniranno alla 26a Conferenza delle Parti dell'UNFCCC (COP26), prevista a Glasgow alla fine del 2021, i governi dovrebbero concordare le regole per l'utilizzo dell'articolo 6, e quindi dei mercati del carbonio, per rispettare gli impegni dell'Accordo di Parigi. 165 Se la IETA, le grandi aziende inquinatrici e i ricchi paesi inquinanti come gli Stati Uniti, l'Australia e i paesi dell'UE avranno successo, i mercati del carbonio continueranno a escludere le soluzioni reali, comprovate ed eque, di cui abbiamo bisogno per affrontare in modo giusto la crisi climatica. Se ciò accadrà è garantito che andremo ben oltre la soglia di 1,5°C. 166

Uno sguardo complessivo sulla presenza della IETA all'UNFCCC rivela che questa organizzazione non lascia nulla al caso in quei momenti chiave in cui gli interessi dei grandi inquinatori e dei mercati del carbonio possono guadagnare terreno negli spazi politici internazionali. La Figura 1 mostra il numero di persone che la ETA ha portato all'UNFCCC nei momenti chiave in cui i mercati del carbonio potevano guadagnare spazio. Il documento confronta inoltre questo numero con le dimensioni delle delegazioni governative, mostrando come la IETA si posizioni in modo da godere di un'influenza smodata durante questi negoziati. Ad esempio alla COP11 di Montreal, dove sono state adottate 21 decisioni storiche che hanno formalizzato i mercati del carbonio e i programmi di compensazione nel Protocollo di Kyoto, la IETA era presente con 402 rappresentanti, mentre la delegazione governativa media era di 15 persone.

All'UNFCCC la IETA mostra una notevole destrezza nel farsi amici i responsabili delle politiche climatiche, i delegati governativi e, in alcuni casi, anche con lo stesso segretariato dell'UNFCCC. Alla COP25 di Madrid nel 2019, la IETA ha organizzato un evento collaterale con un aggiornamento sull'articolo 6. Un membro del team di consulenza legale del segretariato UNFCCC lo ha presentato insieme alla IETA, una dimostrazione pubblica della loro alleanza. 167-168 Sempre alla COP25, in un altro evento sponsorizzato dalla IETA sui mercati del carbonio e l'articolo 6, lo stesso direttivo della Shell che si è vantato della sua influenza nell'Accordo di Parigi, ha tenuto una presentazione insieme a un direttore della divisione di politica energetica e climatica dell'UE, più precisamente del Ministero federale tedesco all'ambiente. 169 La IETA ha inoltre assegnato al Regno Unito il " Premio IETA Zero Netto" come "riconoscimento per l'eccellente approccio adottato, che consente ai finanziamenti del settore privato di raggiungere un obiettivo di emissioni nette pari a zero". 170 Questi sono solo alcuni esempi del rapporto conflittuale tra i politici e gli interessi inquinanti esposti, e di come la IETA utilizzi questi contatti per diffondere la sua narrazione sullo "zero netto". L'intervento della IETA all'UNFCCC è ricco di altri esempi come questi e l'ex presidente e membro onorario del consiglio di amministrazione della IETA, Andrei Marcu, ha effettivamente negoziato per conto di un paese. 171

L'influenza della IETA nei negoziati sul cambiamento climatico è in parte testimoniata dal dominio schiacciante delle sue delegazioni ufficiali, cioè dal numero di persone che porta con sé ai negoziati. Spesso è tra le organizzazioni non governative più grandi e le sue delegazioni sono spesso molto più numerose di quelle di alcuni dei paesi più colpiti dal cambiamento climatico. Questa linea temporale mostra le dimensioni della delegazione IETA ai negoziati sul clima dell'ONU fin dalla fondazione del gruppo industriale, rispetto alle dimensioni medie delle delegazioni governative nei momenti chiave in cui sono stati promossi i mercati del carbonio.

Quando si parla del controllo dei grandi inquinatori sulla politica internazionale, la IETA è solo una delle innumerevoli organizzazioni commerciali e industriali che sfruttano il loro accesso diretto a questi negoziati per promuovere i loro interessi d'impresa. Altri gruppi industriali che rappresentano gli interessi dei grandi inquinatori e che hanno influenza nei processi di elaborazione delle politiche sono la Camera di Commercio Internazionale, BusinessEurope, la Camera di Commercio degli Stati Uniti e il Consiglio Mondiale delle Imprese per lo Sviluppo Sostenibile. 172-173-174-175 La loro influenza collettiva è un motivo cruciale per cui la risposta globale alla lotta contro il cambiamento climatico è grossolanamente inadeguata e completamente ingiusta. Invece di soluzioni reali, accessibili e incentrate sulle persone, la risposta del mondo alla crisi climatica poggia su una debole base di false soluzioni come i mercati del carbonio, i programmi di compensazione e le "soluzioni basate sulla natura".


(4. Continua)


* Traduzione Marina Zenobio per Ecor. Network


The Big Con. How Big Polluters are advancing a “net zero” climate agenda to delay, deceive, and deny
di Jesse Bragg, Rachel Rose Jackson, Souparna Lahiri
Corporate Accountability International, Global Forest Coalition and Friends of the Earth International, in collaboration with Corporate Europe Observatory and other groups, 2021 - 24 pp.

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Note:

99) Shell, “Shell accelerates drive for net-zero emissions with customer-first strategy,” February 11, 2021, https://www.shell.com/media/news-and-media-releases/2021/shell-accelerates-drive-for-net-zero-emissions-with-customer-first-strategy.html.

100) Ron Bousso, Dmitry Zhdannikov, “Exclusive: No choice but to invest in oil, Shell CEO says,” Reuters, October 14, 2019, https://www.reuters.com/article/us-shell-climate-exclusive/exclusive-no-choice-but-to-invest-in-oil-shell-ceo-says-idUKKBN1WT2JL

101) Ron Bousso and Shadia Nasralla “With oil past peak, Shell sharpens 2050 zero emissions goal,” Reuters, February 11, 2021, https://www.reuters.com/article/ us-shell-strategy-idUSKBN2AB0LT.

102) Reuters Staff, “Shell turns to forests and the earth to soak up its emissions,” Reuters, February 11, 2021, https://www.reuters.com/article/us-shell-strategy-carbon- capture-carbonof/shell-turns-to-forests-and-the-earth-to-soak-up-its-emissions-idUSKBN2AB0TU.

103) “Analysis: Shell says new ‘Brazil-sized’ forest would be needed to meet 1.5C climate goal,” CarbonBrief, February 12, 2021, https://www.carbonbrief.org/analysis- shell-says-new-brazil-sized-forest-would-be-needed-to-meet-1-5c-climate-goal.

104) CarbonBrief, “Analysis: Shell says new ‘Brazil-sized’ forest would be needed to meet 1.5C climate goal,” February 12, 2021, https://www.carbonbrief.org/analysis- shell-says-new-brazil-sized-forest-would-be-needed-to-meet-1-5c-climate-goal.

105) “CarbonBrief, “Analysis: Shell says new ‘Brazil-sized’ forest would be needed to meet 1.5C climate goal,” February 12, 2021, https://www.carbonbrief.org/analysis- shell-says-new-brazil-sized-forest-would-be-needed-to-meet-1-5c-climate-goal.

106) Total, “Total Adopts A New Climate Ambition To Get To Net Zero By 2050,” May 05, 2020, https://www.total.com/media/news/total-adopts-new-climate-ambition- get-net-zero-2050.

107) Total, ”Total And Forêt Ressources Management To Plant A 40,000-Hectare Forest In The Republic Of The Congo,” March 16, 2021, https://www.total.com/media/ news/press-releases/total-and-frm-to-plant-forest-in-congo.

108) Total, ”Total And Forêt Ressources Management To Plant A 40,000-Hectare Forest In The Republic Of The Congo,” March 16, 2021, https://www.total.com/media/ news/press-releases/total-and-frm-to-plant-forest-in-congo.

109) Simon Counsell, “Anatomy of a ‘Nature-Based Solution’: Total oil, 40,000 hectares of disappearing African savannah, Emmanuel Macron, Norwegian and French ‘aid’ to an election-rigging dictator, trees to burn, secret contacts, and dumbstruck conservationists,” REDD-Monitor, April 16, 2021, https://redd-monitor. org/2021/04/16/anatomy-of-a-nature-based-solution-total-oil-40000-hectares-of-disappearing-african-savannah-emmanuel-macron-norwegian-and-french- aid-to-an-election-rigging-dictator-trees/.

110) Total, ”Total And Forêt Ressources Management To Plant A 40,000-Hectare Forest In The Republic Of The Congo,” March 16, 2021, https://www.total.com/media/ news/press-releases/total-and-frm-to-plant-forest-in-congo.

111) Simon Counsell, “Anatomy of a ‘Nature-Based Solution’: Total oil, 40,000 hectares of disappearing African savannah, Emmanuel Macron, Norwegian and French ‘aid’ to an election-rigging dictator, trees to burn, secret contacts, and dumbstruck conservationists,” REDD-Monitor, April 16, 2021, https://redd-monitor. org/2021/04/16/anatomy-of-a-nature-based-solution-total-oil-40000-hectares-of-disappearing-african-savannah-emmanuel-macron-norwegian-and-french- aid-to-an-election-rigging-dictator-trees/.

112) Counsell, “Anatomy of a ‘Nature-Based Solution’: Total oil, 40,000 hectares of disappearing African savannah, Emmanuel Macron, Norwegian and French ‘aid’ to an election-rigging dictator, trees to burn, secret contacts, and dumbstruck conservationists.”

113) Climate Investigations Center, “Global Climate Coalition Documents,” accessed May 17, 2021, https://climateinvestigations.org/global-climate-coalition-docu- ments/.

114) Felicity Lawrence, David Pegg and Rob Evans, “How vested interests tried to turn the world against climate science,” The Guardian, October 19, 2019, https://www. theguardian.com/environment/2019/oct/10/vested-interests-public-against-climate-science-fossil-fuel-lobby.

115) Greenpeace, “Exxon’s Climate Denial History: A Timeline,” accessed May 17, 2021, https://www.greenpeace.org/usa/ending-the-climate-crisis/exxon-and-the-oil- industry-knew-about-climate-change/exxons-climate-denial-history-a-timeline/.

116) Nick Cunningham, “Oil Industry’s Public Climate Denial Campaign Dates Back to at Least 1980, Nearly a Decade Earlier Than Previously Thought,” DeSmog, January 15, 2021, https://www.desmog.com/2021/01/15/api-american-petroleum-institute-oil-industry-public-climate-denial-campaign-1980/.

117) Robinson Meyer, “The Oil Industry Is Quietly Winning Local Climate Fights,” The Atlantic, February 20, 2020, https://www.theatlantic.com/science/ar- chive/2020/02/oil-industry-fighting-climate-policy-states/606640/.

118) Climate Investigations Center, “American Petroleum Institute,” accessed May 17, 2021, https://climateinvestigations.org/trade-association-pr-spending/ameri- can-petroleum-institute/.

119) Kate Sheppard, “Chamber: Global Warming Is Good for You,” Mother Jones, October 2, 2009, https://www.motherjones.com/politics/2009/10/more-cham- ber-commerces-climate-denial/.

120) David Roberts, “These senators are going after the biggest climate villains in Washington,” Vox, November 18, 2019, https://www.vox.com/energy-and-environ- ment/2019/6/7/18654957/climate-change-lobbying-chamber-of-commerce.

121) Climate Investigations Center, “United States Chamber of Commerce,” accessed May 17, 2021, https://climateinvestigations.org/trade-association-pr-spending/ united-states-chamber-of-commerce/.

122) Nicholas Kusnetz, “Exxon Touts Carbon Capture as a Climate Fix, but Uses It to Maximize Profit and Keep Oil Flowing,” Inside Climate News, September 27, 2020, https://insideclimatenews.org/news/27092020/exxon-carbon-capture/.

123) U.S. Department of the Treasury, TIGTA Memo, J. Russell George, April 15, 2020, https://www.menendez.senate.gov/imo/media/doc/TIGTA%20IRC%2045Q%20 Response%20Letter%20FINAL%2004-15-2020.pdf.

124) U.S. Department of the Treasury, TIGTA Memo, J. Russell George, April 15, 2020, https://www.menendez.senate.gov/imo/media/doc/TIGTA%20IRC%2045Q%20Response%20Letter%20FINAL%2004-15-2020.pdf.

125) “Following Ig Investigation Findings That Fossil Fuel Companies Improperly Claimed Nearly $1b In Clean Air Tax Credits, Menendez Urges IRS Commissioner To Audit & Examine All Claimants Of The Credit,” Bob Menendez, June 30, 2020, https://www.menendez.senate.gov/newsroom/press/following-ig-investigation-find- ings-that-fossil-fuel-companies-improperly-claimed-nearly-1b-in-clean-air-tax-credits-menendez-urges-irs-commissioner-to-audit-and-examine-all-claimants- of-the-credit.

126) Nicholas Kusnetz, “Exxon Touts Carbon Capture as a Climate Fix, but Uses It to Maximize Profit and Keep Oil Flowing,” Inside Climate News, September 27, 2020, https://insideclimatenews.org/news/27092020/exxon-carbon-capture/.

127) Consolidated Appropriations Act, 2021, 116th Congress, (2019-2020), https://www.congress.gov/bill/116th-congress/house-bill/133.

128) Exxon Mobil Corp, Lobbying Report, 2020 Q4, https://disclosurespreview.house.gov/ld/ldxmlrelease/2020/Q4/301240226.xml.

129) Chevron, USA, Inc., Lobbying Report, 2020 Q4, https://disclosurespreview.house.gov/ld/ldxmlrelease/2020/Q4/301235444.xml.

130) ProPublia, “Lobbying by BP America, Inc.,” Accessed May 25, 2021, https://projects.propublica.org/represent/lobbying/301020101.

131) Shell Oil Company, Lobbying Report, 2020 Q4, https://lda.senate.gov/filings/public/filing/772ac01b-3530-486b-a179-a3c905a7cd6e/print/.

132) American Airlines, Inc., Lobbying Report, 2020 Q4, https://lda.senate.gov/filings/public/filing/2dc8bf0b-30ce-4401-9f49-23b1dc2334a2/print/.

133) Amazon.com, Lobbying Report, 2020 Q4, https://lda.senate.gov/filings/public/filing/0cb5ea09-6308-4fad-8962-2751441fba11/print/.

134) Walmart Inc., Lobbying Report, 2020 Q4, https://lda.senate.gov/filings/public/filing/159a5316-7b2b-4fd8-b556-0bd3ca62392c/print/.

135) BlackRock, Inc., Lobbying Report, 2020 Q4, https://lda.senate.gov/filings/public/filing/86d7b162-1d1a-42d4-996b-fdb1e9d739b4/print/.

136) Microsoft Corporation, Lobbying Report, 2020 Q4, https://lda.senate.gov/filings/public/filing/0906e6e8-20f7-4e95-a649-68381ad16c87/print/. * According to data registered on OpenSecrets.org

137) OpenSecrets.org, “Rep. Henry Cuellar- Texas District 28: Top Industries 2019-2020,” Accessed May 25, 2021, https://www.opensecrets.org/members-of-congress/ henry-cuellar/industries?cid=N00024978&cycle=2020&type=C.

138) OpenSecrets.org, “Rep. Henry Cuellar- Texas District 28: Contributors 2019-2020,” Accessed May 25, 2021, https://www.opensecrets.org/members-of-congress/ henry-cuellar/contributors?cid=N00024978&cycle=2020&recs=100&type=I.

139) OpenSecrets.org, “Rep. Michael McCaul- Texas District 10: Top Industries 2019-2020,” Accessed May 25, 2021, https://www.opensecrets.org/members-of-con- gress/michael-mccaul/industries?cid=N00026460&cycle=2020&type=C.

140) OpenSecrets.org, “Rep. Michael McCaul- Texas District 10: Contributors 2019-2020,” Accessed May 25, 2021, https://www.opensecrets.org/members-of-con- gress/michael-mccaul/contributors?cid=N00026460&cycle=2020&recs=100&type=C.

141) OpenSecrets.org, “Rep. Michael McCaul- Texas District 10: Contributors 2019-2020,” Accessed May 25, 2021, https://www.opensecrets.org/members-of-con- gress/michael-mccaul/contributors?cid=N00026460&cycle=2020&recs=100&type=I.

142) OpenSecrets.org, “Rep. Vicente Gonzalez - Texas District 15: Top Industries 2019-2020,” Accessed May 25, 2021, https://www.opensecrets.org/members-of-con- gress/vicente-gonzalez/industries?cid=N00038809&cycle=2020&type=C.

143) OpenSecrets.org, “Rep. Vicente Gonzalez - Texas District 15: Contributors 2019-2020,” Accessed May 25, 2021, https://www.opensecrets.org/members-of-con- gress/vicente-gonzalez/contributors?cid=N00038809&cycle=2020&recs=100&type=C.

144) “U.S. Senators Smith, Capito Lead Bipartisan Senate Effort to Reduce Greenhouse Emissions with Carbon Capture Legislation,” Tina Smith United States Senator for Minnesota, March 25, 2021, https://www.smith.senate.gov/us-senators-smith-capito-lead-bipartisan-senate-effort-reduce-greenhouse-emissions-carbon-cap- ture.

145) OpenSecrets.org, “Sen. Shelley Moore Capito West Virginia: Top Industries 2015-2020,” Accessed May 25, 2021, https://www.opensecrets.org/mem- bers-of-congress/shelley-moore-capito/industries?cid=N00009771&cycle=2020&type=C.

146) “Exxon Mobil,” Open Secrets, accessed May 17, 2021, https://www.opensecrets.org/orgs/exxon-mobil/recipients?id=d000000129&t2-search=shelley.

147) “Chevron,” Open Secrets, accessed May 17, 2021, https://www.opensecrets.org/orgs/chevron/recipients?id=D000000015&t2-search=shelley.

148) “American Airlines Group,” Open Secrets, accessed May 17, 2021, https://www.opensecrets.org/orgs/american-airlines-group/recipi- ents?id=D000067697&t2-search=shelley.

149) OpenSecrets.org, “Sen. Shelley Moore Capito West Virginia: Contributors 2015-2020,” Accessed May 25, 2021, https://www.opensecrets.org/members-of-con- gress/shelley-moore-capito/contributors?cid=N00009771&cycle=2020&recs=100&type=C.

150) “Amazon.com,” Open Secrets, accessed May 17, 2021, https://www.opensecrets.org/orgs/amazon-com/recipients?id=D000023883&t2-search=shelley.

151) “Microsoft Corp,” Open Secrets, accessed May 17, 2021, https://www.opensecrets.org/orgs/microsoft-corp/recipients?id=D000000115&t2-search=shelley.

152) OpenSecrets.org, “Sen. Shelley Moore Capito West Virginia: Contributors 2015-2020,” Accessed May 25, 2021, https://www.opensecrets.org/members-of-con- gress/shelley-moore-capito/contributors?cid=N00009771&cycle=2020&recs=100&type=C.

153) OpenSecrets.org, “Sen. Shelley Moore Capito West Virginia: Contributors 2015-2020,” Accessed May 25, 2021, https://www.opensecrets.org/members-of-con- gress/shelley-moore-capito/contributors?cid=N00009771&cycle=2020&recs=100&type=C.

154) Corporate Europe Observatory, “The Hydrogen Hype: Gas industry fairy tale or climate horror story?”, 2020, https://corporateeurope.org/sites/default/ files/2020-12/hydrogen-report-web-final_3.pdf.

155) Corporate Accountability ,“FACTFILE: COP25 Bankrolled by Big Polluters,” 2019, https://www.corporateaccountability.org/resources/cop25sponsors/.

156) Corporate Accountability, “FACTFILE: COP24 Corporate Sponsors,” 2018, https://www.corporateaccountability.org/resources/factfile-cop24-corporate-sponsors/.

157) Corporate Accountability, “Inside job: Big Polluters’ lobbyists on the inside at the UNFCCC,” 2017, https://www.corporateaccountability.org/resources/inside-job- big-polluters-lobbyists-in-the-inside-at-the-unfccc/.

158) Corporate Europe Observatory, “Corporate interests still come first at UN climate talks,” November 22, 2017, https://corporateeurope.org/en/climate-and-ener- gy/2017/11/corporate-interests-still-come-first-un-climate-talks.

159) Corporate Accountability, “IETA, Big Polluters, and the UNFCCC,” 2018, https://www.corporateaccountability.org/resources/primer-ieta-big-polluters-and-the-un- fccc/.

160) Tamar Lawrence-Samuel, Rachel Rose Jackson, and Nathan Thanki, “13. The pivot point: realizing Sustainable Development Goals by ending corporate capture of climate policy,” Spotlight on Sustainable Development (2017), https://www.2030spotlight.org/en/book/1165/chapter/13-pivot-point-realizing-sustainable-develop- ment-goals-ending-corporate-capture.

161) Global Forest Coalition, “Corporate contagion: How the private sector is capturing the UN Food, Biodiversity and Climate Summits,” May 2021, https://globalforest- coalition.org/corporate-contagion/.

162) Kate Aronoff, “Shell Oil Executive Boasts That His Company Influenced The Paris Agreement,” The Intercept, December 8, 2018, https://theintercept. com/2018/12/08/shell-oil-executive-boasts-that-his-company-influenced-the-paris-agreement/.

163) Corporate Accountability, “IETA, Big Polluters, and the UNFCCC,” 2018, https://www.corporateaccountability.org/resources/primer-ieta-big-polluters-and-the-un- fccc/.

164) “IETA/ICAP Carbon Markets Virtual Pavilion - Journey to Net Zero: The Role of the Voluntary Carbon Market,” IETA, November 12, 2020, https://www.ieta.org/ event-4030855.

165) CarbonBrief, “In-depth Q&A: How ‘Article 6’ carbon markets could ‘make or break’ the Paris Agreement,” November 29, 2019, https://www.carbonbrief.org/in- depth-q-and-a-how-article-6-carbon-markets-could-make-or-break-the-paris-agreement.

166) United Nations, “UN emissions report: World on course for more than 3 degree spike, even if climate comitments are met,” November 26 2019, https://news. un.org/en/story/2019/11/1052171.

167) Update on Article 6 Negotiations, December 11, 2019, digital image, IETA, https://www.ieta.org/resources/Pictures/IMG_6927.jpg.

168) “Business Hub,” IETA, December 2-13, 2019, https://www.ieta.org/resources/COP25/IETA%20COP25%20BusinessHub%20Program%20Guide_Final%20draft.pdf.

169) “COP25 BUSINESS & INDUSTRY DAY (BINGO DAY),” IETA, December 6, 2019, https://www.ieta.org/resources/Conferences_Events/COP25/COP25_BINGO_Day_ Programme.pdf.

170) IETA, “United Kingdom wins Net Zero Award at COP25,” December 4, 2019, https://www.ieta.org/page-18192/8176708.

171) Corporate Accountability, “IETA, Big Polluters, and the UNFCCC,” 2018, https://www.corporateaccountability.org/resources/primer-ieta-big-polluters-and-the-un- fccc/.

172) Corporate Accountability, “Inside job: Big Polluters’ lobbyists on the inside at the UNFCCC,” 2017, https://www.corporateaccountability.org/wp-content/up-loads/2017/05/cai_Bonn2017_digital_FINAL.pdf.

173) Corporate Europe Observatory, with research contributions by Karolina Jankowska, “Trouble always comes in threes: Big polluters; the Polish Government and the UN,” Corporate Europe Observatory, November 19, 2013, https://corporateeurope.org/en/climate-and-energy/2013/11/trouble-always-comes-threes-big-pollut- ers-polish-government-and-un.

174) Corporate Europe Observatory, “On the cusp of a deal damning climate justice, lets take a look back at the corporate circus inside COP21,” December 11, 2015, https://corporateeurope.org/en/climate-and-energy/2015/12/cusp-deal-damning-climate-justice-lets-take-look-back-corporate-circus.

175) Corporate Europe Observatory, “Brussels’ most powerful lobbyist? Step forward BusinessEurope,” November 21, 2017, https://corporateeurope.org/en/power-lob- bies/2017/11/brussels-most-powerful-lobbyist-step-forward-businesseurope.

21 dicembre 2022 (pubblicato qui il 25 dicembre 2022)