Fra qualche giorno la “Forza Aerea Zapatista”, composta da circa 180 tra donne, uomini e altr*, atterrerà a Vienna, e da lì comincerà il suo Tour Europeo.
Per l’occasione aggiorniamo la rassegna degli articoli pubblicati negli ultimi mesi riguardanti l’estrattivismo in Messico,
materiali utili per approfondire le problematiche che ci accomunano: l’impatto di infrastrutture ferroviarie ad alta velocità, corridoi logistici, zone economiche speciali, mega parchi eolici, gasdotti ecc., con tutte le conseguenze sociali e ambientali che provocano sia direttamente che come catalizzatori di uno “sviluppo” devastante.
Proponiamo oggi “Le vie della biodiversità”, di Ganesh Marín dell’Universidad de Arizona e di Daniela Cafaggi, dell’Instituto de Ecología, UNAM. L’articolo, tratto da Revista Metabolica, approfondisce l’impatto sugli ecosistemi della penisola dello Yucatan del megaprogetto ferroviario - il cd “Tren Maya” – che minaccia di attraversare gli stati messicani del Chiapas, Tabasco, Campeche, Yucatan, Quintana Roo.
Un progetto che, se attuato, porterà alla frammentazione di territori naturali e alla distruzione irreversibile degli habitat delle specie selvatiche, un fattore – fra l’altro - riconosciuto dall’IPBES* fra le cause delle pandemie degli ultimi 60 anni.
Impossibile, dopo questa lettura, non prestare attenzione a tutte le barriere costruite sui nostri territori, che soprattutto nell’ultimo secolo hanno contribuito a parcellizzare i luoghi di vita e migrazione delle specie viventi, in un contesto di quasi totale distruzione della naturalità preesistente.
* L'Intergovernmental Science-Policy Platform on Biodiversity and Ecosystem Services è un'organizzazione istituita dall'ONU per migliorare la comunicazione tra scienza e politica in materia di biodiversità.
** Le illustrazioni di questo articolo sono di Daniela Cafaggi e, in apertura, di @fibe555.
*** Traduzione in italiano di Marina Zenobio, per Ecor.Network.
Tutta la discussione sul Progetto Tren Maya deve partire dall'impatto che avrà sulla biodiversità, sul paesaggio e la cultura della penisola dello Yucatan. Il rischio è elevato se si considerano gli ecosistemi e gli habitat della regione, poiché il treno conduce a un tipo di sviluppo che va verso la crescita della popolazione nelle città, la migrazione e l'esodo delle comunità con il conseguente cambiamento dell'uso della terra, l'aumento dello sfruttamento dell'acqua e delle risorse della selva. In questo testo affrontiamo sinteticamente l'impatto del treno sulla biodiversità della zona e ciò che può rappresentare per le altre specie non-umane che saranno colpite e la cui voce è appena udibile nella discussione pubblica su questo progetto.
Per la ricchezza delle varietà di specie e di ecosistemi unici a livello mondiale, il sudest messicano è considerato parte del hotspot di biodiversità mesoamericano (Myers et al., 2000).
Le selve della penisola formano il più grande continuum forestale della regione e funzionano come un corridoio che collega le popolazioni di piante e animali presenti in Messico con quelle dell'America Centrale, quindi mantenere il movimento delle specie attraverso questo corridoio è fondamentale per conservare la biodiversità della penisola dello Yucatan.
I costi ambientali del progetto sono enormi perché il Tren Maya prevede di attraversare le poche aree ben conservate rimaste nella regione. Per esempio la tratta chiamata “la selva”, che va da Los Laureles a Constitución, è tra le più perniciose in quanto attraversa le aree naturali protette di Balamkù e Calakmul.
Le due zone rappresentano l’habitat di oltre 558 specie di vertebrati, tra cui specie emblematiche e sensibili a qualsiasi alterazione ambientale, come il giaguaro, il tigrillo, la scimmia urlatrice, il pavone del nord, la salamandra yucatera e il tapiro centroamericano.
L'aumento dell'attività umana e la costruzione di nuove infrastrutture del calibro del Tren Maya mette in pericolo l'esistenza naturale di queste specie e riduce la possibilità di collegamento con le popolazioni più meridionali. Dal canto loro, le comunità umane perderanno la biodiversità, con la quale sono strettamente connesse, e gli ecosistemi che determinano il loro stile di vita.
Riassumendo, il progetto ha un impatto regionale in ogni sua dimensione ecologica.
Le aree boschive di tutto il mondo sono state deforestate ad un ritmo senza precedenti negli ultimi decenni (Malhi et al., 2014), insieme al declino catastrofico, e a livello globale, delle popolazioni di vertebrati. (Ceballos et al., 2017).
Dobbiamo affrontare la realtà che il Messico non è più il corno dell'abbondanza che, invece, persiste nell'immaginario e che, eliminando le ultime macchie di foresta, andremo a romperne quella fragile connessione che a malapena mantengono.
Oltre ai danni sulla connettività a livello regionale, esistono siti particolari che, perdendo o alterando la loro biodiversità, genererebbero effetti negati sproporzionati rispetto alla piccola area che occupano.
E' il caso della grotta conosciuta come il Volcán de los Murciélagos, rifugio per oltre tre milioni di pipistrelli di sette specie insettivore che contribuiscono alla vita di ecosistemi inestimabili (Vargas-Contreras et al., 2012). Anche se la grotta è situata in un'area cuscinetto con la zona ecologica di Balamkù, si trova comunque a meno di 250 metri dall'Autostrada Federale 107 e dalla tratta proposta per la realizzazione del treno, cosa che minaccia direttamente la vita dei pipistrelli.
Già ogni giorno avvengono numerose collisioni sull'autostrada che vanno a colpire questa popolazione di pipistrelli (Escobedo-Cabrales e Calmé, 2005; SCT, 2011). Se il progetto del treno partirà, le vibrazioni generate durante la costruzione e dal suo passaggio sui binari potrebbero causare frane e quindi la diminuzione o la perdita totale della popolazione di pipistrelli (Benítez, 2019).
Inoltre la zona è stata identificata come uno dei cinque siti più importanti tra i crocevia della fauna, uno dei due siti critici per il passaggio di femmine di giaguaro e una zona importante nella distribuzione e movimento di tapiri,
(Benítez, 2019; Colchero et al., 2011; Schank, 2020), due specie in via di estinzione in Messico.
Buona parte della discussione ambientale si è focalizzata sul beneficio dell'uso dei treni in quanto, rispetto al trasporto aereo o stradale, producono meno emissioni di anidride carbonica. (Heske, 2015; Barrientos et al., 2019).
Tuttavia, gli effetti negativi dei treni sugli ecosistemi non risiedono solo in questo ma anche in altri aspetti inerenti la costruzione, soprattutto in siti con alta biodiversità che funziona come corridoio biologico, proprio quello che è la penisola dello Yucatan.
I treni a media velocità, come quello proposto nel progetto, richiedono recinzioni perimetrali lungo il loro percorso, il che riduce i passaggi della fauna selvatica, divide nettamente le zone di habitat e le popolazioni di animali selvatici. Ma la mobilità della fauna selvatica non è ostacolata solo dalle barriere fisiche, a provocare impatti negatici ci sono anche l'inquinamento acustico e luminoso, le vibrazioni generate durante la costruzione e l'utilizzo delle strade (Luca et al., 2017). Per esempio, l'aumento dei livelli del rumore rappresenta un problema per le specie che si basano sulla comunicazione acustica come gli uccelli, i pipistrelli o gli insetti, poiché quel rumore può mascherare o influenzare i segnali usati durante la caccia o la fuga dai predatori, la comunicazione tra gruppi sociali, l'attrazione del compagno e la difesa del territorio. Tutti questi effetti alterano il comportamento spaziale degli animali, costringendoli a evitare o lasciare le aree disturbate, il che diminuisce la probabilità che sopravvivano nella regione (McLaughlin e Kunc, 2013).
Un punto di paragone dei possibili impatti del treno è la barriera di separazione tra Messico e Stati Uniti.
Nel 2017 erano stati costruiti poco più di 1000 km di barriere pedonali e veicolari e si stima che, quando completata, un muro di 3600 km dividerà le popolazioni di almeno 1500 specie di piante e animali terrestri (Peters et al., 2018).
La prima fase del Tren Maya prevede una barriera di 631 km che parte da Palenque e si sviluppa lungo la costa, isolando gli habitat costieri. Ma le tratte più preoccupanti sono quelle che completano i quasi 1500 km di ferrovia, che potrebbe isolare completamente la penisola dello Yucatan.
La divisione delle popolazioni riduce la diversità genetica e aumenta il rischio di estinzione per molte specie che dipendono da risorse sparse nel paesaggio e che non sarebbero più accessibili a causa delle barriere.
Una delle misure più utilizzate per mitigare gli effetti della frammentazione da muri e strade sono i passaggi per la
fauna selvatica che offrono una via di accesso sicuro. La loro efficacia è stata poco testata e, nei casi in cui hanno avuto successo come nel parco Banff in Canada, sono stati necessari diversi anni perché gli animali si abituassero ad utilizzarli (Clevenger y Waltho 2000; van der Grift et al, 2013; Rytwinski et al., 2016).
Nella prima tratta progettata che va da Palenque a Izamal, il documento sull'impatto ambientale prevede per la fauna la costruzione di 40 passaggi. Tuttavia, poiché ci sono sezioni del treno che convergono con strade e linee di trasmissione elettriche, l'impatto sulla mobilità delle specie deve valutarsi sommando gli effetti di bandiera e rumore causati da ogni struttura (Benítez, 2019).
Un altro aspetto che non viene considerato è che la crescita urbana e turistica prevista dal progetto provocherà l'aumento del traffico e dei tempi di utilizzo delle strade principali che si congiungono con le stazioni del treno, cosa che aumenterà drammaticamente il numero di animali uccisi. E' quindi necessario valutare la fattibilità del progetto in tutti i suoi impatti, indiretti e a lungo termine. Se questo sarà fatto si potranno proporre e attuare misure di mitigazione equivalenti alla perturbazione prevista, solo così si potranno prendere decisioni realmente consapevoli.
Non è cosa da poco costruire strade che attraverso la selva. E' stato stimato che nella conca amazzonica l'87% della deforestazione avviene entro 25 km dalle strade (Ritter et al., 2017).
Lo sviluppo economico a spese della biodiversità assume le sue tinte più oscure per quanto riguarda le specie minacciate e ambite dal traffico illegale di fauna selvatica a livello globale.
Nel luglio del 2019, non lontano dalla prima stazione di Palenque, i resti di un giaguaro senza testa e senza artigli sono stati trovati sulle rive del fiume Usumacinta annunciando, in Messico, la presenza di una rete di traffico che finisce nel mercato asiatico (Melgoza-Rocha, 2020).
Il Messico conosce molto bene il risultato del traffico di specie animali. Nel Mar de Cortéz la vaquita marina (o focena del Golfo di California, ndt) rappresenta un precedente dell'estinzione per mano del mercato attivo di totoaba (pesce marino, il più grande della famiglia degli Sciaenidae, ndt) cooptato dal narcotraffico e dalla delinquenza che svariate amministrazioni federali e organismi internazionali non sono riusciti a fermare.
Con il potere limitato, la complicità e la corruzione che esiste nello stato messicano riguardo il rispetto della legge ambientale, permettere il passaggio attraverso gli ultimi lembi di selva nella penisola dello Yucatan significa dare libero sfogo al furto di specie e alla loro eventuale estinzione locale.
L'obietto del treno va oltre il trasporto di beni e persone, l'obiettivo è creare poli di sviluppo in tutta la penisola e aumentare la popolazione urbana. Ogni nuovo polo di sviluppo e ogni popolazione che si espande significa nuove vie di accesso e occupazione della selva, facilitando così la deforestazione, la caccia e l'estrazione illegale di risorse non forestali.
Ma l'interazione e la vulnerabilità va in ambo i sensi; anche le aree naturali protette vicino ai centri urbani possono essere esposte all'introduzione di specie esotiche e ad un cambio nella composizione della biodiversità. I rifiuti generati e i nuovi habitat artificiali prodotto dell'urbanizzazione attrae specie più opportuniste e tolleranti alla perturbazione umana. Tutto ciò provoca un maggior numero di interazioni tra fauna selvatica, animali selvatici, animali domestici ed esseri umani che aggiunto all'imminente deterioramento ambientale è, come la pandemia COVID-19 ci ha dimostrato, un importante fattore di rischio per la generazione e trasmissione di malattie zoonotiche. Dobbiamo smettere di rendere invisibile la relazione tra un ambiente deteriorato e nuove epidemie zoonotiche.
Gli esempi più chiari che abbiamo dello sviluppo economico nella regione sono Cancun e la Riviera Maya nello stato di Quintana Roo. I due progetti promettevano il successo turistico, e ci sono riusciti. Ancora oggi ci mostrano l'impatto ambientale che generano. Lo sviluppo della regione è iniziato a metà degli anni settanta ed è stato segnato da politiche dirette verso uno sviluppo sostenibile.
Anche se entrambi i progetti sono stati soggetti a ordinanze di pianificazione territoriale e valutazioni di impatto ambientale, nel corso dei decenni sono state sempre meno rispettate (Rubio et al., 2010).
Tajamar ha dimostrato quanto sia facile eliminare le mangrovie e i sistemi lagunari.
Basta prendere una foto satellitare su Google per vedere la trasformazione delle coste, la perdita della spiaggia causata dalla costruzione di mega hotel e il cambiamento d'uso del terreno per la realizzazione di case nelle periferie delle città.
Anche se meno visibili ci sono altri impatti, come la riduzione e la contaminazione delle falde acquifere, che hanno storicamente limitato lo sviluppo della regione e con il potenziale di far crollare il sistema ecologico e sociale della penisola.
La ricchezza di vita che sostiene la penisola dello Yucatán trascende gli sforzi di una singola amministrazione federale. La storia ci ha insegnato che non ci sono garanzie che limitano la crescita urbana a scapito del degrado dell'ecosistema.
Scommettere sullo sviluppo del progetto del Tren Maya significa mantenere l'inerzia dell'espropriazione e della crisi ecologica, anche qualora le linee guida del treno stesso fossero adeguate.
Dobbiamo scommettere su un modello in cui le comunità locali siano principali agenti di trasformazione e principali beneficiari dell'ambiente, e che possano esserlo per molte generazioni.
Il progetto attuale gravita intorno a un tipo di turismo che per decenni non è riuscito a portare benessere alle comunità locali. Dobbiamo capire che il megaprogetto più ambizioso è quello che assicura ad ogni comunità scuole, salute e lavoro decente, ma anche un ecosistema sano, biodiverso e che rispetta i modi di vita dei popoli Maya. Noi scommetteremo su questo percorso.
Sostieni il progetto: http://tejiendorevolucion.org/adquieremetabolica.html
Metabolica. Revista de Critica Ambiental
n. 2, anno 1, Novembre 2020. Ed. Tejiendo Organización Revolucionaria, Mexico
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