L'aggressione del capitalismo contro i territori rurali, le loro popolazioni e la loro natura non è una novità.
Il capitalismo stesso sorge dall'espropriazione della terra, e nell'espropriazione si rigenera.
Non avrebbe potuto evolversi al rango di sistema mondiale senza le piantagioni delle Americhe, da cui ha tratto le materie prime agricole per la rivoluzione industriale in Europa al prezzo delle vite di milioni di schiavi.
Per il controllo della terra e delle materie prime agricole ha promosso nel tempo guerre coloniali e imperialiste, procurando colpi di Stato e seminando violenza in ogni dove.
A questo fine nel tempo ha usato gli strumenti più vari, dalle aggressioni militari ai programmi di aggiustamento strutturale, dal potere dei monopoli alle norme internazionali sul libero scambio, fino alla trasformazione dei frutti della terra (compresi gli alimenti di base dell'umanità) in prodotti finanziari.
Ultimamente il suo arsenale si è arricchito di nuove armi: narrazioni e strumenti green su cui costruire nuovi canali di finanziamento per l'espansione di nuove distese di monocolture, stipulando al contempo nuove alleanze con la speculazione finanziaria e con le industrie più inquinanti del pianeta.
E' il caso dell'uso di progetti REDD+ (Reducing emissions from deforestation and forest degradation), utilizzati dalle imprese agroindustriali per impiantare piantagioni commerciali di colture arboree spacciandole come progetti di riforestazione.
Un ottimo punto di osservazione e di analisi puntuale di questo fenomeno è il portale REDD-Monitor, da cui è tratto l'articolo di Chris Lang che proponiamo.

* Traduzione di Ecor.Network
L' African Forest Landscape Restoration Initiative (AFR100) ha come obiettivo il ripristino di 100 milioni di ettari di terra in Africa entro il 2030. AFR100 è stata lanciata nell'ambito della COP21 di Parigi. Sostenuta da finanziamenti della Banca mondiale per un miliardo di dollari, AFR100 spera di raccogliere 100 miliardi di dollari per sostenere il suo massiccio programma di rimboschimento.
Gli impegni di 30 paesi coprono ora un'area di 127,7 milioni di ettari.
I progetti nell'ambito di AFR100 vanno dal ripristino forestale guidato dalle comunità alle piantagioni di monocolture arboree su larga scala. Nel settembre scorso la Global Forest Coalition ha pubblicato un rapporto su come AFR100 sta guidando l'espansione delle piantagioni commerciali di alberi.
AFR100 fa parte della Bonn Challenge, che mira a coprire di alberi 350 milioni di ettari entro il 2030. Quando Simon Lewis, Charlotte Wheeler e colleghi hanno esaminato gli impegni del governo nell'ambito della Bonn Challenge, hanno scoperto che il 45% dell'area è destinata a trasformarsi in piantagione di alberi in monocoltura. Un documento del 2019 su Trends in Ecology & Evolution descrive l'obiettivo AFR100 come "basato sull'erroneo presupposto che questi biomi siano deforestati e degradati". Nel documento, gli autori "discutono i pro e i contro dell'esportazione dei problemi di emissione di combustibili fossili in Africa": gli obiettivi dell'African Forest Landscape Restoration Initiative includono le piantagioni industriali di alberi.
La Global Forest Coalition ha scoperto che la metà degli obiettivi degli Stati include un aumento dell'area delle piantagioni commerciali. L'espansione delle piantagioni commerciali copre in totale poco più di 4,5 milioni di ettari. Per
altri 770.000 ettari si prevedono miglioramenti nella gestione delle piantagioni esistenti.
Secondo il Global Forest Resources Assessment 2020 della FAO, l'area totale di quella che ossimoricamente chiama "piantagione forestale" in Africa è di 5,7 milioni di ettari. Tra il 2010 e il 2020, secondo la FAO, l'area delle "piantagioni forestali" in Africa è aumentata di 55.300 ettari all'anno. Se raggiunti, gli obiettivi di AFR100 vedrebbero una media di 450.000 ettari di nuove piantagioni industriali di alberi all'anno tra il 2020 e il 2030. Si tratta di un aumento enorme.
La Global Forest Coalition osserva che questa area di nuove piantagioni proposte è probabilmente sottostimata poiché più della metà dei paesi che partecipano all'AFR100 non hanno ancora pubblicato strategie di ripristino del paesaggio forestale o altri piani nazionali pertinenti. La Global Forest Coalition sottolinea come nonostante il fatto che alcuni impegni AFR100 siano stati assunti oltre cinque anni fa, il monitoraggio dei progressi verso il loro raggiungimento è ancora praticamente inesistente, e nella maggior parte dei paesi e vi è una scioccante mancanza di informazioni disponibili al pubblico su come esattamente i governi intendano raggiungere i loro obiettivi.
Il rapporto della Global Forest Coalition include tre casi di studio:
- Il Mozambico, che ha come obiettivo un milione di ettari di piantagioni entro il 2030
- L'UNIQUE Forestry and Land Use GmbH, che è un partner tecnico di AFR100
- Il Ghana, dove opera una società con sede nel Regno Unito denominata Miro Forestry
Mozambico: sussidi REDD per le piantagioni di pasta di legno
Il piano nazionale di riforestazione del Mozambico del 2009 ha come obiettivo l'aumento dell'area delle piantagioni nel paese da circa 60.000 ettari a un milione di ettari entro il 2030. Anche l'obiettivo AFR100 del Mozambico è di un milione di ettari.
Nel 2016 il Mozambico ha pubblicato un Piano di investimenti forestali, finanziato dalla Banca Mondiale. La strategia nazionale REDD+ del Mozambico si concentra sull'aumento dell'area delle piantagioni arboree industriali nel paese. La Banca mondiale ha annunciato recentemente che, nell'ambito del suo Forest Carbon
Partnership Facility, lo Zambézia Integrated Landscape Management Program ha portato alla riduzione per oltre due milioni delle emissioni dovute alla deforestazione. Questo progetto è poco più di un massiccio sussidio per una società che produce cellulosa, la Portucel Moçambique. La società è una consociata controllata interamente da The Navigator Company, società portoghese e principale produttore europeo di polpa di eucalipto sbiancata.
Portucel prevede di investire 2,3 miliardi di dollari in Mozambico, per circa 200.000 ettari di monocolture di eucalipto ed una nuova fabbrica di pasta di legno.
Nel 2014, la International Finance Corporation, il veicolo di investimento del settore privato della Banca Mondiale, ha investito 32 milioni di dollari nella Portucel. Finora sono stati piantati circa 13.500 ettari. Mentre Portucel afferma che le sue piantagioni sono "sostenibili", Justiça Ambiental ha documentato l'impatto sulle comunità locali in due rapporti datati 2016 e 2021. Le piantagioni di Portucel hanno portato a conflitti fondiari e impatti sulla sicurezza alimentare. Le promesse di Portucel di costruire scuole e pozzi non hanno portato a nulla. Molti contadini sentono che la loro terra gli è stata rubata. I residenti hanno paura di parlare dei loro problemi a causa delle intimidazioni della Portucel e persino di alcuni membri del governo locale.
Un rapporto del 2017 pubblicato dall'Environmental Paper Network descrive le operazioni di Portucel come "A land grab for pulp". Il rapporto afferma che:
La terra che è fondamentale per la sicurezza alimentare e per la vita tradizionale è stata sottratta alle comunità locali. Il progetto rappresenta la più grande singola concessione fondiaria in Mozambico ed è controverso, perché si trova in un'area con una popolazione e un potenziale agricolo significativi.
Il rapporto evidenzia anche l'impatto che le piantagioni industriali di alberi della Portucel avranno sulla foresta del miombo e sugli ecosistemi della savana. Le foreste del miombo sono importanti fonti di reddito e sussistenza per le comunità agricole su piccola scala, nonché habitat per diverse specie in via di estinzione e una riserva di carbonio sopra e sotto la terra.
UNIQUE Forestry and Land Use GmbH
UNIQUE è una "società leader nella consulenza internazionale che fornisce servizi professionali e consulenziali sulla gestione delle foreste e sull'uso sostenibile del suolo". La sede dell'azienda è a Friburgo, in Germania. I clienti di UNIQUE includono la Banca mondiale, la Banca europea per gli investimenti, l'Agenzia tedesca per lo sviluppo GIZ, Arbaro Advisors, IFC, WWF e The Nature Conservancy. UNIQUE gestisce piantagioni di alberi in Paraguay ed è comproprietaria di Arbaro Advisors.
Arbaro Advisors è advisor di Arbaro Fund, fondo di private equity registrato nel paradiso fiscale del Lussemburgo. Quando l'Arbaro Fund ha fatto richiesta di finanziamento al Green Climate Fund, 133 organizzazioni della società civile e più di 100 persone hanno firmato la lettera del World Rainforest Movement al Green Climate Fund Board
opponendosi all'accordo. Il consiglio di amministrazione del Green Climate Fund ha ignorato le loro preoccupazioni e nel marzo 2020 ha concordato un finanziamento di 25 milioni di dollari per Arbaro.
GIZ, l'Agenzia tedesca per lo sviluppo, fa parte del Comitato di gestione dell' African Forest Landscape Restoration Initiative (AFR100). GIZ ha assunto UNIQUE per eseguire la revisione a medio termine di AFR100. UNIQUE ha valutato AFR100 come un'iniziativa con "molto successo" e ha messo da parte le preoccupazioni sugli sgomberi [delle popolazioni locali]. I “reinsediamenti forzati” dalle aree protette erano giustificati, secondo UNIQUE, a patto che fossero rispettate le “linee guida”.
La Global Forest Coalition mette in evidenza il primato di UNIQUE nella promozione di piantagioni industriali di alberi in Africa (e un progetto di "sviluppo" molto discutibile in Namibia)
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In Etiopia, UNIQUE ha identificato centinaia di migliaia di ettari come idonei per l'“imboschimento/rimboschimento”, nonostante il fatto che gran parte di questa terra sia “sotto una qualche forma di uso comunitario”.
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In un rapporto del 2016, UNIQUE ha identificato le piantagioni di alberi a crescita rapida come una priorità chiave in Madagascar. Il governo del Madagascar ha successivamente adottato una strategia di ripristino del paesaggio forestale che include esplicitamente le piantagioni di alberi.
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In Mozambico, un team di consulenti di UNIQUE ha svolto un lavoro sul campo e prodotto bozze di rapporti per un progetto della Banca Mondiale chiamato “Improving Business Climate for Planted Forests”. Green Resources ha assunto UNIQUE per lavorare al progetto Lurio Forestry Plantation e Carbon Sequestration, un progetto di piantagione di alberi di 20.000 ettari in Mozambico.
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In Kenya, UNIQUE ha consigliato a The Nature Conservancy di istituire un "Fondo per gli alberi" per "sostenere la piantumazione di alberi a scopo commerciale". UNIQUE ha lavorato per la Gatsby Charity Foundation con sede nel Regno Unito su un progetto per la "selvicoltura commerciale" e per nuove piantagioni di alberi. UNIQUE sta lavorando con Komaza, una società di piantagioni di alberi, per espandere le sue piantagioni di 30.000 ettari e vendere crediti di carbonio.
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UNIQUE ha prodotto un rapporto per GIZ sui vantaggi della rimozione di alberi e arbusti dai pascoli della savana in Namibia. La macchia doveva essere importata in Germania per essere utilizzata come sostituto del carbone in una grande centrale elettrica ad Amburgo. Nell'ottobre 2020, ONG e accademici hanno firmato una dichiarazione contro l'importazione della boscaglia. Nel gennaio 2021, Biofuelwatch ha pubblicato una critica al rapporto di UNIQUE sottolineando gravi imprecisioni e false dichiarazioni.
Ghana: la Miro Forestry and Timber Products
La Strategia per le piantagioni forestali del Ghana per il 2016-2040 mira ad impiantare 625.000 ettari di nuove piantagioni di alberi commerciali e a mantenere e riabilitare circa 235.000 ettari di piantagioni esistenti. La Global Forest Coalition si concentra sul ruolo della Miro Forestry and Timber Products, una società registrata nel Regno Unito.
Miro gestisce attualmente circa 20.000 ettari di piantagioni industriali di alberi in Ghana e Sierra Leone, un'area che si
sta espandendo tra i 1.500 ei 3.000 ettari all'anno. Nel 2018, Miro ha ricevuto 20 milioni di dollari dal Fondo Arbaro, il primo investimento del Fondo.
Un rapporto del 2017 della ONG ghanese Civic Response è critico nei confronti delle operazioni della Miro. La società ha acquistato una concessione di 5.000 ettari nella riserva forestale di Boumfum, causando conflitti con le comunità agricole su piccola scala. Le comunità non sono state né consultate né informate sui piani di Miro. La prima cosa che le comunità locali hanno saputo è stata quando l'azienda ha detto loro che dovevano rimuovere la loro proprietà dall'area in modo che Miro potesse iniziare le operazioni. Miro riteneva che i contadini occupassero illegalmente la terra e disboscò fattorie, colture alimentari e circa 13.000 alberi che i contadini avevano piantato. Gli agricoltori sfrattati non hanno ricevuto alcun risarcimento e diversi agricoltori hanno successivamente portato Miro in tribunale.
Nel dicembre 2020, l'Arbaro Investment Committee del Green Climate Fund ha approvato Miro come sottoprogetto del suo finanziamento di 25 milioni di dollari USA al Fondo Arbaro. Prima dell'approvazione del sottoprogetto, la rete di osservatori della società civile GCF ha inviato una richiesta formale all'Arbaro Investment Committee. La richiesta cita il conflitto in corso per la terra e i probabili impatti ambientali delle piantagioni della Miro.
MATERIALI UTILI :

A Land Grab for Pulp. New mill project by Portucel Mozambique
EPN, Sergio Baffoni, Mandy Haggith - ADECRU, Mozambique - Quercus, Portugal - ARA, Germany - KKM, Germany
Discussion Document - November 2017 - 39 pp.

Portucel. O Processo de acesso à Terra e os direitos das comunidades locais
René Machoco, Vanessa Cabanelas e Winfridus Overbeek
Justiça Ambiental, World Rainforest Movement - Maputo, Settembre 2016 - 36 pp.