“Le favole dovrebbero essere insegnate come favole, i miti
come miti e i miracoli come fantasie poetiche.
Insegnare le superstizioni come verità è terribile.
La mente del bambino le accetta e ci crede, e solo attraverso un grande dolore
e forse una tragedia potrà, dopo anni, liberarsene."
Ipazia , filosofa greca
Quella del serpente a sonagli è una delle specie più velenose tra le vipere che si conoscono. E' riconoscibile dal caratteristico suono del sonaglio sulla punta della coda. Il suo utilizzo può essere interpretato come un segnale acustico per avvisare della sua presenza. Una sorta di annuncio di pericolo. Forse è ciò che meglio rappresenta la miniera di Cascabel nella provincia dei laghi, Imbabura: uno sfruttamento minerario che ha ricevuto una prima approvazione da parte del governo.
Con un gran fragore di sonagli, o meglio, con una gran fanfara e pompa magna, il governo di Daniel Noboa ha annunciato il 5 giugno scorso la firma del contratto con la multinazionale Solgold per il megaprogetto minerario di Cascabel, proprio in occasione della Giornata Mondiale dell'Ambiente. Il clamore con cui viene presentato pubblicamente è enorme…
Scuotendo ancor più i sonagli, con il conseguente eco della stampa mainstream, il Vice Ministro delle Miniere Diego Ocampo, non ha esitato ad affermare che “questo contratto rappresenta una nuova era di sviluppo economico per l’Ecuador, dimostrando il nostro impegno nel promuovere gli investimenti e lo sviluppo sostenibile nel settore minerario”. Lo abbiamo già sperimentato quando fu imbarcato il primo barile di petrolio dell’Amazzonia nel 1972. Da allora, questo rito di dichiarazioni roboanti si ripete quando viene annunciata “la scoperta” di nuovi giacimenti, ora minerari, mentre diminuiscono inesorabilmente le riserve petrolifere.
Dalla propaganda dei sonagli al veleno della realtà
Sappiamo bene che quando il sonaglio della vipera risuona bisogna stare sul chi va là, oppure, per calarsi in una suggestiva espressione mineraria, sapere che non è tutto oro quello che luccica. Con le informazioni a disposizione, che non sono sufficienti, possiamo esaminare alcune questioni di questo progetto situato nel cantone di Lita, provincia di Imbabura, con una superficie di concessione di quasi 5mila ettari.
È stata presentata come la più grande miniera di rame dell'Ecuador, con un enorme potenziale di argento e oro. Si prevede un investimento di circa 4,2 miliardi di dollari nei 28 anni di vita del progetto. Secondo i calcoli – a dir la verità scarsamente accertati – da parte dell'impresa, lo Stato otterrebbe entrate fiscali per circa 5.549 milioni di dollari durante tutto il progetto. Si stima che le royalties totali raggiungano i 1.611 milioni di dollari (57 milioni l'anno, come pubblicamente riconosciuto dal ministro delle Finanze). Questo progetto non si differenzierà dagli altri progetti in corso, che non rispettano l'articolo 408 della Costituzione, il quale stabilisce che lo Stato debba ricevere più del 50 per cento dei benefici.
Per quanto riguarda l'occupazione, a seconda delle fonti di informazione, durante la costruzione della miniera si creerebbero tra 3.000 e 3.700 posti di lavoro e, durante l'operazione, scenderebbero a circa 1.200 posti.
Va fatto notare, per quanto non vada proprio giù ai promotori del concerto di sonagli, che tutto ciò che è stato prospettato si basa su vari elementi assai poco convincenti. Innanzitutto, i dati utilizzati dalla stampa, dal governo e dalle imprese si basano su dati non del tutto attendibili, considerando che, secondo la definizione delle normative esistenti, si basano su uno studio di pre-fattibilità, cioè su dati previ. Inoltre, le cifre presentate come entrate non solo sono soggette alle normali fluttuazioni del prezzo dei minerali sul mercato ma, come più volte dimostrato, sono in pratica suscettibili di varie manipolazioni e azioni che alla fine rendono queste entrate molto più contenute, proprio come accade quando si gonfiano i costi delle attrezzature importate, tanto per fare un esempio concreto.
Ci sono altri dettagli che non possono passare sotto banco. Secondo quanto riportato dalla stampa, con la firma del contratto di sfruttamento, la società è riuscita ad ottenere un'imposta sul reddito del 20%: una percentuale inferiore a quella pagata da molte altre aziende. La percentuale delle royalties oscilla tra il 3% e l'8% del valore dei minerali esportati, il che in realtà, se ci riferiamo all'esperienza, significa che pagheranno appena il 3%. Nel frattempo, i pagamenti per mantenere la concessione ammontano a soli 46 dollari per ettaro (il 10% del salario base unificato).
È noto che la società si è assicurata anche il diritto di adire a tribunali internazionali per tutelare i propri investimenti, in barba al divieto costituzionale, tra l'altro anche ratificato dalla recente consultazione nazionale.
La tecnologia che verrà utilizzata in questo progetto merita un'attenzione particolare a causa del suo impatto ambientale. Si propone di effettuare l'estrazione mineraria tipo block caving o di afondamento di blocchi, che è più costosa dell'estrazione a cielo aperto e richiede tempo per recuperare l'investimento: un'attività che richiede tecnologie complesse e non è noto se questa impresa abbia esperienza con questi metodi.
Ma oltre a ciò, si tratta di una miniera sotterranea che richiede quantità enormi di acqua. Il progetto richiederà il pompaggio di 16,8 milioni di litri d'acqua ogni giorno solo per mantenere asciutta l'area di estrazione. L'impatto sarà notevole per le fonti idriche di tutte le comunità del settore e, soprattutto, per quelle situate a valle della miniera. Per avere un'idea del volume d'acqua che deve essere pompato, bisogna tener conto che supera quello che consuma quotidianamente la città di Ibarra. Per questa attività saranno necessarie 12 sottostazioni di pompaggio e 56 pompe funzionanti 24 ore su 24, 7 giorni su 7.
Ciò implica che sarà necessario garantire la fornitura di energia elettrica senza interruzioni, una sfida piuttosto complessa nel nostro Paese. Secondo lo studio di pre-fattibilità sarà necessaria una potenza non inferiore a 200 megawatt. L'azienda conta sulla realizzazione di nuovi impianti idroelettrici nel settore. Spera inoltre che il governo collabori applicando un'aliquota inferiore del 23% rispetto a quella stabilita per le industrie. Per non parlare dei miglioramenti infrastrutturali di cui avranno bisogno per trasportare il materiale raffinato verso la costa e verso uno dei bacini di raccolta degli sterili.
Qui bisognerebbe incorporare gli impatti sulle attività produttive delle comunità limitrofe, in termini di perdite nell’agricoltura, nel turismo, nell’artigianato, oltre agli impatti psicosociali che, come ben sappiamo, sono enormi e non quantificabili. Insomma, la quantità di sussidi perversi e occulti sta crescendo rapidamente: costi che non vengono mai incorporati negli studi costi-benefici delle imprese. L'impatto che avrebbe sulla rete idrica freatica è imprevedibile, tuttavia è prevedibile che le fonti d'acqua delle comunità vicine e ancor più quelle situate a valle della miniera finiranno per essere danneggiate.
È gravissimo che nello studio di pre-fattibilità della miniera non sia previsto un solo centesimo per coprire gli imprevisti, normali in questo tipo di attività estrattiva. Per avere un paio di riferimenti, basti ricordare che nel caso del crollo della diga di smaltimento del progetto minerario di Brumandinho, in Brasile, che causò una brutale devastazione ambientale e sociale nel 2019, con la morte di 270 persone: le autorità brasiliane esigono un pagamento di 7 miliardi di dollari per il disastro delle Marianne del 2015, il governo brasiliano ha recentemente rifiutato l'offerta delle società Vale, Samarco e BHP di risarcire 25 miliardi di dollari per i danni causati dallo tsunami di fango che ha ucciso 19 persone e ha contaminato il fiume Doce per 600 chilometri, provocando una monumentale valanga contaminante per decine di chilometri di Oceano Atlantico. Per la chiusura della miniera Solgold si destinerebbe meno del 2% dell'investimento complessivo: un ammontare ridicolo se paragonato all'entità degli impatti che provocherebbe questa opera sotterranea, che può provocare crimini ambientali – da non confondere con ordinari incidenti – di enorme portata.
Il volume del minerale – massa di materiale che contiene il minerale di rame o oro sfumato e che è d'interesse economico – potrebbe oscillare tra i 540 e i 1.575 milioni di tonnellate da estrarre e processare: volume che non comprende il sovraccarico esistente tra la superficie ed il deposito. Questa è una questione fondamentale. Per ottenere un grammo o un chilogrammo di minerale è necessario estrarre enormi quantità di materiale: la mena. Tenete quindi presente che per ogni 6,4 chilogrammi di rame, in media, sarebbero necessari circa 1.000 chilogrammi di mena da estrarre e lavorare: nel caso dell'oro solo mezzo grammo per tonnellata e 1,6 grammi per tonnellata nel caso dell'argento. Considerando che, oltre all’oro, all’argento e al rame, il deposito contiene piombo, mercurio, antimonio e arsenico, che provocano gravi danni ambientali, è sommamente irresponsabile non destinare una somma significativa non solo per la chiusura e l’abbandono della miniera, ma ma anche per le contingenze.
Ci sono molte altre questioni preoccupanti. L'ubicazione dei bacini di decantazione o delle dighe di decantazione è un'altra questione fondamentale, soprattutto nel caso di una zona sismica. Inoltre, per estrarre la mena dalle enormi caverne sotterranee, è necessario un nastro trasportatore sotterraneo di quasi 7 chilometri, il che implica – tra l'altro – la rimozione di milioni di tonnellate aggiuntive di materiale di copertura solo per raggiungere il sito da dove si deve estrarre il minerale. Da qui nasce un'altra domanda: dove intendono collocare le discariche di rifiuti? Cioè quei milioni di milioni di tonnellate di materiali solidi che, a contatto con l’aria e l’acqua piovana, provocano drenaggi acidi di miniera che possono danneggiare la zona per centinaia di anni…
Per chiudere questo punto è bene tenere presente che le aziende Non rivelano mai tutte le informazioni che consentirebbero loro di costruire un quadro più dettagliato degli impatti che produrrà la loro attività.
La Cascabel rilascia nel territorio di Lita
Questa attività mineraria genererà molteplici impatti sulle comunità di una zona che, oltre ad essere una sorta di paradiso naturale, ha un enorme potenziale turistico e terre fertili.
Dall'esperienza dell'Ecuador e del mondo intero si possono citare molte minacce e problemi causati dall'arrivo sistematico di centinaia, o migliaia, di lavoratori non originari della zona. Nella concessione in cui opererebbe la compagnia mineraria, risiedono 1.500 abitanti, circa 450 famiglie, distribuite in sei comunità agricole. Ciò significa che queste comunità saranno letteralmente invase da una nuova popolazione che potrà superare le 3mila persone provenienti dall’esterno, composta da tecnici e operai, la cui presenza influenzerà drasticamente lo stile di vita delle comunità.
Il conseguente aumento della popolazione metterà sotto pressione l’espansione della frontiera agricolo-zootecnica nelle regioni vicine e genererà a sua volta nuovi conflitti sociali. Non avendo legami sociali o culturali con il resto della comunità, i nuovi residenti causeranno gravi problemi sociali di cui donne e bambini saranno le prime vittime a causa della criminalità, della violenza di genere, compreso lo sfruttamento sessuale e il traffico di esseri umani, dipendenza da droga e alcolismo, insicurezza. Se a questi processi aggiungiamo la militarizzazione dei territori (o paramilitarizzazione), assistiamo – come è stato documentato in altre zone dell’Ecuador, dove l’estrazione mineraria è imposta letteralmente a sangue e fuoco – processi di ridefinizione dei ruoli di genere, una maggiore maschilizzazione degli spazi e una maggiore ri-patriarcalizzazione delle comunità, detonatori di nuovi e maggiori processi di disuguaglianza di genere che non possono essere ignorati.
A tutto ciò si aggiungono la criminalizzazione, gli sgomberi, le molestie, le persecuzioni e persino l'omicidio di oppositori. Basta vedere come l’estrazione mineraria è stata imposta in molte parti del paese, per poter prevedere che con l’attività mineraria nel Lita, la violenza e la corruzione andranno di pari passo, visto che sono spesso una condizione necessaria per l’imposizione di queste attività estrattive. Inoltre, come è accaduto in tutti i progetti minerari, non si effettuerà un'adeguata previa consultazione ambientale.
La Natura, ovviamente, non uscirà indenne da questo terricidio. Nell'area sono state identificate un totale di 81 specie di mammiferi (di cui 38 specie di pipistrelli), 295 specie di uccelli, 51 specie di anfibi, 38 specie di rettili e 28 specie di pesci. Molte di queste sono endemiche della regione. La maggiore concentrazione e diversità di specie si riscontra nei restanti lembi della foresta originaria, soprattutto specie di roditori. Il
monitoraggio continuo della flora e della fauna ha identificato specie di interesse per la conservazione come definito a livello nazionale nelle Liste Rosse delle Specie di Vita Selvatica dell'Ecuador e a livello internazionale come definito dall'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUICN). Un totale di otto specie di vegetazione, sei specie di mammiferi, 11 specie di uccelli e 29 specie di anfibi e rettili sono elencate come vulnerabili o in pericolo di estinzione.
In sintesi, non dimentichiamo che si tratta di territori di foreste tropicali e foreste umide che la Costituzione definisce come ecosistemi fragili, che proteggono i bacini idrografici e immagazzinano acqua, con una grande biodiversità che comprende specie in via di estinzione: il tutto in una regione sismica e ad alta piovosità (che aggrava i rischi di contaminazione dell’acqua), dove la roccia è contaminata da metalli pesanti e presenta alte concentrazioni di composti di zolfo (che generano contaminazione dal drenaggio acido della miniera), tra le altre cose.
Con i sonagli non si cambia la storia
Chiudiamo questa prima narrazione dell'assordante concerto di sonagli esibito dal presidente Noboa, dall'australiana Soldgol, dalla stampa mainstream e dai mercenari del mega mining, smontando quanto affermato dal Vice Ministro delle Miniere nel presentare il progetto durante la firma del contratto, quando ha dichiarato che si tratta di un’attività sostenibile. Accettare che possa esistere un’estrazione mineraria sostenibile o addirittura responsabile (è lecito domandarsi “con chi”), sarebbe come pretendere che ci inghiottiamo una ruota di mulino.
E' venuto il momento di cominciare a riconoscere il trionfalistico suono di questi sonagli, che in verità annunciano altra distruzione e desolazione. Siamo avvisati.
* Originale in
spagnolo su Olca.cl qui
** I calcoli si riferiscono al Informe de Reserva del yacimiento Alpala 31-12-2023 (Pre-feasibility Study for the Cascabel Project)
** Traduzione di Giorgio Tinelli per Ecor.Network
- Carlos Zorrilla, Attivista, leader della comunità di Intag e membro dell'organizzazione Difesa e Conservazione di Intag (DECOIN).
- Alberto Acosta, economista ecuadoriano. Ministro dell'energia e delle miniere (2007). Presidente dell'Assemblea Costituente (2007-2008).
Fonti:
- NI 43-101 Technical Report on Pre-Feasibility Study For the Cascabel Project, Imbabura Province, Ecuador SolGold Plc
https://minedocs.com/25/Cascabel-PFS-03082024.pdf
- Ecuador firma contrato para la construcción de la mina a gran escala Cascabel
https://www.recursosyenergia.gob.ec/ecuador-firma-contrato-para-la-construccion-de-la-mina-a-gran-escala-cascabel/
- Reglamento de calificación de recursos y reservas mineras
https://www.enamiep.gob.ec/wp-content/uploads/downloads/2016/09/Reglamento-Recursos-y-Reservas-Mineras.pdf