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Bugie e verità sui nuovi OGM. Un'agricoltura per la vita

di Crocevia, ARI - Antonio Lattuca

7 bugie e 7 verità sui nuovi OGM
Centro Internazionale Crocevia, ARI Associazione Rurale Italiana
Novembre 2023 - 8 pp.

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Sono precise. Sono innocue. Sono alla portata di tutti. Sono la risposta al cambiamento climatico e alla siccità. Generano prodotti uguali a quelli della natura o della selezione convenzionale. Sono solo alcune tra le principali bugie raccontate dal grumo di interessi favorevole alla deregolamentazione dei nuovi OGM.

Un blocco che raduna imprese multinazionali, ditte sementiere, principali organizzazioni di categoria dell’agricoltura e ricercatori pubblici e privati. Oltre a una buona fetta di parlamentari europei e nazionali.

Con questa narrazione, stanno cercando di convincere cittadini e consumatori che le New Genomic Techniques (NGT), ribattezzate in Italia con il più rassicurante “Tecniche di Evoluzione Assistita” (TEA), siano tutt’altra cosa dai vecchi OGM. E che pertanto non debbano più essere sottoposti a valutazione del rischio, tracciabilità ed etichettatura dei prodotti finali, come prevede la legge.

Per contrastare questo racconto falso, eppure sposato dai media, ripetuto dal governo e da molti parlamentari, pubblichiamo insieme ad Associazione Rurale Italiana un breve dossier, che smentisce le 7 più grosse fake news sui nuovi OGM.

Speriamo che possa servire come guida per attiviste e attivisti, agricoltrici e agricoltori, per chiedere conto ai loro rappresentanti del perché stanno vendendo la nostra sovranità alimentare a un pugno di soggetti pronti a farne profitto. Entro pochi mesi, infatti, il Parlamento Europeo potrebbe votare una proposta della Commissione UE per deregolamentare i nuovi OGM, riportando l’Europa (e l’Italia) indietro di 30 anni. La nostra agricoltura finirebbe schiacciata su un modello “americano” di produzione alimentare basato su colture industriali geneticamente modificate e brevettate, alle quali non si applica più il principio di precauzione. Sarebbe la fine del biologico per come lo conosciamo, così come una minaccia esistenziale per l’agricoltura contadina, che difendiamo da più di trent’anni e che ancora caratterizza il nostro paese.

Non permettiamoglielo. Mobilitiamoci.

Se vuoi approfondire: 

Vita privata. Come i brevetti sui nuovi OGM minacciano la biodiversità del cibo e i diritti degli agricoltori
Crocevia
Dossier - Luglio 2023 - 19pp.

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Costruire un’agricoltura per la vita
di Antonio Lattuca

Originale su: Tierra Viva  qui   

In tempi di crisi climatica è urgente andare oltre la retorica e concretizzare azioni che rafforzino nuovi modelli produttivi che privilegino l’ambiente e la salute. Lontano dalla mera retorica, proposte tangibili per l’agricoltura urbana, la produzione di alimenti sani e la sovranità alimentare.

Ci troviamo in una profonda crisi culturale, nella quale stiamo perdendo ogni legame con la natura e con ciò che è vivo. Inoltre accettiamo passivamente le ingiustizie e le disuguaglianze quotidiane in cui tutto viene valutato in base alla quantità, si tiene conto solo di ciò che rende e non del senso della vita. Abbiamo urgentemente bisogno di avviare un processo di riflessione seria per prendere coscienza e agire. A tal fine esistono proposte che permettono di dare un contributo a partire dagli ambiti  urbani.

Oggi le opinioni maggioritarie valutano in maniera astratta la conservazione della ricchezza naturale di uno spazio naturale: zone umide, foreste, aree rurali. Ma queste sensibilità ambientali non si riflettono in cambiamenti pratici che alterino significativamente le forme bulimiche della vita nelle città.

La cosa dominante è che esiste un doppio sistema di valori: ambientalismo per le idee e per le opinioni, ma nella vita quotidiana si continua in maniera dissennata a riprodurre modalità di vita che saccheggiano la dimensione urbana e quella rurale. Con questo scarso impegno reale si finisce per accettare come inevitabile la distruzione dell’ambiente. Vale a dire: la maggior parte delle persone desidera un ambiente sano e salutare, ma quasi senza alcun impegno né prendersi alcuna responsabilità sul proprio comportamento: si continua in maniera rutinaria con le modalità a cui siamo abituati.

Molti addirittura pensano - con buone intenzioni, per carità - che parlando o scrivendo sui problemi, addossando le colpe ad altri (alle aziende, ai grandi produttori o ai politici) e lanciando slogan, si possa modificare una realtà che non è possibile cambiare attraverso azioni concrete.

Anche se da un lato c'è la consapevolezza riguardo alla difesa delle piante, degli animali, dell'acqua, delle ricchezze minerali e delle aree rurali. Questa consapevolezza non raggiunge la volontà di trasformare la nostra vita nelle città.

Il nostro habitat quotidiano ci abitua a vivere nei disvalori, nell'inaccettabile e nell'invivibile. Accettare la responsabilità della realtà che abbiamo attualmente, ci pone come attori invece che come spettatori o vittime. Ci permette di entrare in azione, superando gli  automatismi e i nostri meschini interessi, generando così un nuovo ambiente attraverso il nostro potenziale umano e la nostra creatività.

Dobbiamo svegliarci: convivere con consapevolezza e responsabilità con lo sviluppo di ciascuna delle nostre capacità per metterle al servizio della costruzione di una società più sana, dove gli esclusi da questo sistema perverso abbiano un posto.

[Dopo questi ultimi anni così impegnativi per il nostro futuro come umanità (a causa della pandemia e della guerra), e di fronte agli eccessivi progressi dell’agricoltura industriale tecnocratica che privatizza sempre più i benefici, è necessario costruire nuovi percorsi per l'agricoltura, che ci permettano di produrre alimenti vitali al servizio di tutta l’umanità. Questa grande sfida ci invita a riuscire a superare il disagio e la sensazione d'impotenza]

Attualmente, coloro che producono la maggior parte delle verdure che consumiamo non possiedono la terra che coltivano oppure non hanno un titolo sicuro. Per questo motivo soffrono una grande limitazione nel migliorare il terreno e nel piantare piante e alberi che permettano di costruire coltivazioni di verdure sane. Inoltre vivono in condizioni molto difficili, quasi precarie.


Proposta per un'altra agricoltura

Occorre passare dalla denuncia all'azione e rispondere così ai bisogni del mondo e della terra. Dall’agricoltura biodinamica come coltivatrice di valori all’interno dell’ampio movimento di altre agricolture sorelle (agroecologica, biologica, naturale, organica e permacultura) abbiamo molto da offrire.

In un paese come l’Argentina, dove il 92% della popolazione vive in aree urbane, come possiamo contribuire dalle nostre città affinché ci siano alimenti freschi e vitali e allo stesso tempo disponibili e accessibili alla maggioranza degli esseri umani? Ecco alcune proposte:

- Generare spazi di riflessione-azione al fine di stabilire meccanismi che consentano agli agricoltori di accedere a un possesso fondiario sicuro.

- Promuovere laboratori e corsi di formazione esperienziale per giovani disoccupati sull'agricoltura biodinamica. Cercare di farli appassionare al mestiere di coltivare la terra, un lavoro di eccellenza, trascendente per il futuro della Terra e dell'essere umano.

- Associarci, come consumatori e consumatrici, agli agricoltori e agricoltrici. In questo modo passeremo dal ruolo passivo di consumatore e consumatrice a quello di co-agricoltore e co-agricoltrice, dalla volontà di diventare responsabili della commercializzazione e della distribuzione degli alimenti e liberarli così dalla perversità del mercato. Esempi di ciò sono Comunidad Janus in Argentina, la Agricoltura Sostenuta dalla Comunità (CSA) y el Movimiento Sin Tierra del Brasile (MST).

- Costruire alleanze con le agricolture sorelle.

- Creare ponti tra la società civile, i movimenti sociali, il settore privato e quello pubblico.

- Installare frutteti negli spazi urbani e periurbani liberi.

- Promuovere la conversione degli agricoltori all'agricoltura biodinamica e accompagnarli nei primi anni, fornendo loro consigli e input di base per migliorare il suolo e aumentare la diversità (preparati, sementi per concime verde, sementi biodinamiche e piantine).

- Effettuare un inventario di tutti i terreni disponibili attorno alle città e alle località, dando priorità a quelli in cui è vietata la fumigazione. Da questa indagine, quelli che appartengono allo Stato possono essere messi a disposizione degli agricoltori senza terra. Quelli privati ​​possono essere acquistati – previa ricerca di finanziamenti – per poter essere anche coltivati. Queste idee sono già state implementate in diversi luoghi: nei Parchi orti di Rosario e nel Movimiento Sin Tierra del Brasile.

- Dichiarare Patrimonio dell'Umanità i terreni coltivati ​​con tecniche ecologiche e biodinamiche (per i molteplici beni che offrono al servizio della salute della terra e degli esseri umani), impedendo che vengano urbanizzati. Questi nuovi spazi sono beni comuni, che oltre a fornirci alimenti vitali e piante officinali, offrono servizi ambientali, paesaggistici, turistici, educativi e culturali, e dobbiamo collegarli con la pedagogia, l'arte e la medicina.

- Sviluppare tecnologie pratiche e semplici che consentano ad agricoltori, frutticoltori e frutticoltori di lavorare in modo dignitoso, migliorando le condizioni del lavoro della terra.

- Lavorare affinché coloro che prendono decisioni politiche incorporino l'agricoltura nel piano di sviluppo urbano come politica pubblica municipale.

-Rendere visibile tutto il potenziale che l’agricoltura urbana ha nel mitigare il cambiamento climatico.

- Promuovere incontri dove l'agricoltura e la coltivazione della terra siano vincolati alla medicina, la salute, la cultura e l'educazione.


* Vice Presidente dell'Associazione Argentina per l'Agricoltura Biodinamica. Coordinatore del Programma di Agricoltura Urbana di Rosario 2002-2019.
** Traduzione Giorgio Tinelli per Ecor.Network
*** Foto:

- Copertina: Juan Pablo Eijo
- Nicolas Pousthomi
- Janus Proyecto Rural Integrador
- Agricultura Urbana Rosario


 

18 novembre 2023 (pubblicato qui il 21 novembre 2023)