
L'esperienza della base militare americana a Manta
Anni dopo, nel 1999, quando l'Ecuador, durante il governo del democristiano Jamil Mahuad, stava attraversando un'altra delle sue più grandi crisi, segretamente e senza l'autorizzazione del Congresso Nazionale venne autorizzata l'installazione di quella che venne chiamata Base Manta, il cui nome ufficiale era Forward Operating Location (FOL).
In quel periodo gli Stati Uniti cercavano ancora una volta di consolidare la propria egemonia nella regione. Iniziava l'attuazione del Plan Colombia, con l'obiettivo di combattere il narcotraffico, come affermato nel discorso ufficiale. Erano gli anni in cui dalla Casa Bianca si promuoveva l'idea di un'Area di Libero Commercio elle Americhe (ALCA). A Washington erano altrettanto preoccupati per il consolidamento del
regime di Hugo Chávez in Venezuela. Inoltre, tra gli altri fattori, il Pentagono si sentì sotto pressione perché gli Stati Uniti erano stati costretti ad abbandonare la base aerea di Howard a Panama a seguito dei trattati Torrijos-Carter. In questo contesto, la base di Manta prevedeva come pretesto ufficiale l'impiego di aerei per il controllo del traffico di droga.
Dopo 10 anni di attività, questa base, contrariamente a quanto sostengono altri, non ha contribuito a risolvere o quantomeno a ridurre la piaga del narcotraffico. Durante la sua esistenza il tasso di criminalità è aumentato vertiginosamente. Le spedizioni di droga sono triplicate. Decine di persone, in particolare pescatori, denunciarono abusi da parte dei soldati yankee. In sintesi, sono state registrate diverse violazioni dei diritti umani e la risposta della società mantense, nella sua maggioranza, è stata contraria al mantenimento di detta installazione militare straniera, come riportato dall’INREDH nel 2007.10
Inoltre, come è stato dimostrato, l'impiego degli aerei statunitensi non rispettarono i termini dell'accordo stipulato, poiché in molti casi erano mirate a combattere la guerriglia colombiana e a intercettare i migranti ecuadoriani, spesso compiendo azioni all'insaputa delle autorità ecuadoriane.
Il sogno di trasformare Manta in una sorta di Miami sul Pacifico è rimasto tale. I posti di lavoro creati sono durati otto mesi , il tempo dei lavori di ristrutturazione dell'aeroporto, in seguito sono stati offerti lavori di pulizia e trasporto merci. La crescita prevista nel turismo e nel commercio si è concretizzata in pochi casi, legati al settore dei bar, dei locali notturni e dei cabaret. Inoltre, le truppe di stanza lì, che godevano di privilegi diplomatici, consumavano pochi prodotti locali.
Nel 2009 l'accordo non venne rinnovato l'accordo e le truppe statunitensi si ritirarono da Manta, in ottemperanza a una disposizione costituzionale, nello specifico l'articolo 5:
“L' Ecuador è un territorio di pace. Non sarà consentita l'istituzione di basi militari straniere o di installazioni straniere per scopi militari. È vietato il trasferimento di basi militari nazionali a forze armate o di sicurezza straniere.”
Deve rimanere chiaro che questa decisione è stata presa dall'Assemblea Costituente di Montecristi come risultato di un lungo processo di resistenza nel Paese, in corso dal 1999, sotto la guida della Coalizione No Bases – Ecuador. Questa spinta ecuadoriana ha portato alla creazione del Global No Bases Network, formato nel marzo 2007 per sviluppare una strategia internazionale per la chiusura di tutte le basi militari straniere, un obiettivo che è rimasto attuale.
A questo punto, vale la pena ricordare che, dopo aver smantellato la base aerea di Manta, gli americani hanno creato altre due basi in Colombia, dove attualmente ce ne sono sette, senza essere riusciti a fermare il traffico di droga. Inoltre, la produzione di cocaina continua ad aumentare in Colombia e Perù, dove sono già operative cinque basi militari statunitensi, a cui si aggiungerà la base di controllo spaziale di Talara. È bene sapere che l'Impero americano ha quasi mille basi e installazioni militari in tutto il mondo, con le quali si garantiscono il potere e il benessere economico. Con questa dimostrazione di potenza militare, Washington non è riuscita a limitare la diffusione della droga, come invece è stato promesso con l'istituzione di una base militare statunitense nelle isole Galapagos, in seguito agli accordi raggiunti dai governi conservatori-neoliberisti di Guillermo Lasso e Daniel Noboa.
Ciò che sorprende oggi è che, in realtà, - come ha affermato l'ambasciatore statunitense Todd Chapman nel 2019 – dopo aver lasciato l'incarico a Quito – ,con con le nuove tecnologie le sfide nella lotta al narcotraffico non richiedono più una base militare statunitense in Ecuador, come nel caso della base di Manta. Questo diplomatico, in quell’intervista, affermò categoricamente che “non è nell’interesse degli Stati Uniti utilizzare i metodi del passato per affrontare le sfide dell'oggi”.11
È quindi chiaro che l'idea che la base statunitense alle Galapagos sia destinata a combattere la piaga del narcotraffico sta perdendo terreno. Gli interessi geostrategici di Washington prevalgono senza dubbio nella disputa per il potere mondiale con le altre grandi potenze imperialiste.
Con una nuova grande crisi, un’altra buona opportunità per Washington
Ora, nel mezzo di un’altra crisi di enormi proporzioni, che ha portato a livelli insostenibili di violenza e insicurezza causati dal crimine organizzato, nel mezzo di un grave collasso sociale ed economico,12 sembrano emergere nuovamente le condizioni per un altro sbarco di truppe nordamericane in Ecuador. La dichiarazione del presidente Noboa di un "conflitto armato interno" è in linea con le ambizioni di Washington, sempre desiderosa di approfondire i legami di sottomissione nel suo cortile, soprattutto oggi che le principali potenze mondiali sono determinate a consolidare le loro sfere di influenza e, se possibile, ad espanderle.
Gli Stati Uniti, come sappiamo bene, sono immersi fino al collo in una lunga e inutile guerra contro il traffico di droga: basterebbe ricordare la sua spettacolare sconfitta nella cosiddetta "guerra dell'oppio" in Afghanistan nel 2021. Tuttavia, ciò che conta è capire che la sua guerra al narcotraffico fa parte della sua geostrategia per espandere il suo controllo in tutto il mondo, soprattutto nella nostra regione. Serve da pretesto per numerose ingerenze e azioni basate sui suoi interessi imperiali.
Come abbiamo già sottolineato, dopo la chiusura della base militare statunitense di Manta, diverse forze politiche hanno condotto una campagna nazionale affinché si autorizzi il suo ripristino. E negli ultimi anni, i rappresentanti del Comando Meridionale hanno ripetutamente offerto la loro “collaborazione” militare. Ci sono stati diversi avvicinamenti giustificati con il coordinamento nella lotta contro il narcotraffico. Neanche sono sono mancati gli applausi da parte del Nord per l'operato del governo di Rafael Correa, mirati a ingraziarsi un leader che ha mantenuto una linea sovrana nella sua politica internazionale.
Tuttavia, sarebbe durante questa amministrazione in cui l'Ecuador aderì alla Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (UNCLOS), che portò a una sostanziale riduzione delle sue acque territoriali. Secondo Marcelo Larrea, uno dei suoi più convinti critici, questa decisione favorirebbe la depredazione causata dalle flotte pescherecce straniere e lo sfruttamento dei minerali dei fondali marini, facilitando inoltre il traffico di sostanze illecite nelle acque considerate internazionali dalla Convenzione. Perdendo la sovranità sul mare territoriale, ridotto con l'adesione alla UNCLOS da 200 a 12 miglia dalla costa del continente e delle Galapagos, l'Ecuador rinuncia sia ai suoi diritti territoriali sui suoi fondali marini e sulle acque sovrastanti, che ai suoi diritti di sovranità aerea e spaziale su quelle 188 miglia, stabiliti nell'evoluzione della sua legislazione marittima dal 1830 al 1986.
Ricordiamo che la lunga disputa per la sovranità marittima lungo il confine delle 200 miglia, iniziata nei paesi sudamericani di Ecuador, Cile, Perù e Colombia, portò a diversi conflitti. La storia ricorda persino la "guerra del tonno", quando negli anni '60 e '70 il governo degli Stati Uniti impose sanzioni economiche all'Ecuador per aver catturato pescherecci americani – 154 in totale – all'interno della zona delle 200 miglia rivendicata dall'Ecuador.
Questo scontro si è sviluppato con diversi gradi di intensità a partire dal governo di Carlos Julio Arosemena, che nel 1963 diede avvio alla difesa del mare territoriale, fermando numerose imbarcazioni statunitensi che pescavano entro un raggio di 200 miglia. Continuò nei governi di Clemente Yerovi, Otto Arosemena e José María Velasco Ibarra. Quest'ultimo ottenne una vittoria decisiva quando unì l'America Latina e sconfisse l'amministrazione di Richard Nixon presso l'OSA (Organizzazione degli Stati Americani), costringendo gli Stati Uniti a sottomettersi alla legge ecuadoriana per liberare le proprie navi fermate per "pesca illegale".
Marcelo Larrea, che denuncia i rischi per la sovranità nazionale e perfino per la sostenibilità delle Isole Galapagos, ritiene che con l'adesione all'UNCLOS, firmata il 24 ottobre 2012, non solo si sarebbero persi un milione di chilometri quadrati di acque territoriali, ma si sarebbero anche gettate le basi per un nuovo arrivo di truppe straniere nel territorio ecuadoriano. 13
Le azioni per ottenere un maggiore coordinamento tra gli eserciti dei due Paesi avanzarono rapidamente durante il governo di Guillermo Lasso, proprio mentre l'ambasciata statunitense a Quito denunciava le azioni dei narco-generali all'interno delle forze di sicurezza. In questo contesto, mentre si intensificava (o si tollerava?) l'infiltrazione della criminalità organizzata nelle istituzioni statali e quella dei narcodollari nell'intera economia, si intensificava la preparazione di un "Plan Ecuador", che emulava il "Plan Colombia", che ebbe ripercussioni disastrose perfino in Ecuador. Secondo Fernando Carrión, uno dei massimi esperti in queste tematiche, “l'attuazione del Plan Colombia ha generato un doppio effetto globo: da una parte, il trasferimento della produzione di cocaina e, dall'altra, delle nuove rotte verso il territorio ecuadoriano”. 14 In sintesi, questo piano, che non ha fatto nulla per risolvere il problema del narcotraffico in Colombia, può essere visto come un fattore scatenante che ha portato alla crescente presenza di bande criminali transnazionali in Ecuador.
Nel giugno 2022 è stato raggiunto un primo accordo tra Washington e Quito. Nel dicembre dello stesso anno, il Congresso degli Stati Uniti approvò l'Ecuador-United States Partnership Act, che stabiliva un termine di sei mesi affinché il Dipartimento di Stato proponesse un piano d'azione concreto. Successivamente, a metà del 2023, il Gruppo di lavoro bilaterale per la difesa tra i due Paesi propose di investire più di 3,1 miliardi di dollari per il rafforzamento delle Forze Armate ecuadoriane, per una durata di sette anni.
Così si accelerava il passo. Nel maggio dello stesso anno venne firmato un accordo per l'intercettazione aerea, sotto il regime di Lasso. A settembre fu firmato un altro accordo per prevenire, identificare, combattere, scoraggiare e intercettare le attività marittime transnazionali illecite. Entrambi i trattati, per sentenza della Corte Costituzionale, non furono riconosciuti né approvati dall'Assemblea Nazionale. Nell'ottobre dello stesso 2023, ancora una volta, all'insaputa dell'opinione pubblica, il ministro degli Esteri ecuadoriano e l'ambasciatore degli Stati Uniti firmarono l'"Accordo relativo allo Statuto delle Forze", che aveva ricevuto il via libera della Corte Costituzionale.
Questo accordo è stato ratificato dal Presidente Noboa, il cui governo ha approvato il Progetto di sicurezza Integrale per la Regione Insulare e le Istruzioni per l'Applicazione degli Accordi di Cooperazione tra Ecuador e Stati Uniti, il 10 dicembre 2024 . Ciò rende operativa la creazione di una base militare nelle Galapagos per "combattere il traffico di droga, la pesca illegale e altre attività illecite correlate tra gruppi narcoterroristici legati ai cartelli internazionali".
Queste decisioni dell'organo preposto a garantire la piena validità della Costituzione, la Corte Costituzionale, sono quantomeno sorprendenti. Per mandato costituzionale sono vietate nel territorio nazionale basi o installazioni straniere a fini militari: in realtà, non si tratta di un divieto di avere truppe straniere in uno spazio fisico ridotto, bensì di una chiara proibizione della presenza di truppe straniere in Ecuador, dichiarato dalla Costituzione del 2008 come un "territorio di Pace".
La questione grave è che la Corte Costituzionale ha stabilito che questo accordo non costituisce un accordo militare, ma piuttosto un mero "impegno di assistenza" nel contesto della lotta alla criminalità organizzata. Pertanto, non giustificherebbe alcun dibattito nell'Assemblea Nazionale, come nel caso della base di Manta nel 1999. In altre parole, si è lasciata la porta aperta affinché questo accordo potesse essere ratificato direttamente dal presidente Noboa. Come di fatto è accaduto.
Forse come annotazione storica, spicca il voto di dissenso di tre giudici della Corte, che sottolinearono l'entità e la gravità degli impegni concordati nonché i privilegi concessi a una forza militare straniera, che compromettono la sovranità nazionale e che avrebbero dovuto essere almeno discussi dal parlamento ecuadoriano. Cercare di confondere il contributo militare degli Stati Uniti come un semplice appoggio di polizia è una conclusione davvero audace: questo sotterfugio legale serve a eludere il chiaro mandato costituzionale dell'articolo 419, che stabilisce che per firmare trattati internazionali politici o militari è necessaria l'approvazione dell'Assemblea Nazionale.
Le prove sono schiaccianti. Le finalità militari e i privilegi concessi dagli accordi sono innegabili e meritano di essere conosciuti nei dettagli. Ecco solo alcuni punti selezionati. L'accordo si applica al personale militare, nonché al personale civile statunitense e ai contractors statunitensi coinvolti in varie attività, tra cui l'addestramento e gli aiuti umanitari, con una serie di privilegi e immunità. La giurisdizione penale su tale personale viene ignorata. La risoluzione dei conflitti è accettata secondo la legge degli Stati Uniti e non quella ecuadoriana. Sono previste esenzioni fiscali per il personale americano. È inoltre concesso l'uso gratuito del sistema radioelettrico. Le imbarcazioni provenienti dagli Stati Uniti sono esentate dal pagamento di qualsiasi tipo di tassa e non sono nemmeno tenute a utilizzare i servizi dei porti ecuadoriani. Viene stabilita come valida la legge dello Stato dell'agente a bordo e non quella dello Stato ecuadoriano, in maniera quasi generalizzata. Sono stabilite norme non solo per l'interdizione delle sostanze proibite, ma anche per intercettare imbarcazioni con migranti. Sono autorizzati i sorvoli su tutto il territorio nazionale, compresi gli scali presso la Base Aerea Simón Bolívar di Guayaquil e altri aeroporti. Analogo trattamento sarà riservato alle navi americane, che potranno attraccare in tutti i porti. Ciò che risulta evidente, e questo è fondamentale, si assicura la libera circolazione dei veicoli, in particolare di aerei e navi: in altre parole, le truppe statunitensi non avrebbero bisogno di una base specifica, ma potranno circolare su tutto il territorio nazionale... ma informando lo Stato ecuadoriano delle loro attività, cosa che, come ben ricordiamo quando esisteva la Base Manta, non era la norma.
Un ulteriore fatto importante. Il tanto discusso Plan Fénix, a cui il presidente ecuadoriano Daniel Noboa ha spesso fatto riferimento come piano per combattere la criminalità organizzata, in ultima analisi sembra non essere altro che "un piano di sicurezza quinquennale per l'Ecuador", elaborato principalmente dal Pentagono. Secondo il capo del Comando meridionale degli Stati Uniti, Laura Richardson, il piano è stato denominato Security Assistance Roadmap. Ha inoltre dichiarato, celebrando l'accettazione di questo accordo e partecipando alla cerimonia di consegna di una nuova donazione di equipaggiamento militare statunitense, di essere "orgogliosa di servire con voi nel team democrazia", riferendosi ai militari ecuadoriani presenti.
Gli altri interessi dell'aquila imperiale settentrionale non possono passare inosservati. Nel 2022, aprendo la Conferenza Sudamericana sulla Difesa Sudamericana, tenutasi a Quito, la stessa generale dichiarò pubblicamente che Cina e Russia rappresentano “minacce maligne” per l’emisfero. Ha addirittura classificato la pesca illegale come un rischio per la regione, riferendosi alle flotte pescherecce cinesi, alle quali l'UNCLOS ha aperto le porte. C'è da tenere presente che questa funzionaria ha ripetutamente affermato che le risorse latinoamericane sono strategiche per la sicurezza del suo paese. Democrazia, sicurezza, sviluppo… tutti concetti che spesso nascondono ambizioni imperiali.
Controllare le Galapagos con il pretesto di proteggerne la natura
Con grande clamore, il presidente Guillermo Lasso ha annunciato solennemente, durante la COP 26, tenutasi a Glasgow alla fine del 2021, che la riserva marina dell'Arcipelago delle Galapagos sarebbe stata aumentata di 60.000 chilometri quadrati, grazie alle risorse che sarebbero state ottenute attraverso uno scambio di debito estero. Apparentemente una buona notizia. Tant'è che gli applausi non si sono fatti attendere nemmeno dal jet set mondiale.
La realtà, ancora una volta, era ben lontana dalla propaganda. Il fumo era molto più che l'arrosto.15 Senza minimizzare l'importanza dell'ampliamento dell'area protetta nell'Arcipelago, la proposta finanziaria non presentava nulla di nuovo e non era nemmeno così incisiva come era stata narrata. Qualcosa di simile sta accadendo con il recente scambio di debito estero per proteggere l'Amazzonia.
In realtà, l'idea di scambiare debito estero per finanziare investimenti ambientali è ben nota in molte parti del mondo. In Ecuador veniva praticata qualche decennio fa. L'idea di scambiare il debito con investimenti ambientali ha ancora molta strada da fare. Sono stati i gruppi ambientalisti a cominciare a escogitare modi per affrontare il problema, in modo da estrarre risorse che avrebbero consentito loro di incrementare gli investimenti nelle aree di loro interesse. Nel 1984 Thomas Lovejoy, rappresentante del World Wide Fund for Nature (WWF), propose la conversione del debito estero in cambio di attività di conservazione della Natura. L'elenco dei progetti concretizzati in questo modo è lungo.
Se analizziamo la questione al di là della sua rilevanza pubblica, scopriamo che queste operazioni finanziarie non risolvono i problemi di fondo. Ciò significa che non affrontano le origini e le conseguenze del debito estero come strumento di speculazione e persino di controllo e subordinazione dei paesi debitori. C'è di più: nella pratica, queste transazioni non distinguono tra debiti legittimi e illegittimi, come quelli usurai, odiosi o che sono non pagabili fin dall'inizio. Con l'intervento di organizzazioni non governative, anche straniere, la capacità di risposta dello Stato risulta spesso ridotta. Furono quindi numerosi i momenti in cui la sovranità nazionale venne messa in discussione dalla presenza e dal potere acquisito da alcuni gruppi privati, sia all'interno che all'esterno del Paese. Inoltre, le risorse liberate non sono minimamente sufficienti a porre rimedio all'inarrestabile danno ambientale causato, ad esempio, da vari processi estrattivi.
Inoltre, i comunicati ufficiali lasciano intendere che l'obiettivo principale del governo non è necessariamente la conservazione delle Galapagos in sé. Il governo Lasso ha riconosciuto la sua preoccupazione per il fatto che "la sostenibilità sta diventando ogni giorno più rilevante e importante per i turisti". Le sue isole rappresentano senza dubbio una delle maggiori attrazioni del turismo...d'élite. Non passò inosservata nemmeno la dichiarazione dell'allora presidente ecuadoriano, secondo cui questa decisione era stata presa dopo aver consultato i rappresentanti degli interessi del settore della pesca.
In particolare, le motivazioni economiche e mediatiche hanno prevalso su quelle ambientaliste in senso stretto. Vale anche la pena ricordare che Lasso era determinato a raddoppiare il tasso di estrazione di petrolio greggio in Amazzonia, forzando al contempo l'attività mineraria su larga scala nel paese. Attività estrattive che impoveriscono l'ambiente e violano i diritti delle comunità circostanti, con una serie di impatti dannosi su altri ambiti della vita nazionale. Qualcosa di simile sta accadendo con il suo successore, Daniel Noboa, che è ostinatamente determinato a non rispettare i referendum che vietano lo sfruttamento dei minerali metallici nei dipartimenti di Girón e Cuenca, nella provincia di Azuay, così come nel nord-ovest del distretto metropolitano di Quito. Un governante che non rispetta il mandato popolare che proibisce di continuare l'estrazione di petrolio greggio nel giacimento petrolifero Yasuni-ITT, nonostante avesse promesso di farlo quando era ancora candidato alla presidenza.
Possiamo quindi concludere che le "soluzioni" basate su transazioni finanziarie, come quelle che emergono dagli scambi debito-natura o dai mercati del carbonio e dei servizi ambientali, sono canti di sirene. Con queste narrazioni si continua ad espandere e a legittimare l'accumulazione capitalista, passando dalla tutela ambientale alla sfera degli affari. L'aria, le foreste, i mari, la Terra stessa e perfino lo spazio siderale stanno diventando sempre più volgari beni commerciali. Ciò implica l’espansione del “capitalismo verde”, consentendo paradossalmente a coloro che hanno contribuito maggiormente al deterioramento dell’ambiente naturale di accumulare, mitigando o rimediando i danni da loro stessi causati.
Al di là di tutte queste questioni di fondo, vale la pena sottolineare che la gestione delle risorse delle Galapagos avverrà attraverso una sorta di trust amministrato da un consiglio di amministrazione in cui i rappresentanti stranieri controllano la maggioranza dei voti: un'evidente perdita di sovranità nazionale. Il Consiglio di Amministrazione del Galapagos Life Found è composto da 11 membri, sei dei quali sono attori privati stranieri, rappresentanti del settore locale del turismo e della pesca, nonché della ricerca. I restanti cinque provengono dal governo ecuadoriano. Pertanto, il settore privato è in maggioranza e potrà imporre i propri interessi.
Per concludere, non si tratta di una cancellazione del debito, ma di una ristrutturazione dello stesso, trasformato in nuovi debiti, con condizioni estremamente onerose: una vera e propria truffa.16 Si tratta, in sintesi, di un'azione in tema di sovranità, mascherata da gradita proposta ambientale, come fu la "preoccupazione ecologica" che mostrò il presidente Franklin D. Roosevelt nel 1935.
Ecuador, un territorio conteso per interessi geostrategici
Ammettiamo che, mentre i capitali della criminalità organizzata hanno trasformato l'Ecuador in una piattaforma per i propri affari transnazionali, gli Stati Uniti mantengono la loro logica geostrategica. Vogliono, in quello che potrebbe essere visto come parte di un Plan Condor del XXI secolo, che le forze armate dell'Ecuador – così come quelle di altri paesi della regione – assumano ruoli di polizia per combattere il traffico di droga, il terrorismo e altre minacce ai loro interessi. Questa realtà è evidente in molte parti dell'America Latina, compresi alcuni paesi con governi progressisti, come ad esempio il Messico.
Questo sviluppo ci ricorda quei vecchi principi di Sicurezza Nazionale, volti a rafforzare i piani di controinsurrezione – chissà, forse anche supportati da gruppi paramilitari – che possono essere truccati ad hoc per apparire come attori nella lotta alla criminalità organizzata.
Per completare questa breve analisi, vale la pena sottolineare la posizione dell'amministrazione di Daniel Noboa – nato a Miami – a favore di obiettivi e interessi americani. Mentre sempre più governi stanno almeno esprimendo preoccupazione e persino respingendo le brutali violazioni dei diritti umani perpetrate dal sionismo contro il popolo palestinese, l'amministrazione Noboa sostiene la posizione dell'amministrazione Netanyahu e sta rafforzando la cooperazione nell'ambito dell'assistenza alla polizia che l'Ecuador riceve da Israele. Allo stesso modo, il fatto che l'Ecuador abbia tentato di consegnare armi russe e ucraine agli Stati Uniti in cambio di nuove armi americane, implica una presa di posizione in questo conflitto europeo, che ha senza dubbio gravi ripercussioni sulla geopolitica mondiale. Naturalmente, non mancano dichiarazioni ufficiali di presa di posizione nella complessa situazione politica del Venezuela, che tutte le potenze utilizzano per esprimere, a modo loro, la loro preoccupazione per la "democrazia" nel Paese, quando in realtà la loro unica motivazione è l'accesso alle vaste riserve petrolifere e minerarie del Venezuela.
Attualmente, la proposta di cessione di una parte del territorio delle Galapagos alle forze armate degli Stati Uniti deve essere letta in questo contesto geostrategico, senza perdere di vista l'enorme fragilità ecologica di questo meraviglioso territorio insulare, che potrebbe subire impatti brutali a causa della presenza di basi militari, come ben documentato nelle isole Hawaii, nell'isola di Vieques a Porto Rico o nella stessa Panama. Questa non è una base temporanea. Il confronto inter-imperiale sarà lungo e complesso. Inoltre, la lotta contro il narcotraffico e la criminalità organizzata, soprattutto attraverso mezzi militari, è destinata al fallimento. E questa volta la distruzione ambientale potrebbe essere molto più grande, considerando che le armi nucleari e chimiche sono una dotazione sempre più comune negli arsenali moderni.
Senza minimizzare la necessità di affrontare il crimine organizzato e il narcotraffico, la via d'uscita da questo complesso crocevia non risiede nell'installazione di basi militari straniere di qualsiasi origine, nella militarizzazione della società 17 e nel populismo penale, che finiscono per creare le condizioni per perseguitare gruppi impoveriti ed esclusi a livello razziale, e che servono a reprimere gli abitanti che difendono i loro territori dall'estrattivismo... Né è tollerabile la trasformazione dell'Ecuador in una sorta di protettorato di Washington, funzionale ai suoi interessi imperiali, poiché, come ben sappiamo, la geostrategia per affrontare il narcotraffico serve solo a controllare territori, corpi, soggettività, senza in nessuna maniera riuscire a sradicarlo.
Siamo consapevoli. Speriamo che non sia vero ciò che disse il filosofo britannico Aldous Leonard Huxley: "Forse la più grande lezione della storia è che nessuno ha imparato le lezioni della storia".
(2. Fine)
-> Originale in spagnolo
qui
* Traduzione di Giorgio Tinelli per Ecor.Network
Articolo disponibile anche su:
- https://lalineadefuego.info/alberto-acosta-la-mira-imperial-puesta-en-galapagos-breve-repaso-de-amenazas-y-agresiones-recurrentes/
- https://www.resumenlatinoamericano.org/2025/02/07/ecuador-la-mira-imperial-puesta-en-galapagos/
- https://rebelion.org/la-mira-imperial-puesta-en-galapagos/
Note:
10) Luis Ángel Saavedra, Liset Coba (2007); “¿Operaciones de avanzada o base militar operativa? Un análisis de la Base de Manta”, INREHD, Quito. Disponibile su https://www.inredh.org/archivos/manta.pdf
10) Vedi l'intervista su VISTAZO, del 10 giugno 2019: “No se requiere una base militar (americana) en Ecuador”. https://www.vistazo.com/actualidad/no-se-requiere-una-base-militar-americana-en-ecuador-IEVI139331
11) Si legga l'articolo di Natalia Sierra, Alberto Acosta (diciembre 2024); “Ecuador: ¿Un Estado en disolución? Consecuencias de un sistema político y económico fallido”, Revista Ecuador Debate, Número 123, CAAP, Quito. https://drive.google.com/file/d/11Z6GFq7YWUHOgC1Qa9VvPo9v52_9_STK/view?usp=sharing
12) Questo governo progressista firmò il primo FTA: Accordo di libero scambio dell’Ecuador. Questo accordo è stato firmato nel 2016 con l'Unione Europea neoliberista, simile al trattato raggiunto dai governi neoliberisti di Colombia e Perù. FTA, che, come è noto, rappresenta una sessione di sovranità in politica economica.
13) L'elenco degli interventi di Marcelo Larrea su questo tema è molto lungo. Qui, come esempio, suggeriamo l'ascolto di questa intervista del 23 dicembre 2024: https://www.youtube.com/live/LQEzkJ6uJ0g?si=UMCbZkFs8_DzWbSu
14) Fernando Carrion (2022), “La violencia en el Ecuador, una tendencia previsible” , Revista Ecuador Debate, número 117, CAAP, Quito. https://repositorio.flacsoandes.edu.ec/bitstream/10469/19199/1/REXTN-ED117-02-Carrion.pdf
15) Vedi in Alberto Acosta, John Cajas-Guijarro (2021); “Galápagos, más ruido que nueces ¿Un canje deuda-Naturaleza nada novedoso?” https://ecuadortoday.media/2021/11/22/opinion-galapagos-mas-ruido-que-nueces-un-canje-deuda-naturaleza-nada-novedoso/
16) Tra i tanti altri lavori sull'argomento si può consultare quello di Anne Theisen (2023); “La estafa del Canje de «Deuda por Naturaleza» en un Ecuador sobreendeudado”, CADTM. https://www.cadtm.org/La-estafa-del-Canje-de-Deuda-por-Naturaleza-en-un-Ecuador-sobreendeudado
17) Consultare l'articolo di Natalia Sierra, Alberto Acosta (dicembre 2024); “De la excepción del Estado a la militarización de Ecuador”, su la Revista descolonialidad del poder, buenos vivires y diálogo de saberes, Numero 2, México. https://img1.wsimg.com/blobby/go/0e7a4d39-5b8c-4564-ab6f-2944d834cc52/downloads/9ff5131c-62ff-46ca-bae2-fae43c9266e5/SIERRA~1.PDF?ver=1735525209913