L’isola di Gorgona è un Parco Naturale Nazionale al largo della Colombia, ricchissimo di biodiversità.
Il suo mare, frequentato da cetacei, presenta un’estesa barriera corallina, e vivono sul suo suolo 155 specie di uccelli, 35 di rettili, 7 di anfibi e 17 di mammiferi, 430 tipi di piante da fiore - 4 % endemiche - 74 felci, 89 briofiti e cinque formazioni selvagge e boscose.
I resti di insediamenti precolombiani rendono l’isola di particolare interesse archeologico.
Nel 1960 Gorgona fu nazionalizzata e vi fu costruita la cosiddetta "Alcatraz colombiana", un carcere di massima sicurezza fra i peggiori al mondo, che rinchiuse più di mille prigionieri. Nei 20 anni che seguirono l’introduzione di specie domestiche decimò la fauna selvatica, mentre la deforestazione colpì più dell'80% della foresta pluviale e delle fonti d'acqua in varie parti dell'isola. La storia e le caratteristiche naturali di Gorgona suscitarono l’interesse di studiosi, scienziati e amanti della natura, che riuscirono a farla dichiarare come Parco Nazionale Naturale, ad ottenere la chiusura della prigione e a trasformare Gorgona in una “Isola della Scienza”.
Alcuni di loro guidano ancor oggi la resistenza contro la costruzione sull’isola di una base militare della Armada Nacional colombiana finanziata dagli USA, che – con il pretesto della lotta al narcotraffico – verrebbe stanziata in una posizione strategica per il controllo statunitense del Pacifico.
Qui è scaricabile il documento sulla incompatibilità del progetto militare con la salvaguardia naturale dell’isola, redatto dal Comitato tecnico scientifico del Parco Naturale Nazionale.
Quella che segue è l’analisi di Alfonso Insuasty Rodriguez e Daniel Ruíz Bracamonte* sui risvolti geopolitici del progetto militare e sugli interessi legati al controllo e sfruttamento delle risorse naturali dell’area.
Tratto da Desinformemonos.org 
Originale in spagnolo

È stato annunciato per gennaio 2023 l'inizio della costruzione di un porto all'interno del Parco Naturale dell'isola di Gorgona, sul Pacifico colombiano, come parte di un'infrastruttura portuale per scopi militari stranieri. L'isola, un tempo sede di una temuta prigione chiusa nel 1984 e poi divenuta un'importante e ricca riserva naturale, è oggi minacciata dal persistente approccio militaristico alla lotta contro il narcotraffico.
Con la Risoluzione 1730 del 31 dicembre 2015 [sotto la presidenza di Juan Manuel Santos, NdR], su richiesta dal Ministero della Difesa colombiano si è dato il via al progetto "Costruzione, funzionamento, dismissione e ripristino della Stazione della Guardia Costiera dell'Isola di Gorgona e opere complementari", con una licenza ambientale rilasciata a tempo di record (29 giorni) e senza la previa presentazione all'Autorità Nazionale per le Licenze Ambientali (ANLA) dei necessari studi di supporto.
L'esecuzione del progetto è stata "condizionata" alla successiva presentazione degli studi e delle informazioni necessarie per conoscere e valutare i suoi impatti socio-ambientali e per determinare se la sua realizzazione fosse fattibile, tenendo conto della “fragilità e dell'importanza degli ecosistemi del parco" (Guhl Nannetti, 2017), vicenda palesemente irregolare.
Secondo quanto affermato dal professor Rodríguez Becerra, "il progetto prevede un molo di 170 metri, un radar sul punto più alto dell'isola (già costruito), una sottostazione della guardia costiera di terzo livello (con edifici amministrativi e per l'alloggio di guardie e ufficiali) e un serbatoio di stoccaggio di carburante da 20.000 litri. Ovviamente questo sarebbe l'inizio della creazione di una base più ampia in futuro" (Rodríguez Becerra, 2022).
Si tratta di un progetto del Bureau of International Narcotics Matters degli Stati Uniti (Ufficio statunitense per le questioni internazionali in materia di lotta alla droga), che ritiene la sua costruzione "essenziale" per la lotta contro il traffico di droga. Vale la pena notare che esistono già basi a Malaga, Buenaventura e Tumaco.
Allo stesso modo, anche il Plan Colombia (2000-2006)
venne presentato all'epoca come un "Piano" per la lotta frontale al narcotraffico, rivelando in seguito il suo obiettivo centrale di rafforzare la lotta anti-sovversiva e anti-insurrezionale. Fin dalla sua concezione iniziale e nelle sue fasi operative ha avuto conseguenze deplorevoli per la società colombiana e per gran parte dell'America Latina.
Luis Gilberto Murillo, ministro dell'Ambiente del governo di Juan Manuel Santos e oggi ambasciatore della Colombia negli Stati Uniti ha sostenuto che, nonostante le carenze della risoluzione dell'ANLA "non saranno toccati né l'ecosistema né la biodiversità dell'area protetta e che l'unico scopo della stazione è quello di "combattere il traffico di droga e la presenza di gruppi armati illegali" (Gonzales Poso, 2022).
La lotta al narcotraffico è stata e continua ad essere un fallimento (ONU, 2022), quindi l'approccio militarista concepito in una prospettiva di morte, dolore, degrado ambientale e arretratezza dei territori deve essere cambiato. La realtà della Colombia di oggi ne è una prova lampante, come ha chiarito il presidente Gustavo Petro che, nel suo primo discorso alle Nazioni Unite nel settembre 2022, ha dichiarato: "la guerra alla droga è fallita (...) la persecuzione e la criminalizzazione ne hanno solo aumentato il consumo" (Roman Cresto, 2022).
In altre parole, l'aumento della produzione e del consumo, soprattutto da parte della popolazione statunitense, non si è fermato, al contrario persiste a causa delle ingerenze politiche di controllo insite nella logica capitalistica della droga.
Un'inchiesta giornalistica di Dawn Marie Paley descrive "la scusa della lotta al narcotraffico come paravento per l'espansione capitalistica in territori e spazi sociali nuovi o precedentemente inaccessibili" (Paley, 2014). Da questo punto di vista interpretativo, i conflitti dell'ultima metà del XX secolo in America Latina, in particolare in Colombia, sono stati generati, mantenuti e sviscerati per consolidare il neoliberismo nella regione, dove la guerra - oltre alla manipolazione discorsiva - è stata strumentalizzata dall'establishment per sostenere le basi del capitalismo neoliberista.
Il rapporto della Commissione per la verità ha aperto, tra l'altro, un grande dibattito sull'argomento (Commissione per la verità, 2022). Fornisce un importante contributo analitico che mostra la relazione diretta tra il Plan Colombia, l'addestramento dei comandanti militari e l'aumento delle violazioni dei diritti umani da parte delle forze di sicurezza colombiane, compresi i cosiddetti "falsi positivi", lo stupro di minori, la tortura e altri crimini. Anche questi casi sono stati riportati nel rapporto "Dall'inizio alla fine. Gli Stati Uniti nel conflitto armato colombiano" (FOR, SICSAL, SOAWATCH, 2020).
Pertanto, gli interessi capitalistici e la violenza di Stato sono stati efficacemente collegati, sempre a partire dalla nozione neoliberista di guerra alla droga. Così le strategie delle imprese transnazionali hanno influenzato l'attuazione delle politiche statunitensi nel Cono Sud, per retro-alimentare la connessione tra il controllo e la commercializzazione delle droghe, intervenendo a loro volta nei meccanismi violenti delle forze di sicurezza statali con l'obiettivo di farli coincidere con gli interessi privati, potendo contare sull'assegnazione di risorse pubbliche multimilionarie.
Nell'attuale contesto globale lo scontro tra l'occidente, guidato dagli Stati Uniti contro la Cina e la Russia, testimonia il livello del declino dell'egemonia unipolare anglosassone che cerca, disperatamente, di impedire l'emergere di un ordine multipolare, dove il fulcro di questo scontro si rivolge verso l'area Asia-Pacifico (Ruiz Bracamonte, et al., 2022). In tal senso la Colombia sarebbe una sorta di retroguardia in un simile scontro, in cui la lotta al narcotraffico finisce per essere "un aggiustamento a lungo termine dei mali del capitalismo, che combina il terrore con la formulazione di politiche in un mix neoliberista, aprendo mondi sociali e territori che prima non erano disponibili al capitalismo globalizzato". (Paley, 2014).
Nell'ambito della nuova Strategia di Sicurezza Nazionale proposta dall'amministrazione di Joe Biden, il Comando Sud - pur avendo modificato la propria strategia relazionale nei confronti di diversi governi latinoamericani a fronte della crisi energetica derivante dal conflitto in Ucraina - continua a dichiarare nei suoi documenti strategici il proprio interesse per il cambio di regime nel cosiddetto "Triangolo del Male" formato da Cuba, Venezuela e Nicaragua. Vale la pena chiedersi se mantenere la lotta al narcotraffico significhi continuare a sostenere le caratteristiche di una guerra ibrida degli Stati Uniti contro questi governi.
Nel maggio 2018 il presidente Juan Manuel Santos (2010-2018), in contrasto con i più elementari principi costituzionali, ha purtroppo negoziato l'ingresso della Colombia nella NATO come partner globale (Amaya, 2022), unico paese latinoamericano a raggiungere questo disonorevole livello, violando ancora una volta la sovranità nazionale e l'autodeterminazione. Di fatto è stato approvato uno strumento che viola apertamente i diritti dei popoli. Tutto questo è stato fatto nel 2016, dopo la firma dell'Accordo di pace con l'allora guerriglia delle FARC.
In questa logica, l'isola di Gorgona potrebbe essere considerata un passaggio ben definito verso i piani di riposizionamento militare nel Pacifico colombiano, tenendo presente l'adozione del nuovo Concetto Strategico 2022 della NATO al Vertice di Madrid e l'attuazione dell'agenda NATO 2030, che stabilisce le linee guida "per una nuova era di maggiore competizione globale" (NATO, 2021).
Nel tentativo di contrastare l'avanzata commerciale della Cina e le alleanze strategiche della Russia con il Venezuela e altri paesi della regione, nel 2022 il presidente Biden ha ufficialmente nominato la Colombia come "principale alleato non appartenente alla NATO" (Semansky, 2022). In risposta a questi eventi, il senatore Iván Cepeda ha commentato sul suo account Twitter:
"La Colombia non ha alcun interesse a far parte di un patto militare come la NATO. Dovrebbe invece spingere verso la creazione di una lega di nazioni che promuova il dialogo e la fine di tutte le guerre. Ma questo non sarà possibile con un presidente che pratica una politica adulatoria e guerrafondaia" (Cepeda , 2022). [Il riferimento è all’ex presidente Iván Duque, in carica fino al 7 agosto 2022. NdR]
È l'esercito statunitense che costruirà la base sull'isola di Gorgona, un'importante riserva naturale situata a 28 chilometri a ovest della costa pacifica della Colombia. L'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura la riconosce come un gioiello del sistema mondiale dei parchi nazionali e della conservazione delle isole. Le balene Yubarta arrivano qui dai mari del Polo Sud per riposarsi e riprodursi. L'isola ospita un'elevata e unica biodiversità, il 4% della quale è endemica. Contiene inoltre una delle barriere coralline più sviluppate e uniche del Pacifico tropicale orientale e la più estesa del Pacifico colombiano.
Una ricerca della Royal Geographical Society sostiene che l'esercito statunitense è uno dei più grandi inquinatori della storia, emette più gas serra consumando quantità così esagerate di combustibili liquidi al punto che, se fosse equiparato a un paese e in riferimento solo all'uso di combustibili, risulterebbe il 47° emettitore di gas serra al mondo, posizionato tra Perù e Portogallo (Belcher, Más Grande, Neimark, & Perrera, 2020).
In diversi documenti indirizzati ai presidenti della Colombia dal 2017, sono stati lanciati avvertimenti sui danni che questo progetto causerebbe alla biodiversità terrestre e marina, come hanno fatto sapere l'Academia de Ciencias y el Comité Científico del Parque Nacional Natural Gorgona (vedi qui).
Questa situazione si somma alle preoccupanti alleanze
con il Comando Sud degli Stati Uniti e la NATO da parte del presidente Gustavo Petro e la sua vice Francia Márquez con l'obiettivo di "prendersi cura dell'Amazzonia" (Insuasty Rodríguez, 2022), una totale assurdità se ci riferiamo a una storia piena di invasioni, interventi e costruzioni di basi militari che gli Stati Uniti hanno prodotto in diversi paesi latinoamericani come esercizio di dominio (Dione, 2014).
Non è cosa da poco che, per la prima volta nella storia, un sottomarino nucleare statunitense sia emerso nelle acque colombiane nel marzo 2022 .
È inoltre degno di nota il fatto che due fregate colombiane (ARC Almirante Padilla e ARC Independiente), così come il sottomarino nazionale ARC Pijao, hanno eseguito movimenti tattici a fianco della nave da guerra USS Billings e del sottomarino nucleare USA Minnesota, specializzato in inseguimento e attacco.
Ora, queste operazioni congiunte servono a prepararsi, ma a cosa? A quale scopo un'esercitazione di controllo del mare a questo livello?
La mercificazione della "sicurezza emisferica" propagandata da Washington favorisce l'accumulo di capitali derivanti dal controllo delle droghe e, all'interno del bilancio approvato dal Congresso, la cooperazione internazionale è un elemento importante con investimenti annuali miliardari.
D'altra parte è importante sottolineare l'interesse speciale degli Stati Uniti per il Pacifico colombiano, un territorio ricco di risorse naturali, con una grande quantità di oro, rame, argento, platino (Insuasty Rodríguez, El pacífico entre fuegos, 2020) e ora giacimenti di petrolio e gas da sfruttare nel Pacifico, come dichiarato dall'Agencia Nacional de Hidrocarburos (ANH) riferendosi al boom petrolifero nella regione a partire dal 2019: "Così, ascoltando la richiesta delle compagnie petrolifere il suddetto ente, collegato al Ministero delle Miniere e dell'Energia (MME), ha selezionato e organizzato un pacchetto di sette giacimenti petroliferi per lo sviluppo di questa regione, il primo passo per mettere la zona del Pacifico sulla mappa di questa industria" (Portafolio, 2021).
In uno studio condotto sul carico di idrocarburi nella regione, il Dipartimento di Geologia dell'Università Nazionale della Colombia ha affermato che, considerando i tre bacini offshore nel Chocó, a Tumaco e nella profondità del Pacifico, si stima la presenza di 31.739 milioni di barili di greggio e di 5,88 trilioni di piedi cubi di gas naturale, confermando che il bacino con maggiore capacità produttiva è quello più lontano dalla costa (Pacifico profondo) (Portafolio, 2021).
A questo proposito, ovunque sia concepita l'analisi il risultato è simile, una minaccia aperta alla politica locale, regionale e ambientale che implica ulteriori alleanze militari che vanno contro la volontà del popolo colombiano, che vuole invece andare verso la Pace Totale. Sarà il primo governo progressista della Colombia che si farà carico di iniziare i lavori di ciò che è chiaramente un'assurdità?
È urgente che la società sia meglio informata e dotata di capacità critica, che sia protagonista nei meccanismi di partecipazione, così da prendere decisioni giuste. È lo Stato che è stato catturato e, sebbene oggi un governo alleato risieda a Palacio de Nariño, continua a essere corporativo e ancora lontano dal popolo. È la società consapevole, mobilitata e propositiva che deve fare pressione sull'attuale governo affinché non proceda verso questa logica militarista mascherata da agenda verde, che non ha nulla di contro-egemonico.
Presumibilmente è un governo obbligato a rispettare accordi presi in precedenza che però, alla luce del sole, sono svantaggiosi, dannosi e nocivi per il paese. Un atteggiamento di distanza critica è estremamente necessario per stimolare dialoghi, proposte e decisioni all'interno di un processo più riflessivo, ma con la forza popolare per portare la politica a livelli di inventiva e trasformazione.
* Alfonso Insuasty Rodriguez è docente e ricercatore all’Università di San Buenaventura Medellín, membro di REDIPAZ e del Grupo Kavilando. Daniel Ruíz Bracamonte è giornalista e ricercatore del Grupo Kavilando e di Agencia Colombia Informa.
** Traduzione di Marina Zenobio per Ecor.Network
Bibliografia di riferimento:
- C. Amaya, Las voces en contra de que Colombia sea parte de la OTAN, 8 marzo 2022.
- Oliver Belcher, Patrick Bigger, Ben Neimark, Cara Kennelly, Hidden carbon costs of the “everywhere war”: Logistics, geopolitical ecology, and the carbon boot-print of the US military, Royal Geographical Society, 41(1), 2020, pp.65-80,. doi:https://doi.org/10.1111/tran.12319
- Ruiz, D., Vallejo Duque, Y., Borja Bedoya, E., Insuasty Rodríguez, A., Burbano, L. A., & Perdomo, B. M., Un nuevo orden global emergente. 1/5 #OpinionesyDebates, Kavilando, 7 novembre 2022.
- I.Cepeda, Colombia no tiene nada que hacer en un pacto militar como la OTAN, 12 febbraio 2022.
- Comisión de la Verdad, Caso: Injerencia Estados Unidos. Obtenido de Comisión de la Verdad Colombia, luglio 2022.
- G. Dione, Cronología: Intervenciones Militares De EEUU En América Latina, 15 luglio 2022.
- FOR, SICSAL, SOAWATCH., Desde el inicio hasta el final. Estados Unidos en el Conflicto Armado Colombiano, 7 ottobre 2020.
- Gonzales, P, Darío, ¿Parque natural o “Estación de guardacostas”?, Indepaz, novembre 2022.
- Guhl Nannetti, E., El sacrificio de Gorgona, Semana, 5 novembre 2017.
- Insuasty Rodríguez, A., El pacífico entre fuegos, Kavilando, 5 gennaio 2020.
- Insuasty Rodríguez, A., Colombia. Necolonización con sello ¿progresista?, 27 settembre 2022.
- ONU, UNODC World Drug Report 2022 highlights trends on cannabis post-legalization, environmental impacts of illicit drugs, and drug use among women and youth, 27 giugno 2022.
- OTAN, NATO 2030 factsheet, 2022.
- D. Paley, Drug war capitalism, AK Press, 2014.
- El Pacífico, en el mapa de la operación petrolera del país, Portafolio, 11 gennaio 2021.
- M. Rodríguez Becerra, Salvemos la Gorgona, El Tiempo, 19 novembre 2022.
- A. Roman Cresto, La Guerra contra las drogas ha fracasado, Huffingtonpost, 15 novembre 2022.
- P. Semansky, Biden nombra a Colombia ‘principal aliado no perteneciente a la OTAN’, tratando de contrarrestar a Putin en América Latina, Los Ángeles Times, 12 marzo 2022.