Il Tribunale Internazionale dei Diritti della Natura richiede l'immediata sospensione del megaprogetto Tren Maya alla luce dell'allerta di ecocidio ed etnocidio
Il Tribunale Internazionale dei Diritti della Natura ha tenuto la sua ottava udienza locale nella penisola dello Yucatán, Messico, dal 9 al 12 marzo 2023, per il cosiddetto Treno Maya, un mega progetto di trasporto ferroviario che mette a serio rischio di distruzione gli ecosistemi e le comunità Maya che, come hanno confermato varie testimonianze, non è solo un treno né è propriamente Maya, poiché diverse comunità Maya non lo considerano tale, e poiché è un progetto che si connette con molti altri, poli di sviluppo, mega-allevamenti di maiali , tra gli altri, esacerbandone gli impatti sociali, culturali, ambientali e di genere, e il cui Master Plan non è mai stato presentato dalle autorità.
Il Tribunale ha visitato in situ le comunità di Pisté, El Señor-Xmaben e Tihosuco, dove hanno partecipato delegati di varie regioni 1, e ha ascoltato le testimonianze delle comunità indigene Maya, dei gruppi sociali e dei gruppi ambientalisti, nonché le 23 testimonianze 2
presentate davanti a questo Tribunale. L'udienza si è tenuta sabato 11 marzo presso la Scuola di Agricoltura Ecologica di Valladolid, nello Yucatán, e il Tribunale ha ascoltato rappresentanti delle comunità indigene e gruppi di cittadini, varie perizie di accademici e ricercatori in materia forestale e agricola su ecosistemi acquatici e terrestri, sulla biodiversità e la sostenibilità ecologica, sui diritti collettivi e della natura, ecologia politica e ingegneria ambientale, in relazione ai danni alla natura, ai rischi ecologici e alla lacerazione della cultura e dei diritti inalienabili - culturali, territoriali ed esistenziali - delle comunità. Tali testimonianze hanno fornito evidenze, nonché prove convincenti e inconfutabili, che stabiliscono un nesso di causalità tra l'accusa del Pubblico Ministero della Terra e la prova testimoniale, documentale e verifica in loco 3 dei danni arrecati alla natura e della violazione dei diritti delle comunità.
Dal verbale risulta che nessun rappresentante dello Stato ha partecipato a questa udienza, nonostante le istituzioni siano state legittimamente invitate tramite lettera recapitata all'Ambasciata del Messico in Ecuador, sede del Tribunale, nonché via e-mail e anche fisicamente il giorno 7 marzo: sono stati invitati sia il governo del Messico, che la Commissione nazionale per i diritti umani, oltre che FONATUR, SEMARNAT, INPI, SEDATU e CONANP.
Sulla base delle disposizioni della Dichiarazione Universale dei Diritti della Natura, la Convenzione 169 della ILO, della Dichiarazione delle Nazioni Unite e dell'OSA sui Diritti dei Popoli Indigeni, della Convenzione sulla Biodiversità, dell'Accordo Escazú, l'Agenda 2030 SDG, oltre che dalla giurisprudenza emessa dal Sistema Interamericano e dal Sistema Universale dei Diritti Umani, nonché la legislazione degli Stati Uniti del Messico, questo Tribunale Etico, in nome dei Diritti di Madre Natura, dell'Umanità e delle generazioni future, delibera:
1. Riconoscere inconfutabilmente la violazione dei Diritti della Natura, così come dei Diritti Umani individuali e collettivi e dei diritti bioculturali del Popolo Maya, che sono stati e continuano ad essere protettori e custodi del loro territorio, i cenotes 4, la selva e gli esseri senzienti non umani che abitano detto territorio, il che va a configurare crimini di ecocidio ed etnocidio. La Corte ritiene lo Stato Messicano responsabile della violazione di questi diritti fondamentali.
2. Ordinare alle autorità dello Stato della Repubblica Messicana di sospendere immediatamente il megaprogetto Tren Maya con tutte le sue componenti, nonché la smilitarizzazione dei territori indigeni. Rivolgiamo un appello urgente allo Stato e all'intervento delle organizzazioni internazionali, regionali e nazionali per i diritti umani affinché cessi l'espropriazione delle terre degli ejidos 5, nonché di porre fine alla persecuzione, alle minacce, alle molestie e all'intimidazione verso i/le difensor* della natura, di cui il Tribunale è stato testimone diretto, garantendo il diritto alla libera espressione e alla difesa del patrimonio bioculturale.
3. Che si realizzi la riparazione integrale del danno ecologico e sociale causato dall'esecuzione del megaprogetto Tren Maya e delle sue strutture collaterali.
4. Che venga avviato un progetto di consultazione indipendente, inter e transdisciplinare e di carattere interculturale, con la piena ed effettiva partecipazione delle popolazioni interessate.
5. Esortiamo l'Esecutivo e il Legislativo a realizzare riforme costituzionali a livello Federale, come quelle già realizzate da alcuni stati (Città del Messico, Colima, Oaxaca e Guerrero), per il riconoscimento dei diritti della Natura come soggetto di Diritti. Allo stesso modo, raccomandiamo la revisione della legge che stabilisce la proprietà sociale della terra, in modo che sia sostituita da una legge che contempli la funzione socio-ecologica del territorio nella sua relazione indissolubile con le pratiche culturali sostenibili dei popoli e delle comunità che ancestralmente lo abitano.
Il Tribunale notificherà tempestivamente la sentenza per iscritto, con esaustività e con le necessarie formalità, la quale sarà tradotta in lingua Maya.
Questo Tribunale Internazionale dei Diritti della Natura ha avuto come Presidente Maristella Svampa dall'Argentina, ed è stato composto anche da Fray Raúl Vera dal Messico, Yaku Pérez dall'Ecuador, Francesco Martone dall'Italia/Ecuador e Alberto Saldamando (USA) Chicano/ Zapoteca. Il procuratore della Terra è stato Jorge Fernández, esecutrice sul campo Giovanna Gasparello insieme a 22 testimoni delle comunità indigene, collettivi di cittadini ed esperti. Il Segretario del Tribunale è stata Natalia Greene e le organizzazioni convocate, l'Alleanza Globale per i Diritti della Natura, l'Assemblea dei Difensori del Territorio Maya, Múuch' Xíinbal e il Consiglio Civile Messicano per la Silvicoltura Sostenibile (CCMSS).
Contatti per la stampa:
Secretaría del Tribunal: Natalia Greene, +593 99 944 3724, tribunal@rightsofnaturetribunal.org
Comunicación del Tribunal: Josefina Mösle, communications@garn.org
* Traduzione Giorgio Tinelli per Ecor.Network
Note:
1 Comunità ascoltate nel giro sul campo: Pisté e Buctzotz -Yucatán; Lord, Xmaben, Ramonal, Yax-Ley, Felipe Carrillo Puerto, Chunhuhub, Tihosuco, Candelaria, Dziuché, José María Morelos - Quintana Roo.
2 23 testimoni che hanno rappresentato le voci delle Comunità di Pisté, Tizimin, Sanahcat, Ticul, Izamal, Valladolid, Cantamayec – Yucatán; Comunità di Tihosuco, Bacalar, Nuevo Gerusalemme - Quintana Roo; Comunità di Don Samuel Escárcega, Comunità di Ich Ek, Hopelchen, Isla Arena, Xpujil, Calakmul, Xcalot Akal, Xkix, Chencoh, Suc-Tuc, Komchen – Campeche; Comunità del Salto del Agua, Palenque – Chiapas. Assemblea dei difensori del territorio di Múuch Xiinbal; consiglio regionale e popolo indigeno popolare di Xpujil - Calakmul; Consiglio indigeno di José María Morelos U Yo'ol Lu'um; Maya Community Center U Kúuchil K e Ch'i'ibalo'on di Felipe Carrillo Puerto.
3 La Corte ha avuto modo di verificare fisicamente, domenica 12 marzo, le irrimediabili distruzioni causate dal cantiere del Treno Maya nella Sezione 5, guidata all'interno delle caverne da gruppi di cittadini come Selvame del Tren, SOS Cenotes, Cenotes Urbanos, che Interessa più di 100 caverne e cenotes situati direttamente sotto il percorso del Tren Maya, oltre a più di 9 milioni di alberi che sono già stati abbattuti.
4) Grotte di origine calcarea molto comuni nella penisola dello Yucatán.
5) Ejido: area di terreno comunale utilizzato per l'agricoltura in cui i membri della comunità hanno diritti di usufrutto piuttosto che diritti di proprietà sulla terra.

Sul Tribunale Internazionale dei Diritti della Natura in Yucatán sul Tren Maya vedi anche:
