*** Una discarica per rifiuti speciali nel Comune più piccolo della provincia di Ancona ***

Gli estrattivisti della porta accanto

di Nelson

Lo schema è sempre lo stesso: da una parte il silenzio politico e istituzionale di quanti, per responsabilità pubbliche, dovrebbero al contrario favorire informazione e partecipazione dei cittadini ai processi amministrativi decisori; dall’altra l’iniziativa di qualche elemento estraneo agli ingranaggi rodati di una certo modo di fare politica, o della stampa indipendente, che scopre le carte. Quando purtroppo, il più delle volte, ‘i giochi sono fatti’, o quasi.

Così è accaduto per quanto riguarda il progetto di una nuova discarica per rifiuti speciali non pericolosi, proposta da un soggetto privato, nel territorio del Comune di Poggio San Marcello, in provincia di Ancona, nelle Marche. Una regione definita storicamente a ‘misura d’uomo’, per dare risalto a quella che, ancor oggi, può essere comunque considerata la buona qualità del vivere nella terra di Federico da Montefeltro, Giacomo Leopardi e Raffaello Sanzio. Ma meno a 'misura d’uomo', in questa terra di neanche un milione e mezzo di abitanti, da un po’ di tempo sono alcune nuove iniziative industriali. Portatrici una cultura d’impresa lontana da quella familiare novecentesca, che ha portato alla ribalta internazionale il modello del ‘distretto industriale’, e la figura del ‘metalmezzadro’ (l’operaio metallurgico che nel tempo libero lavorava nei campi), e che per oltre mezzo secolo, ha generato ricchezza e diffuso benessere.

Poggio San Marcello è il comune più piccolo della provincia di Ancona, di appena poco più di 600 abitanti, il cui centro murato si erge su un paesaggio collinare tipico delle tavole pittoriche di Tullio Pericoli, vocato perlopiù alla viticoltura e alla produzione del famoso Verdicchio dei Castelli di Jesi. Un territorio modellato da una cultura agricola della mezzadria di cui ha scritto diffusamente Sergio Anselmi, e che nell’ultimo anno ha vissuto, insieme ad altri Comuni della valle del fiume Esino, la traumatica crisi dell’impresa cooperativa vinicola Moncaro, per anni la ‘ferrari’ del settore.

Il primo marzo, è stato il post di un consigliere comunale del vicino Comune di Maiolati Spontini, Leonardo Guerro del M5S, ma molto indipendente rispetto alle dinamiche di partito, a rivelare che sono stati depositati in Provincia di Ancona con protocollo n. 1552 del 15.01.2025, i documenti relativi al progetto denominato “realizzazione di un’installazione di gestione rifiuti-impianto di discarica per rifiuti speciali non pericolosi”. Per il quale l’ente provinciale ha avviato la fase preliminare al provvedimento autorizzatorio unico, di cui all’art. 26-bis del D.lgs n. 152/06.

Il proponente è una società che ha sede legale nel Comune di Chieti, la Nice srls, costituitasi il 27.07.2022. L’impianto vuole realizzarsi in terreni di proprietà della “San Settimio Società Agricola a responsabilità limitata”, con sede legale a Jesi (AN), per i quali la Nice srls ha allegato alla documentazione presentata in Provincia la scrittura privata di opzione di acquisto con la società proprietaria. Jesi, città natale di Federico II di Svevia, è da molti secoli, la ‘capitale’ della Vallesina, e si trova a poco più di venti chilometri da Poggio San Marcello.

Le prime reazioni pubbliche sono state, come sempre accade nel consolidato canovaccio di situazioni come queste, i ‘non ne sapevo niente’ dei sindaci del territorio, a partire da quello del Comune dove si vuole andare a realizzare la discarica. Dopo qualche giorno di spaesamento e di coordinamento tra i sindaci, è subito tuonato un più battagliero ‘non la vogliamo’. Pretendendo che la Provincia, ente titolato, esprima al momento debito, tramite la Conferenza dei Servizi, un inoppugnabile diniego tecnico e politico. La Conferenza dei Servizi è un istituto della legislazione italiana che ha lo scopo di facilitare l'acquisizione da parte della P.A. di autorizzazioni, atti, licenze, permessi e nulla-osta o di altri elementi comunque denominati, mediante convocazione di riunioni collegiali; ed è un organismo tecnico. Va ricordato che la pianificazione di discariche di rifiuti speciali è competenza delle regioni, che stabiliscono anche i criteri localizzativi; e che nel caso di impianti di rifiuti speciali vige il libero mercato.

Entrando nel merito dell’impianto, questo è dimensionato per 500.000 metri cubi, ed incide su una superficie di 73.701 metri quadri con una attività prevista per 7 anni. I rifiuti che vi verranno conferiti riguardano le fattispecie di fanghi industriali, residui chimici e di lavorazioni artigianali, terre contaminate da bonifiche, ceneri e altri materiali derivanti da processi industriali. Dallo studio preliminare ambientale, si legge che l’impianto dovrà essere sottoposto ad Autorizzazione Integrata Ambientale, mentre non occorre che il progetto sia sottoposto alla VAS (Valutazione Ambientale Strategica), ma dovrà essere autorizzato, ai sensi della normativa vigente, in relazione alla produzione di energia da fonti rinnovabili quali biometano avanzato da immettere sul mercato. La società di progettazione, lo Studio E79 con sede legale a Corridonia (MC), specifica anche che la proposta dovrà essere sottoposta a PAUR (Provvedimento Autorizzatorio Unico Regionale).

Si è portati a pensare che l’estrattivismo sia un fenomeno che interessa perlopiù i paesi del sud del mondo, per opera di multinazionali con la connivenza dei governi, spesso corrotti e autocratici. Nel caso del progetto della discarica a Poggio S. Marcello, ci troviamo, al contrario, di fronte a quello che potrebbe essere definito un caso di ‘estrattivismo a km zero’. Nonostante che la sede legale della società Nice srls rimandi alla confinante regione Abruzzo, dall’analisi della compagine societaria, depositata presso la Camera di Commercio di Chieti e Pescara, si scopre il forte radicamento nel territorio della Vallesina. Tra i soci troviamo: Alessandro Massi, AD dell’impresa SEA srl (Servizi Ecologici Ambientali) di Camerata Picena (AN), che dagli anni Ottanta si occupa recupero e trattamento di rifiuti speciali; Carmine Luca Di Crescenzo (che è anche amministratore unico), consulente ambientale teatino che nel proprio CV vanta una lunga collaborazione con la SEA srl; gli jesini Francesco Mariani e Marco Mariani; Massimo Tittarelli, già sindaco di Camerata Picena (AN), e responsabile sviluppo aziendale della SEA srl. Una società, come evidenzia la documentazione, con un capitale sociale di 5000 €, allo stato attuale inattiva, e che ha per oggetto sociale “l’attività di consulenza tecnica e amministrativa, gestione e realizzazione di impianti di gestione rifiuti, il tutto nei limiti delle disposizioni di leggi vigenti in materia”. Mentre Invece, dalla documentazione depositata presso la Camera di Commercio delle Marche ad Ancona, nella “San Settimio Società Agricola” a.r.l., costituita il 24.10.1972, con un capitale sociale di 96.200 €, troviamo sei soci: Cerioni Rosita (presidente); Emme Tre società a responsabilità limitata con sede a Jesi; Laura Carlini e Claudia Mariani; gli imprenditori jesini Massimo Mariani (key principal di Emme Tre srl) e Paolo Mariani (che è anche presidente della Fondazione Federico II  Hohenstaufen di Jesi, un importante centro di promozione culturale).

Negli ultimi giorni sulle barricate sono montati anche i sindaci dei paesi limitrofi: Monteroberto, Belvedere Ostrense, Castelbellino, Castelplanio, Maiolati Spontini, Montecarotto, Rosora. Sono i rappresentanti istituzionali di un territorio che per anni ha dato molto allo smaltimento dei rifiuti. Infatti nel territorio di Maiolati Spontini per decenni è stata attiva la grande discarica della “Cornacchia”, per rifiuti solidi urbani e speciali, gestita dalla società pubblica SOGENUS spa, con oltre 6 milioni di metri cubi di rifiuti interrati su un’area di 20 ettari; anche oggi, pur avendo terminato la fase operativa, l’area resta soggetta ad un periodo post mortem di 32 anni, richiedendo operazioni di monitoraggio per garantire la sicurezza ambientale e sanitaria. Al progetto di Poggio S. Marcello, singolarmente, ma non i partiti, si sono espressi contrari anche i consiglieri regionali Marco Ausili di FdI, Manuela Bora del PD e Marta Ruggeri del M5S; che con atti di sindacato ispettivo chiederanno alla Giunta Regionale di riferire. La Ruggeri in particolare, considerato che le discariche private saranno il business del futuro, ha chiesto in sapere il numero di quelle private operanti in regione al 31.12.2024, e di quelle in corso di autorizzazione.

E’ molto probabile, come da precedenti consolidati, che da qui a qualche giorno, nasca un comitato civico contro la discarica, che inizierà a far pressione sui decisori pubblici perché impediscano la realizzazione dell’impianto. Un’azione dal basso molto importante, nella quale però, chi rimane defilato da questa dialettica conflittuale, è sempre il privato che vuole realizzare, ai fini del profitto d’impresa, l’impianto. Certo, questa come molte altre, è una legittima iniziativa imprenditoriale consentita dalle normative vigenti, e seguirà il previsto percorso valutativo e decisorio. Ma in un’idea di trasparenza e democrazia reale, è importante anche che le comunità siano a conoscenza di chi sono i soggetti che intraprendono; specie in territori di provincia dove, come si usa dire, ‘ci si conosce tutti’. Mentre il più delle volte le società di scopo costituite per questo genere di attività economiche, fanno pensare in prima battuta a imprenditori che arrivano da lontano con mire predatorie, questa volta, per il progetto di discarica a Poggio San Marcello, i cittadini e le istituzioni del territorio, si ritrovano a che fare con soggetti che potrebbero essere definiti gli estrattivisti “della porta accanto”.


 

13 marzo 2025 (pubblicato qui il 22 marzo 2025)