¿Repsol limpió el desastre?
Situación actual y retos pendientes para la recuperación de la vida marina a tres años del derrame de petróleo
Ana Leyva V., Aymara León, Mario Zúñiga
CooperAcción, Perù, Enero 2025 - 84 pp.
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A tre anni dal peggior disastro ambientale avvenuto sulla costa peruviana, ovvero la fuoriuscita di 12.000 barili di petrolio greggio nella raffineria di La Pampilla, di proprietà della Repsol, qual è la situazione attuale? L'azienda è stata sanzionata? Le migliaia di pescatori e cittadini colpiti sono stati adeguatamente risarciti? La Repsol ha adempiuto al suo dovere di risanare il disastro? Il mare è già stato recuperato?
Sono queste le domande a cui cerca di rispondere il report,
che sistematizza in maniera dettagliata un'ampia gamma di fonti d'informazione: i 18 piani di riabilitazione presentati dalla società e le numerose osservazioni e pareri tecnici che gli enti statali hanno elaborato su tali piani; i 22 procedimenti sanzionatori amministrativi avviati da vari enti pubblici a seguito della fuoriuscita; i processi che sono in atto presso il sistema giudiziario; nonché studi indipendenti sulla situazione attuale della vita marina.
Questa analisi dettagliata presenta conclusioni molto preoccupanti.
Da un lato, gli impatti della fuoriuscita di petrolio sugli ecosistemi marini sono ancora presenti, nonostante Repsol assicuri che il mare ha avuto un rapido recupero. Al contrario, la ripresa è lenta ed è chiaro che è necessario l'intervento umano per migliorare le condizioni ambientali e consentire alle specie di ripopolare il mare. Dimostra inoltre che tutti i piani di ristrutturazione presentati dall'azienda presentano carenze e mancano di informazioni chiave. Le sue informazioni sono incomplete, insufficienti e persino errate. Lo affermano i pareri tecnici di Serfor, Sernanp, Sanipes, Fondepes, ANA e Minem. Proprio a causa di queste lacune, nessuno dei piani è stato ancora approvato dalle autorità.
Questo dossier fornisce un resoconto dettagliato dello stato dei 22 procedimenti amministrativi avviati contro Repsol, di cui 14 già conclusi. Relapasaa è stato ritenuto responsabile e multato in 13 casi, mentre in uno il caso è stato archiviato. Le sanzioni stimate in 20 casi (14 conclusi e 6 con risoluzione in primo grado) ammontano a 51.827,5829 UIT, equivalenti a S/ 266.912.084,00 (circa $ 72.138.401,1837).
Il documento valuta anche la situazione dei risarcimenti civili per le persone colpite, effettuando una revisione critica del più recente dossier sui diritti umani di Repsol. Conclude che le condizioni delle trattative con le associazioni dei pescatori sono state molto asimmetriche e che i risarcimenti sono stati insufficienti.
Tre anni dopo una fuoriuscita che ha avuto effetti devastanti sulla vita acquatica, che ha una ripresa molto lenta e che ha lasciato migliaia di pescatori e persone impegnate in attività correlate senza lavoro fino ad oggi, o che hanno ridotto significativamente il loro reddito, i presunti sforzi dell'azienda non hanno un impatto reale.
In una prima sezione, il documento riassume lo stato di avanzamento dei 18 piani di risanamento presentati dall'azienda. Individua poi alcuni risultati rilevanti presentati dagli enti tecnici dello Stato in merito a questi piani, offrendo indizi sulla situazione attuale della vita marina e sulle sfide all'orizzonte.
Nella sezione seguente, il rapporto delinea alcune conclusioni del più recente studio tecnico indipendente, redatto nel 2024 dalla specialista Diana Papoulias, che sottolinea la lenta ripresa della vita marina e la necessità di azioni per favorire il ripopolamento.
Il documento organizza e sistematizza poi le informazioni disponibili sui 22 procedimenti amministrativi, nonché sui procedimenti giudiziari in corso. Tali procedure dimostrano, da un lato, che è stata pienamente dimostrata la responsabilità di Repsol in questo disastro ambientale, causato dal mancato rispetto degli obblighi in materia di sicurezza e ambiente. D'altro canto, rivelano una mancanza di trasparenza, diligenza e tempestività nella segnalazione degli eventi e negli sforzi di contenimento e bonifica.
Infine, vengono presentate una serie di conclusioni e raccomandazioni, nonché proposte di miglioramento per garantire che i piani di riabilitazione contribuiscano al recupero della vita marina.
→ Originale in
spagnolo su
** Traduzione Giorgio Tinelli per Ecor.Network
INDICE
- Introduzione
- 1. Il disastro petrolifero e lo stato dei piani di ripristino
- 2. Alcuni rilievi degli enti tecnici dello Stato in merito ai piani di riabilitazione
2.1. Osservazioni generali
2.2. Dal Servizio nazionale foreste e fauna selvatica (Serfor)
2.3. Dal Servizio Nazionale delle Aree Naturali Protette dallo Stato (Sernanp)
2.4. Dall'Autorità nazionale per la salute e la sicurezza nella pesca e nell'acquacoltura (Sanipes)
2.5. Dal Fondo nazionale per lo sviluppo della pesca (Fondepes)
2.6. Dall'Autorità Nazionale dell'Acqua (ANA)
2.7. Dalla direzione generale per gli affari ambientali e degli idrocarburi (DGAAH) del Ministero dell'Energia e delle Miniere (Minem)
- 3. Primi risultati dell'analisi indipendente dei piani riabilitazione
- 4. Misure preventive e correttive ordinate dalle autorità
4.1. Misure preventive e correttive emanate per evitare e controllare i danni e ripristinare l'ambiente
4.2. La domanda di nuovi strumenti di gestione ambientale, nonché la presentazione di un piano di relazioni con la comunità
4.3. Processi amministrativi
4.4. Sei domande sulla responsabilità e sulle conseguenze della fuoriuscita
- 5. Risarcimento civile alle persone colpite dalla fuoriuscita di grezzo
- 6. Conclusioni e raccomandazioni