Circa un mese fa il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani ha dichiarato che il rigassificatore di Piombino verrà esentato «dall’applicazione delle disposizioni in materia di valutazione di impatto ambientale», perché «eventuali ritardi o ostacoli suscettibili di impedirne una tempestiva attuazione risultano contrari all’interesse dei cittadini italiani e finirebbero per mettere a repentaglio la sicurezza energetica del Paese».
Evidentemente per il ministro l’arrivo a Piombino della FRSU Golar Tundra non pone alcuna problematica in materia di ecologia (il tema di cui il suo ministero dovrebbe prioritariamente occuparsi) tanto da poter esonerare l’impianto dagli obblighi di legge.
Obblighi, fra l’altro, del cui adempimento Cingolani stesso dovrebbe essere il garante.
Ma perché il ministro ha così tanta paura di una V.I.A.?
Teme forse che succeda come a Crib Point (Australia) dove, proprio grazie all’istruttoria sull’impatto ambientale è stato bloccato un progetto per un rigassificatore FSRU?
Fatte salve le dovute differenze, il progetto bocciato a Crib Point presenta alcune analogie con ciò che il Governo e la Snam vorrebbero riservare a Piombino e Ravenna.
In tutti i casi si tratta di Floating Storage and Regasification Units (FSRU), cioè navi di stoccaggio e rigassificazione acquistate già belle e pronte, in modo da evitare i tempi lunghi di costruzione di nuovi impianti e da poterle anche rivendere se butta male.
La Snam ne ha già acquistato due e sta perfezionando l’acquisto della terza, e in particolare:
-La Golar Arctic, 280 x 44 m, battente bandiera delle Isole Marshall, con capacità di stoccaggio di 140mila metri cubi di gasi.
-La Golar Tundra, 293 x 44 m, battente bandiera delle Isole Marshall, con capacità di stoccaggio di 170mila metri cubi di gas, e una capacità nominale di rigassificazione continua di circa 5 miliardi di metri cubi all’anno, di cui si prevede l’ormeggio all’interno del porto di Piombino. Piombino ricade nell’area del Santuario dei Cetacei.
- Per la terza FRSU, destinata a Ravenna, deve ancora essere chiuso il contratto di acquisizione.
Si tratta della BW Singapore, 292 x 44 m, battente bandiera britannica, con capacità di stoccaggio di 170mila metri cubi di gas, e una capacità nominale di rigassificazione continua di circa 5 miliardi di metri cubi all’anno, di cui si prevede l’ormeggio a circa 8,5 km al largo, in corrispondenza di una preesistente piattaforma offshore.
In Italia è già in funzione la FSRU Toscana (Golar Frost), 281 x 44m, una FSRU gestita dalla società OLT.
E’ ancorata a 22 km al largo di Livorno, con una capacità nominale di rigassificazione di 11 milioni di metri cubi al giorno e una capacità di stoccaggio di 137.500 metri cubi. Anche Livorno ricade nell’area del Santuario dei Cetacei.
Nel progetto australiano la FSRU - che doveva essere ormeggiata per una durata di 20 anni a Crib Point (il porto di Hastings, nello Stato del Victoria) - avrebbe dovuto presentare dimensioni e capacità simili a quelle previste per Piombino e Ravenna: 300 m x 50, e capacità di stoccaggio di 170mila metri cubi di gas.
Crib Point è un paese di 3.400 anime sulla penisola di Mornington, che costeggia la Western Port Bay, zona umida Ramsar di rilevanza internazionale, Riserva della Biosfera dell'UNESCO, Riserva della Biosfera del Western Port .
La Western Port Bay è un'oasi marittima con importanti distese fangose intertidali, che forniscono l’habitat e l’alimentazione per uccelli migratori protetti da varie convenzioni internazionali.
Le acque, ricche di plancton, sono visitate da foche, delfini e balene, e presentano specie ittiche in via di estinzione.
A Crib Point ha avuto sede una raffineria, che ha terminato le attività nel 1985.
Dopo la chiusura, gli abitanti si sono fieramente opposti a tutti i successivi tentativi di reindustrializzazione.
Hanno fermato l’acquisto del molo da parte di Shell e Mobil, che volevano adibirlo allo stoccaggio e movimentazione del petrolio greggio.
Hanno fermato i progetti per la costruzione di un impianto di produzione di ammoniaca e urea, di un impianto per la produzione di bitume, e per la costruzione di un porto per i container.
Nel 2021, il blocco del progetto del rigassificatore ha rappresentato la quinta vittoria di questa comunità resistente.
Il progetto del rigassificatore di Crib Point
Il progetto del rigassificatore era stato presentato dalle compagnie AGL Wholesale Gas Limited (AGL) e APA Transmission Pty Ltd (APA). L’AGL Energy, che è il più grande inquinatore climatico australiano, aveva già investito circa 130 milioni di dollari allo scopo.
Il progetto comprendeva, oltre l’ormeggio della FRSU, l’installazione sul molo delle gru di carico e di 1,5 km di tubature, e la costruzione dell’impianto di ricezione a terra, dotato di un serbatoio di azoto liquido (circa 20 metri di altezza e 25 metri di diametro) e di quattro torri di vaporizzazione dell’azoto.
Infine, per conferire il metano alla rete di distribuzione, era prevista la costruzione di un gasdotto sotterraneo di 57 km.
Da programma la FSRU sarebbe stata ormeggiata al posto di ormeggio 2 e rifornita di gas naturale liquefatto (GNL) dalle navi metaniere, con una frequenza da 12 a 40 carichi all’anno, a seconda della richiesta del mercato.
Il processo di conferimento avrebbe richiesto fino a 36 ore. Le navi metaniere avrebbero necessitato dell'assistenza di rimorchiatori per ormeggiare e ripartire.
Il gas naturale liquefatto, trasportato ad una temperatura di circa – 160°, sarebbe rimasto stoccato nella FSRU alla stessa temperatura fino al momento di convertirlo allo stato gassoso per inviarlo all’impianto di ricezione a terra.
Normalmente nelle FSRU la rigassificazione avviene immettendo il GNL in uno scambiatore di calore al cui interno, in un circuito separato, scorre acqua di mare a temperatura ambiente.
L'acqua di mare utilizzata per scaldare il gas viene trattata mediante elettrolisi per creare cloro, che serve ad impedire l’incrostazione delle tubazioni interne e negli scambiatori di calore dell'FSRU.
Nel progetto di Crib Point si prevedeva di utilizzare principalmente la modalità ad anello aperto, che prevede che l'acqua di mare utilizzata, addizionata a cloro, venga scaricata in mare ad una temperatura inferiore di vari gradi a quella ambiente.
Il gas sarebbe stato inviato dalla FSRU nell’impianto di ricezione a terra, e lì addizionato con sostanze odorifere e, se necessario, diluito con l’azoto (quest’ultimo trasportato via camion in forma liquida e riportato alla forma gassosa nelle torri di vaporizzazione, utilizzando l’aria a temperatura ambiente), prima di essere avviato al gasdotto.
La valutazione degli effetti ambientali e l’istruttoria sul progetto
Come prevede la legge australiana AGL e APA, i proponenti dell’opera, procedettero alla redazione di una dichiarazione sugli effetti ambientali (Environment Effects Statement -EES) per la valutazione integrata del progetto, esposta al pubblico per otto settimane nell’estate 2020.
Il ministero della Pianificazione e il dipartimento dell'Energia, dell'Ambiente e del Cambiamento Climatico nominarono una “Commissione di inchiesta e comitato consultivo” (Inquiry, Advisory Committee and Panel - IAC) per esaminare la valutazione dei proponenti, provvedere alle relative approvazioni ed alle comunicazioni pubbliche, e per aprire un'audizione pubblica finalizzata a ricevere e considerare prove e osservazioni.
Nel corso della audizione pubblica sono state ricevute un totale di 6.058 osservazioni, una delle quali conteneva ulteriori 4.853 allegati. La maggior parte dei contributi scritti e verbali erano di opposizione al progetto.
Su questa base la IAC ha costruito la sua istruttoria, considerando gli effetti sulla biodiversità marina, terrestre e di acqua dolce, sulle falde e sulle acque superficiali, sui suoli, sulla produzione di gas serra, sulla qualità dell’aria, sulla produzione di rumore e vibrazioni, sul paesaggio, sui rischi per la sicurezza delle persone, sul consumo di suolo, sull’aumento del traffico navale.
Sono state esaminate le possibili conseguenze sulla vita sociale ed economica (turismo e agricoltura) della comunità e l’impatto sui territori ancestrali delle popolazioni originarie.
L’istruttoria della IAC è un documento interessante: al di là della trattazione superficiale su alcuni rischi (sulla sicurezza e sulle emissioni climalteranti) contiene cenni alle numerose osservazioni pervenute durante l’istruttoria pubblica da cui prendere spunto.
Per quanto, nel complesso, l’istruttoria abbia ritenuto “mitigabili” la maggior parte degli effetti avversi, la sua valutazione dell’impatto sull'ambiente marino ha consentito di bloccare il progetto.
Nel marzo 2021, sulla base dell’istruttoria della IAC, il ministero della pianificazione del Governo australiano e il ministero dell’ambiente dello Stato del Victoria, hanno stabilito che il progetto del rigassificatore avrebbe prodotto effetti inaccettabili sull’ambiente marino di un sito Ramsar come quello della Western Port Bay, in particolare a causa dello scarico in mare da parte della FSRU dell’acqua addizionata al cloro.
Da notare che la concentrazione di cloro ritenuta inaccettabile dal governo australiano è la metà del valore limite permesso in Italia per lo scarico del cloro nelle acque superficiali, parametro che viene applicato, per esempio, come limite per gli scarichi del rigassificatore FRSU di Livorno, ancorato all’interno del Santuario dei Cetacei.
Cingolani, insomma, può dormire tranquillo. Le valutazioni di impatto ambientale condotte dalle autorità italiane e le nostre normative fanno passare di tutto, e non fermano alcunché.
Proponiamo, di seguito, a titolo di documentazione, il capitolo della valutazione ministeriale australiana sugli effetti del progetto sulla biodiversità marina di Crib Point e della Western Port Bay.
Traduzione di Ecor.Network.
Crib Point Gas Import Jetty and Crib Point - Pakenham Gas Pipeline Project
Minister's Assessment under Environment Effects Act 1978
Minister for Planning
State of Victoria Department of Environment, Land, Water and Planning
2021, pp. 78.
Download:

Crib Point Gas Import Jetty and Crib Point – Pakenham Gas Pipeline
Report No. 1: Key considerations, findings and recommendations
Inquiry, Advisory Committee and Panel Report
22 February 2021, pp. 317.
Download:

Impatto ambientale: la biodiversità marina
L’ Inquiry and Advisory Committee (IAC) ha identificato gli elementi chiave del progetto che potrebbero incidere sui valori ecologici marini, quali:
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L’intrappolamento di biota, compresi plancton, uova e larve di pesce e organismi di dimensione <100mm nell’acqua estratta dal Western Port per la rigassificazione, con potenziali conseguenze di morte o lesioni;
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scarico di acqua di mare usata dopo la rigassificazione ad una temperatura fino a 7 ºC al di sotto della temperatura ambiente;
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scarico di acqua di mare usata contenente residui di cloro e di ossidanti prodotti dal cloro.
La IAC ha concluso che l'esame effettuato dai proponenti l’opera sugli impatti del progetto sull’area Ramsar era inappropriato.
La IAC ritiene che un approccio generalizzato a tutto il sito, abbia creato la possibilità che l'impatto del progetto su specifici beni ambientali nelle vicinanze di Crib Point (che contribuiscono ai valori dell’area Ramsar) possa essere sottovalutato.
Inoltre, la IAC ha concluso che i proponenti si sono basati su una valutazione errata del rischio ambientale che ha classificato alcuni rischi potenziali come meno preoccupanti di quanto avrebbe dovuto.
Questo approccio a sua volta ha portato i proponenti a classificare [come meno rischiosi] molti dei potenziali percorsi di impatto ambientale associati al progetto. Sebbene siano stati raccolti alcuni dati sul campo, la IAC ha individuato una forte dipendenza dalla letteratura nel fornire i dati ambientali, descrivere e classificare i rischi e quindi gli impatti, come ulteriore limitazione dell'utilità della valutazione d'impatto dei proponenti [dell’opera] sulla biodiversità marina.
La IAC ha concluso che una serie di potenziali impatti che potrebbero derivare dal progetto non sono stati definiti o affrontati in modo da dimostrare che saranno prevenuti o saranno gestibili entro limiti accettabili.
Una gamma più ampia di potenziali impatti indiretti sulle condizioni ambientali, che potrebbero aumentare progressivamente nel lungo periodo o derivare da incidenti specifici (quali gli sversamenti) contribuirebbe al potenziale impatto sull'ambiente in termini di ecologia marina.
La IAC ha rilevato che non si possono escludere potenziali impatti sulle specie acquatiche di ordine superiore.
I potenziali impatti indiretti potrebbero estendersi su aree geografiche più ampie o per periodi di tempo più lunghi di quelli suggeriti nella EES [l’ Environment Effects Statement , cioè la valutazione dei proponenti l’opera. NdT].
Intrappolamento
Gli effetti negativi sul biota marino potrebbero derivare dall'intrappolamento di organismi nella presa dell’acqua di mare della FSRU, utilizzata nel processo di rigassificazione.
Tali organismi sarebbero esposti al cloro generato per prevenire il biofouling [l'accumulo di microrganismi, piante, alghe o piccoli animali. NdT] nelle apparecchiature, a rapidi cambiamenti di temperatura e traumi fisici durante il trasporto attraverso le pompe.
La valutazione dei proponenti presumeva che tutti gli organismi intrappolati sarebbero stati uccisi.
La IAC ha espresso preoccupazione per il fatto che, considerando l'impatto complessivo dell'intrappolamento come "diluito" su tutta l’area Ramsar, si sottovaluti il potenziale impatto nella parte di Western Port in cui gli impatti potrebbero essere più gravi. Ad esempio, le uova o le larve di specie ittiche che utilizzano il Western Port come "vivaio" possono essere colpite in modo sproporzionato.
Si rileva che l’Australian Grayling, classificato come specie vulnerabile ai sensi dell'EPBC Act e come specie minacciata ai sensi del Flora and Fauna Guarantee Act, si trova nei corsi d'acqua del bacino del Western Port e si muove nelle acque marine durante la sua fase larvale e giovanile.
L’Australian Grayling potrebbe essere soggetto a intrappolamento.
La modellizzazione e le previsioni degli impatti derivanti dall'intrappolamento si basavano anche su altre ipotesi, tra cui la possibilità che i pesci avrebbero scelto di nuotare lontano dalla corrente di assunzione. Tale ipotesi è stata contestata.
Si prevede che la griglia a copertura delle bocche di ingresso dovrà avere una maglia 100mm X 100mm.
La IAC ha osservato che gli organismi con almeno due dimensioni inferiori a 100 mm potrebbero essere intrappolati, tra cui organismi più grandi, quali i pesci sonda, le anguille e i pesci adulti di una varietà di specie.
La IAC ha ammesso che tale intrappolamento sarebbe stato probabile e inevitabile.
La IAC ha stabilito che questo sarebbe stato un impatto inaccettabile sull'ecologia di Crib Point.
La IAC ha concluso che gli impatti deriverebbero dall'intrappolamento, ma non ha potuto determinare, sulla base delle informazioni disponibili, il livello di significatività di tali impatti. Essa ha rilevato che la valutazione, compresa la modellizzazione pertinente degli impatti dell'intrappolamento, si basa su ipotesi che potrebbero non essere valide.
Tuttavia, la IAC ha identificato gli impatti di intrappolamento sul biota fino a 100mm (che si inseriscono attraverso la griglia) come inaccettabili.
Cloro residuo, composti derivati dal cloro e altri agenti tossici
La valutazione dei proponenti l’opera ha proposto [un valore] limite del cloro residuo dello scarico di 100µg/L.
Tuttavia la IAC ha ritenuto che debbano essere applicate soglie notevolmente inferiori, in quanto occorre garantire un livello più elevato di protezione degli organismi marini in un’area Ramsar.
La proposta di una rigassificazione regolare e a volte continua implica che l'esposizione al cloro debba essere considerata come cronica piuttosto che acuta, il che richiede l'adozione di soglie ridotte.
La IAC ha inoltre rilevato le preoccupazioni espresse nelle osservazioni secondo cui il ricorso ai test di tossicità effettuati su specie
dell'emisfero settentrionale piuttosto che su specie autoctone del Western Port presenti localmente non fornisce sicurezza sufficiente nell'applicazione dei risultati dei test.
La IAC ha espresso preoccupazione per il fatto che alcune delle specie presenti in natura nelle acque intorno a Crib Point, come i ricci di mare, potrebbero essere vicine all'estremità più sensibile dello spettro in termini di vulnerabilità agli ossidanti prodotti dal cloro.
Alcuni ossidanti prodotti dal cloro sono instabili e relativamente di breve durata nell'ambiente marino, ma alcuni sono più persistenti, in particolare quelli derivanti dalla reazione col bromo e dalla conseguente formazione di composti organici bromurati.
I composti organici bromurati possono essere moderatamente o altamente tossici e possono presentarsi in natura. La valutazione dei proponenti l’opera non ha presentato dati sui livelli presenti in natura di composti organici bromurati a Crib Point o altrove nel Western Port. La IAC ha anche espresso preoccupazioni circa i potenziali impatti dei residui di tributilstagno nei sedimenti adiacenti al molo di Crib Point.
La IAC ha chiesto ulteriori informazioni ai proponenti in merito alle opzioni per l'applicazione di limiti di scarico del cloro sostanzialmente minori rispetto a quanto proposto nella valutazione dei proponenti.
Le informazioni supplementari fornite indicavano che era possibile ottenere una concentrazione di scarico del cloro ridotta a 20 µg/L, come richiesto per l'FSRU recentemente approvata per Port Kembla, NSW.
La IAC ha anche preso in considerazione le informazioni presentate nelle osservazioni sui parametri di scarico per le FSRU operanti in altre parti del mondo e ha osservato che una concentrazione di 100µg/L non poteva essere considerata come fra le migliori pratiche disponibili.
La IAC ha concluso che gli effetti negativi degli ossidanti prodotti dal cloro, scaricati dall'FSRU in un sito di Ramsar, sono inaccettabili.
Ha rilevato che l'esposizione dovrebbe essere considerata come cronica piuttosto che acuta, e che non è convincente il fatto che il potenziale degli impatti del funzionamento del FSRU [protratto] per molti anni possa essere accettabile.
La IAC ha inoltre rilevato che per un'operazione proposta in un’area Ramsar è necessario dimostrare [di voler adottare] le migliori pratiche.
Data la durata proposta del progetto e il suo regime di scarico quasi continuo, la IAC ha concluso che una concentrazione massima di scarico di 2µg/L di cloro residuo rappresenterebbe il limite superiore di accettabilità nel porto occidentale.
Temperatura di scarico
Nella modalità “ad anello aperto”, la FSRU scaricherebbe nel porto occidentale l'acqua di mare utilizzata, a circa 7 º C in meno rispetto all'acqua di mare dell’ambiente. La FSRU sarebbe inoltre in grado di funzionare in modalità ad anello chiuso con uno scarico ridotto, ma comunque sostanziale, più caldo dell'acqua di mare a temperatura ambiente. La valutazione dei proponenti ha proposto che la modalità ad anello chiuso funzioni solo quando la temperatura ambiente dell'acqua di mare è inferiore a 10 ºC, come previsto per non più di 30 giorni all'anno.
L'acqua raffreddata dalla rigassificazione ad anello aperto tenderebbe ad affondare sul fondo del mare e la miscelazione potrebbe essere inibita durante i periodi di ristagno dell'acqua (poco prima e immediatamente dopo l’inversione del flusso della marea), quando l'acqua raffreddata potrebbe formare una "frittella" sul fondo del mare. La valutazione dei proponenti non ha esaminato la possibilità che la degradazione degli ossidanti prodotti dal cloro si verifichi più lentamente a temperature più basse. Poiché le bocche di scarico dell'FSRU sarebbero dalla stessa parte dei vettori di GNL, gli scarichi in quei momenti sarebbero bloccati e la miscelazione inibita.
I proponenti l’opera si sono impegnati ad evitare gli scarichi durante il ristagno o mentre un vettore GNL è ormeggiato accanto. Tuttavia, il potenziale dello scarico di influenzare la fauna bentonica [che vive a stretto contatto con il fondo, NdT], come le Lamp Shells e la Magellania flavescens, non è stato adeguatamente esplorato nella valutazione dei proponenti l’opera. La IAC non poteva escludere potenziali impatti su altre specie più lontane.
La IAC ha rilevato che lo scarico di acqua raffreddata come impatto isolato potrebbe essere gestibile e accettabile, soprattutto se evitato in determinate circostanze dove la miscelazione sarebbe inibita. Tuttavia, l'impatto dello scarico dell'acqua raffreddata non può essere considerato isolatamente perché tale scarico conterrebbe anche ossidanti prodotti dal cloro. La temperatura più bassa dello scarico potrebbe contribuire alla degradazione più lenta degli ossidanti prodotti dal cloro e quindi potenzialmente causare effetti negativi più estesi sull'ambiente.
Immagini:
FSRU, di Wallacepc67. Licenza: CC BY-SA 4.0. Si tratta della FSRU al largo di Livorno.
Crib Point visto da Google Map.
Le immagini successive sono tratte da: Inquiry, Advisory Committee and Panel Report, Crib Point Gas Import Jetty and Crib Point – Pakenham Gas Pipeline. Report No. 1: Key considerations, findings and recommendations, 22 February 2021.
Note:
i Se ne prevedeva l’ormeggio nell’area portuale di Portovesme (CA). “Peccato” che la nave in porto non c’entri fisicamente, in quanto i lavori per abbassare i fondali del porto, appaltati nel 2015 con i fondi del Piano Sulcis, non sono mai iniziati. I fondali del porto sono pesantemente inquinati da metalli pesanti, e le operazioni di dragaggio dovrebbero accompagnarsi a una bonifica molto complessa.