*** Segnalazione ***

La strada per la Cina. Le imprese cinesi dell’Oil & Gas in Asia centrale e i loro impatti sociali e ambientali

di Crude Accountability


Road to China. China’s Oil and Gas Ventures in Central Asia. Social and Environmental Impacts
Crude Accountability
November 2021 - 84 pp.

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Questo rapporto di Crude Accountability affronta il tema degli investimenti cinesi nei settori energetici del Kazakistan, Uzbekistan e Turkmenistan.
La China’s Belt and Road Initiative (BRI) agisce come un programma di accesso alle infrastrutture e alle risorse  per far fronte alla crescente domanda di energia ed alla necessità di un accesso sicuro all'energia nel paese.
L'Asia centrale è vitale per questa strategia - non solo come fonte energetica chiave, ma anche come punto di accesso alla Russia, al Golfo Persico e all'Africa. 
Le materie prime provenienti da queste regioni entrano in Cina attraverso la regione autonoma dello Xinjiang Uygur, promuovendo lo sviluppo regionale, un altro obiettivo della BRI.
Dal 1997 la Cina è diventata il principale partner commerciale e investitore dell'Asia centrale. L'aumento dell'influenza regionale cinese pone rischi considerevoli, in termini di diminuzione della diversificazione economica in Asia centrale e aumento del degrado ambientale. Aggrava anche l'attuale crisi climatica. Mentre la Cina ha reagito alle critiche internazionali sull'impatto ambientale e sulle pratiche di sostenibilità, i dati specifici sono scarsi.

                           

KAZAKISTAN

Il Kazakistan è il vicino più fidato della Cina e il suo più grande partner commerciale nella regione. I piani della BRI includono progetti nella metallurgia del Kazakistan, nella lavorazione del petrolio e del gas, nell'industria chimica, nell'ingegneria meccanica, nell'energia, nell'industria leggera, nella lavorazione agricola, nonché nei settori dei trasporti e della logistica. Il ruolo della Cina nel settore petrolifero e del gas del paese rimane una delle questioni più controverse e di lunga data per il Kazakistan. La quota totale delle società cinesi in Kazakistan si attesta a circa il 17,7% della produzione petrolifera (2019). La Cina è il quarto più grande investitore straniero nel paese.
Rispetto ad altri operatori stranieri, le imprese cinesi tendono ad essere meno preoccupate per l'impatto ambientale e l'impegno locale nel settore petrolifero e del gas del Kazakistan. Nei villaggi vicino alla China National Petroleum Corporation (CNPC), la popolazione locale riferisce preoccupazioni per l'inquinamento e gli impatti sulla salute. La combustione del gas, lo sfruttamento dell'acqua da parte delle operazioni petrolifere e la contaminazione dell'acqua hanno provocato un aumento delle malattie respiratorie e cardiovascolari, e la produzione e la contaminazione del bestiame, portando a una diminuzione dei mezzi di sostentamento per gli abitanti dei villaggi locali.
L'impatto sociale delle operazioni locali del CNPC include la disoccupazione e la diminuzione delle opportunità educative. Mentre queste preoccupazioni sono state espresse e alcune concessioni sono state fatte dal governo kazako e dalla CNPC, vi è una carenza di dati pubblici su programmi e le misure comuni per affrontare problemi sociali specifici. Inoltre, non sono disponibili dati pubblici sull'impatto ambientale della CNPC, a differenza delle società occidentali, come la Karachaganak Petroleum Operating B.V. (KPO), che opera nella stessa regione.
La mancanza di informazioni da parte sia delle autorità statali che delle società cinesi, insieme alle dichiarazioni contrastanti delle agenzie statali cinesi e ad una totale indifferenza rispetto alla relazione fra le operazioni della CNPC con i crescenti rischi per la salute e danni ambientali - tra cui l’impatto su un bacino idrico naturale protetto - è indice probabilmente di un alto grado di corruzione e certamente è una palese violazione degli accordi internazionali tra cui la Convenzione di Aarhus.

UZBEKISTAN

La Cina è diventato il più grande investitore straniero del paese ed è uno dei maggiori importatori di gas uzbeko, nel contesto dell'attuale crisi di bilancio dell'Uzbekistan: le esportazioni di gas naturale sono una delle principali fonti di reddito dello Stato. Tuttavia, le riserve di gas uzbeki e la produzione complessiva sono in declino. Lo Stato uzbeko sta riducendo la sua fornitura interna di gas naturale, rifiutando di ridurre le esportazioni, tagliando così i residenti locali dai loro approvvigionamenti per il riscaldamento ed elettricità. Il governo uzbeko ora fa affidamento sul carbone per sostenere la sua rete domestica. Nonostante il calo della produzione, il settore del petrolio e del gas è una delle maggiori fonti di inquinamento del paese e la più grande fonte di emissioni di gas a effetto serra (GHG). Questa situazione è evidente dai dati forniti dagli impianti della Uzbekneftegaz [la compagnia statale dell’Oil & Gas, NdT] nella regione di Dengizukul, che usano il gas flaring e immagazzinano sostanze inquinanti a cielo aperto.
Sebbene l'Uzbekistan abbia firmato o faccia parte di diversi accordi internazionali per proteggere l'ambiente e ridurre le emissioni, le emissioni di gas a effetto serra dal 1990 sono solamente aumentate. Ad eccezione di alcune società come la LUKOIL che pubblicano volontariamente dati sull'impatto ambientale, il pubblico non ha accesso alle informazioni sullo stato dell'ambiente o sull'impatto di imprese come la CNPC e la Uzbekneftegaz.

TURKMENISTAN

Il Turkmenistan mostra la più forte influenza cinese. Le società cinesi operano nei giacimenti di gas più redditizi del paese, sono i più grandi investitori nel mercato del gas turkmeno e ricevono importanti prestiti e investimenti. Indubbiamente, il Turkmenistan è in una "trappola del gas." Il Turkmenistan è fortemente indebitato con la Cina, tanto che la Cina permette trasferimenti diretti di gas per pagare i suoi prestiti. Il calo dei prezzi del gas e l'allontanamento dei suoi ex partner di esportazione hanno portato a gravi carenze di bilancio. Di conseguenza, i sussidi nazionali sono cessati e sono aumentati i prezzi dei beni di base. Il Turkmenistan è limitato nella sua capacità di aumentare le esportazioni a causa degli elevati costi di produzione e della limitata capacità della Central Asia Gas pipeline, che è principalmente di proprietà e gestita dalla CNPC.
L'industria del petrolio e del gas è una delle principali fonti di inquinamento del Turkmenistan e la principale fonte di emissioni di gas a effetto serra. L'anidride solforosa, insieme alla combustione dei gas ed alle emissioni di scarto, è la principale fonte di inquinamento dell'acqua e del suolo, che ha un forte impatto sull'enorme deserto del Karakum. Sebbene il Turkmenistan sia firmatario e partecipe di numerosi accordi internazionali in materia di regolamentazione e protezione ambientale, dal 2004 le emissioni di gas a effetto serra sono aumentate.
Questa carenza di informazioni è dovuta anche ai divieti effettivi imposti alle ONG del Turkmenistan e al fatto che imprese come la CNPC non sono tenute a pubblicare alcun dato.


* Traduzione Ecor.Network


 

16 marzo 2024 (pubblicato qui il 20 marzo 2024)