*** Argentina ***

RIGI, tra potere repressivo e potere popolare

di Gioia Claro, Roxana Sposaro 

Il denominatore comune è la violenza. Le due principali carte politiche che Javier Milei ha mostrato da quando è arrivato alla Casa Rosada (DNU 70/23 e il progetto Ley Bases) possono essere realizzate solo con la repressione statale. L’avanzata estrattivista, favorita dal RIGI (Regime di Incentivazione per i Grandi Investimenti) contenuta negli articoli della Ley Bases, prevede già la resistenza delle comunità indigene, delle organizzazioni e delle assemblee socio-ambientali dei residenti dei territori in cui si vogliono realizzare i megaprogetti per oltre 200 milioni di dollari di investimenti. Alcuni dei settori favoriti sarebbero il turismo, le infrastrutture, l’industria mineraria, la tecnologia, l’acciaio, l’energia, il petrolio, il gas e l’industria forestale.

In questo senso, il Ministero della Sicurezza di Patricia Bullrich ha annunciato la creazione di una “Unità di Sicurezza Produttiva” (Risoluzione 499/2004). Questo nuovo organismo, sotto il comando di Alfredo Martín Culatto, opererà sotto l'orbita della Direzione Nazionale delle Operazioni e del Dispiegamento Territoriale, che dipende dal Sottosegretario al Dispiegamento Territoriale della Segreteria della Sicurezza, che secondo il Bollettino Ufficiale del 13/6/24, avrà come funzioni:

Analizzare le situazioni di insicurezza che presentano o potrebbero prevedibilmente presentare settori dell’economia che, per il loro grande contributo alla crescita del Paese per il volume della loro produzione, l’entità del loro contributo, la sensibilità del materiale derivato dalla loro attività o l'alto valore dei loro prodotti, richiedono particolare attenzione nel processo di fabbricazione o nel trasporto della merce.

Fornire, quando è il caso, la sicurezza richiesta dalle situazioni di cui al comma precedente, sotto l'esclusiva discrezionalità del Ministero della Sicurezza e in via eccezionale, d'intesa con le giurisdizioni provinciali.

Allo stesso tempo, si esplicita che "la selezione dei settori o delle singole aziende che potranno occasionalmente ricevere l'attenzione dell'unità di sicurezza produttiva, sarà una decisione che sarà presa a discrezione di questo organismo o da ordini ricevuti dall'Esecutivo, a seconda della valutazione del rischio o della situazione particolare dell’entità in un dato momento, o dell’impatto di eventi di insicurezza sull'operato nazionale e sull’opinione pubblica”.
 

Piantare una pallottola affinché entrino gli investimenti

Il capo del Ministero della Sicurezza ha fatto il passo successivo per garantire l’attuazione della RIGI e la tempesta di investimenti che l’amministrazione liberale sta portando avanti: “Stiamo pensando di prenderci cura dell’intera area mineraria del Paese con sistemi elettronici e raggiungendo tutte le imprese”, ha osservato durante il lancio del programma di Sicurezza Produttiva, e ha annunciato che una squadra della Gendarmeria sarà inviata ad Añelo (Neuquén), località di Vaca Muerta, per garantire lo sfruttamento petrolifero.

“Stiamo lavorando affinché a San Antonio de los Cobres, Joaquín V. González e in diverse zone dove si svolge attività mineraria possiamo contare s'un sistema di controllo comune, sicuramente con sistemi di comando che ci permettano di analizzare i pericoli che possono esistere nella zona e lavorare preventivamente", ha avvertito la ministra in relazione alla zona conosciuta come "Via del Litio", nel nord-ovest dell'Argentina. Da parte sua, ha sottolineato l'azione della Prefettura Navale Argentina e la necessità di completare l'opera per consentire un'uscita all'Oceano Pacifico che abbassi i costi di produzione, poiché l'80% del materiale minerario argentino è destinato ai porti asiatici.

Il funzionamento dei Comandi e delle Unità di Forza sotto le direttive di Bullrich è già noto. Queste operazioni, attuate in Patagonia durante la sua gestione come Ministra della Sicurezza durante il governo di Mauricio Macri, furono quelle che causarono la scomparsa e la morte di Santiago Maldonado e la fucilazione di Rafael Nahuel.

Al momento in cui si scrive questo articolo, 11 delle 16 persone che erano state private della libertà sono state rilasciate dopo la caccia della polizia scoppiata nei pressi del Congresso il 12 giugno e che ha portato ad un bilancio di 33 arresti. Tutti gli arrestati sono stati rinchiusi in diverse carceri, accusati di sedizione e tentato colpo di stato, tra le altre accuse penali che sottendono l'idea di "terrorismo" e passano sopra al diritto - costituzionalmente riconosciuto - di protesta. In cinque sono ancora in carcere.

Questo panorama sembra essere il prologo dei prossimi capitoli, in cui i popoli indigeni, le organizzazioni sociali e politiche, le comunità e le persone sensibili dovranno resistere, ancor più di quanto abbiano fatto dall’installazione del modello estrattivo in Argentina, alla consegna e distruzione dei territori e della natura che li ospita, in una evidente posizione di disuguaglianza e vulnerabilità giuridica.


La federalizzazione del saccheggio

L’attuale governo di Javier Milei, con la complicità di governatori e legislatori provenienti da diversi spazi politici tradizionali, sembra determinato a radicalizzare i discorsi e le pratiche razziste e negazioniste a scapito dei diritti degli indigeni, attraverso la repressione e la giudizializzazione delle lotte e delle rivendicazioni territoriali. Da un lato, si cerca di legittimare il saccheggio estrattivista attraverso la “sicurezza giuridica” e le agevolazioni fiscali che lo Stato concede alle imprese attraverso il RIGI e, dall’altro, si tenta di garantire un apparato statale contro le comunità e i popoli che difendono i territori.

Le cosiddette “energie pulite” e le risorse utilizzate per la “transizione energetica” (litio, rame, idrogeno verde, minerali rari) comportano un legame estrattivo e il saccheggio di territori che poco hanno di “pulito” e - per giunta - non garantiscono una transizione equa e sostenibile per le comunità e le popolazioni vicine a questi megaprogetti.

Al contrario, questo modello estrattivista allude al “progresso” con l’unico scopo di generare esportazioni. Ciò va addirittura oltre i diritti elementari delle comunità stesse , come espresso, ad esempio, nell'articolo 191 della Ley Bases (che si riferisce al RIGI). Il testo della legge afferma che in caso di penuria o di regolazione delle forniture (come l’acqua), l'utilizzo avrà delle priorità per i progetti in corso rispetto all’approvvigionamento interno. Prima l'estrazione mineraria, poi la popolazione.

Ecco alcuni dei megaprogetti estrattivi che attendono l'attuazione definitiva del RIGI e che mettono a rischio i territori:
A Mendoza, il governo ha presentato il piano Pilares, che mira a posizionare la provincia come polo minerario di rame a livello mondiale, con la collaborazione di diverse entità e con più di 300 progetti minerari che oggi si trovano in diverse fasi di esplorazione, ricerca e persino pronti per lo sfruttamento.

In questa direzione, il governatore Alfredo Cornejo ha annunciato politiche per promuovere l'estrazione mineraria e la produzione di energia nella provincia: a maggio, Mendoza si è unita alla Tavola Rotonda del Rame insieme a San Juan, Salta e Catamarca; a giugno è stata promulgata la legge 9.529, che ha aggiornato il codice delle procedure minerarie per semplificare i permessi. 

È stata inoltre annunciata la creazione del Polo Logistico Minerario di Pata Mora a Malargüe, con un budget iniziale di oltre 2.000 milioni di dollari. D’altro canto, le aziende australiane stanno pianificando lo sfruttamento del rame nella regione. Inoltre, in collaborazione con l'impresa israeliana Mekorot, si sta lavorando alla modifica del Codice dell'Acqua. 

Progetti come San Jorge, a Uspallata, sono già in fase di approvazione per iniziare lo sfruttamento del rame. Anche l'estrazione del rame tiene San Juan in sospeso con i progetti Josemaría, Los Azules e El Pachón; Taca Taca avanza a Salta e Catamarca è un territorio di sacrificio per il megaprogetto MARA.

Nel Río Negro, parallelamente all'approvazione della Ley Bases e del RIGI, è stato creato il Consiglio Provinciale di Valutazione Ambientale Mineraria (Co.PEAM). Aziende come Calcatreu SAU hanno già richiesto i permessi per l'estrazione di oro e argento e hanno presentato i rispettivi studi di impatto ambientale. 

Corredor Americano, in associazione con Blue Sky Uranium, è coinvolto nell'estrazione dell'uranio nel progetto Ivana. Nel frattempo, Green Shift Commodities cerca di esplorare il litio nelle aree di Río Negro, Neuquén e Chubut. Il progetto Vaca Muerta Sur, che interesserà le comunità di Neuquén e Río Negro, sta già suscitando preoccupazioni a causa della mancanza di consultazione delle comunità locali. 

Inoltre, Petronas avvia la costruzione di un impianto di gas naturale liquefatto in associazione con YPF, e prevede di convertire il Río Negro in un esportatore di idrogeno verde con il Proyecto Pampas di Fortescue Future Industries, il braccio “verde” dell’industria mineraria australiana Fortescue Minerals.


Estrattivismo, negazionismo e razzismo

A Chubut, il giudice della sezione Sergio Rubén Lucero ha accettato una misura cautelare richiesta dalle comunità indigene contro la provincia e la società Piche Resources SA per progetti a Cerro Chacón, Sierra Cuadrada e Paso de Indios. Le organizzazioni ambientaliste hanno avvertito che la legge 5.001, che vieta l'estrazione di metalli a cielo aperto con cianuro, potrebbe essere resa inefficace a causa del RIGI, i cui articoli stabiliscono che nessuna legislazione locale può ostacolare lo sbarco degli investimenti. 

Il ministro degli Idrocarburi di Chubut, Federico Ponce, ha dichiarato che la legge in questione è in vigore e che non esiste alcuna licenza sociale per il megamining a Chubut. Nonostante ciò, sono state presentate numerose richieste per esplorazione e ricerca di miniere di uranio nella provincia, soprattutto in zone come Paso de Indios, Las Plumas, Gaiman e Mártires, in seguito all'approvazione della Ley Bases.

Dall’Unione delle Assemblee e delle Comunità di Chubut (UACCh) hanno diffuso un comunicato in cui avvertono: “L’avanzata contro la volontà popolare, nella totale illegalità e impunità, è imposta con la forza dell’intimidazione, pronta a rispondere a qualsiasi protesta, mentre il governo accelera il rilascio dei permessi di ricerca ed esplorazione, che in alcuni casi sono illegali per la mancanza di studi di impatto ambientale e/o di consultazione preventiva, libera e informata, ignorando la Magna Carta argentina, quella di Chubut e gli accordi internazionali, come Escazú o la Convenzione 169 dell’ILO, che è specifica per i diritti degli indigeni”. Questa avanzata illegale è stata denunciata anche in un trawn (parlamento) autonomo Mapuche-Tehuelche tenutosi a Paso de Indios all'inizio di giugno.

La denuncia dell'UACCH recita: “ Si tratta semplicemente di un assegno in bianco per la consegna del territorio. (...) L'attacco è chiaro e forte. Stanno venendo per i nostri beni comuni e ancora una volta dobbiamo alzarci per difenderci, difendere i nostri diritti e difendere anche il nostro territorio”. Per quanto riguarda le responsabilità politiche: “Questo è ciò che (il governatore Ignacio) Torres considera vantaggioso per Chubut, la consegna dell'acqua. "Tutta la città sa che stanno firmando una condanna a morte."

A Neuquén, le comunità mapuche denunciano l'ingerenza dell'YPF nei territori senza rispettare la Convenzione 169 dell'ILO e gli accordi raggiunti a livello provinciale dalla Confederazione Mapuche di Neuquén con la precedente amministrazione. A maggio, il pubblico ministero di Rincón de los Sauces, Rocío Gabriela Rivero, su richiesta dell’YPF, ha fatto irruzione nella comunità di Newen Kura, ha imprigionato il logko e werken (autorità spirituale) del Lof e ha consentito l’installazione di tubature per la fornitura d'acqua al fracking.

Nella provincia sono 57 le comunità con personalità giuridica e almeno altre 30 sono in attesa dei rilevamenti. Questa mancanza di regolamentazione delle comunità è uno degli anelli che permettono la sottomissione permanente delle imprese nei territori comunitari per l'espansione dello sfruttamento. Come nel caso del gasdotto Vaca Muerta Sur, che YPF ha avviato a maggio e che prevede di andare da Neuquén al mare attraverso Punta Colorada, nel Río Negro. Qualcosa di simile accade con il gasdotto Néstor Kirchner, nella zona di Trayén, ad Añelo, dove la comunità Fvta Xayen, che non ha personalità giuridica, rivendica di far parte del procedimento di consultazione previa per lo sviluppo di questa megaopera.

Di fronte a questa situazione, i rappresentanti delle organizzazioni mapuche di tre province si sono recentemente incontrati a General Roca-Fiske Menuco per discutere le prossime azioni di conseguenza alla politica del governo. Non è esclusa la possibilità di denunciare lo Stato argentino per genocidio. Questo sviluppo fa parte di una serie di incontri che stanno avendo i rappresentanti indigeni. 

Hanno partecipato il Parlamento Mapuche-Tehuelche del Río Negro, la Confederazione Mapuche di Neuquén e l'Organizzazione dell'Identità Territoriale Malalweche di Mendoza. All'appello hanno preso parte anche i membri del Centro di Studi Giuridici e Sociali (CELS), al quale hanno partecipato anche esponenti di diversi gruppi sindacali, sociali, politici e ambientalisti.

Dal Coordinamento del Parlamento Mapuche-Tehuelche hanno dichiarato: “In questi tempi in cui il razzismo, le azioni contro i diritti, l’avanzata dell’estrattivismo nei territori comunitari, la crescita della criminalizzazione delle organizzazioni sociali, sindacali, indigene e di altro tipo si stanno aggravando di giorno in giorno, la criminalizzazione della protesta sociale, che lo stesso governo nazionale ha definito azioni da colpo di stato, risulta assolutamente necessario intavolare un dialogo come spazi organizzati".

In nome del progresso, l'amministrazione di Javier Milei consegna al capitale imprenditoriale la possibilità di avanzare nei territori con progetti estrattivi sotto la protezione legale del RIGI e la garanzia repressiva delle forze comandate da Bullrich. In nome della vita, le comunità e i settori organizzati dei territori provinciali si uniscono per sviluppare collettivamente alternative al labirinto liberista che porta solo al modello estrattivista. Resta da vedere quanto saranno solide le basi della Ley Bases nel seppellire una storia di resistenza sociale così antica, come d'altra parte i tentativi di metterla a tacere.
 

- Originale in spagnolo  da Revista   qui
* Traduzione di Giorgio Tinelli per Ecor.Network


 

22 luglio 2024 (pubblicato qui il 26 luglio 2024)