La Banca Mondiale (BM) finanzia e sostiene lo sviluppo del mercato del Gas Naturale Liquefatto, promuovendo il gas fossile come “combustibile di transizione”, incurante dell’impatto sul clima del metano.
Negli ultimi anni la BM ha influenzato le scelte di politica energetica del Vietnam orientandole verso lo sviluppo del Gas Naturale Liquefatto (GNL) come alternativa all’uso del carbone, e inducendo la pianificazione di sette nuovi terminali di importazione del GNL, 22 progetti termoelettrici con alimentazione a GNL ed opere correlate.
Vi proponiamo oggi l’analisi nel merito di Re-course, Friends of the Earth (USA) e dell’Asian Peoples' Movement on Debt and Development.
Per quanto non ne riteniamo condivisibili alcuni aspetti (come la proposta alternativa di uno sviluppo industriale delle rinnovabili, basato sulle grandi estensioni dell’eolico e solare) pensiamo sia utile perché ripercorre i passaggi e descrive gli strumenti utilizzate dalla BM per
orientare il Vietnam lontano dalla transizione e dall’indipendenza energetica, con interventi mascherati sotto le forme dell’ “assistenza tecnica” e della ”consulenza”.
Non è la prima volta che la Banca Mondiale - che storicamente ha rappresentato uno dei principali strumenti per l’imposizione delle politiche neoliberiste in tutto il mondo - determina scelte disastrose dal punto di vista sociale, ambientale, climatico, e per l’economia e la sovranità dei paesi di Asia, Africa e America Latina.
In questo caso specifico, è difficile non pensare che tanta enfasi sul GNL non sia in qualche modo collegata all’egemonia sull’istituto degli Stati Uniti, ed alle loro pressioni per ampliare i mercati d’esportazione per la produzione del loro gas di scisto.
Pressioni da cui ormai nessuno è immune, e che possono assumere le forme mutevoli delle guerre dei dazi, delle sanzioni sugli idrocarburi o delle esplosioni sottomarine nel mar Baltico. O, in questo caso, la forma di una consulenza ‘disinteressata’ della Banca Mondiale.
Per la cronaca, nel 2019 la Banca Mondiale ha visto salire ai suoi vertici David Malpass, il candidato di Donald Trump, che è tutt’ora alla presidenza della BM.
Malpass, in linea col suo mentore, è quello che qualche giorno fa ha dichiarato pubblicamente di non essere certo che i cambiamenti climatici siano causati prevalentemente dalle attività umane.
Traduzione in italiano a cura di Ecor.Network

The trouble with gas in Vietnam
Re-course, Friends of the Earth (USA), Asian Peoples' Movement on Debt and Development
pp. 6, ottobre 2022.
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Introduzione
La Banca Mondiale e il suo ramo del settore privato, l'International Finance Corporation (IFC), stanno continuando a sostenere massicciamente il gas fossile e il gas naturale liquefatto (GNL) in Vietnam, come parte di una cosiddetta "transizione verso l’energia rinnovabile".
Promuovere il gas fossile, compreso il GNL, attraverso la riforma del settore energetico è una falsa soluzione alla crisi climatica ed energetica perché il gas fossile è un combustibile fossile.
Non solo sta bloccando il Vietnam dentro un sistema energetico con elevate emissioni di gas serra e di inquinamento tossico, ma sta anche deviando i fondi pubblici di vitale importanza dalle alternative rinnovabili e sostenibili che sono urgentemente necessarie.
La volatilità dei prezzi del GNL sul mercato spot sta inoltre determinando un aumento dei prezzi del combustibile, rendendo più difficile per i paesi in transizione energetica raggiungere la sicurezza energetica.
Contesto energetico del Vietnam
Il Vietnam si è impegnato in modo significativo a porre fine a tutti gli investimenti nella produzione di nuova energia da carbone, aumentando la diffusione delle energie rinnovabili ed eliminando gradualmente l'energia da carbone entro il 2040.
Oggi in Vietnam non sono ancora in funzione centrali elettriche alimentate con il GNL ma, secondo il Vietnam Energy Outlook Report 2021, si prevede che entro il 2030 ne saranno costruite per [la produzione di] 15 GW.
I terminali del GNL per essere costruiti impiegano generalmente da 2 a 5 anni, entro i quali saranno disponibili nuove opportunità per l’energia rinnovabile.
Si sta quindi perdendo l'opportunità di impedire al Vietnam di investire in una tipologia di combustibile fossile importato, inaffidabile, finanziariamente volatile, che potrebbe compromettere la sicurezza energetica a lungo termine del paese.
Il Systematic Country Diagnostic Update 2021 della banca Mondiale per il Vietnam descrive gli obiettivi riguardo alle emissioni di carbonio nel paese.
Rileva che, a partire dagli anni '90, il Vietnam è emerso come uno degli emettitori di gas serra pro capite in più rapida crescita al mondo, arrivando ad un livello di inquinamento atmosferico nelle principali città del paese che supera di gran lunga i valori limite per la salute e la sicurezza raccomandati dall'Organizzazione mondiale della Sanità.
Il report delinea un quadro inquietante per l'innalzamento del livello del mare nel delta del Mekong, disastri naturali più gravi e frequenti, e temperature più elevate e variabili che stanno distruggendo beni e vite umane.
Come risposta a questo difficile contesto, durante la COP26 del 2021, il primo ministro vietnamita Pham Minh Chinh ha annunciato l’obiettivo nazionale di [raggiungere] lo zero netto delle emissioni entro il 2050.
In tal modo il Vietnam si è unito allo sforzo globale per porre fine a tutti gli investimenti in una nuova generazione di energia [basata sul] carbone, per aumentare la diffusione dell’energia pulita, per eliminare gradualmente l'energia da carbone entro il 2040, e per compiere una transizioni fuori dal carbone a beneficio dei lavoratori e delle comunità.
L’ottavo piano nazionale di sviluppo energetico del governo vietnamita (PDP8) per il periodo 2021-2030 stabilisce l'impegno del Vietnam [di coprire con l’energia rinnovabile] il 15-20% del mix energetico entro il 2030, da aumentare al 25-30% entro il 2045.
Ma mentre la versione del PDP8 del novembre 2021 prevedeva una stabilizzazione dell’uso del carbone e dei gas fossili dopo il 2035, si rileva un aumento esponenziale nell'espansione pianificata del GNL da 3.500 nel 2025 a 55.750 entro il 2045.
Il PDP8 comprende altri sette terminali di importazione di GNL e 22 progetti termoelettrici con alimentazione a GNL. Il governo ha spinto per lo sviluppo del GNL, e questa spinta è stata influenzata dal rapporto “Vietnam Roadmap for Natural Gas Market Development 2017”, finanziato dalla Banca Mondiale.
Ciò ha attirato l'interesse degli investitori nel settore del GNL, compreso un notevole interesse da parte degli Stati Uniti. Gli Stati Uniti sono un paese con interessi in espansione nel settore del GNL a livello globale, dato il loro ruolo di importante esportatore.
Nell'agosto 2022 il PDP8 era ancora in attesa dell'approvazione da parte del primo ministro Pham Minh Chinh e del vice primo ministro Le Han Thanh. Il Ministro ha espresso la sua preoccupazione per l'elevato rapporto delle energie rinnovabili nel mix energetico rispetto ad altri paesi e per le difficoltà di distribuzione, date le caratteristiche geografiche del Vietnam.
Il documento “Review and gap analysis of the existing abatement scenarios for Vietnam” redatto dalla Vietnam Initiative for Energy Transition (VIET) e dagli analisti della RMI per la Energy Transition Partnership (ETP) delinea quattro diversi scenari per la transizione energetica, con diversi mix energetici - caratterizzati come segue:
- Business as Usual (BAU) con carbone e gas che rimangono costanti ed un aumento del GNL;
- Blu, senza nuovo carbone, compensato da GNL ed eolico offshore;
- Verde, senza nuovo carbone, senza sviluppo del GNL e solo energia rinnovabile;
- Ciano, con un mix di metodologia blu e verde con carbone e gas stabilizzati ed una più lenta transizione all’eolico, ma compensata dal GNL.
Lo scenario Verde esposto nella relazione dimostra che passare all'energia pulita è tecnicamente fattibile per il Vietnam senza alcun nuovo sviluppo GNL. Questo percorso richiederebbe significativi investimenti iniziali, ma a lungo termine comporterebbe risparmi sui costi rispetto agli altri scenari.
Con l'individuazione di questi scenari, il ruolo delle finanze pubbliche della Banca Mondiale è ancora più cruciale nel sostenere il Vietnam affinché realizzi suoi ambiziosi obiettivi di transizione dal carbone, salti una fase di sviluppo del gas e investa su futuro energetico rinnovabile, sostenibile e sicura.
Il Rapporto sul Clima e lo Sviluppo della Banca Mondiale 2022
Il “Rapporto 2022 della Banca Mondiale sul Clima e lo Sviluppo (CCDR) per il Vietnam” presenta una franca disamina delle sfide per il Vietnam in materia di adattamento al clima e mitigazione.
La necessità di massicci finanziamenti pubblici e privati per sostenere il passaggio dal carbone alle energie rinnovabili in Vietnam è chiaramente delineata. Tuttavia, invece di concentrarsi sulle opzioni dell’energia rinnovabile e sostenibile, il CCDR sostiene anche l'espansione dei gas fossili.
“Eliminare gradualmente l'uso del carbone in due decenni sarà una sfida. Il gas naturale è un combustibile a basso tenore di carbonio frequentemente utilizzato per sostituire il carbone, per fornire spedizioni flessibili e capacità di accumulo delle scorte per l'integrazione delle fonti rinnovabili e per soddisfare la domanda di picco del carico”.
Questa affermazione all'interno del CCDR è fortemente contestata dai gruppi della società civile e dagli esperti di energia che hanno dimostrato che il gas fossile – rispetto al carbone - non è un'alternativa a basso tenore di carbonio o a basso costo.
L'industria del gas a livello globale ha promosso la narrazione che il gas sia necessario come carico di base per le energie rinnovabili. In realtà oggi i sistemi di accumulo delle batterie e le misure di efficienza energetica possono fornire l'energia necessaria quando l'energia rinnovabile non viene generata. Anche il costo dell'elettricità da nuove centrali elettriche alimentate a gas è significativamente più elevato rispetto al solare e all'eolico.
Lo “scenario di decarbonizzazione accelerata” [citato] nel CCDR, tuttavia, identifica i gas fossili come combustibile di transizione.
[Attribuisce] funzioni al gas fossile nel mix di generazione [dell’energia] in tutti gli scenari [previsti] per il 2040, "fino a quando altre tecnologie pulite diventeranno più efficienti in termini di costi".
Lo stesso CCDR afferma che lo sviluppo del gas naturale per l'energia deve tenere conto del rischio a lungo termine di bloccare il paese entro un modello fossile. In tal modo la Banca mondiale sta riconoscendo una soluzione [basata sui] combustibili fossili ad alto tenore di carbonio che contraddice i suoi sforzi per sostenere la decarbonizzazione del sistema energetico del Vietnam.
Osserva inoltre che, date le limitate risorse di gas nazionali, la fornitura di gas del Vietnam dipenderà dal gas naturale liquefatto importato (GNL). Il Vietnam ha il potenziale per decarbonizzare il proprio sistema energetico, in particolare aumentando massicciamente l'energia eolica e solare offshore.
Pertanto è estremamente deludente vedere il gas fossile nella forma delle importazioni di GNL [trattato] come il Santo Graal nel CCDR della Banca Mondiale per la transizione energetica in Vietnam.
La World Bank Country Partnership Framework 2018-2022 per il Vietnam (la strategia che determina il sostegno della Banca Mondiale per il Vietnam) ha contribuito a bloccare il paese [all’interno] di un sistema energetico che si basa su gas fossili e GNL. Si è spinta fino a sostenere specificamente la strategia del settore del gas del Vietnam come parte della sua assistenza tecnica (o dei servizi di consulenza e analisi) e nel 2017 ha finanziato la tabella di marcia per lo sviluppo del mercato del gas naturale del Vietnam, che ha un orizzonte di attuazione al 2035.
L'assistenza tecnica fornisce il quadro politico per i finanziamenti futuri.
La consulenza tecnica della Banca Mondiale per il periodo marzo 2018-2019, [intitolata] “Addressing the constraints of LNG investments in Vietnam”, per esempio, ha facilitato la strategia del Vietnam per l’importazione di GNL.
Ha valutato come, date le prospettive per la produzione interna nel 2019, il Vietnam avrebbe dovuto importare volumi significativi di GNL a partire dai successivi 5-10 anni, richiedendo almeno dai 7 ai 9 miliardi di dollari di investimenti in infrastrutture di importazione di GNL. A questo punto sono state gettate le basi per la strategia della Banca mondiale per l'espansione del GNL in Vietnam.
Il rapporto della Banca Mondiale del 2018, “Vietnam Maximising Finance for Development in the Energy Sector”, mostra come il Master Plan del Gas (GMP) del Vietnam abbia in previsione un raddoppio della domanda di gas tra il 2020 e il 2025. Ha inoltre preso atto dei piani per espandere e diversificare ulteriormente gli usi industriali del gas nelle attività petrolchimiche, compresa la produzione di ammoniaca e l'estrazione di etano.
Questa analisi della Banca Mondiale rileva che gran parte della domanda di gas fossile sarebbe stata soddisfatta da nuovi giacimenti di gas. Ma la diminuzione delle forniture di gas dall’estrazione interna avrebbe portato ad una fase di importazioni di GNL dai primi anni dopo il 2020.
L'aggiornamento della Banca Mondiale “Systematic Country Diagnostic (SCD) Update for Vietnam 2021“ costituisce la base per la nuovo Country Partnership Framework della Banca Mondiale per il Vietnam che definisce la strategia della Banca Mondiale per i prossimi
quattro anni (a partire dal 2022).
È da notare che il SCD fornisce una narrazione alternativa, affermando che il cambiamento climatico è un rischio del settore finanziario in Vietnam. Afferma che gli shock possono venire non solo da improvvisi cambiamenti nella politica, nella tecnologia, ma anche dalle preferenze dei consumatori che si allontanano dalle risorse ad alta intensità di carbonio e lasciano le riserve di combustibili fossili obsolete e abbandonate.
Questa osservazione dovrebbe costituire la base di un ripensamento strategico nella promozione dei gas fossili in Vietnam.
La SCD identifica anche il potenziale delle [energie] rinnovabili e sostenibili, indicando che gli investimenti privati nei progetti dell’energia solare hanno avuto una accelerazione da agosto 2020, rendendo il Vietnam uno dei mercati più in rapida crescita al mondo (è stata aggiunta più capacità di energia solare che in tutti i paesi dell'Associazione delle Nazioni del Sud-Est Asiatico (ASEAN) messi insieme nel 2020).
Le conclusioni del SCD dovrebbero dare forma alla nuovo World Bank Country Partnership Framework 2022 – 2026, in modo che smetta di sostenere i gas fossili nelle sue priorità del settore energetico, né preveda assistenza tecnica alla politica del settore del gas del Vietnam. Dovrebbe inoltre basarsi sugli esempi del World Bank Development Policy Finance (DPF) che cercano specificamente di accelerare la transizione delle energie rinnovabili in Vietnam e sostenere una crescita sostenibile e verde.
L’International Finance Corporation (IFC) e il gas fossile in Vietnam
Nel settembre 2021 l’agenzia della Banca Mondiale che si occupa del settore privato, l'IFC, ha sviluppato la sua diagnostica del settore privato del Vietnam, che illustra molto chiaramente come l'IFC intenda accelerare l'uso del GNL in Vietnam.
Sul gas fossile e il GNL si afferma che "il gas naturale svolgerà un ruolo fondamentale nel soddisfare la futura domanda di energia nei settori energetico e industriale".
La diagnostica ha stimato un fabbisogno di investimenti cumulativo per il periodo 2015-35 di circa 20 miliardi di dollari, tra cui impianti di produzione a monte, gasdotti, impianti di trattamento del gas e infrastrutture per il GNL.
Nel settembre 2021, l'IFC ha affermato che una crescente dipendenza dal GNL ridurrebbe i costi e le emissioni richieste nell'utilizzo degli impianti a carbone e aumenterebbe la flessibilità dell'approvvigionamento.
Nel maggio 2022, l'IFC ha dichiarato che sta intensificando il suo sostegno al Vietnam per promuovere la finanza sostenibile e stimolare la partecipazione del settore privato, sostenendo gli obiettivi climatici del paese e guidando la crescita sostenibile.
Questo impegno nasconde un'errata supposizione che sostenere gli obiettivi climatici del Vietnam possa ancora includere una massiccia espansione del gas fossile e del GNL.
Un simile approccio distruggerebbe la capacità del Vietnam di raggiungere i suoi obiettivi di mitigazione.
Come esempio di politica e pratica contraddittoria, l'IFC sta attualmente prendendo in considerazione il sostegno alla Chan May LNG Joint Stock Company (CML) per lo sviluppo di un impianto [termoelettrico] a gas naturale liquefatto nella provincia di Thua Thien Hue del Vietnam centrale.
Il sito web del GNL di Chan May afferma "Chan May sta lavorando fianco a fianco con il governo vietnamita e l'International Finance Corporation ('IFC') per sviluppare un impianto di gas naturale liquefatto integrato (GNL) da 4.000 MW con un investimento totale stimato in 6 miliardi di dollari."
Le organizzazioni della società civile si oppongono a questo progetto e sostengono che gli investimenti della IFC nel GNL fungono da catalizzatore per altri investimenti del settore privato nel GNL. Ciò pone il settore dell'energia in una situazione di dipendenza a lungo termine da un modello costoso e non sostenibile dal punto di vista ambientale.
Il Partenariato per la giusta transizione energetica del Vietnam
Dopo l'impegno per [raggiungere] lo zero netto delle emissioni del primo ministro Pham Minh Chinh, al G7 è stata ratificata la Just Energy Transition Platform (JETP) per il Vietnam. Questa iniziativa multilaterale (che probabilmente includerà il sostegno della Banca Mondiale) ha lo scopo di aiutare il paese a raggiungere i suoi ambiziosi obiettivi di decarbonizzazione per uscire dal carbone.
Tuttavia, il primo JETP, [tenuto] in Sudafrica, è stato criticato per non aver divulgato informazioni sufficienti sui negoziati. La società civile non è stata inclusa in modo adeguato e significativo nel processo, il che ha portato a un indebolimento della fiducia e dell’obbligo di rendere conto.
Se fosse condotto in modo davvero giusto, il JETP potrebbe fornire un'opportunità per il Vietnam in termini di sostegno alla sua transizione energetica. Ma per sostenere veramente il Vietnam, deve essere sviluppato in modo veramente trasparente, inclusivo e responsabile. Deve permettere al paese di passare dal carbone all'energia rinnovabile sostenibile, e non fornire finanziamenti per la falsa e costosa soluzione del settore del gas fossile e del GNL.
Repressione degli attivisti ambientali
Notevoli preoccupazioni riguardano la decisione del Vietnam di condannare Ngộy Thị Khanh, un leader ambientale di primo piano e vincitore del Premio Goldman, a due anni di carcere insieme ad altri leader ambientali e climatici. Le voci dei leader della società civile a favore di una transizione verso le energie rinnovabili non dovrebbero essere messe a tacere. Spetta alla Banca Mondiale sostenere la richiesta di liberazione di questi difensori ambientali e garantire la libertà di parola e la partecipazione democratica.
Una società civile attiva e impegnata, libera da minacce e repressioni, è cruciale.
Conclusioni e raccomandazioni
La Banca Mondiale dovrebbe smettere di sostenere il GNL e il gas fossile, e sostenere invece pienamente e incondizionatamente la rapida transizione verso il 100% di Energia rinnovabile in Vietnam, [paese] che ha un potenziale significativo e in gran parte non sfruttato per le fonti energetiche rinnovabili.
L'energia solare è abbondante, con un potenziale eccellente per le centrali fotovoltaiche su scala industriale, in particolare nelle zone rurali. Il Vietnam ha uno dei maggiori potenziali eolici offshore del sud-est asiatico, con una velocità media del vento fino a 11 m/s, che porta a fattori di capacità di oltre 4500 h all'anno.
Sono necessari enormi investimenti pubblici nelle infrastrutture di rete e nelle linee di trasmissione per l'energia solare ed eolica, nonché nella generazione. L'accento deve essere posto sulla garanzia di una sicurezza energetica a lungo termine basata sulle energie rinnovabili sostenibili e sullo stoccaggio, nonché sulla flessibilità della rete e sugli aggiornamenti.
Inoltre, la Banca mondiale dovrebbe sostenere l'appello per la liberazione di Ngụy Thị Khanh e degli altri difensori climatici e ambientali ed assicurare lo spazio civico perché le organizzazioni no-profit possano impegnarsi in modo sicuro ed efficace nella transizione energetica.
