Attivist* di Extinction Rebellion (XR) di tutta Italia si uniscono ai Gastivists
per affrontare colossi come GasNaturally, Eurogas, Eni, Enel, Snam, Intesa Sanpaolo, Unicredit e Assicurazioni Generali denunciando i loro tentativi di greenwashing in merito al finanziamenti di nuovi progetti sul gas metano, incompatibili con una seria azione climatica.
Torino, Milano, Bologna e Roma. Il primo aprile 2021, in più di dodici città d’Europa sono apparse alle fermate degli autobus e sui cartelloni pubblicità “ritoccate” che
svergognano le aziende per il loro marketing ingannevole rispetto al gas fossile. Le installazioni portano la narrazione delle lobby industriali allo scoperto, poiché non esiste nessun “gas pulito”. Sui manifesti si mostrano pubblicità e slogan tipici delle compagnie e istituti finanziari ben noti per le loro attività speculative, modificati grazie alla creatività di attiviste e attivisti in tutta Europa.
L’obiettivo è quello di spiegare la portata della campagna di disinformazione in atto, che cerca di ingannare il pubblico con affermazioni di impegno per un futuro a basse emissioni di carbonio. In Italia, l'azione ha denunciato satiricamente il ruolo centrale della finanza nell'espansione dell'uso del gas fossile in tutta Europa e nel mondo, come parte del lancio della Ribellione di Aprile di Extinction Rebellion.
Il settore finanziario rimane pesantemente influenzato dal greenwashing del gas da parte dell'industria dei combustibili fossili. Anche se banche private come Unicredit e Intesa Sanpaolo hanno annunciato restrizioni e l'eliminazione progressiva del carbone, il loro finanziamento di gas e petrolio continua senza sosta. Inoltre, con un meccanismo chiamato il "Capacity Market", il governo italiano sta vergognosamente progettando di costringere i consumatori italiani a pagare oltre un miliardo di euro per la conversione delle centrali a carbone al gas.
Questa decisione renderà l'Italia uno degli Stati membri più dipendenti dai combustibili fossili per la produzione di elettricità all'interno dell'Unione Europea nel 2030 e toglierà enormi risorse dalla transizione ad un sistema energetico veramente decarbonizzato. La situazione a livello europeo è altrettanto preoccupante. Lasciandosi ingannare dal greenwashing delle potenti lobby dei combustibili fossili, la Commissione europea sta proponendo l'inclusione di certi tipi di progetti di gas fossile nella sua tassonomia per la finanza sostenibile.
Questa proposta creerebbe un'enorme occasione per le compagnie dei combustibili fossili per ricevere finanziamenti in nome degli investimenti "verdi", e contraddice completamente i pareri dello stesso gruppo di esperti tecnici della Commissione.
Ancora una volta, la Commissione sta cedendo agli interessi delle major del carbonio a detrimento del bene comune. La campagna di guerrilla advertising è stata coordinata dal collettivo “Gastivists”, attivo in nove paesi, ed ha coinvolto città come Amiens, Amsterdam, Barcellona, Berlino, Bruxelles, Budapest, Dublino, Gent, Kiel, Madrid, Milano, Torino, Bologna e Roma.
I social sono già invasi dalle iniziative che rivelano che il gas "naturale" è una sporca bugia - #CleanGasIsADirtyLie. Le ragioni scientifiche che smentiscono che il gas fossile sia un’opzione valida per soddisfare i nostri bisogni energetici sono molteplici: è un combustibile inquinante e responsabile di un totale maggiore di emissioni di CO2 dello stesso carbone che vorrebbe sostituire.
La produzione, il trasporto e l’uso del gas sono legati anche ad emissioni pericolose e significativamente sottovalutate di metano, un gas serra responsabile di quasi il 25% del riscaldamento globale osservabile, e di composti organici volatili e ossidi di azoto e zolfo, sostanze nocive per lasalute.
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Video: 
Unione Europea. Cosa c'è di sbagliato nelle nuove infrastrutture del gas?
La Commissione europea sta preparando la quinta lista di Progetti di Interesse Comune (o lista PCI), che stabilirà quali progetti di infrastrutture energetiche possono beneficiare di procedure accelerate ed avere accesso a una linea esclusiva di finanziamenti europei.
74 megaprogetti di gas fossile hanno fatto domanda per ottenere un posto in questa lista.
Per saperne di più riguardo i progetti coinvolti e conoscere le ragioni specifiche per le quali non dovrebbero più ottenere il supporto dell’Unione Europea, è disponibile un report:
Candidate projects for the 5th PCIlist: a final push for fossil gas?
di Climate Action Network Europe e Food and Water Action Europe
Download:

La ragione principale per rifiutare l'avvallo a questi progetti rimane comunque il fatto che il gas è un combustibile fossile estremamente dannoso per il clima, e perciò non può avere spazio nel nostro sistema energetico del futuro se vogliamo tenere a bada i cambiamenti climatici.
Bruciare gas fossile non emette solo anidride carbonica, ma anche metano, che ha un impatto climatico 86 volte superiore a quello della CO2. Fermare l’espansione del gas fossile è quindi fondamentale per ogni azione volta a contrastare la crisi climatica.
Continuare a sostenere i progetti di gas fossile significa di conseguenza perdere tempo e denaro prezioso, proprio mentre dovremmo puntare a un sistema energetico basato al 100% sulle energie rinnovabili e sull’efficienza energetica.
Entro l'8 aprile, possiamo esprimere alla Commissione Europea il nostro rifiuto di questi progetti, aderendo alla campagna di The Action Network .
