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Mentre durante i due anni di pandemia di Covid-19 le comunità colpite dall'attività mineraria sono state costrette a limitare la loro lotta in difesa del territorio per far fronte alle emergenze economiche e sanitarie, l'industria mineraria ha potuto approfittare delle restrizioni sociali e insediarsi con più forza sui territori.
Questa è una delle conclusioni del rapporto "La Lucha por Lo Esencial: la Pandemia Minera en México en Tiempos de COVID-19" (La lotta per l'essenziale: la pandemia mineraria in Messico ai tempi del Covid 19), realizzato dalla REMA, Red Mexicana de Afectadas/os por la Minería (Rete messicana di persone danneggiate dall'estrazione mineraria), un rapporto che riflette le esperienze delle comunità messicane negli ultimi due anni di pandemia e su come il grande capitale minerario abbia approfittato della situazione.
Il rapporto sostiene che durante il periodo della pandemia, l'asimmetria tra "gli attori che promuovono il cosiddetto Modello Estrattivo Minerario e le comunità che vi si oppongono" si è approfondita.
In che modo l'industria mineraria ha beneficiato della pandemia?
Una delle risposte fornite dagli autori - Libertad Díaz, Jen Moore e Miguel Mijangos - è che il settore minerario ha raggiunto una posizione privilegiata grazie alla sua inclusione nelle attività "essenziali", "sfruttando il suo potere politico e legale che si era già installato e rafforzato con l'entrata in vigore, nel luglio 2020, del rinegoziato Accordo nordamericano per il libero scambio (NAFTA), ora chiamato Trattato tra Messico, Stati Uniti e Canada (T-MEC)".
Le industrie automobilistiche, minerarie e delle costruzioni erano state in un primo momento definite "non essenziali", anche se ne
erano stati esentati i progetti di punta del presidente inseriti nel pacchetto economico 2020 e 2021, come il Tren Maya, il Corridoio Transistmico e la Raffineria di Dos Bocas.
Tuttavia, per questi tre settori la sospensione è durata solo da sei a nove settimane, e il percorso verso la sua apertura è coinciso con una lettera inviata da 11 senatori statunitensi all'allora Segretario di Stato Michael Pompeo, in cui si faceva pressione per una modifica della classificazione decisa dal governo messicano.
A questa azione di lobby del governo statunitense si è aggiunta quella della National Association of Manufacturers (Associazione Nazionale di Produttori), sempre degli Stati Uniti.
Il rapporto inoltre aggiunge che la Camera Mineraria Messicana (Camimex), i cui membri includono grandi compagnie minerarie messicane, statunitensi e canadesi, aveva effettuato diverse mosse per ottenere l'immunità rispetto alle misure sanitarie, tra cui scrivere all'allora ambasciatore statunitense in Messico, Christopher Landau, per chiedere che l'attività mineraria fosse considerata "essenziale".
Due settimane dopo l'entrata in vigore del T-MEC, nella Gazzetta Ufficiale della Federazione del 14 maggio 2020, nel suo quarto articolo, "questa triade è stata incorporata nel gruppo delle attività essenziali sulla base del suo rilevante ruolo nella riattivazione economica e, nel caso dell'estrazione mineraria, della sua presunta importanza nella catena di approvvigionamento dei metalli per varie industrie". Da allora "non c'è stata tregua" per le comunità.
Permessi
Durante il breve periodo in cui l'industria mineraria è stata esclusa dall'elenco delle attività essenziali, le società minerarie non hanno potuto contare sull'elaborazione di nuovi permessi. Tuttavia, una volta ottenuta questa categorizzazione privilegiata, "le finestre amministrative si sono di nuovo aperte".
Secondo il rapporto, da giugno 2020 a dicembre 2021 il Ministero dell'Ambiente e delle Risorse Naturali (Semanart) ha rilasciato decine di autorizzazioni ambientali per attività minerarie in almeno 14 stati, tra cui Baja California, Chihuahua, Coahuila, Durango, Stato del Messico, Guanajuato, Guerrero, Michoacán, Nayarit, Oaxaca, San Luis Potosí, Sinaloa, Sonora e Zacatecas.
Progressi delle imprese sui territori
Il rapporto fornisce diversi esempi dell'avanzata delle compagnie minerarie nei territori durante la pandemia. Le esperienze delle comunità in cui sono già in funzione miniere imposte, come Zimapán in Hidalgo e la Valle di Ocotlán in Oaxaca,
raccontano come queste imprese abbiano continuato ad operare impunemente, causando danni alla salute e ai territori.
Nei casi in cui non sono ancora riuscite ad affermarsi, come Epazoyucan in Hidalgo, la Cuenca de la Independencia in Guanajuato e Acacoyagua in Chiapas, è documentato come le imprese abbiano cercato permessi o altre opportunità per guadagnare ulteriore sostegno o far avanzare i loro progetti.
In molte zone del Paese, come l'Ejido El Bajío a Sonora, "l'aumento della violenza ha avuto gravi ripercussioni e gli attori armati hanno rafforzato il loro controllo del territorio".
In questo contesto, il governo federale ha giustificato la creazione della Polizia Mineraria e, allo stesso tempo, ha aumentato la militarizzazione del Paese con un enorme dispiegamento della Guardia nazionale, "mentre il crimine organizzato si è rafforzato in molti luoghi, sconvolgendo la vita e la resistenza delle comunità".
I gruppi di difesa ambientale dei vari stati consultati per il rapporto "hanno osservato, dall'inizio della pandemia, un aggravamento a livello locale del controllo territoriale da parte della criminalità organizzata, con gravi implicazioni per il loro lavoro".
Polizia Mineraria
Nel 2020 è stato creato un gruppo speciale denominato Polizia Mineraria, una forza di polizia destinata alla protezione delle strutture minerarie. Il reclutamento di effettivi è stato pubblicizzato per la prima volta nel luglio dello stesso anno, durante un evento virtuale intitolato "La riattivazione dell'attività mineraria di fronte alla nuova normalità".
A fine settembre 2020, i primi 118 effettivi federali addestrati dall'esercito si sono diplomati sotto la direzione del Servizio di Protezione Federale (SPF) e della Segreteria per la Sicurezza e la Protezione dei Cittadini (SSPC), che dovrebbero avere la responsabilità di sorvegliare le strutture pubbliche, non quelle private.
"Questo sforzo è stato giustificato dal governo secondo cui 'l'industria mineraria rappresenta uno dei settori chiave per lo sviluppo del paese e della sua economia, in quanto il Messico è tra i primi posti nella produzione e nell'esportazione di vari materiali', e che tale misura contribuirebbe a ridurre il furto di minerali dalle strutture minerarie", si legge nel rapporto.
Maggior profitto
Nel suo Rapporto annuale del 2021, Camimex ha riferito che il valore della produzione mineraria-metallurgica in Messico nel 2020 è raggiunto il suo punto più alto dal 2010, aumentando del 42,5% rispetto alla crescita del 2019, per un totale di 13,095 milioni di dollari.
Il settore minerario "è stato uno dei pochi settori economici del Paese a registrare una crescita nel 2020, oltre al settore agricolo, con previsioni ancora migliori per il 2021".
Inoltre, il settore minerario "conferma la sua capacità mediatica e si posiziona come attore strategico nella cosiddetta 'transizione energetica' e nel presunto spostamento verso l'uso di energie 'verdi', 'rinnovabili' o 'ecologiche'".
Pandemia mineraria
Il rapporto di REMA si inserisce nel contesto di una ricerca collaborativa regionale e globale della Coalizione contro la Pandemia Mineraria, che ha lanciato il dossier "Sin Tregua: Resistencias por la Vida y el Territorio Frente al COVID-19 y la Pandemia Minera" (Nessuna tregua: la resistenza per la vita e il territorio di fronte al Covid19 e alla pandemia mineraria), che copre 16 casi di studio di nove paesi dell'America Latina che dimostrano l'aggravamento delle asimmetrie di potere economico e politico, insieme all'aumento della militarizzazione, della repressione, della criminalizzazione e della violenza contro le comunità organizzate.
* Traduzione di Marina Zenobio per Ecor.Network
La lucha por lo esencial. “La Pandemia Minera en México en Tiempos de COVID-19”
Red Mexicana de Afectadas/os por la Minería
REMA, México, Mayo 2022 - 44 pp.
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