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L'estrattivismo in Canada. Securizzare le infrastrutture critiche: un confronto con gli USA - prima parteLa Causa Wet'suwet'en

di Brenden Dias

La lotta che i popoli e le nazioni indigene canadesi stanno affrontando - e che è emersa principalmente nel 2019 (anche se è ancora in corso), è diventata particolarmente visibile con la causa Wet'suwet'en in difesa dei loro diritti al territorio tradizionale, mai ceduto. Il gasdotto Coastal GasLink LNG, con destinazione Kitimat, si dovrebbe estendere per 670 chilometri attraverso i territori tradizionali Wet'suwet'en nella Columbia Britannica settentrionale.  La resistenza e la solidarietà includono blocchi, campi di difesa della terra, proteste e manifestazioni in tutto il Canada. I blocchi ferroviari si sono succeduti in Ontario nel febbraio 2020, quando i Tyendinaga Mohawks hanno bloccato una rete ferroviaria e sono stati fronteggiati da un grosso contingente di polizia provinciale.  Una diretta streaming ha ripreso detriti avvolti dalle fiamme su una ferrovia attiva.  Sono state arrestate 10 persone fermando questo gesto di solidarietà, per il momento. 
In seguito, il primo ministro Justin Trudeau, ha dichiarato che "Ora le barricate devono essere tolte.  Le ordinanze devono essere rispettate. E la legge deve essere rispettata".1  
In questo modo ha ottenuto il sostegno dei canadesi più conservatori, ma è rimasta una spaccatura tra chi in Canada sostiene i Wet'suwet'en e chi vi si oppone.  Il successo della securizzazione è stato ottenuto grazie a un ampio sostegno.  Nei giorni successivi al discorso di Trudeau, la polizia provinciale dell'Ontario (OPP) è intervenuta, si è scontrata con i dimostranti Mohawk e li ha arrestati, e la Royal Canadian Mounted Police (RCMP) è rientrata in azione nel territorio dei Wet'suwet'en in British Columbia.  Il caso dei Wet'suwet'en è un ottimo esempio di securizzazione dell'estrazione delle risorse. Lo stato canadese ha sostenuto il Coastal GasLink con capitale, risorse, e mezzi per difendere le sue operazioni in un territorio indigeno indipendente grazie allo spiegamento di forze di polizia della RCMP.  
Inoltre, la strategia antiterrorismo canadese del 2012 etichetta ambientalisti, anticapitalisti, attivisti per i diritti degli animali (ed estremisti suprematisti bianchi) come minacce alla sicurezza nazionale. Come scrivono Wilfrid Greaves e Whitney Lackenbauer, ambientalismo e anticapitalismo si sono intrecciati sul terreno dell'autodeterminazione indigena e dei diritti alla terra.2 
Ne consegue che, in base alla normativa canadese contro il terrorismo, coloro che si oppongono ai progetti estrattivi - e tentano attivamente di ostacolarli - sono soggetti ad essere etichettati come minaccia terroristica interna.  Jefferey Monaghan e Kevin Walby citano Conor O'Reilly quando spiegano la convergenza tra polizia e interessi corporativi grazie alla fornitura reciproca di risorse e informazioni.  Tale fenomeno è stato definito una "simbiosi stato-società" e illustra l'intricato intreccio tra la polizia e le grandi società con specifici interessi economici.3  
Un esempio lampante di questa "simbiosi stato-società" è quanto accaduto il 7 gennaio 2019, quando unità della RCMP armate in modo massiccio sono calate su un checkpoint Wet'suwet'en. Gli agenti della RCMP in uniformi simil-militari hanno sfondato il cancello del checkpoint e hanno brutalmente arrestato 14 difensori della terra. 
La RCMP stava facendo rispettare un'ingiunzione, ottenuta dal Coastal GasLink.  
Il comando della RCMP ha inoltre istruito gli agenti a "usare tutta la violenza che volete sullo sbarramento".4  
Ovviamente, questo non è stato il primo caso di repressione della polizia canadese contro i popoli indigeni e contro la sovranità territoriale indigena - e certamente non sarà l'ultimo, dato che la sfida dei Wet'suwet'en alla legge coloniale e all'estrattivismo continua incrollabile.  Il fatto che i difensori delle terre indigene e i sostenitori che si oppongono all'imperialismo estrattivo sponsorizzato dallo stato siano considerati una minaccia alla sicurezza è inserito nel sistema dell’antiterrorismo canadese e assicura che l'estrazione delle risorse sia, di fatto, securizzata. 

La sorveglianza

La sorveglianza gioca un ruolo sostanziale nella securizzazione dell'estrazione delle risorse perché viene effettuata dalla polizia e dalle organizzazioni di intelligence.  
In Canada, quando si tratta di sorveglianza, gli attori principali sono il Canadian Security Intelligence Service (CSIS), la Royal Canadian Mounted Police (RCMP) e la polizia provinciale (oltre a quella statale). 
Inoltre, le forze armate canadesi hanno intrapreso azioni militari e di sorveglianza contro le popolazioni indigene (Oka, Gustafsen Lake, Ipperwash) per proteggere lo Stato e i suoi interessi capitalistici.5  
Secondo Monaghan e Walby, la fine della guerra fredda ha determinato la riorganizzazione da parte degli stati occidentali delle categorie usate per valutare la sicurezza, "poiché la matrice ha ruotato" e ci sono nuovi modi di descrivere le minacce; anche se la grammatica non è cambiata, c'è un nuovo vocabolario. 
I termini di sabotaggio industriale in Canada sono stati sostituiti con un vocabolario diverso che riflette gli obiettivi dell'apparato di sicurezza.6 
La storia della criminalizzazione e della sorveglianza delle popolazioni indigene in Canada è lunga, e gli obiettivi della sorveglianza sono rimasti gli stessi. Si continua a utilizzarla per paura della resistenza indigena ai progetti coloniali, che sfida le nozioni di terra, di governance e capitalismo dei popoli non indigeni. Molte persone non indigene in Canada hanno paura dell'attivismo, dei blocchi e delle proteste per via dei loro costi politici ed economici, e di conseguenza le popolazioni indigene sono state bollate come potenziali terroriste, criminali o come minaccia per lo Stato canadese.7  
La securizzazione dell'estrattivismo ha comportato il controllo di chiunque si opponga pubblicamente ai progetti estrattivi, come gli ambientalisti e altri gruppi di protesta, e i gruppi indigeni e gli individui che vogliono resistere ai progetti estrattivi sono ora diventati "prodotti di intelligence creati dalle agenzie di sicurezza nazionale".8 
La sorveglianza è semplicemente un metodo con cui le autorità possono monitorare attori percepiti come una minaccia - in questo caso, indigeni, attivisti ambientalisti e anticapitalisti. 
La sorveglianza è usata all'interno di un settore che è diventato securizzato, perché si deve monitorare e affrontare o contrastare tutto ciò che viene percepito come minaccia, quando intraprende un'azione che si ritiene tale. Il fatto che gruppi indigeni, attivisti ambientalisti e altri siano monitorati per essersi opposti pubblicamente ai progetti estrattivi è un segno di securizzazione. 

Proteggere le infrastrutture critiche

Durante la resistenza dei Wet'suwet'en al gasdotto LNG di Coastal GasLink nella Columbia Britannica, e le successive proteste, occupazioni, blocchi e movimenti in tutto il Canada, il premier conservatore Jason Kenney dello Stato dell'Alberta ha approvato il Bill 1, il Critical Infrastructure Defense Act.  Si tratta di una legge controversa che intende punire chi entra in infrastrutture essenziali senza "legittimo diritto, giustificazione o scusa", o punire chi danneggia, ostruisce, interrompe o interferisce con dette infrastrutture. 9 
Il provvedimento è una diretta conseguenza della resistenza indigena all'estrattivismo, e concede alle autorità, come la RCMP, la capacità di reprimere le persone classificate come minacce. Chiunque si trovi nel sito di una "infrastruttura essenziale" senza permesso potrebbe essere arrestata e/o multata. Un altro elemento estremamente controverso del Bill 1 è che concede alla polizia la facoltà di arrestare "qualsiasi persona che il pubblico ufficiale trovi in atto di contravvenire" in una infrastruttura essenziale senza un permesso.10  
Le infrastrutture critiche, elencate nel Bill 1, comprendono strade e autostrade, oleodotti, impianti per il gas e il petrolio e ferrovie, insieme ad altre tipologie di infrastrutture. 11  
Il Bill 1 dell'Alberta è parte di uno sforzo esteso e massiccio teso a proteggere le infrastrutture critiche contro chiunque si opponga attivamente e pubblicamente ai progetti estrattivi. Anche se il Bill 1 è stato approvato nel 2020, gli interventi per la protezione delle infrastrutture critiche sono iniziati negli anni '90, quando sono stati considerati una questione di sicurezza nazionale. Già nei primi anni 2000, con la prima strategia nazionale pubblicata nel 2004, sono stati realizzati dei piani precisi per proteggere le infrastrutture critiche.   
Immediatamente dopo, è stato pubblicato un documento sulla protezione delle infrastrutture critiche (CIP) a seguito di una consultazione con gli Stati Uniti e con il settore privato canadese, il cui scopo era quello di migliorare significativamente le prerogative canadesi in materia di protezione delle infrastrutture critiche.12  
Sei anni dopo, nel 2010, il Canada ha rinnovato il suo obiettivo di proteggere le infrastrutture critiche.  Tia Dafnos ha scritto che il Public Safety Canada (PSC) ha "rinnovato" il suo approccio alle infrastrutture critiche (CI) in quanto parte della sicurezza nazionale canadese migliorando e costruendo la collaborazione tra industria, organismi di emergenza, forze dell'ordine e governi, come emerge dalla strategia nazionale del Canada del 2010 per le infrastrutture critiche.13 
Oltre alle leggi, ai piani e alla strategia, sono state create sezioni speciali nella Public Safety Canada e nella RCMP allo scopo di proteggere le infrastrutture critiche.  Questi settori includono: Il Coordinamento delle Infrastrutture Critiche e Strategiche della Direzione di Pubblica Sicurezza del Canada, e l'Unità di Segnalazione degli Incidenti Sospetti delle Infrastrutture Critiche della RCMP.14  
L'intreccio di leggi, atti e piani per reprimere l'opposizione all'estrattivismo - sostenuto e tutelato dalla polizia e dalla sicurezza - dimostra che l'estrazione delle risorse in Canada è securizzata.  

La prossima sezione illustrerà chiaramente perché e come ciò sia vero, oltre alle sue implicazioni nel contesto canadese. (1. Continua)

* Disegno di Asparago


NOTE:

1) Trudeau, Justin, e il governo federale del Canada. Il premier Trudeau parla ai media dopo la convocazione dell' Incident Response Group Primo Ministro canadese; Governo canadese, Ottawa, 21 febbraio 2020.
2) Greaves, Wilfrid, e Whitney Lackenbauer. "First Nations, LNG Canada, e la politica delle proteste anti-gasdotto". S.l: Canadian Global Affairs Institute, 2019, p.3
3) Monaghan, Jeffrey and Kevin Walby. "Sorveglianza dei movimenti ambientalisti in Canada:  La protezione delle infrastrutture critiche e l'apparato di sicurezza del petrolio". Contemporary Justice Review: CJR 20, no. 1, 51-70, 2017, p.52
4) Tyee Staff.  Riporta il Guardiian: "La RCMP ha pianificato di usare cecchini nell'attacco contro la protesta Wet'suwet'en". The Tyee, December 20, 2019. https://thetyee.ca/News/2019/12/20/RCMP-Planned-Snipers-Wetsuweten-Pipeline-Protest/, p.1
5) Proulx, Craig. "Colonizing Surveillance: Canada Constructs an Indigenous Terror Threat." Anthropologica (Ottawa) 56, no. 1: 83-100, 2014, p.89
6) Monaghan and Walby, p.54
7) Proulx, p.83
8) Monaghan and Walby, p.66
9) Legislative Assembly of Alberta. “THE LEGISLATIVE ASSEMBLY OF ALBERTA BILL 1 CRITICAL INFRASTRUCTURE DEFENCE ACT,” 2020, p.3
10) Ibid, p.4
11) Ibid, p.1-2 
12) Monaghan and Walby, p.55
13) Dafnos, Tia. "Energy Futures and Present Threats: Critical Infrastructure Resilience, Accumulation, and Dispossession." Studies in Political Economy 101, no. 2, 114-134, 2020, p.114
14) Monaghan and Walby, p.54


Download: 
The Securitization of Extractivism 

Brenden Dias
POLI 440 Dr. W. Greaves - November 12/2020 - 23 pp.


 

28 marzo 2021 (pubblicato qui il 31 marzo 2021)