Il crescente potere degli Emirati Arabi Uniti nel sistema alimentare globale: dai terreni agricoli alla logistica

di GRAIN

 

“Gradualmente ci stiamo muovendo verso un cambiamento
dei sistemi alimentari, per essere in grado di sviluppare qualsiasi cosa
in qualsiasi luogo, indipendentemente dal clima o dall'ambiente”.

- Governo degli EAU, 2023 1

“Le ambizioni commerciali e strategiche degli EAU
si sovrappongono alla logistica”.

- Financial Times, 2024 2

In Sudan un terribile conflitto ha scatenato una carestia di massa. I combattimenti, scoppiati nell'aprile 2023, vedono contrapposte una fazione ribelle, le Forze di Appoggio Rapido (FAR), alle milizie statali rivali. Entrambe combattono per il controllo del paese e delle sue ricche risorse minerarie e agricole. Più di 14.000 persone sono state uccise, altre 33.000 sono state ferite, circa dieci milioni sono state sfollate e si è diffusa la carestia.3 Gli Emirati Arabi Uniti (EAU) starebbero armando le FAR. Perché? In parte, ci dicono, per proteggere i carichi d'oro, il bestiame e i raccolti.4 Naturalmente gli EAU respingono questa affermazione, ma le prove dicono il contrario.

Per cercare di garantire la propria sicurezza alimentare, gli EAU, così come altri paesi del Golfo, hanno preso il controllo di terreni in Sudan dove sviluppare attività agricole. Attualmente, due società emiratine, l'International Holding Company (IHC) - la più grande società quotata in borsa del paese – e la compagnia di investimenti Jenaan, coltivano più di 50.000 ettari in Sudan. Nel 2022 è stato firmato un accordo tra IHC e il gruppo DAL - di proprietà di alcuni dei magnati più ricchi del Sudan - per la coltivazione di altri 162.000 ettari ad Abu Hamad, nel nord del paese. Questo enorme progetto agricolo, sostenuto dal governo degli Emirati Arabi Uniti, sarà collegato a un nuovissimo porto sulla costa del Sudan che sarà costruito e gestito dall'Abu Dhabi Ports Group. Gli interessi economici in gioco in questo progetto sono enormi, ma lo sono anche dal punto di vista politico. L'attuale porto del Sudan, che non viene minimamente considerato nel progetto, è gestito dal governo sudanese.

Nonostante sia un paese straordinariamente ricco, con enormi riserve di petrolio e gas, gli Emirati Arabi Uniti soffrono di insicurezza alimentare e dipendono da altri territori per il rifornimento di alimenti. Non si tratta di qualcosa di recente. Per decenni gli EAU, con una popolazione prevalentemente di immigrati, sono stati dipendenti da altri paesi per l'approvvigionamento alimentare, pur crescendo come potenza finanziaria. Dalla crisi dei prezzi alimentari del 2007-2008, seguita dal Covid-19 e dall'invasione russa dell'Ucraina, che hanno alterato le forniture agli Stati del Golfo, gli EAU hanno accumulato circa 960.000 ettari di terreni agricoli all'estero. Oggi, queste attività agricole transnazionali dipendono sempre più dagli Emirati Arabi Uniti grazie al loro saldo controllo di una rete di porti e sistemi logistici, tutti intrecciati con obiettivi di sicurezza.5

La produzione di alimenti in altri paesi richiede competenze logistiche in grado di spostare la produzione dalle piantagioni all'estero verso i luoghi di consumo locali e agli EAU, che vantano a livello mondiale alcune delle più capaci compagnie portuali, fornitori di trasporto aereo e aziende di stoccaggio. Ma questo vero e proprio impero della logistica ha una dimensione legata alla sicurezza che, nel caso degli EAU, si sovrappone a interessi geopolitici e militari. Ciò può approfondire le disuguaglianze nei rapporti di potere, come nel caso dell'Africa. Inoltre, l'ambizione a lungo termine degli EAU non è solo quella di diventare autosufficienti dal punto di vista dell'approvvigionamento alimentare, ma anche di diventare uno snodo fondamentale nel sistema commerciale agroalimentare in evoluzione a livello mondiale. Ciò significa diventare un centro nevralgico per il trasporto marittimo o aereo tra Asia, Africa e Europa, con la capacità tecnologica di spostare gli alimenti in modo sicuro e rapido. Dato l'immenso potere economico degli Emirati Arabi Uniti e la debolezza della loro regolamentazione nei confronti degli investitori stranieri - senza dimenticare i paradisi fiscali e le zone franche - è molto probabile che ci riesca.

E' necessario esigere che il crescente potere finanziario, imprenditoriale e politico degli EAU interno al sistema alimentare globale, si assuma le proprie responsabilità sugli effetti che sta provocando, in particolare per quanto riguarda le conseguenze dirette sulle comunità locali.


Gli investitori agroalimentari degli EAU

A partire dalla crisi alimentare del 2007, la sicurezza alimentare è stata una questione prioritaria per il governo degli EAU, dopo aver capito che non è auspicabile dipendere dai mercati né dalla loro incalcolabile ricchezza petrolifera. Il governo emiratino ha avviato una serie di azioni per superare questa dipendenza, a partire dagli investimenti all'estero, tra cui una serie di controverse acquisizioni di terra e acqua.6 Vent'anni dopo, nel 2018, gli EAU hanno lanciato una strategia per la sicurezza alimentare che propone un mix di investimenti all'estero e nazionali.7 L'obiettivo era quello di posizionare gli EAU, entro il 2021, tra i primi dieci paesi con il miglior indice di sicurezza alimentare (in realtà quell'anno si sono posizionati al 35° posto) e al primo posto entro il 2051. Il piano prevede non solo un aumento delle aziende agricole all'estero, ma anche un incremento della produzione alimentare nazionale per ridurre la dipendenza delle importazioni di cibo dall'attuale 90%, con un costo di 14 miliardi di dollari all'anno, per arrivare al 50%.8

I principali operatori di questo sistema riguardano una combinazione di multinazionali pubbliche e private, spesso legate alla famiglia reale e alla politica estera statale. Il più potente tra questi operatori è senza dubbio l'Abu Dhabi Developmental Holding Company o ADQ, uno dei fondi sovrani del paese. 9 Molti altri fanno parte dell'élite industriale degli EAU. La tabella seguente evidenzia i principali operatori degli investimenti agroalimentari al di fuori del paese e i loro enormi interessi in ambito infrastrutturale e geopolitico. Come rivela la tabella [clikka sull'immagine per vedere la tabella per esteso], questi investimenti sono nuovi, interconnessi e in crescita.  

                                                                                                                                                


La componente logistica di questa strategia di sistema alimentare si basa principalmente sui porti e sulla lavorazione dei prodotti. Due società emiratine, Dubai Ports World e Abu Dhabi Ports Group, sono tra i più importanti operatori portuali del mondo e stanno sviluppando un'enorme rete di terminal su tutto il pianeta che si collegano ai principali porti degli EAU.10 Di questi porti situati negli EAU, Jebel Ali, gestito da DP World, è il più grande e il più recente. Il governo spera, nei prossimi anni, di trasformare Jebel Ali in un importante porto di trasbordo per il commercio globale di prodotti alimentari.

Dietro tale strategia di sicurezza alimentare degli EAU c'è una crescente concentrazione di terre agricole nelle mani di poche imprese chiave. I dati sulle aziende agricole, controllate attraverso la proprietà o l'affitto, sono stati compilati e dettagliati di seguito in una tabella e in una mappa. Molte di queste proprietà terriere includono anche un accesso privilegiato alle fonti d'acqua.11
 

                                                                                                                                                                                                        


Le dinamiche regionale del potere in Africa

Sebbene l'agrobusiness degli EAU sia globale, alcuni paesi dell'Africa settentrionale e orientale sono un obiettivo importante delle iniziative guidate dalla geopolitica. Si pensi all'Egitto. Due gruppi emiratini di proprietà del governo - Al Dahra e Jenaan - hanno investito in Egitto soprattutto nella produzione agricola. Al Dahra ha un'attività su oltre 260.000 ettari, con produzione di cereali e frutta, mentre Jenaan possiede più di 52.000 ettari in alberi da frutta, aziende lattiero-casearie e produzione di mangimi. Un altro importante investitore è l'International Holding Company (IHC), la più grande società di Abu Dhabi quotata in borsa, presieduta dallo sceicco Tahnoon bin Zayed Al Nahyan, fratello dell'emiro e consigliere per la sicurezza nazionale del paese. ICH possiede Al Hashemaya, con oltre 4.000 ettari in Egitto.

Gli EAU e l'Egitto hanno buone relazioni politiche, ma le relazioni economiche sono molto disuguali. Nel 2024, Al Dahra si è vantata dei suoi risultati, facendo notare che negli ultimi tre anni è stata “il maggior produttore della coltura più strategica d'Egitto: il grano”. Il governo degli EAU finanzia anche le importazioni di grano dell'Egitto, a dimostrazione dell'elevato livello di dipendenza tra i due paesi. Considerando l'importanza strategica del controllo emiratino dei porti su Mar Rosso e Canale di Suez e della sua nuova concessione lungo la costa mediterranea dell'Egitto, questa dipendenza non può che crescere.12

In Corno d'Africa è un'altra storia. Nel 2018, Gibuti ha espulso DP World dal Terminal container di Doraleh, un porto cruciale per lo spostamento delle merci da e verso l'Etiopia, che non ha un proprio accesso al mare. Gibuti ha sostenuto che l'accordo stipulato avvantaggiava ingiustamente la DP World, per cui ha annullato l'accordo, nazionalizzato il porto e deciso di assegnare una quota di partecipazione alla Cina. La DP World si è quindi trasferita a Berbera, in Somaliland, dove in cambio del permesso di gestire un porto ha promesso di costruire una strada per Hargeira, la capitale, e verso il confine con l'Etiopia. Inoltre, gli EAU hanno intentato una feroce causa in tribunale contro Gibuti per aver annullato l'accordo e aver applicato enormi commissioni.13

Più a sud, le società degli EAU che investono nella sicurezza alimentare si stanno facendo largo in Uganda, Kenya e Tanzania. Il governo ugandese sta apparentemente approfittando della guerra in Sudan per diventare il nuovo polo per gli investimenti degli Emirati Arabi Uniti. 14 “Poiché l'Uganda è principalmente un paese agricolo, può soddisfare il fabbisogno alimentare degli EAU e può anche acquisire tecnologia dagli emirati per contribuire ad aggregare valore alla produzione agricola ugandese”, ha dichiarato di recente il ministro degli Esteri. 15 Il presidente Museveni ha persino firmato un accordo che consente agli EAU di costruire una delle poche zone franche agricole al mondo. Si tratta di un parco di 2.500 ettari che verrà utilizzato per la lavorazione e la spedizione di prodotti alimentari dall'Uganda agli EAU (zucchero, tè, carne bovina e mais sono i prodotti presi in considerazione). Hanno anche dato una concessione di 7.000 ettari a Al Rawabi per l'allevamento di bestiame. Recentemente, un membro della famiglia reale degli EAU, che sta costruendo una grande raffineria di petrolio a Hoima, ha annunciato che metterà a disposizione sette aerei cargo e una struttura di stoccaggio a Entebbe per aumentare le esportazioni alimentari dell'Uganda. L'Uganda è già stata colpito da conflitti sorti a causa della cessione di terreni a investitori stranieri, quindi gli EAU si tanno muovendo con cautela. Museveni è comunque determinato. Di recente ha concesso agli EAU i diritti di maggioranza sul principale sistema di tecnologia informatica e delle comunicazioni del paese, cosa che dovrebbe preoccupare la sicurezza nazionale dell'Uganda.16

In Tanzania, progetti simili hanno suscitato polemiche. Oltre alla violenta espulsione di 70.000 Masai per far posto a una riserva di caccia per i re degli Emirati Arabi Uniti, il governo ha ora firmato un accordo commerciale con la DP World, concedendole i diritti di ammodernamento e di gestione esclusiva del porto di Dar es Salaam per 30 anni. Questo accordo ha incontrato una forte opposizione da parte della società civile, di partiti politici e persino dei tribunali, ritenendo che gli EAU ne traggano ingiustamente vantaggio e che si tratti di un'invasione della sovranità nazionale. 17 Non c'è alcun dubbio sul fatto che questa infrastruttura aumenterà il potere nella regione degli investitori agricoli emiratini.

Le compagnie emiratine hanno avviato progetti di agribusiness anche in altri paesi africani. Gli EAU e il Kenya hanno recentemente firmato un accordo di libero scambio e l' ADQ si è impegnata a investire 500 milioni di dollari in Kenya. In Zambia, gli EAU e altri investitori del Golfo, stanno cercando di acquisire terreni agricoli per produrre cereali, zucchero, fagioli e sementi, nonché prodotti caseari e caprini.18 In Zimbabwe, le aziende degli EAU stanno producendo tabacco, noci di macadamia, banane, avocado, agrumi e bacche per l'esportazione, con un'ulteriore espansione subordinata all'accesso a ulteriori terreni agricoli.19


La produzione agricola in Asia

Anche in Asia si stanno aprendo importanti opportunità per gli investitori agricoli degli Emirati Arabi Uniti. Alcune aziende emiratine, come Elite Agro e Unifrutti, fanno già parte del modello tradizionale di assemblare aziende agroalimentari internazionali in luoghi come l'Indonesia e le Filippine - non direttamente collegate all'agenda della logistica o della sicurezza. Qualche anno fa, in Indonesia, l'Elite Agro ha ottenuto i diritti su 18.000 ettari nel Kalimantan centrale. Ultimamente, si sa che sta valutando la possibilità di investire nel programma alimentare del governo 20. Tuttavia, le informazioni a riguardo sono scarse perché si vogliono evitare proteste.21 Nelle Filippine, Unifrutti - importante produttore di frutta per gli EAU e il mercato internazionale - produce banane in piantagioni che coprono 17.000 ettari.22

In India, un nuovo progetto ha recentemente dato il via alle sue attività. Nel 2022, i governi degli Emirati Arabi Uniti e dell'India hanno concordato la creazione di un "corridoio alimentare" tra i due paesi. Questo include la creazione in India di un numero potenzialmente elevato di “parchi alimentari”, a partire dal Gujarat, dove la produzione sarà centralizzata e poi lavorata per essere spedita negli EAU. I parchi alimentari sono zone franche in cui non si potranno applicare le leggi indiane come l'Essential Commodities Act (Legge sui prodotti essenziali), che regola il commercio di prodotti alimentari nell'interesse pubblico. Il governo degli EAU ha stanziato 2 miliardi di dollari per il progetto, mentre un consorzio di imprese emiratine sta investendo in un altro progetto da 7 miliardi di dollari per sviluppare la logistica, compresi i processi per soddisfare gli standard di sicurezza alimentare degli EAU. Le colture iniziali che verranno prodotte sono mango, peperoncini, cipolle, riso e gombo.23

L'impatto potenziale di questo progetto è di vasta portata. Sebbene derivi da piani precedentemente sviluppati solo tra India ed EAU, è stato lanciato sotto l'ombrello dell'alleanza quadrilaterale tra India, Israele, EAU e Stati Uniti, alleanza nata con gli Accordi di Abramo.
In sostanza, l'India fornisce la terra e la manodopera agricola, Israele e gli Stati Uniti la tecnologia e gli EAU il mercato, con Jebel Ali come porto principale. Se funziona, potrebbe contribuire ai piani a lungo termine degli EAU di diventare un importante hub per il commercio alimentare globale tra Asia, Europa e Africa.24
Già quest'anno, gli EAU hanno in programma di portare nel paese lavoratori agricoli e operai dall'India, per aiutare gli Emirati ad aumentare la propria produzione alimentare interna (soprattutto nelle fattorie verticali) e a diminuire le importazioni. Il piano prevede di portare dapprima 20.000 persone a lavorare nel settore agricolo, per arrivare poi a 200.000. 25

Anche in Pakistan gli EAU stanno cercando di stabilire imprese agricole, anche se i tentativi precedenti, durante la crisi alimentare e finanziaria del 2008, sono stati un fallimento. Questa volta però, con la guerra in Ucraina, le cose potrebbero andare diversamente. I movimenti sono iniziati nel giugno 2023, dopo che l'Alta Corte di Lahore ha vietato il piano dell'esercito di cedere alla Cina il controllo di 400.000 ettari di terreno nel Punjab per l'agricoltura industriale. Sono stati invece firmati una concessione di 50 anni per il porto di Karachi e tre accordi logistici con AD Ports Group. Due mesi dopo, il parlamento pakistano ha approvato una legge che istituisce un consiglio speciale per facilitare e attrarre gli investimenti dei paesi del Golfo, in particolare nel settore alimentare e agricolo. L'Arabia Saudita e gli EAU sono tra gli invitati e, da parte emiratina, la Al Dahra ha mostrato grande interesse. La proposta è di creare, entro il 2030, 40.000 ettari di coltivazioni gestite dalle corporations, per 25 miliardi di dollari, tra cui progetti agricoli per partire, potenzialmente, dalla produzione di carne halal e datteri per l'esportazione negli EAU.

È importante non dimenticare che in questi processi di negoziazione vengono mossi i fili della politica in modo tale che imprese emiratine ricevano un trattamento speciale. Ad esempio, nel marzo 2024, l'India ha vietato l'esportazione di cipolle a causa dell'aumento dei prezzi interni e della loro grande importanza per la popolazione indiana. Tuttavia, gli EAU hanno ottenuto un'eccezione al divieto così da poter esportare cipolle dall'India.
Lo stesso vale per il Pakistan. La nuova legge sugli investimenti dovrebbe contenere una “garanzia sovrana” che consente agli investitori degli EAU di portare avanti i loro progetti di sicurezza alimentare nonostante un eventuale cambio di governo in Pakistan. Qualcosa di simile è accaduto quando il governo degli Emirati Arabi Uniti ha acquistato il 45% della Louis Dreyfus Company nel 2020 ed è stato firmato un accordo parallelo per garantire l'invio di alimenti agli EAU in tempi di crisi di approvvigionamento.26

 

Modelli globali

Un modello simile è all'opera in Europa e nelle Americhe. Gli interessi degli EAU hanno cercato di instaurare una stretta relazione con il governo serbo, dove si combinano investimenti in terreni agricoli e vendita di armi. Nel 2013, il Fondo di Sviluppo degli Emirati Arabi Uniti ha concesso un primo prestito di 400 milioni di dollari per l'agricoltura in Serbia. Poco dopo, Al Dahra ha acquistato otto aziende agricole serbe, mentre anche l'Elite Agro ha iniziato a sviluppare i propri affari. Nel 2018, Al Dahra ha preso il controllo degli asset di PKB Korporacija, la più grande azienda agricola dell'ex Jugoslavia, nonostante l'opposizione delle forze armate serbe. Come è successo? Il governo emiratino ha un agente in Serbia che accelera i contratti per lo sviluppo di sistemi di difesa e vendita di armi agli Emirati Arabi Uniti (che alla fine finiscono nelle mani delle milizie che combattono in Siria e nello Yemen).27

Da diversi anni gli EAU investono, insieme all'Arabia Saudita, nella produzione agricola in Arizona, una regione degli Stati Uniti caratterizzata da scarsità d'acqua. Al Dahra possiede più di 12.000 ettari per la coltivazione di erba medica, che viene poi spedita come fieno negli EAU. C'è grande malcontento tra le comunità dell'Arizona, che si oppongono al modo in cui a questi investitori sono stati concessi diritti illimitati sulle fonti d'acqua locali, mentre la gente comune soffre di un'enorme e crescente siccità.28 Con grande stupore, hanno appreso che il fondo pensionistico statale dell'Arizona è direttamente coinvolto come investitore in questi progetti.29

In America Latina, gli EAU stanno diffondendo con attenzione il loro modello. Gli investitori emiratini producono già pollame in Brasile e frutta in Cile e Perù. In Messico e in Colombia stanno attualmente cercando di creare aziende agricole, mentre si discutono accordi di libero scambio e si formano alleanze commerciali. Gli EAU sono persino diventati osservatori dell'Istituto Interamericano per la Cooperazione in Agricoltura (IICA), dove hanno piani per contribuire alla trasformazione dei sistemi alimentari della regione. 30

Nel complesso, gli Emirati Arabi Uniti sono all'avanguardia nel consolidare il proprio settore agroalimentare a livello globale (con un accesso sicuro alla terra e all'acqua ed elevati standard di sicurezza alimentare), collegato a sofisticati sistemi logistici per il trasporto aereo, terrestre e marittimo. L'ambizione non è solo quella di produrre i propri alimenti, ma anche di fungere da centro di distribuzione per il commercio globale. Il nuovo progetto da 150 milioni di dollari per l'espansione del porto di Jebel Ali ha proprio questo scopo. 31 Ma anche i porti più piccoli degli EAU, come quelli di Dubai Creek e Deira, svolgono un ruolo importante nel commercio internazionale di riso con l'India e l'Iran. Grazie alla rete globale di libero scambio e agli accordi sui dazi doganali, le società commerciali degli EAU possono facilmente importare e riesportare i prodotti in altri mercati senza preoccuparsi dei dazi.32 Questa combinazione di potere logistico e assenza di regolamentazione rende gli EAU un'attraente rotta di trasbordo.

                                     


Grandi ambizioni, grandi preoccupazioni

Il crescente controllo degli EAU sui terreni agricoli e sulle risorse idriche a livello internazionale, in stretto coordinamento con il loro potere logistico e il loro programma di sicurezza, è preoccupante.
Il fatto che il governo voglia rafforzare la sicurezza alimentare attraverso la produzione interna potrebbe essere una buona strada da percorrere, sempre se riuscisse a sviluppare sistemi veramente sostenibili. Mentre ci provano, devono anche affrontare l'orrendo problema dello spreco di cibo nel paese.33 Ma l'accaparramento di terra e delle risorse idriche - soprattutto senza l'esplicito consenso delle comunità locali o dove la fame colpisce duramente - semplicemente non deve essere consentito.

Purtroppo, le ambizioni agricole degli Emirati Arabi Uniti all'estero sono strettamente legate a incentivi geopolitici e finanziari. E le cose potrebbero peggiorare. Da un lato, la rivalità di lunga data tra Arabia Saudita ed EAU li spinge parallelamente su questa strada e ciò agisce da acceleratore.34 Dall'altro, la crescente pressione causata dalla crisi climatica diventa una scusa per i paesi del Golfo che si lanciano nella produzione agricola all'estero. Così gli EAU, che hanno un potere crescente nei consessi internazionali sul clima, hanno abbracciato la neutralità carbonica come un modo importante per ripulire la propria immagine e l'enorme impronta climatica.35

Si fanno affari sul carbonio a destra e a manca, soprattutto in Africa, per mantenere intatte le foreste o piantare alberi nelle aree rurali, in modo che i crediti possano essere venduti ai produttori globali di emissioni. Inoltre, il nuovo business della cattura del carbonio può contribuire a finanziare le aziende agricole degli EAU e a compensare le emissioni delle loro imprese.36 Questa nuova corsa al business della cattura del carbonio priverà le comunità locali dei loro sistemi alimetari e dei mezzi di sussistenza locali in modi che non conosciamo ancora, ma che saranno senza dubbio dannosi.

La grave carestia che ha colpito il Sudan dovrebbe essere considerata come un terribile promemoria del perché è necessario porre fine al business delle terre agricole combinato con agende geopolitiche.37 È giunto il momento di chiedere conto agli Emirati Arabi Uniti e ai loro alleati.

---> Originale in spagnolo   su 
qui 

* Foto di copertina: da account Facebook di DP World
** Traduzione di Marina Zenobio per Ecor.Network


Note:

[1] UAE, https://www.moccae.gov.ae/en/knowledge-and-statistics/food-safety.aspx

[2] David Pilling et al, https://www.ft.com/content/388e1690-223f-41a8-a5f2-0c971dbfe6f0

[3] Julian Borger, “‘We need the world to wake up’: Sudan facing world’s deadliest famine in 40 years”, The Guardian, 17 junio 2024, https://www.theguardian.com/world/article/2024/jun/17/we-need-the-world-to-wake-up-sudan-facing-worlds-deadliest-famine-in-40-years. Per maggiori dettagli consultare l'ultima allerta Integrated Food Security Phase Classification sul Sudán: https://www.ipcinfo.org/ipc-country-analysis/details-map/en/c/1156903/?iso3=SDN

[4] L’affermazione secondo cui gli Emirati Arabi Uniti stanno armando le forze di supporto rapido è stata avanzata da un think tank delle Nazioni Unite, da Human Rights Watch e da diversi governi, sebbene gli Emirati Arabi Uniti lo neghino. Il rapporto con le spedizioni di oro e generi alimentari è stato evidenziato da numerosi osservatori. Vedi ad esempio, “Sudan fighting threatens $50bn Gulf investments”, Middle East Monitor, 24 mayo 2023, https://www.middleeastmonitor.com/20230524-sudan-fighting-threatens-50bn-gulf-investments/

[5] Siamo debitori a Christian Henderson e Rafeef Ziadah per aver chiarito questi collegamenti. Vedi “Logistics of the neoliberal food regime: circulation, corporate food security and the United Arab Emirates”, New Political Economy, 5 diciembre 2022, https://www.tandfonline.com/doi/full/10.1080/13563467.2022.2149721. Vedi anche Usimiir, “One port, one node: The Emirati geostrategic road to Africa”, Somali Forum, junio 2023, https://community.somaliforum.com/t/one-port-one-node-the-emirati-geostrategic-road-to-africa/2100

[6] Una raccolta dei nuovi report è disponibile qui: https://farmlandgrab.org/cat/47

[7] Vedi https://u.ae/en/about-the-uae/strategies-initiatives-and-awards/strategies-plans-and-visions/environment-and-energy/national-food-security-strategy-2051

[8] In confronto, l’Arabia Saudita dipende per il 75% dalle importazioni alimentari. Vedi https://www.bloomberg.com/news/articles/2021-04-08/uae-to-grow-more-food-in-the-desert-as-pandemic-disrupts-imports and https://fas.usda.gov/data/opportunities-us-agricultural-exports-uae

[9] Per un’analisi dettagliata sui fondi sovrani e sui loro investimenti nell’agrobusiness globale, vedi GRAIN, “¿Los nuevos fondos soberanos nos llevan a una menor soberanía alimentaria?”, 11 abril 2023, https://grain.org/es/article/6978-los-nuevos-fondos-soberanos-nos-llevan-a-una-menor-soberania-alimentaria.

[10] Henderson y Ziadah, op cit.

[11] Vedi GRAIN, “El acaparamiento de agua por parte de la industria alimentaria deja a las comunidades sin una gota”, 26 septiembre 2023, https://grain.org/es/article/7040-el-acaparamiento-de-agua-por-parte-de-la-industria-alimentaria-deja-a-las-comunidades-sin-una-gota.

[12] Patrick Werr y Karla Strohecker, “Egypt announces $35 billion UAE investment on Mediterranean coast”, Reuters, 23 febrero 2024, https://www.reuters.com/business/egypt-announces-multi-billion-uae-investment-boost-forex-2024-02-23/

[13] Nosmot Gbadamosi, “The UAE faces pushback on African investments”, Foreign Policy, 8 noviembre 2023, https://foreignpolicy.com/2023/11/08/the-uae-faces-pushback-on-african-investments/

[14] “Museveni lends land in bid to make Uganda a regional hub for Emirati trade”, African Intelligence, 10 octubre 2023, https://www.africaintelligence.com/eastern-africa-and-the-horn/2023/10/10/museveni-lends-land-in-bid-to-make-uganda-a-regional-hub-for-emirati-trade,110064090-art

[15] Gulf Today, “UAE, Kenya finalise Comprehensive Economic Partnership Agreement”, 23 febrero 2024, https://www.gulftoday.ae/business/2024/02/23/uae-kenya-finalise-comprehensive-economic-partnership-agreement

[16] Vedi Giles Muhami, “Museveni: Give UAE investor 60% of Uganda Telecom, ICT backbone for $250m”, Chimpreports, 27 febrero 2024, https://chimpreports.com/museveni-give-uae-investor-60-of-uganda-telecom-ict-backbone-for-250m/ e George Asiimwe, “UAE prince to provide 7 cargo planes for Uganda's agro exports”, Chimpreports, 17 junio 2024, https://chimpreports.com/uae-prince-to-provide-7-cargo-planes-for-ugandas-agro-exports/. Vedi anche il sito di EIG: https://www.eastafricangroups.com/sectors ed Emirates News Agency, “Ugandan FM: Agriculture-tech synergy to help expand ties with UAE”, 24 febrero 2024, https://www.zawya.com/en/economy/gcc/ugandan-fm-agriculture-tech-synergy-to-help-expand-ties-with-uae-ysun9oog

[17] Beverly Ochieng, “DP World in Tanzania: The UAE firm taking over Africa's ports”, BBC, 23 octubre 2023, https://www.bbc.com/news/world-africa-67199490

[18] Sarah Townsend, “Seeds of Gulf-Africa agribusiness”, Cairo Review of Global Affairs, 11 marzo 2020, https://www.thecairoreview.com/essays/seeds-of-gulf-africa-agribusiness/

[19] Intervento del direttore di Elite Agro il 24 febbraio 2024: https://x.com/Lancell_Rugg1/status/1758115514893631671

[20] Jayanty Nada Shofa , “UAE’s Elite Agro mulls investing in food estate, minister says”, 2 febrero 2024, https://jakartaglobe.id/business/uaes-elite-agro-mulls-investing-in-food-estate-minister-says

[21] “Government agrees to develop agriculture farm and plantation with Elite Agro UAE LLC”, Sampit Prokal, 18 octubre 2023, https://www.farmlandgrab.org/29419

[22] Unifrutti, “Sustainability report 2022”, https://unifruttigroup.com/sito/wp-content/uploads/2023/09/Unifrutti-Group-2022-Sustainability-Report.pdf

[23] Michaël Tanchum, “The India-Middle East Food Corridor: How the UAE, Israel, and India are forging a new inter-regional supply chain”, Middle East Institute, 27 julio 2022, https://www.mei.edu/publications/india-middle-east-food-corridor-how-uae-israel-and-india-are-forging-new-inter e “APEDA facilitates visits of farmer producer organisations (FPOs) to UAE to unlock their export potential”, 7 marzo 2024, https://agriculturepost.com/agribusiness/farmer-producer-organisations/apeda-facilitates-visits-of-farmer-producer-organisations-fpos-to-uae-to-unlock-their-export-potential/

[24] Vedi, per esempio, el Proyecto KEZAD: https://adfoodhub.com/ e Gulf Business, “Dubai breaks ground on mega $150m Agri Terminals facility”, 24 febrero 2024, https://gulfbusiness.com/dubai-breaks-ground-on-agri-terminals-facility/

[25] Subramani Ra Mancombu, “UAE to recruit agri workers to increase farm production, cut imports”, The Hindu Businessline, 2 enero 2024, https://www.thehindubusinessline.com/economy/agri-business/uae-to-recruit-agri-workers-to-increase-farm-production-cut-imports/article67698132.ece

[26] ADQ, “ADQ enters agreement to acquire stake in Louis Dreyfus Company”, 11 noviembre 2020, https://www.adq.ae/newsroom/adq-enters-agreement-to-acquire-stake-in-louis-dreyfus-company/

[27] Vuk Vuksanovic, “Serbia's best friend in the Arab world: The UAE”, Middle East Institute, 9 julio 2021, https://www.mei.edu/publications/serbias-best-friend-arab-world-uae

[28] Rob O'Dell and Ian James, “Arizona provides sweet deal to Saudi farm to pump water from Phoenix's backup supply”, Arizona Republic, 9 junio 2022, https://eu.azcentral.com/in-depth/news/local/arizona-environment/2022/06/09/arizona-gives-sweet-deal-saudi-farm-pumping-water-state-land/8225377002/

[29] È appena uscito un film importante a riguardo: https://revealnews.org/the-grab/

[30] Vedi Reuters, “Abu Dhabi-owned Unifrutti eyes further Latam growth after fresh acquisitions”, 9 marzo 2024, https://www.reuters.com/markets/deals/abu-dhabi-owned-unifrutti-eyes-further-latam-growth-after-fresh-acquisitions-2024-03-09/; ANI, “UAE invited to join Inter-American Institute for Cooperation on Agriculture as observer country”, 14 junio 2024, https://www.aninews.in/news/world/middle-east/uae-invited-to-join-inter-american-institute-for-cooperation-on-agriculture-as-observer-country20240614150629/

[31] Vedi Gulf Today, “Jebel Ali to get new Agri Terminals”, 28 marzo 2024, https://www.gulftoday.ae/business/2024/03/28/jebel-ali-to-get-new-agri-terminals.

[32] US Department of Agriculture, Foreign Agricultural Service, “United Arab Emirates: Grain and feed annual”, 5 abril 2023, https://fas.usda.gov/data/united-arab-emirates-grain-and-feed-annual-6

[33] Gli Emirati Arabi Uniti sono tra le prime nazioni nella generazione di sprechi alimentari pro capite. Quasi il 40% del cibo preparato ogni giorno viene buttato via, percentuale che aumenta fino al 60% durante il Ramadan. https://dcce.ae/press_releases/our-food-is-damaging-the-environment/

[34] Vedi, per esempio, Stratfor, “The Saudi-UAE regional rivalry intensifies”, 27 julio 2023, https://worldview.stratfor.com/article/saudi-uae-regional-rivalry-intensifies

[35] GRAIN, “La COP del clima se convierte en otra Davos”, 15 febrero 2024, https://grain.org/es/article/7105-la-cop-del-clima-se-convierte-en-otra-davos

[36] GRAIN, “Del acaparamiento de tierras de cultivo al acaparamiento de suelos: la captura de carbono, un nuevo negocio”, 3 marzo 2022, https://grain.org/es/article/6811-del-acaparamiento-de-tierras-de-cultivo-al-acaparamiento-de-suelos-la-captura-de-carbono-un-nuevo-negocio

[37] Abubakr Omer Dafallah Omer, “Seeds of sovereignty: reshaping Sudan’s food system”, noviembre 2023, Siyada, https://en.siyada.org/abubakr-omer/research-and-publications/new-study-seeds-of-sovereignty-reshaping-sudans-food-system/


 

09 dicembre 2024 (pubblicato qui il 12 dicembre 2024)