Potenziali impatti del gas flaring a Soyo, Angola

di Neusa e Silva (Oxpeckers)

La giornalista Neusa e Silva (Oxpeckers) si è recata a Soyo per scoprire i potenziali costi umani e ambientali del gas flaring sul campo.
Il gas flaring associato all'esplorazione petrolifera in Angola ha sollevato notevoli preoccupazioni per quanto riguarda i suoi effetti dannosi sul cambiamento climatico e sulla sicurezza alimentare. Gli esperti ambientali avvertono che la pratica potrebbe contaminare i suoli e le risorse idriche locali, contribuendo contemporaneamente all'aumento delle temperature regionali. A Soyo, una provincia nel nord dell'Angola, ci sono domande crescenti riguardo alla sicurezza della prossimità della comunità ai progetti di gas flaring ed all’adozione di misure adeguate per proteggere la salute pubblica e l'ambiente. Ana Maria (pseudonimo) e la sua anziana madre, entrambe residenti in un quartiere vicino all'ospedale municipale di Soyo, hanno condiviso le loro esperienze con la giornalista di Oxpeckers Neusa e Silva. Sebbene inizialmente esitante e diffidente nei confronti degli estranei, Ana Maria alla fine ha accettato di parlare dei problemi affrontati dalla sua comunità. Soyo, una città nella provincia dello Zaire in Angola, ospita circa 260.000 persone, molte delle quali dipendono, per vivere, dall'agricoltura e dalla pesca di sussistenza.

Ana Maria, come molte donne della regione, si mantiene coltivando e vendendo manioca. Tuttavia, ha evidenziato la crescente difficoltà dell'agricoltura negli ultimi anni, attribuendole a due fattori principali: l'aumento delle temperature e il rapido deterioramento delle colture.

"Negli ultimi anni è diventato sempre più difficile coltivare", ha spiegato Ana Maria. "La città sta diventando notevolmente più calda e le verdure e i tuberi nei nostri campi si stanno deteriorando ancora prima che possiamo raccoglierli. Questo fenomeno si è intensificato per circa cinque anni, in concomitanza con l'aumento del funzionamento delle torri di combustione del gas nelle vicinanze. Durante quella che era la stagione fredda, la temperatura non scende quasi più. I nostri raccolti stanno marcendo nei campi molto prima del dovuto. Non era così in passato".
 

Produzione di petrolio e gas naturale

Situata nel sud-ovest dell'Africa, l'Angola è uno dei maggiori produttori di petrolio del continente africano. La produzione di petrolio è la principale fonte di reddito del paese, rappresentando circa il 98% dei proventi delle esportazioni e circa il 75% del bilancio statale angolano. Una parte significativa di queste esportazioni di petrolio proviene dalle province di Cabinda e Soyo, dove si trovano i più grandi progetti di esplorazione petrolifera del paese, sia offshore che onshore.

Quando Ana Maria e altri intervistati hanno fatto riferimento alle torri illuminate, si riferivano alle due torri del gas flaring situate nel complesso del progetto Angola LNG (Liquefied Natural Gas), il più grande investimento di esplorazione di gas naturale dell'intero continente africano. Il progetto è composto dalle seguenti compagnie petrolifere nazionali e internazionali: Sonangol (la compagnia nazionale di combustibili dell'Angola con il 22,8%), l'americana Chevron con il 36,4%, la francese TotalEnergies con il 13,6%, Azule Energy Exploration (Angola) e Azule Energy Angola Production B.V. Azule Energy è una società energetica autonoma nata dalla combinazione delle attività e delle maestranze della BP Exploration Operating Company Limited ("BP") ed Eni International B.V. ("Eni"), ciascuna con una quota pari al 50%, secondo le informazioni disponibili sul suo sito web ufficiale. Il consorzio Angola LNG è dedicato alla lavorazione e alla ricezione di gas naturale da parte di diverse piattaforme di esplorazione petrolifera e ha la capacità di fornire al mercato globale fino a 5,2 milioni di tonnellate di gas naturale liquefatto (GNL) all'anno, secondo il sito web del consorzio. Il nostro team di inchiesta ha contattato la direzione del progetto Angola LNG per chiedere informazioni sulle misure adottate per mitigare i possibili danni ambientali e l'impatto sulla popolazione che vive nei pressi del complesso. Ci è stato comunicato che, al momento, non è possibile visitare il complesso o concedere interviste. Abbiamo anche richiesto un colloquio con gli enti ufficiali e con l'organismo di regolamentazione, in questo caso l'Agenzia Nazionale Angolana per il Petrolio e il Gas, per scoprire se siano state implementate misure per regolamentare e controllare i livelli di gas flaring da parte degli operatori, se presenti. Tuttavia, alla data di chiusura di questo rapporto, non abbiamo ancora ricevuto le risposte promesse.

Oltre agli impianti dell’ Angola LNG, la provincia di Soyo è sede di altri progetti di esplorazione petrolifera, sia offshore che onshore, gestiti da società nazionali e globali.
 

Espropriazione di terreni

Le contadine Ana Maria e Helena Vanda Estevão hanno raccontato alla nostra giornalista che il degrado delle loro colture ha iniziato ad aumentare circa cinque anni fa. Ma ciò che è ancora peggio per Ana Maria è che la terra dove alcune donne coltivano il proprio cibo viene espropriata, senza alcuna giustificazione. "Ieri ci hanno detto di estirpare la manioca in 15 giorni perché il terreno è già stato venduto", ha detto Ana Maria. "Nessuno è stato in grado di spiegare a chi è stata venduta la terra che abbiamo coltivato. Tutto quello che dicono è che la seconda città di Soyo sorgerà al posto di queste coltivazioni. Nessuno sa chi siano le imprese o le persone che stanno vendendo o comprando la terra. Non sappiamo se è l'amministrazione che la sta vendendo senza informare il popolo, non hanno detto nulla, né hanno annunciato nulla alla radio o alla televisione".

Un altro luogo visitato dal giornalista è stata l'isola di Bubu, un piccolo villaggio di pescatori, dove abbiamo incontrato Donã, un pescatore che vive sull'isola dal 2000. Donã ha raccontato che in passato erano soliti pescare nelle acque intorno all'isola, ma ora non ci sono quasi più pesci. "Qui non peschiamo più, ora andiamo in mare aperto per pescare. Alcuni usano le reti, altri usano le lenze, in mare aperto. Ma all'epoca qui si pescava con le reti. Fino al 2007 pescavamo dentici e diversi altri tipi di pesci. Ora, non più".

In una conversazione con il medico di famiglia Sandra Gabriela (pseudonimo) sui rischi affrontati dai residenti di Soyo a causa della continua esposizione diretta e indiretta al gas flaring, la dottoressa ha spiegato che a breve e medio termine, l'esposizione al gas flaring aumenta significativamente la probabilità di sviluppare cancro, malattie infiammatorie, tumori della pelle e molti altri problemi di salute. La combustione del gas può anche causare mal di testa, emicrania, insonnia e nausea, ha detto il medico. "L'esposizione prolungata può portare a danni al fegato, difetti alla nascita, cancro e persino problemi di salute mentale", ha detto la dottoressa Gabriela.
 

Rischio climatico e scarsità di cibo nella regione

Gli esperti indicano che il gas flaring, associato all'estrazione petrolifera ha gravi impatti sulla contaminazione del suolo, un fenomeno frequentemente osservato nelle aree di esplorazione petrolifera. Nelle zone del flaring si verifica un aumento delle temperature locali, il rilascio di inquinanti tossici e la contaminazione dei terreni. Secondo l'ultimo rapporto sul rischio climatico per la regione dell'Africa australe, il Met Office, l'ODI e l'FCDO hanno avvertito che la regione è sull'orlo di una devastante crisi di carestia.

Il 22 aprile 2024, CARE, il Council for the Humanities, FANRPAN e l'Assemblea delle donne rurali hanno ribadito l'allarme, chiedendo il sostegno dei donatori internazionali. Per capire la relazione tra questi fenomeni e le attività di esplorazione del gas naturale a Soyo, abbiamo parlato con l'ingegnere ambientale Vanessa Mateus. Oltre alla ricerca in loco, la giornalista ha anche chiesto all’esperta se le operazioni di gas flaring fossero considerate dannose per l'ambiente e la salute umana. Alla domanda sugli effetti del gas flaring, la Mateus ha detto di essere preoccupata per la sicurezza della distanza tra i progetti di gas flaring a Soyo e Cabinda e le comunità circostanti. Ha osservato che "sebbene molti progetti in fase di concessione siano destinati ad aree prive di comunità, attività agricole o aree naturali protette, la mancanza di piani regolatori a livello comunale o di pianificazione territoriale contribuisce al disordine locale, avvicinando le comunità alle imprese". Ha aggiunto che ogni giorno spuntano nuovi quartieri o case vicino alle imprese, in parte a causa della migrazione rurale, poiché le persone in cerca di migliori condizioni di vita sono attratte dalle aree in cui operano le società di esplorazione. Anche la biodiversità è a rischio, ha detto. "In generale, possiamo considerare che c'è una significativa perdita e rimozione di biodiversità, poiché gli animali e le piante tendono ad essere più sensibili a determinati impatti. Gli effetti sulla qualità dell'aria e sui corsi d'acqua naturali sono molto difficili da controllare".

Gli inquinanti sono trasportati dai venti e non sono più solo localizzati. Diventano provinciali e regionali, ha spiegato. "Lo stesso vale per le perdite nei fiumi e nei mari, che vengono diffuse dalle correnti e possono avere impatti locali, provinciali e regionali".
 

Aumento dei piani di produzione

Alla fine dello scorso anno, la Azule Energy e i suoi partner hanno annunciato la posa della prima pietra per la costruzione degli impianti del New Gas Consortium che opererà nella città di Soyo. Nel comunicato, datato 4 ottobre 2023, si legge che "sarà il primo progetto di gas non associato (*) in Angola. L’avvio della produzione è previsto per il 2026, un investimento del valore di circa 2,2 miliardi di dollari".

D'altra parte, l’Angola LNG ha recentemente annunciato l'intenzione di aumentare la sua produzione di gas naturale. In una recente intervista al Jornal de Angola, l'amministratore delegato dell’Angola LNG, Amilton Cunha, ha dichiarato che l'aumento era il risultato di nuovi investimenti in corso, che consentiranno alla società di ricevere una maggiore quantità di gas associato e non associato dalle piattaforme offshore. Amilton Cunha ha sottolineato che l’Angola LNG invia attualmente più di 50 navi cariche di prodotti sul mercato globale ogni mese, rafforzando la sua importanza nello scenario energetico.
 

- Tratto da Oxpeckers. L'originale in inglese    qui
- Traduzione di Ecor. Network


* Neusa e Silva è una giornalista angolana e corrispondente freelance internazionale con sede in Portogallo.
Questa inchiesta fa parte della serie "Burning Skies: Behind Big Oil's toxic flames", sviluppata 
dall'Environmental Investigative Forum, un consorzio globale di giornalisti investigativi ambientali, in collaborazione con la rete European Investigative Collaborations, e i loro partner DarajSource Material e Oxpeckers Investigative Environmental Journalism. Questa serie è stata supportata da Journalismfund Europe.


Nota del traduttore:

(*) Si parla di "gas associato" quando il gas naturale è disciolto nel petrolio o costituisce lo strato di copertura del giacimento petrolifero; e di "gas non associato", quando il giacimento è costituito quasi esclusivamente da gas naturale.


Immagini:
*) Copertina: Vista delle torri del gas flaring da Praia dos Pobres, situata a 2,28 km dal complesso dell'Angola LNG, il più grande investimento per l'esplorazione del gas naturale nel continente africano. Foto: Neusa e Silva
1) Ristorante a Praia dos Pobres. Foto: Neusa e Silva
2) Le contadine del luogo hanno sottolineato la crescente difficoltà dell'agricoltura negli ultimi anni, attribuendola a due fattori primari: l'aumento delle temperature e il rapido deterioramento delle colture. Foto: Neusa e Silva
3) Donã, un pescatore di Bubu Island, dichiara alla giornalista che ora non ci sono quasi più pesci. Foto: Neusa e Silva


 

08 ottobre 2024 (pubblicato qui il 11 ottobre 2024)