*** Intervista ***

Donne, terra, piantagioni e oppressione in Sierra Leone

di Movimiento Mundial por los Bosques Tropicales

I prolungati processi di accaparramento di terre in Sierra Leone sono il risultato di un violento passato coloniale e imperiale. La terra arabile e collettiva che prima era coltivata per ottenere cibo adesso è a disposizione, in una forma molto redditizia, delle grandi corporazioni che spesso affittano terreni a lungo termine per la produzione di prodotti da esportazione, come l'olio di palma.

La palma da olio è stata una coltura tradizionale per molte comunità della Sierra Leone e dell'Africa occidentale. Tuttavia, con l'arrivo della multinazionale Socfin, la produzione di palma da olio in Sierra Leone si è trasformata in un regime di monocoltura industriale, lasciandosi dietro una scia di violenza, patriarcato e oppressione.

Nel 2011 Socfin ha firmato, con il governo della Sierra Leone e con le autorità locali, un contratto di affitto di terre della durata di 50 anni. successivamente sono stati siglati altri due accordi. La compagnia ha pagato ai proprietari delle terre del Distretto di Sahn Malen un compenso una tantum di 1 milione di leoni per acro (circa 177 dollari). In meno di 10 anni, le foreste e le terre fertili di questo Distretto sono state trasformate in migliaia di ettari di piantagioni a monocoltura di palma da olio.

Il contributo delle donne alla sovranità alimentare delle zone rurali della Sierra Leone è di primaria importanza. Tuttavia il più delle volte non hanno titolo giuridico sulla terra, e anche se la legge permettesse loro di essere proprietarie di terre, le donne devono affrontare un altro sistema patriarcale a casa loro.

Le leggi consuetudinarie spesso danno agli uomini la maggior parte del potere sulle proprietà e il potere decisionale sulle questioni relative alla terra. Inoltre, i Capi Supremi sono i custodi della terra secondo il diritto consuetudinario della Sierra Leone. Sono i discendenti delle “famiglie governanti” nominate dalle autorità coloniali britanniche nel 1879, i Capi sono i leader indiscussi entro i confini dei loro territori. Questa struttura gerarchica significa che l'impresa può acquisire terreni comunitari con il consenso di una sola persona.
Le donne sono le più colpite.

Quella che segue è un'intervista con Aminata Massaquoi, attivista dell'Alleanza informale contro le piantagioni industriali di palma da olio in Africa occidentale e centrale. Aminata accompagna e sostiene le donne della Sierra Leone che si oppongono e denunciano il modello delle piantagioni di palma da olio e recentemente ha visitato diverse comunità danneggiate dalle piantagioni della Socfin.
 

- Come è organizzato il sistema di proprietà della terra a livello governativo in Sierra Leone, soprattutto per quanto riguarda i diritti delle donne?

La terra in Sierra Leone è classificata come terra statale, privata o comunale. Nella parte occidentale del paese la maggior parte delle terre sono in regime di proprietà privata individuale con diritti esclusivi per quanto ne riguarda l'utilizzo o il trasferimento. Le famiglie o le persone hanno diritti di accesso, uso e trasferimento mediante affitto o vendita. E, come noto e come accade in altre parti del mondo, nel paese operano i sistemi consuetudinari di possesso, affitto e proprietà statale della terra.
A causa delle leggi consuetudinarie esistenti non è altrettanto facile per le donne delle zone rurali o per le donne che vivono nelle comunità. Nel corso degli anni gruppi della società civile e di difesa dei diritti delle donne hanno richiesto che tutte le leggi sulle terre esistenti nel paese fossero sincronizzate per evitare una doppia interpretazione sul tema. Ma questo ancora non si è ottenuto.
Intanto le acquisizioni di terre su vasta scala, effettuate soprattutto da parte di imprese straniere per lo sfruttamento agricolo, sono aumentate in fretta, proprio mentre si dibatteva sulla politica agraria. Una ricerca della Ong Christian Aid ha reso noto che, dal 2009 alla fine del 2012, gli investitori stranieri hanno affittato o erano disposti ad affittare a lungo termine almeno 1.154.777 ettari, circa il 21,4% della terra coltivabile del paese destinata all'agricoltura industriale su vasta scale (1). Come accaduto in altre parti dell'Africa, numerosi esperti e organizzazioni non governative hanno criticato questa modalità di locazione perché, affermano, invece di aiutare a migliorare la qualità della vita di chi vive nelle zone rurali, i locatari approfittano dei titoli di proprietà della terra e, di fatto, aumentano la povertà e le disuguaglianze economiche. Questo continua ad essere motivo di grande preoccupazione e i segnali sono evidenti nelle zone dove sono avvenute le locazioni a cui si fa riferimento.

- Qual è la condizione delle donne nelle comunità in relazione al possesso della terra e ai diritti di accesso alla terra secondo le leggi consuetudinarie?

In Sierra Leone il diritto consuetudinario coincide con il diritto codificato ma, nelle zone rurali dove c'è scarsità di accesso a servizi di giustizia codificata, tende a prevalere il diritto consuetudinario. Le persone dipendono dai capi dei villaggi per risolvere le controversie. Quando si tratta di matrimonio tendono a dominare i matrimoni consuetudinari, anche se non sono riconosciuti dalla legge codificata. A meno che un matrimonio consuetudinario non sia registrato presso i consigli locali, non conferisce diritti di proprietà al marito o alla moglie così, se il coniuge muore, la terra della coppia può tornare alla famiglia del coniuge deceduto.
Per le donne, che spesso sono le principali lavoratrici, che provvedono al reddito, che sono custodi delle case e che più dipendono dalla terra per guadagnarsi da vivere e mantenere i figli, questo significa che se l'uomo muore o se una donna vuole sciogliere il matrimonio per violenza domestica, è possibile che non abbia diritti sulla terra che ha lavorato per anni. In questo caso la famiglia del marito potrebbe cacciarla dalla terra e neanche i figli hanno diritti su quella terra. Tutto questo può risultare difficile da contrastare perché queste donne non sono abbastanza forti economicamente per difendersi. In Sierra Leone la Legge sulla Devoluzione delle Proprietà, del 2007, ha concesso alle donne il diritto giuridico di ereditare la terra, ma in realtà pochissime donne se ne sono avvalse.
A causa delle numerose azioni in difesa dei diritti delle donne alla terra, spesso si crede che le donne siano coinvolte nel prendere decisioni, ma nella pratica non è così. Durante le visite sul campo diverse donne mi hanno spiegato che si sono rese conto dell'esistenza di un accordo sulla terra solo dopo che era stato concluso, questo perché si utilizza il diritto consuetudinario per ridurle al silenzio. Le donne hanno sempre denunciato l'assoluta impossibilità di partecipare alle discussioni quando imprese, governo ed altri arrivano nelle comunità per offrire progetti o comprare terra.
Il diritto codificato concede alle donne la facoltà di possedere o affittare terre, ma le leggi consuetudinarie negano loro questo diritto. Dato che gran parte delle terre si trova nelle zone rurali, la maggior parte delle donne sono vittime dell'oppressione delle autorità locali. Ciò nonostante, il continuo lavoro di difesa nelle comunità è stato di grande aiuto.
La violenza contro le donne è predominante anche all'interno delle stesse comunità e da parte delle autorità locali. Questo è stato motivo di preoccupazione nella maggior parte delle comunità rurali. A causa delle leggi consuetudinarie e delle tradizioni, ci si aspetta che le donne restino in secondo piano durante gli accordi pubblici. Soprattutto se una donna è sposata non deve azzardarsi a parlare o a prendere decisioni in presenza del marito. I mariti e gli uomini sono i portavoce delle donne, di conseguenza una donna emancipata o donne consapevoli dei propri diritti in tal senso, corrono il rischio di subire violenza all'interno delle loro case per insubordinazione. Sono tanti i meccanismi che possono essere utilizzati per mettere a tacere le donne.

Durante la sua visita nelle varie comunità che si oppongono alle piantagioni industriale di palma da olio, quale ha percepito come rivendicazione più importante sollevata dalle donne?

La rivendicazione più frequente ha riguardato la mancanza di inclusione nei contratti di terre e l'impossibilità di prendere decisioni. Con l'arrivo delle piantagioni di palma da olio si sono viste private dell'accesso alle loro terre e hanno bisogno di una fonte alternativa di reddito. Stanno lottando per recuperare le terre, perché quegli accordi non sono redditizi per loro. L'impresa non sta dando lavoro alla popolazione locale come aveva promesso, tanto meno ha rispettato l'accordo per la costruzione di scuole, pozzi per l'acqua, centri di salute e strade secondarie, né ha mantenuto la promessa di concedere borse di studio, così come ha mancato a tante altre promesse. Le donne denunciano che, dall'arrivo dell'impresa, le loro comunità non sono più sicure.
Hanno chiaramente denunciato l'abuso sessuale entro i confini delle piantagioni, però a causa dello stigma e del rifiuto degli uomini, normalmente di questo non si parla.

Che tipo di abusi subiscono le donne?

Le donne che lavorano per le imprese dell'olio di palma percepiscono un salario basso per un duro lavoro. Percorrono lunghe distanze per arrivar sul posto di lavoro; non ricevono cure mediche adeguate; i licenziamenti sono senza benefici; non hanno diritti del lavoro (sono tenute come “lavoratrici interinali” senza contratto e possono essere licenziate in qualsiasi momento); non hanno assicurazione sanitaria né copertura per eventuali incidenti sul lavoro.
Le donne hanno raccontato di esperienze legate a molestie sessuali agite da alcuni lavoratori o guardie di sicurezza contro lavoratrici dell'azienda, dalle quali ci si aspetta collaborazione in cambio del mantenimento del posto di lavoro. Alcune donne accettano senza volerlo di passare attraverso tali esperienze per mantenere il lavoro e il salario.
Le donne che si ribellano contro quanto sta accadendo sono emarginate dalle attività comunitarie. Sono sempre sotto tiro delle autorità locali che a volte controllano i loro movimenti.

- Come affrontano le donne questa situazione?

Lo fanno principalmente boicottando le riunioni della comunità che riguardano le imprese. Agiscono in disobbedienza al Capo supremo, rafforzano le relazioni con alleati come le organizzazioni locali e internazionali con cui ogni tanto si relazionano per affrontare il tema, organizzano laboratori di leggi e diritti, ogni tanto si riuniscono tra loro, anche quando sanno di essere controllate.

 

Traduzione: Marina Zenobio per Ecor.Network
Foto di copertina: Farmlandgrab.org


NOTE:

1) Christian Aid, Who is benefiting?, 2013 who-is-benefitting-sierra-leone-report-july-2013.pdf (christianaid.org.uk)
 


Resistencia frente a las múltiples tácticas para expandir los monocultivos
Boletín WRM 257 - Movimiento Mundial por los Bosques Tropicales
Julio / Agosto 2021

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03 ottobre 2021 (pubblicato qui il 06 ottobre 2021)