Triangolo del litio: contaminazione, colonialismo ed eccessi nell'arida diagonale sudamericana

di Cecilia Valdez

  Originale in spagnolo, su El Salto del 7 gennaio 2023


[L'area di confine tra Bolivia, Cile e Argentina contiene le più grandi
riserve di litio del pianeta. Lo sfruttamento dei giacimenti ha
provocato uno sbarco di multinazionali estrattive che sta lasciando
una scia di problemi sociali e ambientali nell'area]

Nel 1972, le immagini prese da uno scanner multispettrale dal satellite ERTS-1 permisero all'US Geological Survey di esplorare diverse parti del pianeta. È così che apparve sulla mappa dei grandi capitali nordamericani la regione del cosiddetto Triangolo del Litio, la più grande riserva di questo minerale al mondo, situata tra Bolivia, Cile e Argentina.

Ernesto Picco racconta nel suo libro "Cronache del Litio", l'origine dell'esplorazione di quello che è noto come "oro bianco", risorsa essenziale per le batterie dei dispositivi elettronici, e per la tanto citata transizione energetica - accelerata dalla Guerra d'Ucraina e l'aumento dei prezzi dell'energia -, che implica la sostituzione di combustibili fossili come il petrolio o il gas naturale con altre energie che permettano di ridurre gli effetti del gas serra. Di contro, l'accelerazione nell'estrazione del litio provoca danni ambientali e sociali sempre maggiori e irreversibili nei luoghi da cui viene estratto e un'ambizione sempre maggiore da parte delle aziende e dei governi che traggono profitto dal suo sfruttamento.

Da quelle prime immagini satellitari fino ad oggi è passato molto tempo, ma l'interesse per il litio è andato aumentando sempre più. Sebbene gli Stati Uniti e l'Europa siano in testa al ranking che si riferisce al consumo, la Cina supera tutti per quanto riguarda la produzione. La Bolivia ha una grande riserva, anche se per il momento questo paese è dietro Cile e Argentina nei livelli di produzione, nonostante che l'attuale governo cerchi di associarsi con imprese straniere per industrializzare il minerale. Sebbene durante i governi di Evo Morales fosse prioritario il controllo statale delle risorse naturali, oggigiorno si si fa di tutto per lavorare con imprese private straniere che utilizzano metodi di estrazione diretta del litio.

Nel 2019, Evo Morales cercò di firmare contratti con aziende tedesche (ACI Systems) e cinesi (Xinjian Tbea), ma dovette fare marcia indietro a causa delle proteste che ciò generò a Potosí, la regione mineraria per eccellenza, dove dal Comitato Civico Potosinista, l'organizzazione che guida le proteste nella regione, arrivò la dichiarazione: "Noi siamo i proprietari dei minerali, ma ci rimangono miserie e contaminazioni". Di fatto, l'ormai ex presidente, attribuisce la sua destituzione dal potere a interessi stranieri finalizzati al controllo di questo minerale, dal momento che la Bolivia ha leggi che stabiliscono che tutti i processi di estrazione e industrializzazione devono necessariamente essere a carico dello Stato.

Molti paesi della regione latinoamericana lottano per non dipendere dalle materie prime - o commodities - ma le continue crisi economiche li rendono dipendenti dalle loro risorse naturali. Nel dicembre 2022, il governo argentino, nella sua corsa per essere parte della catena del valore aggiunto (e non solo fornire materia prima), ha annunciato un disegno di legge che promuove l'economia dell'idrogeno verde, con la quale cerca di massimizzare l'apporto dell'industria locale. L'annuncio, che prevede agevolazioni fiscali per promuovere gli investimenti, è stato fatto in un incontro alla Casa Rosada a cui hanno partecipato la segretaria per gli Affari Strategici, Mercedes Marcó del Pont, e il Vice Ministro degli Affari Esteri e Inviato Speciale per la Politica Climatica Internazionale della Germania, Jennifer Morgan. Pochi giorni dopo, il vicegovernatore di Catamarca, Rubén Dusso, con il mandato del governo, ha ricevuto alla Casa de Gobierno i rappresentanti della società canadese Avvenire Electric Vehicles Corp., che si occupa dello sviluppo di veicoli per l'elettromobilità, e che mira a diventare leader mondiale nel mercato dei veicoli elettrici (EV).
 

Elon Musk e Bill Gates

La multinazionale statunitense FMC Corporation (oggi Livent Corporation) si è stabilita a Catamarca negli anni '90 e con il suo progetto Fénix (Salar del Hombre Muerto) è stata pioniera nello sfruttamento dei sali di litio. FMC aveva appena assorbito LITHCO (Lithium Corporation of America, 1942), una delle più importanti aziende del settore che aveva già ricevuto denunce per danni ambientali negli USA e proprio per questo aveva iniziato a guardare a sud. Nonostante non sia stato affatto facile, all'inizio degli anni '90 LITHCO riuscì ad entrare in Sud America e iniziarono così le prime esplorazioni.

Lo scorso luglio, la Direzione Generale delle Dogane argentina (DGA) ha denunciato una manovra di sottofatturazione nell'esportazione di carbonato di litio della società Livent. Dall'inchiesta è affiorato che tra il 2018 e il 2019 la società mineraria ha generato una perdita di 7,5 milioni di euro in dazi all'esportazione e per questo è stata applicata una sanzione di 36 milioni di euro. Secondo l'organizzazione, la manovra comprende 403 operazioni di esportazione che Livent ha effettuato presso la propria sede a un prezzo esponenzialmente inferiore a quello del mercato internazionale in quel periodo.

[Risulta sorprendente come i tentativi di risolvere
una questione ambientale possano portare a
iniziativeche promuovono nuovi squilibri in regioni
delmondo già abituate al saccheggio delle proprie
risorse naturali e culturali]

Uno dei business che genera maggiori aspettative per quanto riguarda la produzione di batterie al litio è quello dell'elettromobilità. Lo scorso aprile Elon Musk, pioniere americano delle auto elettriche, ha rivelato che quasi la metà dei veicoli da lui assemblati nel primo trimestre del 2022 erano dotati di batterie al litio ferro fosfato (LFP), più economiche delle celle a base di nichel e cobalto che vanno per la maggiore nell'occidente. E quando si tratta di miliardari, Bill Gates è un altro di quelli che cercano l'ambito "oro bianco". Nel dicembre 2021, la società nordamericana Lilac Solutions è entrata nel business del litio per mano di Bill Gates, che ha guidato un giro di investimenti per 20 milioni di dollari attraverso due dei suoi fondi al Massachusetts Institute of Technology (MIT), Breakthrough Energy Ventures e The Engine. Situata a Oakland (California), Lilac Solutions promuove la produzione di salamoia di litio in un progetto chiamato Kachi che copre un'area di 74.000 ettari in Catamarca ed è a rischio fallimento a causa di una disputa tra due dei suoi principali investitori, la società australiana Lake Resources e la nordamericana Lilac Solutions.

Tuttavia, una delle notizie che ha destato più scalpore nelle ultime settimane è stata la chiusura dell'azienda cinese Liex Zijin a Fiambalá, Catamarca. L'Assemblea dei Popoli di Catamarca in Resistenza e Autodeterminazione (Pucará) ha riferito che martedì 1 novembre la polizia mineraria della provincia di Catamarca ha chiuso l'impianto pilota di litio di Zijin. Sebbene non ci sia stata alcuna dichiarazione ufficiale sui motivi che hanno portato alla chiusura, dall'Assemblea Fiambalá Despierta hanno denunciato irregolarità nella gestione dei rifiuti chimici e nel monitoraggio delle norme di sicurezza e igiene, l'inesistenza di un'infermeria e le condizioni di sfruttamento dei propri lavoratori. Questa chiusura, hanno riferito, avviene in un contesto in cui gli abitanti di Fiambalá soffrono di intossicazione con sintomi come febbre, vomito e dolori muscolari, presumibilmente dovuti all'ingestione di acqua contaminata.

L'Assemblea Fiambalá Despierta ha denunciato la società Liex Zijin per aver operato in un sito di Ramsar — zona umida designata come di importanza internazionale ai sensi dell'omonima Convenzione — per estrarre salamoie di litio nel progetto Tres Quebradas. Ora chiede informazioni pubbliche su quanto accaduto, la chiusura definitiva dell'impianto pilota che opera nel centro del paese — e che lo espone a contaminazioni ambientali e possibili effetti sulla salute della popolazione — e che si sospenda la costruzione dell'impianto di sfruttamento per la lavorazione del litio situato nelle vicinanze della città di Fiambalá.
 

Investimenti cinesi

Negli ultimi due decenni, l'America Latina ha rafforzato i legami commerciali con la Cina nelle attività offshore (installazione di progetti estrattivi), con grandi investimenti in infrastrutture energetiche e di trasporto. Tuttavia, "c'è un costante aumento delle denunce a livello internazionale da parte delle organizzazioni della società civile, a causa delle violazioni dei diritti umani e dei gravi impatti sui fragili ecosistemi e sull'ambiente in generale", afferma Aimée Martínez Vega, difensora dei diritti umani di Catamarca, con una vasta esperienza di lotta nei territori in difesa delle acque.

“Abbiamo trovato casi molto gravi di violazioni dei diritti nelle comunità indigene e contadine nei paesi dell'America Latina. Inoltre, non ci sono stati studi positivi per quanto riguarda l'impatto ambientale e c'è una totale assenza dello Stato nella difesa di queste comunità e dei loro diritti”, denuncia. In Argentina, come nella maggior parte dei territori del Sud del mondo, l'imposizione della politica mineraria come parte dei beni comuni in conflitto, comporta la militarizzazione dei territori, l'instaurazione di una violenza permanente per la sopravvivenza, l'idealizzazione dello sviluppo e la rottura del tessuto sociale, cosa che determina la criminalizzazione della popolazione che si oppone ai progetti estrattivi.

Negli anni '90, l'Argentina ha sviluppato un codice minerario su misura per le grandi società straniere. Queste sono molto concentrate e le sette più grandi controllano i giacimenti minerari più importanti del mondo. Praticamente tutte le più grandi società minerarie transnazionali sono coinvolte in progetti in Argentina. D'altra parte, i trattati internazionali esistenti non stabiliscono alcun meccanismo specifico affinché le imprese informino e agiscano sugli impatti delle loro attività sui diritti umani, ma piuttosto che "sono gli Stati che hanno la responsabilità di promulgare e far rispettare le leggi nazionali che abbiano l'effetto di rispettare e garantire l'effettivo godimento dei diritti individuali e collettivi", sottolinea Martínez Vega. "Gli Stati che ricevono i progetti delle imprese cinesi devono avvalersi dei canali diplomatici bilaterali e multilaterali per sollecitare il governo cinese ad attuare obblighi extraterritoriali in materia di diritti umani e garantire tale tutela e che non si tratti di una mera dichiarazione di principi o di auspici di buone azioni. Oggi non esistono efficaci canali di dialogo che permettano alle comunità di esprimersi senza che ci sia asimmetria di potere, né azioni concrete di rispetto e garanzia dei diritti. Abbiamo anche riscontrato una grave violazione dei diritti del lavoro che mette a maggior rischio le comunità colpite da progetti estrattivi”. Si tratta di pratiche coloniali che, in un processo globale di privatizzazione e mercificazione della vita, hanno nell'estrattivismo uno dei suoi principali protagonisti, e che contano sul sostegno delle organizzazioni finanziarie internazionali e la garanzia delle amministrazioni nazionali e provinciali.

La Cina attualmente monopolizza il mercato del litio. "L'arrivo dell'azienda Zijin a Fiambalá ha un impatto anche a livello culturale", afferma Marta Pérez Fargas, che fa parte del Observatori del Deute en la Globalizació de Catalunya, e che, come parte di tale organizzazione, si è recata in Cile e l'Argentina con un progetto di ricerca sull'estrazione di litio e idrogeno verde lo scorso dicembre. “La cultura cinese e la sua lingua sono promosse tra la popolazione. All'inizio lo vedevano come qualcosa di carino, ma ora vedono che fa parte di una strategia di colonizzazione. Si è generato una sorta di ghetto anche in un quartiere di lavoratori cinesi. E poi c'è tutta la questione del patriarcato, cioè tutto questo sfruttamento minerario attira a Fiambalá molti uomini con un grande potere d'acquisto, e questo genera situazioni di abuso di potere”, sottolinea. Si segnala infatti che "è stata denunciata una violenza sessuale in una discoteca da parte di persone legate alla compagnia mineraria che hanno anche l'ingresso gratuito e un forte trattamento di favore da istituzioni e imprenditori". Per Pérez, Fiambalá sta subendo profondi cambiamenti con l'insediamento della compagnia mineraria, anche in termini di ritmi di vita o di sicurezza dei cittadini, con i quali vi è un impatto sociale oltre che ambientale.
 

Resistenza

Diverse organizzazioni sociali resistono all'interferenza nelle loro comunità e denunciano violazioni dei diritti umani e impatti ambientali. Nonostante i territori siano invasi da anni dalle aziende, e la situazione sia in aumento, cresce anche la resistenza e le organizzazioni si mantengono in lotta, pur essendo permanentemente soggette a criminalizzazione e stigmatizzazione. Nel frattempo, lo Stato ei diversi governi stabiliscono politiche che variano a seconda dei tempi e dei luoghi. “Per fabbricare una singola batteria elettrica servono mille litri di acqua del deserto di Atacama. Dobbiamo agire contro le aziende che sostengono questo mercato", afferma Sonia Ramos, leader sociale e difensora dell'acqua cilena. L'elevato consumo di acqua per ottenere il litio attraverso l'evaporazione è l'impatto ambientale più significativo denunciato dall'attivismo ecologico. Santiago Machado, dell'Associazione Civile Be Pe, è d'accordo con Sonia e aggiunge: “È la prima volta che a Fiambalá siamo costretti a comprare l'acqua a causa dell'odore dell'acqua del rubinetto. Questo era inconcepibile prima, e tutto ciò in una fase del progetto in cui lo sfruttamento non è ancora iniziato. Stiamo alimentando un mercato che nemmeno ci avvantaggia, visto che qui non useremo auto elettriche. In cambio, abbiamo produzioni agroecologiche, di vini e alimenti”. La transizione energetica implica anche la moltiplicazione dell'estrazione per 42, come sottolinea, che aumenterà conseguentemente il danno.

Secondo un articolo del professore e ricercatore Manuel Fontenla — pubblicato sul quotidiano Página 12 —, nel 2002 il programma 'Mining, Minerals and Sustainable Development' (MMSD) raccomandava un 'cambiamento culturale' alle aziende del settore minerario, che permettesse di costruire un nuovo approccio discorsivo e un linguaggio comune. Ha anche proposto una filosofia della comunicazione, che sarebbe alla base dell'immaginario di 'Sustainable Mining'. “Sin dalla fine degli anni '90, le transnazionali del settore minerario hanno avviato l'impresa di costruire un linguaggio comune che consentisse loro di confrontarsi con i discorsi sociali ambientali. Fu così che organizzarono un'intera "filosofia del dialogo", non per cercare uno sviluppo sostenibile, ma per garantire la coesistenza dello sviluppo minerario all'interno di un linguaggio di sostenibilità e responsabilità, nonostante i discorsi e le resistenze che provenivano dagli allarmi climatici. In questo modo, le aziende dovevano generare la convinzione che il loro interesse aziendale è la chiave per lo sviluppo di tutti. E, per giunta, che se le imprese vincono e si capitalizza la natura, ciò sta a significare 'sviluppo umano'. Questo sconvolgimento del discorso ci permette di capire come in un mondo in cui si insiste sul fatto che dobbiamo smettere di sfruttare la natura e spingere i limiti planetari a un punto di non ritorno, le imprese possono continuare ad approfondire l'estrattivismo con discorsi "verdi" e di "svilupposostenibile'."

Il paradosso della questione è che la crescente domanda di litio risponde, tra l'altro, a un'esigenza globale di riduzione delle emissioni di gas serra. In questo modo, risulta sorprendente come i tentativi di risolvere una questione ambientale possano portare a iniziative che promuovono nuovi squilibri in regioni del mondo già abituate al saccheggio delle proprie risorse naturali e culturali.
 

* Foto: Observatori del Deute en la Globalització (ODG)
** Traduzione: Giorgio Tinelli per Ecor.Network


 

28 febbraio 2023 (pubblicato qui il 03 marzo 2023)