*** Argentina ***

Ley Bases: verso un non-paese, il sogno liberista

di Maristella Svampa, Enrico Viale

La Ley Bases1 approfondirà il modello primario di esportazione coloniale fino al parossismo, a braccetto con il già noto estrattivismo predatorio e il nuovo estrattivismo verde che si affaccia dietro l’attuale transizione energetica delle corporations. Di fatto il pacchetto propone più estrattivismo e meno sovranità, più colonialismo e riprimarizzazione dell’economia, maggiori profitti per le grandi multinazionali minerarie, petrolifere e agroalimentari.


Da cinque mesi ci troviamo immersi in un vertiginoso processo di esproprio di diritti (sociali, lavorativi, economici, ambientali), di esplicita consegna, senza alcun pudore, ai grandi gruppi economici nazionali e transnazionali, sotto gli occhi di tutto il mondo. La cosiddetta nuova Ley Bases, che ha visto la mezza approvazione da parte della Camera dei Deputati, peggiora sensibilmente quella precedente che era stata ritirata dal governo lo scorso febbraio. Qualora venisse approvata anche dal Senato, la Ley Bases ci trasformerebbe in un non-Paese, senza controllo del territorio e senza stato di diritto. Avremmo solo la bandiera, l'inno, lo scudo e la nazionale di calcio (se non la privatizzano!).

La Ley Bases consente, da un lato, ciò che alcune e alcuni politici sembrano aver già dimenticato da febbraio a questa parte, e cioè il fatto di concedere poteri straordinari al presidente, quasi l'intero potere pubblico, trasformandolo in un consumato autocrate che potrà decidere per decreto, a proprio gusto, in quasi tutti i campi (economico, finanziario, sociale, lavorativo, ambientale, scientifico, culturale). Qui siamo di fronte a una situazione paradossale, estremamente grave dal punto di vista istituzionale: senza colpo di stato né scioglimento del Congresso, è proprio il Congresso Nazionale stesso a rinunciare a gran parte dei suoi poteri, per consegnarli nelle mani di un esecutivo apertamente anti-democratico e anti-diritti.

Dall'altro lato, la Ley Bases implica una nuova escalation in termini di esproprio della sovranità nazionale. Se sarà approvato il cosiddetto Regime di Incentivo dei Grandi Investimenti (RIGI), questa nuova normativa ci trasformerà in una sorta di non-paese, senza leggi che contemplino l’interesse nazionale, un territorio completamente colonizzato dalle multinazionali, sottomesso senza alcuna limitazione a tribunali stranieri in questioni così strategiche come quelle che riguardano i nostri beni naturali. Ancora una volta, ci troviamo di fronte a un paradosso: sarà proprio in base alle leggi nazionali che l'Argentina rimarrà priva di capacità e di strumenti istituzionali e giudiziari utili per agire in difesa propria e dei suoi cittadini.

La creazione del RIGI dichiara l’obiettivo di attrarre investimenti per oltre 200 milioni di dollari a fini di esportazione attraverso una serie di vantaggi doganali, fiscali, valutari e normativi. Come il Regime di Investimenti per l’Attività Mineraria, creato nel 1993 dalla Legge n. 24.196, il RIGI garantisce stabilità fiscale per un periodo di 30 anni alle imprese beneficiarie a livello nazionale, provinciale e municipale, limitando a tre giurisdizioni la loro capacità di realizzare modifiche verso l’alto sui benefici di cui sopra.

“La Ley Bases propone più estrattivismo e meno sovranità:
più colonialismo e riprimarizzazione dell’economia,
maggiori profitti per le grandi multinazionali minerarie,
petrolifere e agroalimentari”

Certamente si può dire che l’Argentina già conosce e subisce tutto questo da 40 anni, da quando il regime di Carlos Menem riconfigurava la società in senso neoliberista, smantellando lo Stato e privatizzando le grandi imprese pubbliche. Tuttavia, la RIGI approfondisce questo regime di privilegio che l’attività mineraria già gode nei confronti di altri settori, travolgendo addirittura i poteri dei governi provinciali, poiché a differenza della legge 24.196, che indica che l’adesione al regime minerario è un’opzione per le Province, nel caso della RIGI l'approvazione del progetto di Ley Bases lo include obbligatoriamente.

Il cedimento e i passi indietro che comporta la Ley Bases ci obbliga a ricordare che poi ci vogliono decenni per recuperare i diritti, le conquiste sociali e i beni naturali e sociali perduti. Si consideri tutto quello che è stato concesso e a cui si è rinunciato durante la “festa menemista” delle privatizzazioni e delle nuove normative da saccheggio. Alcuni sembrano dimenticare che da questa sagra neoliberista siamo usciti presumibilmente più globalizzati, ma anche più poveri, più disuguali e meno sovrani. Gran parte di ciò che è andato perduto non si è ancora riusciti a recuperarlo, come ad esempio la ferrovia, vera spina dorsale del paese. I passi indietro giuridici, relativi alla legislazione mineraria del saccheggio, rimangono intonsi.

La Ley delle Bases è un colpo di scena dell’estrattivismo. È un po' come il colpo finale. Approfondirà il modello primario di esportazione coloniale fino al parossismo, non solo per mano dell'estrattivismo predatorio, che già conosciamo, ma anche attraverso il nuovo estrattivismo verde, che comporta una transizione energetica aziendale e neocoloniale. Nel campo ambientale significherebbe un'illegale delega legislativa in materia di gestione ambientale degli idrocarburi, la concessione di privilegi fiscali e monetari a favore delle industrie estrattive che sono inaccettabili, senza neanche aver fatto propria – o per lo meno contemplato – una prospettiva sociale o ambientale. Permetterebbe l'eliminazione di organismi fondamentali per il settore ambientale come l'Amministrazione dei Parchi Nazionali o Acumar (Autorità di Bacino del Riachuelo Matanza) e di organismi scientifici. A sua volta, consentirebbe la dissoluzione dei fondi – attualmente scarsi – destinati a conservare le foreste native e a combattere i grandi incendi. Come se non bastasse, oltre a tutto ciò, c'è da considerare la limitazione degli spazi di partecipazione pubblica.

Questa legge stabilisce la priorità per le aziende (minerarie, petrolifere o agroalimentari) che utilizzano forniture come acqua o energia, rispetto ai bisogni della popolazione. Tutto l’estrattivismo consuma enormi quantità di acqua ed energia, dalle miniere a cielo aperto, all’estrazione del litio e al fracking a Vaca Muerta. Vale a dire, se l’acqua scarseggia in qualsiasi provincia dell’Argentina (come accade da tempo a Catamarca), le province non potranno dare priorità al consumo umano. A questo aggiungiamo ciò che potrebbe accadere o meglio, ciò che sta già accadendo in contesti ripetuti di collassi localizzati, come quelli che hanno luogo attualmente, causati da eventi estremi (inondazioni, incendi, tempeste, trombe d'aria) o da stress idrico (siccità). Le conseguenze saranno tanto immaginabili quanto catastrofiche per l’intera popolazione, con uno Stato inesistente o con le mani legate qualora dovesse prendere qualsiasi decisione a giovamento del bene pubblico. Esisteranno solo gli interessi e le necessità delle imprese.

Nessuno degli articoli specifici del RIGI impone condizioni alle imprese beneficiarie che comportino la presentazione di Studi di Impatto Ambientale o lo svolgimento di Valutazioni di Impatto Cumulativo dei loro progetti. Né stabilisce le condizioni per la creazione di posti di lavoro a livello locale, provinciale o nazionale, né viene esplicitata alcun tipo di politica orientata all’ampliamento delle catene di valore o al trasferimento di tecnologia.

Infine, in mezzo a questo vortice distruttivo, ci si chiede cosa si nasconda dietro questa consegna di poteri straordinari a un presidente che afferma di odiare lo Stato e la giustizia sociale e che elogia costantemente gli imprenditori, chiamandoli “eroi” e incoraggiandoli a fugare capitali. Cosa c'è dietro il RIGI, che sorprende nella sua concessione aperta e assoluta che implica addirittura la consegna di tutto per ottenere il nulla?

In realtà vogliono trasformarci in un’area di “Crack-Up capitalism”, concetto coniato dallo storico Quinn Slobodian in un libro pubblicato nel 2023. Con Crack-Up capitalism (che può essere tradotto come crollo, collasso, sgretolamento), l'autore si riferisce alla creazione di zone liberate per il capitalismo di mercato, senza limiti, senza diritti sociali, senza regolamenti statali, liberi da imposte. Canary Wharf a Londra, Liechtenstein, comunità chiuse negli Stati Uniti ed enclaves private in Sudafrica e Centroamerica, e Dubai, tra gli altri, sono esempi di questa tendenza pericolosa. Non è un caso che il sottotitolo del libro Crack-up Capitalism sia “I radicali del mercato e il sogno di un mondo senza democrazia”.

Certamente questa è l’aspirazione dell’anarco-capitalismo: quello di convertirci in una zona di mercato nella sua forma più pura, un modello legato alle aspirazioni libertarie dei super-ricchi, come Elon Musk o, nella sua versione locale, il magnate proprietario di Mercado Libre2, che non vogliono regolamentazioni statali e sociali regolare il mercato né pagare imposte allo Stato. Ciò che oggi è degno di nota, in questo esperimento reazionario, è che fino ad ora il capitalismo libertario era stato incoraggiato in alcune città o o in alcune zone, mai nel caso di un intero paese. Ma Milei rende loro il sogno trasformato in realtà, servendo l’Argentina s'un piatto di portata, come territorio “libero” offerto a un pancapitalismo nel quale esistono solo il mercato e il diritto del capitale.

"Viviamo in tempi inquietanti, di policrisi di civiltà,
in cui proliferano progetti politici mostruosi
che incoraggiano utopie reazionarie
che cercano di divorare tutto ciò che è sinonimo di diritti sociali,
di Stato protettore e di certo egualitarismo di massa"

In questo senso l’Argentina non è ancora un modello di orrore e di autoritarismo, come lo è Bukele (presidente di El Salvador) con le sue carceri, bensì un esperimento di liquidazione dello Stato, e tutto dipende dalla possibilità che ha questo progetto di consolidarsi nei prossimi mesi, diventando così un modello da seguire a livello internazionale. Quindi, oggi il nostro Paese è un esperimento che a livello globale viene seguito molto da vicino, con grande attenzione, perché calibrato sulla voglia di pancapitalismo e sull’odio verso la democrazia.

Milei è un esperimento a livello internazionale che cerca di mostrare come e fino a che punto si possa avanzare con un capitalismo accentratore, smisurato ed ecocida e fino a che punto sia possibile privare dei diritti in maniera rapida a un'intera popolazione, senza che questa dica 'basta'. Fino a che punto è possibile che i cittadini di un paese sopportino così tanta demolizione istituzionale e crudeltà sociale. Spetta al Senato Nazionale decidere in questo importante crocevia della nostra storia nazionale. Ed è nelle nostre mani che il progetto distruttivo di Milei non si trasformi in un esperimento consolidato e che cominciamo una volta per tutte a pensare collettivamente a come ricostruire diritti, Stato e società in termini di solidarietà, sostenibilità della vita e giuste transizioni ecosociali.

 

* Articolo originale in spagnolo  su   qui
** Traduzione di Giorgio Tinelli per Ecor.Network


Note:

*)  - Maristella Svampa è ricercatrice ricercatrice senior presso Conicet e professore ordinario presso l'Università Nazionale di La Plata. È autrice di numerosi saggi di ricerca e romanzi. I suoi ultimi libri sono Chacra 51, Ritorno in Patagonia ai tempi del fracking (2018), Le frontiere del neo-estrattivismo in America Latina (2018) e nel 2020, Il collasso ecologico è già arrivato. Una bussola per uscire dal (cattivo) sviluppo (con Enrique Viale).  www.maristellasvampa.net
    - Enrique Viale è avvocato specializzato in diritto ambientale. Nel 2004 ha fondato l'Associazione Argentina degli Avvocati Ambientali. È membro del Tribunale Etico per i Diritti della Natura e fa parte del Comitato Esecutivo dell'Alleanza Globale per i Diritti della Natura (GARN). È autore di vari libri e articoli specializzati in sviluppo, politica, diritto e giustizia ambientale pubblicati in Argentina e all'estero.

1) La denominata "Ley Bases" è un pacchetto di riforme senza precedenti in Argentina e fortemente voluto dal governo del presidente Javier Milei. La versione finale del progetto prevede una riforma del lavoro, l'eliminazione della moratoria sulle pensioni, poteri che potrebbero permettere a Milei di eliminare le organizzazioni pubbliche, un regime di investimenti con benefici fiscali e la privatizzazione delle aziende pubbliche. Per ulteriori informazioni si veda: https://www.pagina12.com.ar/732493-la-nueva-ley-bases-de-milei-se-vota-en-el-congreso-que-es-cu [NdT]

2) Mercado Libre, è una piattaforma di marketplace leader in Sud America, nata nel 1999 in Argentina, è attualmente porta d’accesso a più di 65 milioni di compratori online di 18 diversi paesi.


 

14 maggio 2024 (pubblicato qui il 19 maggio 2024)