Non c'è modo di affrontare la crisi climatica senza affrontare il modo in cui produciamo e consumiamo il cibo. Il sistema alimentare è uno dei principali motori del cambiamento climatico, rappresentando oltre un terzo delle emissioni globali di gas serra. Ma ne è anche una delle principali vittime, con la capacità delle persone di coltivare, allevare bestiame e accedere al cibo sempre più sconvolta dagli effetti del cambiamento climatico. Dobbiamo trasformare urgentemente i nostri sistemi alimentari per adattarci. Ma per farlo, dobbiamo essere chiari su qual è il problema e qual è la soluzione.
In questo nuovo manifesto, GRAIN analizza le cause e le soluzioni riguardo al rapporto fra cibo e crisi climatica.
Cibo e crisi climatica: qual è il problema? Qual è la soluzione?
Il sistema alimentare industriale sta guidando il cambiamento climatico: Il sistema alimentare industriale è responsabile di oltre un terzo di tutte le emissioni globali di gas serra. La maggior parte di questo inquinamento deriva dalla produzione intensiva di bestiame per la produzione di carne e latticini, dall'enorme spreco di cibo, dalla nostra dipendenza dal commercio globale invece che da alimenti di provenienza locale, dall'accaparramento delle terre, dalla deforestazione per l'espansione di grandi piantagioni e dall'uso massiccio di pesticidi e fertilizzanti chimici. 1
Il cibo è potere: Gli agricoltori non sono da biasimare. Le imprese multinazionali si. Gestiscono il sistema alimentare industriale per i propri interessi finanziari. L'influenza delle multinazionali sui governi e sulle agenzie internazionali porta all'inazione sulle emissioni climalteranti, oltre alle leggi, ai regolamenti e ai sussidi che rafforzano il sistema alimentare industriale. Le imprese alimentari e agroalimentari utilizzano il greenwashing e false soluzioni come le "compensazioni" per creare nuovi flussi di entrate per loro stesse, indebolendo le soluzioni reali come l'agroecologia e la sovranità alimentare.
Geografia dell'ingiustizia: La maggior parte delle emissioni alimentari proviene da paesi in cui l'agricoltura è dominata da allevamenti industriali di carne e latticini e da piantagioni su larga scala di colture da esportazione, come soia, mais ibrido e palma da olio. Fra gli esempi ci sono il Brasile, gli Stati Uniti o la Nuova Zelanda. Questi territori producono un surplus che alimenta il consumo eccessivo di carne e alimenti trasformati, spesso attraverso il commercio internazionale, mentre distrugge i sistemi alimentari locali e sani attraverso l'accaparramento delle terre o il dumping. Questo sistema ha le sue radici nel colonialismo e perpetuato attraverso i cosiddetti accordi di libero scambio, al punto che il commercio rappresenta oggi il 20% delle emissioni derivanti dal nostro cibo. Gli allevamenti industriali rappresentano oltre il 70% dell'uso mondiale di terreni agricoli e acqua, ma nutrono solo il 30% della popolazione mondiale. 2
Tabella sulla crescita dei profitti delle imprese alimentari e agroalimentari
Impatti più ampi: Il sistema alimentare industriale è anche una delle principali cause del collasso della biodiversità, del declino e dell'inquinamento delle falde acquifere, del degrado del suolo, della deforestazione e dello sfruttamento del lavoro. È una delle principali fonti di problemi di salute causati dai pesticidi e dal consumo di alimenti ultra-elaborati. E poiché il sistema è strutturato per generare benefici per le imprese, vediamo centinaia di milioni di persone soffrire la fame in mezzo alle eccedenze alimentari. Giorno dopo giorno, le multinazionali espandono le loro operazioni e i loro mercati attraverso la distruzione e la criminalizzazione dei sistemi alimentari locali, impedendo alle comunità di utilizzare le proprie terre, acqua, sementi e pratiche tradizionali e sgomberandole dai loro territori. Lasciano le persone alla mercé di investitori che da lontani consigli di amministrazione decidono cosa deve essere coltivato e chi deve essere nutrito. Le conseguenze di tutto questo stanno diventando più gravi poiché la crisi climatica mette sempre più sotto pressione la produzione alimentare globale. 3 4
La soluzione è la sovranità alimentare: possiamo affrontare il cambiamento climatico affrontando le principali fonti di emissioni legate al cibo, garantendo al contempo che le persone abbiano accesso sufficiente a cibi nutrienti e che le comunità possano mantenere i loro mezzi di sussistenza.
Con la carne e i latticini, dobbiamo fermare l'allevamento industriale su larga scala e passare a sistemi di produzione locali e diversificati che forniscano alle persone una quantità moderata di carne e latticini, utilizzando fonti di mangimi locali.
Possiamo ridurre lo spreco alimentare e le miglia percorse dagli alimenti creando legami più diretti tra produttori e consumatori, smantellando gli accordi di libero scambio e garantendo che i regolamenti e le politiche sostengano i sistemi di produzione e commercializzazione agroecologici guidati dai contadini e li proteggano dal dumping delle importazioni. Queste misure, insieme ad un maggiore controllo da parte delle comunità sui territori, freneranno anche la deforestazione. E possiamo eliminare gradualmente i fertilizzanti chimici attraverso una massiccia transizione verso pratiche agroecologiche che costruiscono la salute della terra e mantengono il carbonio nel suolo. 5
Agroecologia contadina ora: le prove scientifiche dimostrano che l'agroecologia è migliore nel fornire sia la sicurezza alimentare che la nutrizione per le comunità nella maggior parte del mondo rispetto a strategie come la Rivoluzione Verde. 6
Ciò significa rotazioni e mix di colture, produzione integrata vegetale e animale, agroforestazione, input biologici, sementi adattate localmente, conoscenze tradizionali e buone strategie di gestione del suolo e dell'acqua. Ma l'agroecologia è molto più di un insieme di tecniche. Si tratta di un approccio al lavoro agricolo e all'approvvigionamento alimentare che si fonda sul territorio, sulla conoscenza e sulla cultura. Ha bisogno di essere guidato dai contadini per mantenere il potere e la visione nelle mani dei piccoli produttori, in particolare delle donne.
Dare il controllo alle comunità: la lotta contro il cambiamento climatico che colpisce i nostri sistemi alimentari e che proviene dai nostri sistemi alimentari deve garantire che le comunità abbiano il controllo sui loro territori e che siano i produttori di cibo, non le multinazionali, a stabilire le politiche. Molti movimenti sociali stanno prendendo numerose iniziative, a volte sostenute da autorità pubbliche, per muoversi nella giusta direzione. Le azioni che cercano di spezzare il dominio delle multinazionali in diverse parti della catena alimentare, rafforzare i mercati locali, ridistribuire la terra, creare riserve alimentari e sistemi di sicurezza sociale alimentare, smantellare l'attuale regime commerciale, promuovere la selezione e scambio delle sementi degli agricoltori e responsabilizzare i lavoratori del settore alimentare sono tutti passaggi cruciali. Alla fine, solo il controllo della comunità sulle risorse, sui sistemi e sulla conoscenza ci darà sistemi alimentari resilienti al clima e fondati sulla giustizia.
Tratto da GRAIN.
- Versione in inglese qui
- Versione in spagnolo qui
* Traduzione di Ecor.Network.
Scarica qui il manifesto su cibo e crisi climatica
Note:
[1] C. Costa et al. "Roadmap for achieving net-zero emissions in global food systems by 2050", Scientific Reports, 12, 15064, 2022. UNEP, "Driving finance for sustainable food systems: A roadmap to implementation for financial institutions and policy makers," April 2023.
[2] ETC Group, "Small scale farmers and peasants still feed the world", January 2022: https://www.etcgroup.org/files/files/31-01-2022_small-scale_farmers_and_peasants_still_feed_the_world.pdf
[3] International Panel of Experts on Sustainable Food systems, "From uniformity to diversity: a paradigm shift from industrial agriculture to diversified agroecological systems", 2016.
[4] Forbes’ Global 2000.
[5] Xiaoming Xu et al., "Global greenhouse gas emissions from animal-based foods are twice those of plant-based foods", Nature Food (2), 2021. Jingyu Zhu, "Cradle-to-grave emissions from food loss and waste represent half of total greenhouse gas emissions from food systems", Nature Food (4), 2023: https://www.nature.com/articles/s43016-023-00710-3; Mengyu Li et al., "Global food-miles account for nearly 20% of total food-systems emissions", Nature Food (3), 2022. Stefano Menegat et al., "Greenhouse gas emissions from global production and use of nitrogen synthetic fertilisers in agriculture", Scientific Reports, 2022.
[6] Guy Faure et al, “What agroecology brings to food security and ecosystem services: a review of scientific evidence”, Desira-Lift, February 2024,