TLC Ecuador – Canada: Nuovo attacco alle comunità, ai popoli e alla natura

Prima dell'inizio dei negoziati per un Accordo di libero scambio (ALS) con il Canada, annunciati dal Presidente Guillermo Lasso, come organizzazioni sociali territoriali, ambientalisti e centri di ricerca, mettiamo in guardia sugli effetti gravi che questo Accordo porterebbe ai diritti umani, collettivi e della natura, pilastri della Costituzione ecuadoriana.

Consideriamo gli accordi di libero scambio come strumenti di potere delle imprese transnazionali, espressi in regole che danno agli investitori protezioni legali eccessive, approfondendo l'estrattivismo, provocando flessibilità ambientale e del lavoro, abbandonando le misure di protezione per l'agricoltura familiare contadina, privatizzando i servizi fondamentali, tra i tanti effetti negativi.
Vengono negoziati in condizioni disuguali, sulla base della rinuncia a norme che tutelano diritti conquistati attraverso la lotta sociale, piegandoli di fronte ai calcoli e alle strategie di profitto delle grandi imprese.

Ecco perché gli accordi di libero scambio vengono negoziati a porte chiuse, per limitare il dibattito pubblico sugli effetti che provocheranno.
In Ecuador, ad esempio, le informazioni generate nei negoziati degli Accordi commerciali negoziati dallo Stato 1 sono state dichiarate RISERVATE dal Ministero della Produzione, del Commercio Estero, degli Investimenti e della Pesca, attraverso l'accordo ministeriale MPCEIP-MPCEIP-2022-0001-A, emesso il 6 dicembre 2022 (Registro Ufficiale - Supplemento n. 203).

Oltre alla mancanza di trasparenza, temiamo anche che un accordo di libero scambio con il Canada garantisca maggiore impunità agli investimenti canadesi nel settore estrattivo, principalmente minerario, nei territori indigeni e contadini, aree di ricarica idrica, foreste, dove i progetti minerari sono respinti con la constatazione dell'inquinamento dell'acqua; deforestazione; distruzione delle brughiere; spostamenti forzati; rottura dei tessuti comunitari,  così come violenza, criminalizzazione e azioni penali contro coloro che difendono i diritti umani e la natura.

I quattro principali articoli di esportazione dall'Ecuador al Canada negli ultimi 12 anni sono stati i prodotti minerari, agricoli, alimentari e ittici. Tra i prodotti agricoli, quasi il 90% dei valori esportati si è concentrato su cacao (49%) e fiori coltivati ​​(41%).
Il caso del cacao ci mostra il modello principale, poiché nel 2022 sono stati esportati poco più di 39 milioni di dollari di cacao senza alcuna trasformazione e pochissimo cacao trasformato. Per quanto riguarda le importazioni agricole dal Canada, il grano ha rappresentato circa il 91% delle importazioni nel 2021, seguito da lenticchie e avena.
Nel caso delle patate congelate, che per ora hanno una bassa partecipazione, è molto probabile che aumenteranno, con un TLC, il che minaccerà la produzione di patate da agricoltura familiare contadina, che non sarà in grado di competere con prodotti provenienti da sistemi fortemente sovvenzionati come quello canadese.

Investimenti canadesi in Ecuador

Secondo le informazioni della Camera Mineraria Ecuadoriana, almeno undici società con capitale canadese operano in nove province dell'Ecuador, in scenari di elevatissimo conflitto socio-ambientale a causa di violazioni legali e costituzionali che spesso hanno la complicità delle autorità di controllo. I territori sono sottoposti a una logica sacrificale che sarà più difficile contrastare, dati gli scudi legali che un TLC concederà a questi investimenti.
Ecco alcuni esempi di ciò che accade negli spazi di vita delle comunità indigene e contadine, nei páramos* e nelle foreste, dove operano i capitali minerari canadesi.

Il mega progetto minerario di Loma Larga (Azuay, cantone di Cuenca, Parrocchia di Victoria del Portete) è situato in 7.960 ettari del páramo di Kimsacocha, sotto il controllo di Dundee Precious Metals Inc. dal 2021, dopo essere stato nelle mani anche della canadese Iamgold Corporation e INV Metals Inc., periodo in cui la Contraloría General del Estado ha individuato irregolarità amministrative e giudiziarie (Report DR2-DPA-0064-2018 del 12/10/2018).
A Kimsacocha nascono fiumi molto importanti come l'Irquis, il Tarqui e lo Yanuncay, che alimentano il bacino del fiume Santiago, depositario del bacino amazzonico. Alimenta anche i sistemi idrici, gli enti comunitari e gli impianti di raccolta dell'azienda pubblica municipale che fornisce acqua a più di 600.000 abitanti della città di Cuenca.
A causa della pressione sociale, in relazione a questo progetto si sono svolte due consultazioni popolari vincolanti: la prima, nel cantone di Girón nel 2019, con un voto dell'86% per vietare l'attività mineraria nei páramos di Kimsakocha; la seconda, nel cantone di Cuenca nel 2021, con l'80% dei voti per vietare lo sfruttamento minerario nelle aree di ricarica idrica (il progetto interessa le aree di ricarica idrica di Yanuncay e Tarqui).
Tuttavia, il governo e l'impresa insistono nel portare avanti il ​​progetto, violando i diritti politici di partecipazione.
Sono stati violati anche il diritto alla consultazione preventiva libera e informata e il diritto all'autodeterminazione delle comunità ancestrali che saranno interessate, nonché la consultazione ambientale di altre popolazioni.
Per questo motivo il progetto è sospeso (anche se Dundee prevede di iniziare l'attività nel 2023). Oltre a ciò, il rifiuto dell'impresa di consegnare la documentazione, come lo Studio di Impatto Ambientale, sostenendo che sarà consegnata tempestivamente solo a settori di diretta influenza, viola il diritto di accesso alle informazioni.

Il progetto Fruta del Norte (Zamora Chinchipe, cantone di Yantzaza, parrocchia di Los Encuentros), gestito dalla società Lundin Gold, è operativo dalla fine del 2016.
In precedenza c'era la canadese Aurelian Resources per le attività di esplorazione, nel periodo 2003-2005, che ha sedotto i membri della comunità con vantaggi e feste, ma essenzialmente proletarizzando le persone che fino ad allora godevano della sovranità economica e alimentare.
Questa ricchezza è stata ridotta con l'arrivo di Kinross, l'impresa  mineraria multinazione [specializzata nell'estrazione di oro e argento] con base a Toronto, che Aurelian ha acquistato nel 2008.
Durante questo periodo, la Contraloría General del Estado ha identificato molteplici e importanti irregolarità e la mancanza di licenze ambientali per la sua esecuzione. Lundin Gold non ha adempiuto alle proprie offerte a favore della popolazione. Ricorre a contratti di lavoro a tempo determinato/occasionale.
Nel 2017, a causa della circolazione permanente di mezzi pesanti di proprietà della compagnia, si è verificato il crollo dell'unico ponte che collegava decine di comunità con Los Encuentros, capoluogo della parrocchia.
Ci sono stati anche impatti sui sistemi idrici, sulle case e sulla salute delle comunità.
Inoltre, i processi di espropriazione subdola o di migrazione indotta (dovuta agli sgomberi della popolazione derivati dallo sviluppo) si rafforzano con la chiusura delle scuole comunitarie.
Almeno due comunità sono scomparse, la comunità di San Antonio nel 2012 ed El Playón nel 2015.2

Il progetto minerario di Fierro Urco (Loja e El Oro) comprende, tra le altre, le società canadesi Cornerstone e Adventus.
Secondo un rapporto preparato dalla Universidad Técnica Particular de Loja e da altre organizzazioni, il progetto copre 72.676 ettari in un fragile ecosistema páramo dove si origina il 50% dell'acqua consumata dalle 225.000 persone del cantone di Loja, dagli abitanti del cantone di Saraguro e da circa 50.000 persone di El Oro.
Nella parrocchia di Gualel, le compagnie minerarie che cercano di sfruttare Fierro Urco hanno utilizzato strategie per dividere le comunità, generare tensioni tra le comunità e distruggere il tessuto sociale. Inoltre, usano pratiche clientelari per approfittare dei bisogni della popolazione e ottenere il loro consenso all'attività mineraria. Nessuna di queste imprese ha rispettato il diritto alla consultazione preventiva, alla consultazione ambientale, o si è preoccupata degli effetti che l'attività mineraria può avere su un ecosistema fragile come quello del páramo.

Il popolo Kichwa Saraguro, principalmente le donne, guida la resistenza all'estrazione mineraria in quest'area, a partire dalla difesa del proprio territorio, dell'acqua, della produzione agricola che garantisce fonti di lavoro e sostiene la sovranità alimentare delle comunità e della regione.
In questo modo hanno potuto evitare l'ingresso delle compagnie che volevano effettuare esplorazioni avanzate, facendo sì che alcune di esse, come Newcrest, decidessero di abbandonare il sostegno a Cornestone nelle fasi di esplorazione avanzata.
Questi risultati, tuttavia, hanno lasciato come esito la criminalizzazione giudiziaria contro coloro che difendono i diritti umani, collettivi e della natura, sebbene i processi siano stati sospesi con l'amnistia disposta dall'Assemblea Nazionale.
Dopo lo sciopero del giugno 2022, i cosiddetti accordi di pace includevano modifiche al piano d'azione minerario del governo nazionale per garantire il non intervento nei territori indigeni, nelle fonti d'acqua, nelle aree archeologiche, nelle aree protette. In questo contesto di articolazione delle lotte sociali, il problema minerario si è posizionato come uno dei grandi temi del dibattito nazionale.

Il progetto Fortuna (Azuay, Morona Santiago e Zamora Chinchipe) è stato dato in concessione alla società Lucky Minerals (e alla sua controllata ecuadoriana Goldmindex S.A.) con dodici blocchi di concessioni che interessano diciassette comunità in quattro parrocchie dei cantoni di Nabón, Oña e Sigsig, ad Azuay; quattro comunità di due parrocchie del cantone di Gualaquiza, a Morona Santiago; e cinque comunità del cantone di Yacuambi, a Zamora Chinchipe.
Il 12 agosto 2022, il Collettivo per la lotta e la difesa dell'acqua e della vita di Cerro El Mozo (Nabón) ha inviato al presidente Lasso una lettera affermando “in maniera diretta e chiara che nei territori del cantone di Nabón non verrà permesso lo sviluppo di attività mineraria di metalli, ancor meno quando questa cercherà di svilupparsi all'interno delle nostre fonti d'acqua, che nascono dai páramos delle alture nei territori di Morona Santiago e Zamora Chinchipe che alimentano non solo il nostro cantone ma l'intera regione”.

Dicono anche che la grande biodiversità dei loro territori è la loro motivazione per opporsi all'estrazione mineraria, basandosi sui diritti costituzionali alla resistenza e alla protesta sociale, i diritti della natura, la consultazione preventiva libera e informata e il principio di precauzione.
Questa decisione di "dare priorità all'acqua, agli ecosistemi e alla vita rispetto alle promesse di sviluppo delle compagnie minerarie" ha portato a procedimenti giudiziari contro otto dirigenti e leader comunitari sulla base delle denunce presentate dal manager per l'Ecuador di Lucky's Minerals ed ex presidente della Camera Mineraria dell'Ecuador.

Da parte sua, la “Relazione tecnica sull'ispezione in campo e l'ubicazione dei punti di concessione idrica richiesta dalla società mineraria Goldmindex S.A., che si trova all'interno dell'Area ecologica di conservazione municipale di Yacuambi", pubblicata nell'ottobre 2022, conclude che:

1) la domanda di concessione si trova all'interno del territorio che costituisce l'Area Ecologica di Conservazione Municipale di Yacuambi, il "Podocarpus el Cóndor" e il Corridoio di Connessione Podocarpus-Sangay.
2) La concessione di questa risorsa idrica a fini minerari mette a rischio ecosistemi fragili, come l'alto páramo andino e le zone di ricarica idrica.
3) L'estrazione mineraria su larga scala non lascerebbe alcuna ricarica idrica nell'area.
4) I punti di raccolta richiesti si trovano all'interno dell'ecosistema noto come Herbazal de Páramo, caratteristico delle zone di ricarica idrica e che interesserebbe le pendici dei fiumi Zabala, Yacuambi e Zamora-Santiago.
5) Nel caso dell'utilizzo dell'acqua nei processi minerari su larga scala, la contaminazione mette a rischio vaste aree di vita, insediamenti umani e aree di produzione, base dell'economia e fonte di cibo per le famiglie del territorio.

Il progetto Warintza (Morona Santiago, Cordillera del Cóndor, Amazzonia meridionale), di Lowell Minerals Exploration (una filiale della Canadian Solaris Resources Inc), occupa aree di conservazione e territorio ancestrale dei Warints, Maikiuants e di altre comunità che sono membri del Pueblo Shuar Arutam (PSHA).
I leader del PSHA denunciano la contaminazione dei fiumi Warints, Coango e Santiago (corridoio fluviale per le comunità), il disboscamento delle foreste e lo sversamento di sostanze chimiche utilizzate per la perforazione del sottosuolo, la sorveglianza dei droni tra il 2019-2020, i sorvoli con elicotteri delle comunità che intimidiscono le famiglie, in particolare i bambini, nonché un'altissima conflittualità e divisioni familiari causate dall'intromissione mineraria.
Lowell opera senza consultazione perché lo Stato non ha effettuato la consultazione preventiva libera e informata come stabilito dall'articolo 57.7 della Costituzione, e non conta neanche sul consenso dei Warints o del Pueblo Shuar Arutam (PSHA).
A queste affermazioni, un alto rappresentante dell'azienda ha risposto con una minaccia di morte a Josefina Tunki, presidente del PSHA.
Le denunce presentate riguardo a questi eventi ai tribunali ecuadoriani e all'ambasciata canadese non hanno ricevuto risposta.
Tutti questi sono scenari dell'aumento del debito sociale ed ecologico del modello estrattivista e dei suoi attori corporativi nei confronti dei popoli e delle comunità dell'Ecuador, debito che peggiorerà con la firma di un accordo di libero scambio con il Canada.

Cause contro l'Ecuador nei tribunali arbitrali internazionali

L'articolo 422 della Costituzione ecuadoriana dice: "Non possono essere conclusi trattati o strumenti internazionali in cui lo Stato ecuadoriano ceda la giurisdizione sovrana all'arbitrato internazionale, in controversie contrattuali o commerciali, tra lo Stato e persone fisiche o giuridiche private".
Tuttavia, la firma di Accordi di libero scambio e di Trattati bilaterali di investimento (BIT) va contro il divieto costituzionale perché questi strumenti contengono clausole relative al meccanismo di risoluzione delle controversie fra investitore e Stato (ISDS), danno alle imprese la possibilità di avanzare richieste multimilionarie contro lo Stato nei tribunali internazionali come ICSID (che fa parte della Banca Mondiale), UNCITRAL, CPA, LCIA ed altri, che generalmente danno ragione alle imprese.

L'Ecuador è uno dei paesi della regione più colpiti da questo meccanismo, secondo il rapporto 2020 del Transnational Institute. Nonostante ciò, i piani del presidente Lasso insistono nel continuare sullo stesso percorso che ha consentito l'assalto ai fondi pubblici e l'allargamento delle frontiere della devastazione in nome della concessione di agevolazioni agli investimenti.
Il 16 luglio 2021, con Decreto 122, Lasso ha nuovamente ratificato il ICSID ed è determinato a sottoscrivere nuovi Trattati bilaterali di investimento, dopo che nel 2017 erano stati denunciati i 16 che erano in vigore a quella data.
Questa capacità di citare in giudizio lo Stato viene utilizzata dalle imprese per ottenere, attraverso il ricatto, la tutela dei propri interessi al di sopra dei diritti umani e della natura, guadagnando a volte molto più di quanto hanno investito.

Le aziende canadesi hanno fatto ricorso a questa strategia.
Il caso del progetto Llurimagua (provincia di Imbabura) è emblematico per la resistenza da oltre 25 anni delle comunità di Íntag per frenareun'avanzata mineraria che distruggerebbe la loro ricchezza idrica e la loro biodiversità.
Ne è derivata, nel 2011, una richiesta di arbitrato da parte della Copper Mesa Mining Corporation contro lo Stato ecuadoriano per 70 milioni di dollari davanti alla Corte permanente di arbitrato (PCA).

La sentenza rilevò che la società "aveva determinato una sconsiderata escalation di violenza (...) in particolare con l'uso di uomini armati in uniforme e organizzati che avevano usato gas lacrimogeni e sparato agli abitanti del villaggio e ai funzionari locali".
Però incolparono di queste azioni solo i rappresentanti locali della compagnia, concludendo che il personale dirigente in Canada aveva solo mostrato un atteggiamento negligente, per cui il tribunale ridusse il risarcimento del 30%.
Affermò anche che il governo ecuadoriano non aveva fatto abbastanza per aiutare la società a trovare un accordo con i manifestanti e che aveva trattato l'investitore in modo ingiusto e iniquo.

Un'altra causa è stata intentata dalla compagnia petrolifera canadese Encana nel 2003 davanti alla London Court of International Arbitration (LCIA), adducendo cambiamenti nella normativa fiscale che, pur interessando le filiali di Encana, hanno continuato a [permettere loro di] operare ed esportare petrolio a un prezzo che è aumentato durante il periodo in esame. La sentenza è stata favorevole allo Stato ecuadoriano, che però ha dovuto sostenere delle spese per il procedimento giudiziario per un ammontare di 711.065,21 dollari (di cui 330.267,44 dovevano essere restituiti a Encana).

La conclusione è ovvia. Un Trattato di Libero Commercio Ecuador-Canada non è conveniente per i popoli, né per i territori, né per la natura.
Sarà solo un nuovo strumento del potere delle imprese transnazionali e delle élite nazionali per approfondire la devastazione, che è la dimensione occultata nelle narrazioni sul successo imprenditoriale.
Questo breve resoconto mostra l'illegittimità dei progetti minerari, pilastro centrale di questo TLC che vogliono imporre, così come è illegittimo è il governo che lo promuove.

Documento sottoscritto dalle organizzazioni:

Qui l'originale in spagnolo tratto da Acción Ecológica.

* Traduzione Giorgio Tinelli per Ecor.Network
** Páramos: ecosistemi montani con una notevole biodiversità, situati nella cordigliera delle Ande, tra la Colombia e il nord del Perù, tra i 2900 e i 5000 m.


Note: 
1) Il presidente Lasso ha proclamato la sua intenzione di "firmare accordi di libero scambio con dieci paesi" entro la fine del suo mandato nel 2025.
2) "The Significance of Memory and Monitoring: Resistances from the Valle de las Luciernagas", María Fernanda Solíz Torres, Milena Alía Yépez Fuentes, William Sacher Freslon, 2019.


 

15 maggio 2023 (pubblicato qui il 19 maggio 2023)