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L'America Latina di fronte al vertice sui Sistemi Alimentari

di Verónica Villa - Grupo ETC

Originale su  Revista Biodiversidad, sustento y culturas #110 - Ottobre 2021       

 


Il Vertice ONU sui Sistemi Alimentari, il cui oscuro processo è iniziato nell'ottobre 2019 e culminato il 23 settembre scorso, non cercava di risolvere i problemi alimentari ma, piuttosto, di promuovere un discorso che punta alla catena alimentare industriale a spese di altri sistemi alimentari.

Al di là della retorica, i suoi obiettivi espliciti sono la promozione e l'avanzamento su larga scala di “Agriculture 4.0”;1 stabilire nuovi sistemi di governance alimentare in cui sono le corporazioni a giocare il ruolo principale, accanto ad alcuni Stati in una “partnership pubblico-privato”, emarginando apertamente le Nazioni Unite, stabilendo così nuovi concetti come la “produzione positiva per la natura”, al fine di ottenere sussidi e cooptare la produzione biologica se serve le loro logiche di profitto, o di “soluzioni basate sulla natura”, che è una copertura per espandere l'agricoltura verso il commercio di carbonio e offrire nuovi tipi di “compensazioni” per la distruzione della biodiversità.

In questa escalation dei più fronti, le iniziative del vertice globale si sono concentrate soprattutto sull'Africa, un continente dove la Rivoluzione Verde non è mai riuscita ad entrare. Ma loro insistono, aprendo ora la porta a tutta l'agricoltura ad alta tecnologia. In America Latina ci sono già enormi aree di agricoltura industriale. Le troviamo in Argentina, Brasile, Uruguay, Paraguay, Colombia, Messico e altri paesi considerati pronti ad accettare l'agricoltura di nuova generazione che il vertice vuole imporre.
In questo contesto, le transnazionali agricole e le nuove potenze digitali dell'agro hanno continuamente fatto pressioni sul continente per promuovere la deregolamentazione della biosicurezza nell'editing genomico, favorendo la totale assenza di controllo sull'industria digitale.

Per esaminare i possibili impatti del Vertice in America Latina, riassumiamo tre prospettive: 1) le posizioni dell'agribusiness, presentate come una “convergenza latinoamericana” dall'Istituto Interamericano di Cooperazione per l'Agricoltura (IICA); 2) le posizioni dei governi regionali inviati al Vertice ed espresse nei “dialoghi nazionali”; 3) le posizioni critiche delle organizzazioni contadine e sociali.
 

1 L'America Latina sotto i riflettori dell'agribusiness

L'IICA, principale promotore dell'agricoltura industriale nel continente e stretto collaboratore con le più grandi transnazionali dell'agribusiness, ha coordinato la produzione di un “messaggio convergente per assicurare che i produttori agricoli della regione siano adeguatamente rappresentati al Vertice dei Sistemi Alimentari delle Nazioni Unite”.2

Questa posizione insiste sul fatto che i sistemi alimentari in America Latina devono promuovere “lo sviluppo agricolo”, anche se ora aggiungono “con attenzione agli ecosistemi”. A tal fine l'IICA propone di realizzare una armonizzazione tra l'innovazione tecnologica e i nuovi mercati del carbonio. In tale posizione latinoamericana la presunta “cura degli ecosistemi” mira a dare un prezzo ai boschi, alle foreste, alle terre e ai mari della nostra regione, per poter considerarli come serbatoi di carbonio, in molti casi in combinazione con tecniche di geoingegneria.

Come è sua abitudine l'IICA insiste sulle politiche neoliberali per affrontare il problema alimentare, consigliando lo sviluppo di partenariati pubblico-privato e che gli Stati investano in “infrastrutture di base e beni pubblici su cui gli attori privati possano poi allocare i loro investimenti”3, una vera e propria proposta di sovvenzionare il mondo delle imprese.

Sebbene il documento dell'IICA riconosce la densità delle popolazioni rurali e indigene, insiste nel trasformare i piccoli agricoltori in “produttori di alto valore”, cioè incorporarli nelle catene industriali e costringerli ad adottare nuove tecnologie.

Nei documenti presentati dai governi latinoamericani non c'è un solo accenno alla responsabilità delle imprese che si accaparrano le terre per farne monocolture di materie prime da esportazione, con conseguenti enormi devastazioni ambientali. E nemmeno menzionano l'economia criminale, specialmente la coltivazione di stupefacenti o il crollo del commercio locale dovuto alla proliferazione dei supermercati.

Sottolineano anche la necessità di utilizzare la biofortificazione delle colture, senza interrogarsi sulle cause della mancanza di nutrienti nel cibo, o la loro relazione con l'erosione del suolo, l'estinzione delle piante commestibili, o ancora l'impoverimento alimentare promosso dalla catena industriale. Si ignora il ruolo nocivo giocato nella regione dagli accordi commerciali che impongono l'uso di pesticidi e promuovono cibo spazzatura.


2 Prospettive dell'alimentazione in America Latina secondo i “Dialoghi”

Il Vertice è stato organizzato in tre tipi di Dialoghi: quelli nazionali (all'interno degli Stati membri), indipendenti e globali; che hanno aperto la porta affinché tanto i paesi e gli organismi multilaterali quanto le corporazioni potessero organizzare i loro dibattiti e promuovere “soluzioni che cambiano il gioco”, una categoria usata dal Vertice per sistematizzare i suoi risultati. Uno sguardo al numero di dialoghi indica che l'Africa è stata la regione del mondo con il più alto numero di dialoghi (tra 180 e 200), mentre in America Latina e Caraibi ne sono stati realizzati circa ottanta.

I problemi alimentari più menzionati nei dialoghi nazionali e aziendali si riferiscono a una dieta impoverita, piena di cibo spazzatura, problemi che attribuiscono alla povertà della popolazione in astratto, alla migrazione e ai disastri naturali, soprattutto nei Caraibi. Nonostante l'evidenza delle cause strutturali della diffusa obesità e della malnutrizione generalizzata, della distruzione delle strategie di sussistenza locali, dell'invasione del cibo industriale, dell'accaparramento di terre e l'espulsione delle comunità dalla campagna verso la città, alcuni dei dialoghi sottolineano le “scelte sbagliate” dei consumatori, ritenendoli responsabili dei loro disturbi alimentari. Questo dà luogo a proposte per promuovere un “cambiamento comportamentale”, piuttosto che discutere la questione di chi controlla le catene di produzione e di vendita e la qualità del cibo che raggiunge le persone.

I dialoghi menzionano a malapena i problemi che riguardano le armi, il traffico di droga, il traffico di esseri umani, l'assassinio dei leader delle comunità, gli spostamenti forzati che affliggono soprattutto il sud del Messico, l'America centrale, la Colombia e il Brasile. La necessità di un accesso più equo alla terra e il concetto di “riforma agraria” non sono mai menzionati.

Ad eccezione dei messaggi ufficiali di Cuba, Perù e Bolivia, nei dialoghi non si parla di sovranità alimentare. Nel caso della Bolivia, il suo messaggio parla anche di sovranità tecnologica ed energetica, ed è l'unico Stato che propone l'eliminazione delle agrotossine e delle colture transgeniche come passi necessari nella trasformazione dei sistemi alimentari.

Nel caso di Cuba, l'alimentazione appare come una questione di sicurezza nazionale. Sottolinea le difficoltà dovute al blocco, alla scarsità dei rifornimenti e alla vulnerabilità climatica, nonostante ciò, dal 2015, non c'è malnutrizione infantile a Cuba.4
 

3 Critica latinoamericana al Vertice sui Sistemi Alimentari

A differenza della posizione formulata dall'IICA, la Mobilitazione latinoamericana per sfidare il vertice dei sistemi alimentari parla della pandemia, che “ha alterato le dinamiche di accesso al cibo ed è stata sfruttata dal settore industriale per consolidare i suoi interessi”. Le classi dominanti hanno usato la questione del Covid come strumento di manipolazione politica: “l'interventismo, l'umanitarismo e l'aiuto alimentare sono usati come armi e aumentano ad ogni crisi.”5

Le organizzazioni latinoamericane insistono sul fatto che, per invertire i problemi della fame e della malnutrizione in America Latina, è necessario rafforzare gli spazi di formazione popolare nelle città, promuovere i Consigli dei cittadini per la sicurezza alimentare e nutrizionale e accompagnare il rafforzamento di coloro che sono stati colpiti dall'indebolimento organizzativo, dagli impatti economici e dalla morte delle e dei leader a causa della pandemia.

Esse situano l'acquisizione corporativa dei sistemi alimentari come una continuità di una storia che dura da 500 anni, dall'epoca della Conquista. In questo contesto di lunga durata, ha perfettamente senso insistere sulla riforma agraria e sui diritti dei popoli alla terra, qualcosa di assente sia nelle proposte del Vertice che nei dialoghi degli Stati latinoamericani.

Le organizzazioni e i movimenti latinoamericani per l'alimentazione propongono “la difesa della produzione contadina per il commercio locale e diversificato, l'agricoltura familiare e contadina, l'agroecologia come orizzonte di lotta, il chilometro zero, gli appalti pubblici e la riduzione al minimo dell'intermediazione”. Tutti questi sono elementi fondamentali per garantire il benessere delle popolazioni rurali e urbane e per sopravvivere in situazioni di crisi. Le organizzazioni e i movimenti latinoamericani per l'alimentazione insistono anche sull'importanza di formare nuove generazioni impegnate nell'agricoltura contadina per la produzione di cibo pulito e sano; di informare criticamente su fenomeni come la digitalizzazione e la finanziarizzazione dell'agricoltura e del cibo, e insistere sull'educazione alimentare.

In contrasto con la prospettiva scientifica assunta dal Vertice, che è stata fortemente messa in discussione da accademici indipendenti,6 la Mobilitazione latinoamericana per sfidare il Vertice sui Sistemi Alimentari propone la creazione di reti di conoscenza libere da conflitti di interesse, “fondamentali per aiutare a confrontarsi, nei territori e negli spazi decisionali, con scienziati e tecnocrati affini al potere corporativo”.

Invita anche a opporre resistenza alle politiche pubbliche risultanti dal Vertice. Insiste sull'importanza delle azioni legali contro l'uso di pesticidi nei casi di violazione del diritto all'alimentazione, contro il consumo di prodotti alimentari ultra-processati e contro la pubblicità che promuove la “dieta aziendale”.

Per le organizzazioni e i movimenti per l'alimentazione mangiare è un diritto inalienabile, non un'opportunità di fare affari. La via per raggiungere questo obiettivo è la sovranità alimentare. In questo momento di catastrofe climatica e di collasso della biodiversità, non possiamo permettere che i sistemi criticamente importanti che realmente ci nutrono siano invasi e catturati da aziende private. Non possiamo permettere che il cibo sia sequestrato da aziende private e trasformato in mero business.


Un'ampia analisi del Vertice e maggiori informazioni sull'America Latina si possono trovare in:

Secuestro corporativo de los sistemas alimentarios:porqué oponerse a la Cumbre sobre los Sistemas Alimentarios
ETC Group
ETC Group - Rosa Luxemburg Stiftung, Comunicado No. 118, settembre 2021 - 40 pp.

Download:

 


NOTE:

1 L'agricoltura 4.0 promuove nuove biotecnologie, sistemi informatici, estrazione e accumulo massiccio di dati dal campo, dagli ecosistemi e dai nostri comportamenti alimentari.

2 IICA, 2021, “Precumbre de Sistemas Alimentarios: los países de las Américas dan una contundente muestra de unidad en foro global sobre el futuro de la producción de alimentos” ((Pre-Vertice sui Sistemi Alimentari: i paesi delle Americhe danno una forte dimostrazione di unità al forum globale sul futuro della produzione alimentare), https://tinyurl.com/2tuvtut4

3 IICA, 2021, “Proyecto de Resolución no. 2: Sobre la transformación de los sistemas agroalimentarios y el papel de la agricultura en Las Américas”, (Progetto di Risoluzione n. 2: sulla trasformazione dei sistemi agroalimentari e il ruolo dell'agricoltura nelle Americhe, 28 giugno, https://tinyurl.com/u3ut7cym

4 Intervención de Maury Hechevarría Bermúdez, Viceministro de Agricultura de Cuba, Pre-Cumbre de las Naciones Unidas sobre los Sistemas Alimentarios, (Intervento di Maury Hechevarría Bermúdez, viceministro dell'agricoltura di Cuba, Pre-Summit delle Nazioni Unite sui Sistemi Alimentari, 27 luglio 2021), : https://tinyurl.com/vdpuwyk6

5 Respuesta autónoma de los pueblos a la Cumbre de Naciones Unidas sobre los Sistemas Alimentarios, (Risposta autonoma dei popoli al Summit delle Nazioni Unite sui sistemi alimentari,): https://tinyurl.com/9sybe8n8

6 Boicot de científicos y académicos críticos a la Cumbre sobre Sistemas Alimentarios, (Scienziati e accademici critici boicottano il Vertice sui sistemi alimentari,) su https://tinyurl.com/4jrumbvj

 

25 maggio 2022 (pubblicato qui il 29 maggio 2022)