Nell'ottobre 2018, nel corso del workshop "Policing extractivism: security, accumulation, pacification", abbiamo avuto l'occasione e l'onore di poter ascoltare, in rappresentanza dell' Observatorio de Conflictos Mineros de América Latina (OCMAL), l'avvocato David Velazco (FEDEPAZ), sul tema della criminalizzazione e repressione dei movimenti antiminerari in Perù (qui il suo intervento).
L'OCMAL nasce formalmente nel 2007 a Oruro (Bolivia), come rete di diverse organizzazioni unite dall'impegno comune nella costruzione di strategie di resistenza e di alternative all'estrazione mineraria in America Latina. Il suo obiettivo principale è la difesa delle comunità e delle popolazioni colpite dall'impatto dell'attività mineraria. Il sito dell'OCMAL è un punto di riferimento per chiunque voglia approfondire e rimanere aggiornat* sull'aggressione mineraria contro i territori latinoamericani e sulle esperienze di resistenza.
Proponiamo oggi l'introduzione del secondo rapporto 2020.
Minería y Covid-19
Red de Vigilancia OCMAL
INFORME # 2 - Octubre 2020
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Di fronte all'imminente crisi economica prevista per il periodo post-COVID19, i governi e le aziende cercano di rafforzare l'idea che l'attività mineraria sia una delle alternative più importanti per la riattivazione dell'economia.
Questa posizione è paradossale se si tiene conto che, nel contesto di una pandemia - che ancora non conosce il suo termine, se ce l'ha - diverse società si sono rifiutate di sospendere le attività o hanno fatto pressioni sulle autorità per evitare la sospensione, anche quando la situazione lo richiedeva a causa dell'aumento dei contagi fra i lavoratori, con il rischio per le loro famiglie, le comunità di origine e quelle nei dintorni dei centri minerari.
Ciò ha generato conflitti tra le imprese e le organizzazioni dei minatori, che, in assenza di una responsabile regolamentazione
governativa, hanno dovuto chiedere misure di previdenza adeguate, risultando necessaria, in alcuni casi la sospensione delle attività.
L'obiettivo del secondo rapporto 2020 della Rete di Vigilanza dell' OCMAL sull'estrazione mineraria e COVID-19 consiste nel descrivere in che modo le società minerarie hanno approfittato del contesto della pandemia in America Latina per trarne vantaggio sulla base delle misure restrittive generali e di confinamento promosse dai vari paesi della regione.
Ci interessa ricostruire il contesto delle misure specifiche a vantaggio dell'attività mineraria, attraverso le licenze ambientali e le proroghe, i benefici fiscali, la flessibilità dei pagamenti, la flessibilità fiscale e dei pagamenti.
Inoltre ci interessa mostrare le narrazioni dei principali attori del settore in ogni paese, nonché i livelli di investimenti e di produzione nel quadro di una pandemia che genera dividendi a favore delle società minerarie.
Infine, questo rapporto include anche il tema delle azioni intraprese dalle comunità per far fronte e resistere ad un ambiente dove sono state create le condizioni ideali per favorire l'estrazione mineraria, oltre che al controllo ed alla criminalizzazione della protesta sociale.
I territori latinoamericani alla fine dovranno far fronte all'intensificazione delle attività minerarie in un clima sempre più avverso, assistendo allo stesso tempo alla crescita dei conflitti sociali ed all'aumento della criminalizzazione, in uno scenario di crescente militarizzazione e controllo poliziesco sotto le normative di protezione sanitaria. Lo abbiamo già visto a partire dal rapporto annuale di Global Witness per il 2019, che è stato l'anno con il maggior numero di persone uccise per aver protetto i loro territori dalla devastazione ambientale. Nel 2019 sono stati assassinati 212 difensori del territorio e dell'ambiente, il maggiore numero registrato in un anno.
La cosa più preoccupante è che sul totale dei casi, due terzi degli omicidi sono avvenuti in America Latina, la regione più colpita dal 2012. Il paese con il maggior numero di morti al mondo è la Colombia (64), seguita da Filippine
(43), Brasile (24), Messico (18), Honduras (14), Guatemala (12), Venezuela (8), India (6), Nicaragua (5), Indonesia (3).
Ciò indica che sette dei primi dieci paesi con il maggior numero di assassinati appartengono all'America Latina, mentre Honduras, Colombia, Nicaragua e Guatemala guidano l'elenco dei paesi in base al numero di omicidi pro capite. Il settore più letale è quello minerario e delle industrie estrattive.
Secondo questi indicatori, l'aumento dell'imposizione di progetti minerari porterà ad un'intensificazione dei conflitti sociali nel breve e medio termine. Sotto questa prospettiva, vi esponiamo un quadro schematico sui paesi latinoamericani [Argentina, Bolivia, Brasile, Colombia, Cile, Ecuador, Honduras, Messico, Nicaragua, Panama, Perù e Venezuela. NdT], dove si analizzano i vari elementi citati, visualizzati con diversi livelli di incidenza secondo le dinamiche di ogni paese.
Le informazioni del rapporto sono state fornite dalle diverse organizzazioni che fanno parte e / o collaborano con la rete OCMAL.