*** Segnalazione/Recensione ***

Report annuale sulla situazione della sovranità alimentare in Argentina

di Red CALISAS

Informe Anual de la situación de la soberanía alimentaria en Argentina
IASSAA - Agencia Tierra Viva 2022 - 128 pp.

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Sovranità alimentare in Argentina: “Dobbiamo riempire le piazze per chiedere l’accesso all'alimentazione e alla terra”

La Rete delle Cattedre di Sovranità Alimentare, che riunisce 60 spazi di università argentine, ha pubblicato il “Primo Rapporto sulla situazione della Sovranità Alimentare in Argentina”. Con la partecipazione delle organizzazioni contadine e sociali, fornisce dati qualitativi e quantitativi sull'agricoltura.
Terra per produrre alimenti sani e agroecologia di base contadina.

La Rete delle Cattedre Libere della Sovranità Alimentare e collettivi affini (Red Calisas) ha pubblicato un rapporto inedito: il “Primo Rapporto annuale sulla situazione della sovranità alimentare in Argentina (Iassaa)”. Il documento condensa l’analisi degli specialisti della rete – che riunisce più di 60 spazi di università pubbliche, istituti di istruzione superiore e organizzazioni sociali – e incorpora informazioni di prima mano con analisi quantitative, basate su un sondaggio nazionale di oltre 500 organizzazioni e produttori di agricoltura familiare e un’analisi qualitativa frutto di sei forum regionali di partecipazione aperta con attori impegnati “per un'alimentazione sana, sicura, gustosa e sovrana”. 

“C’è un grosso problema in tutto il Paese per quanto riguarda l’accesso alla terra, all’acqua e ai beni comuni. Non è originale, questo risultato nel rapporto, ma è la conferma di una crisi che si sta aggravando a causa dell'agroindustria e delle politiche pubbliche che discriminano l'agricoltura familiare e contadina", ha riassunto Carlos Carballo, della Cattedra di Sovranità Alimentare della Facoltà di Agraria dell'UBA, durante la presentazione ala Facoltà di Medicina dell'UBA. Ma, come d'altra parte il rapporto, Carballo non si è fermato alla denuncia e ha lanciato un appello: “Non stiamo sognando la sovranità alimentare, la stiamo costruendo”. 

Il primo report Iassaa – che si può scaricare gratuitamente – unisce le informazioni ottenute sul territorio con contenuti accademici che passano in rassegna le statistiche su produzione, povertà e insicurezza alimentare; il quadro legislativo in materia ambientale e diritti dei contadini, le politiche pubbliche in atto e le lotte socio-ambientali attuali. Da questo grande quadro della situazione, la Iassaa non si ferma qui ma arriva al suo ultimo e decimo capitolo dicendo “celebriamo, chiediamo ed esigiamo” e lancia proposte su cinque assi per costruire la sovranità alimentare: Territorio e Ambiente, Produzione, Marketing, Alimentazione e Salute, Comunicazione ed Educazione. 
 

La costruzione collettiva della sovranità alimentare 

“La costruzione collettiva della sovranità alimentare si propone di nutrire l’umanità in modo equo e sostenibile, promuovendo le colture agroecologiche, la produzione locale, il commercio locale e la restituzione delle terre ai contadini, agli agricoltori familiari e popolazioni indigene”, afferma il rapporto della Rete Calisas e in questa direzione il lavoro cercherà di essere “uno strumento concreto per la progettazione, l’esecuzione e la valutazione delle politiche pubbliche per la produzione, distribuzione e consumo di alimenti”.

“Abbiamo lanciato un seme e guarda come è fiorito. È molto emozionante vedere come coinvolgiamo le cattedre, da Ushuaia a La Quiaca”, ha illustrato la “matriarca” della Rete Calisas Miryam Gorban (Calisa-Nutrición UBA), recuperando la storia delle cattedre libere – “un’esperienza unica al mondo” —. L'anno prossimo si compiranno 20 anni di esistenza della prima Calisa in un'università nazionale (di La Plata -UNLP-) e i dieci anni di funzionamento della Rete. Gorban ha invitato a continuare a costruire dall'azione e dal basso. 

"Le politiche pubbliche non si creano dai governi, nascono dalla pressione e dalla creatività della base", ha affermato Gorban, accogliendo con favore la presenza nell'atrio della Facoltà di Medicina di Nahuel Levaggi, dell'Unione dei Lavoratori della Terra (UTT) e presidente del Mercato Centrale – e Martín Piaggio, segretario dello Sviluppo Sociale, Ambiente e Salute di Gualeguaychú, muniipio che ha proibito l’uso del glifosato e ha creato il Piano Alimentare Sano, Sicuro e Sovrano (Passs). 

“Ci sono questioni risolte nella sovranità alimentare in Argentina: la disponibilità della produzione alimentare e la biodiversità. Ma ci sono due problemi che non sono risolti. Uno, dal 1810, è l’accesso alla terra. Senza accesso alla terra, e di terra ce n’è molta nelle mani dello Stato, non avremo la sovranità alimentare. L’altro problema è l’accesso agli alimenti e l’inflazione: finché avremo un divario tra il prezzo del paniere dei beni e gli stipendi di base non saremo in grado di risolvere l’accesso. Il cibo c’è, ma il 40% della popolazione vive in povertà”, Gorban ha riassunto i due assi centrali che vengono approfonditi nel report.  

“Dobbiamo riempire le strade per chiedere l’accesso al cibo e l’accesso alla terra . Il movimento operaio deve essere incorporato. La popolazione urbana deve sapere”, ha affermato Gorban, invitando a costruire un’alleanza “operai-contadini”. Carballo concorda: “Se il 92% del Paese vive in città, il problema del cibo urbano non è un problema della società rurale ma dell’agricoltura familiare insieme ai movimenti dei lavoratori organizzati”. 

“Il modello agrario non può continuare ad essere quello che l’agrobusiness ci ha imposto. L’agroecologia emerge come una risposta molto forte e lo Stato deve essere presente per rispondere al problema della commercializzazione dei prodotti dell’agricoltura familiare e su scala”, ha chiesto la deputata Calisa-Fauba. 
 

La situazione della sovranità alimentare in Argentina 

Nel caso in cui ci fossero novità ​​su ciò che comporta la sovranità alimentare, Carballo ha sottolineato che “quando discutiamo di sovranità alimentare, discutiamo di potere”. Il report ripercorre le basi della storia politica del concetto ideato da La Vía Campesina nel 1996 – parallelamente al Summit Mondiale sull’Alimentazione della FAO e l’anno in cui la soia transgenica guadagnò terreno in Argentina -. “Il diritto delle persone a definire liberamente le proprie politiche, pratiche e strategie di produzione, distribuzione e consumo di alimenti” è stata la prima definizione. 

Il concetto è continuato in fase di costruzione ed è stato ampliato nel 2002 e nel 2007 per sottolineare, tra le altre cose, che la sovranità alimentare deve garantire “che i diritti di accesso e di gestione della nostra terra, dei nostri territori, delle nostre acque, dei nostri semi, del nostro bestiame e della biodiversità , sono nelle mani di coloro che producono alimenti”. 

E in che situazione si trova l’Argentina? Questo primo report – pubblicato con il sostegno finanziario della Fondazione Heinrich Boll e il sostegno amministrativo del Centro per la commercializzazione dei prodotti dell’agricoltura familiare (Cecopaf) – aveva il compito di porre la prima pietra, motivo per cui propone una revisione accademica delle diverse variabili che conformano il concetto. 

Il capitolo 3, "Sovranità alimentare, Argentina: una stima qualitativa", scritto da Andrea Porporato e Amparo Heguiabehere – riconosciuti come pionieri nell'analisi preliminare a questa prima indagine sistematica e completa sulla situazione della sovranità alimentare nel paese – analizza “La sovranità alimentare, Argentina: una stima qualitativa” Indicatori di sovranità”: adeguamento sociale, ecologico ed economico; scala di produzione, accesso alla terra e commercio di alimenti – per trarre conclusioni forti. 

“Non vi è alcuna dipendenza dai prodotti importati per nutrire la popolazione, poiché oltre il 99% di ciò che viene consumato è produzione nazionale”, sottolineano gli autori, ma contrastano con il fatto che non solo “l’accesso e la distribuzione degli alimenti continuano ad essere una questione in sospeso”, ma la produzione continua ad essere insufficiente dal punto di vista nutrizionale. La frutta, la verdura e i latticini prodotti non raggiungono i parametri fissati dalla FAO. 

Chi produce questi alimenti nutrienti? La produzione vegetale è svolta soprattutto dall'agricoltura familiare (59%), mentre il 64% della superficie coltivabile – quasi interamente destinata a oleaginose destinate all'esportazione – è prodotta con colture transgeniche, l'uso di pesticidi di sintesi e fertilizzanti chimici. “L’Argentina ha una bassa sovranità alimentare. È importante evidenziare questa situazione perché ci permette di prendere coscienza della realtà e di intraprendere azioni che contribuiscono alla costruzione della sovranità”, concludono le autrici. 

A questa analisi si aggiungono i capitoli scritti da Andrea Graciano (Calisa-Nutrición UBA), con una panoramica della situazione alimentare e nutrizionale in Argentina; il capitolo di Fernando Frank (Calisa Bioética del Sur dell'Università di San Luis) e Carlos Carballo, con una radiografia sociale del Paese basata sull'analisi degli indicatori di povertà, reddito, cibo e lavoro. Seguono il capitolo di Andrea Fizzotti (Calisa-Fauba), sulle sfide del quadro normativo per la costruzione della sovranità alimentare; e quello di Demetrio Romero (Calisa-Uader) e Virginia Toledo López (Calisa-UNR) sulle lotte paradigmatiche del Paese negli ultimi anni.                         
                                             
                                                                                                                               (Nahuel Lag)


          VIDEO                              


* Tratto da Tierra Viva Agencias de Noticias, Originale in spagnolo  qui   
** Foto: Nicolás Freda
*** Traduzione Giorgio Tinelli per Ecor.Network

 

 

21 ottobre 2023 (pubblicato qui il 24 ottobre 2023)