Quello che segue è un articolo di Mariana Costa, tratto dal portale brasiliano di giornalismo investigativo "O Joio e O Trigo", che analizza un caso specifico di "cattura" di esponenti del mondo accademico da parte di una multinazionale dell'agroindustria, ai fini di un'operazione di whitewashing sull'uso dei pesticidi nelle colture alimentari.
L'argomento ci riguarda direttamente, non solo perchè l'accordo in discussione fra UE e Mercosur - che ha subito una battuta d'arresto per le proteste degli agricoltori europei, ma non è stato accantonato - diminuirà ulteriormente i dazi dei prodotti agroindustriali brasiliani, aumentando le importazioni in Europa da un paese che usa massicciamente formulazioni commerciali di pesticidi non autorizzate nell'UE.
L'argomento ci riguarda perchè il fenomeno della cooptazione della scienza e della formazione da parte delle major dell'agrochimica passa anche attraverso le nostre Università e le nostre scuole agrarie, la cui ricerca e didattica sono da decenni sempre più legate alle partnership con imprese private, in un contesto di grave sottofinanziamento pubblico.
La pratica della cooptazione cammina di pari passo con gli attacchi alle istituzioni scientifiche - anche le più autorevoli - che non si piegano alle pressioni, come ci insegnano le intimidazioni e le campagne diffamatorie rivolte qualche anno fa contro l'International Agency for Research on Cancer (vedi qui e qui), "rea" di aver classificato nel 2015 il glifosato come “probably carcinogenic to humans”.
Il glifosato (Roundup), ricordiamo, era il principale prodotto della Monsanto, poi acquisita dalla Bayer che continua a commercializzarlo nel mondo, nonostante le condanne a miliardi di $ di risarcimenti per danni tumorali
Mentre ancor oggi i titoli della Bayer crollano sulla borsa di Francoforte in seguito all'ennesimo megarisarcimento, comminato all'impresa dalla Court of Common Pleas di Philadelphia a favore di un cliente ammalato di linfoma, la multinazionale tedesca continua a promuove la salubrità dei pesticidi in Brasile agendo sugli ambienti accademici e professionali.
I materiali firmati da una professoressa e nutrizionista dell'Universidade de São Paulo in pensione, usano il termine “protettori delle colture”, invece di pesticidi, e affermano che non vi è alcuna differenza in relazione agli alimenti biologici.
La Bayer ha scelto i nutrizionisti brasiliani come testimoni chiave in un contesto di crisi d’immagine globale, perdite miliardarie e crescente preoccupazione per il cambiamento climatico, per l’ambiente e per una sana alimentazione.
La divisione agricola brasiliana del colosso tedesco, ha sponsorizzato una serie di pubblicazioni con il pretesto di colmare una lacuna nella formazione dei professionisti della nutrizione su temi legati all'agricoltura e alla sostenibilità nella produzione alimentare.
“Quando è presente, quello dell'Agricoltura è un argomento trattato in modo molto superficiale nei corsi di Nutrizione, ed è spesso necessario per il corretto orientamento dei pazienti riguardo alle scelte alimentari”, suggerisce il testo promozionale dell'e-book Agricoltura per nutrizionisti: tutto quello che devi sapere sulla produzione alimentare.
L’e-book e altri cinque materiali sponsorizzati da Bayer sono stati pubblicati e resi disponibili gratuitamente sul sito web dell’Academia da Nutrição, una piattaforma digitale con una community attiva di oltre 39mila professionisti, che mira a fornire “aggiornamenti scientifici e di mercato rilevanti per nutrizionisti e studenti in tutto il Brasile”. Tra temi come la sostenibilità, la gestione del suolo e la biotecnologia, i testi cercano di convincere i nutrizionisti che i pesticidi e gli alimenti transgenici sono sicuri e, soprattutto, essenziali per garantire la sicurezza alimentare e nutrizionale, oltre a squalificare la produzione biologica e i suoi vantaggi ambientali e nutrizionali.
I testi sono firmati dalle nutrizioniste Sonia Tucunduva e Lara Natacci. Sonia è una professoressa in pensione della Facoltà di Sanità Pubblica dell'USP e ha una storia di pubblicazioni sponsorizzate da aziende. Il progetto di giornalismo investigativo "O Joio e O Trigo" ha provato a contattarle entrambe, ma fino alla pubblicazione di questo articolo non ha ricevuto risposta .
Gli opuscoli utilizzano addirittura come riferimento bibliografico Brasil Paralelo, un noto centro di fake news che è stato anche denunciato dalla Corte Suprema Federale nell'ambito di indagini sulla diffusione di false notizie.
Inoltre, i materiali chiamano i pesticidi “protettori del raccolto”, adottando un chiaro eufemismo promosso dalla società tedesca.
L'enfasi sulla sicurezza dei pesticidi e degli OGM, appare anche in pubblicazioni che non si occupano direttamente di agricoltura, come l'opuscolo "Come aumentare il consumo di frutta e verdura da parte dei tuoi pazienti?"
Ai dati sul consumo insufficiente di questi alimenti, sull’eccesso di peso e sull’insicurezza alimentare della popolazione brasiliana, seguono informazioni controverse sugli alimenti biologici e sulla difesa dell’agricoltura di precisione, una tecnica in cui i pesticidi vengono applicati in modo più preciso e localizzato.
"I nutrizionisti sono un pubblico prioritario per loro. Innanzitutto perché non stanno solo negli ambulatori privati, ma anche nel sistema sanitario pubblico e in tutte le altre situazioni in cui si decidono i menù. Possibilmente persone che potrebbero fare, ad esempio, scelte alimentari più sane. Si tratta quindi di un pubblico molto importante per la Bayer", valuta Alan Tygel, membro del coordinamento della Campanha Permanente Contra os Agrotóxicos e Pela Vida, una rete creata nel 2011 e che oggi riunisce movimenti sociali delle campagne e delle città, movimenti commerciali sindacati e organizzazioni studentesche, enti di ricerca e insegnamento scientifico, consigli professionali, ONG, gruppi di consumo responsabile, tra i tanti attori.
Secondo Alan, l'intenzione dietro il discorso presumibilmente informativo e scientifico è quella di fornire risposte pratiche e soluzioni facili alla complessità coinvolta nella produzione di alimenti sicuri per la salute e l'ambiente.
“I professionisti della nutrizione si troveranno sempre di fronte a questo dilemma. Non possono non consigliare il consumo di frutta e verdura, ad esempio, in quanto contaminate da pesticidi. Così come un pediatra non può prescrivere a una madre di non allattare il suo bambino, perché il latte è possibilmente contaminato da residui di pesticidi”, dice Alan, riferendosi a un recente studio condotto da un ostetrico brasiliano che ha rilevato la presenza di glifosato nel latte materno.
Brasile, una discarica chimica
Il glifosato è stato un’enorme spina nel fianco dei piani della divisione agricola della Bayer sin dall’acquisto nel 2018 della Monsanto, allora produttrice di Roundup. L’azienda sta combattendo una battaglia nei tribunali americani per evitare di pagare ingenti risarcimenti ai cittadini che hanno sviluppato il cancro dopo aver usato l’erbicida. Nella sua sconfitta più recente, la Bayer è stata condannata a pagare 2,25 miliardi di dollari a un uomo della Pennsylvania. Si tratta della quinta sentenza contro il colosso tedesco, che da allora ha perso valore sul mercato.
Già è risaputo, a chi studia l’argomento, che il glifosato è il pesticida più utilizzato in Brasile. Si applica alle monocolture di soia, mais, cotone e zucchero. Considerato possibilmente cancerogeno per l'uomo dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), è stato vietato in alcuni paesi dell'Unione Europea e prevede rigide restrizioni in altri.
“Per produrre più cibo in modo sostenibile, gli agricoltori hanno bisogno di diverse soluzioni. In questo contesto, i prodotti fitosanitari possono rappresentare uno degli strumenti disponibili per contribuire a garantire l’approvvigionamento alimentare e la sicurezza alimentare della popolazione mondiale. Possono contribuire ad aumentare la produttività in agricoltura, migliorando l’accesso al cibo della popolazione”, suggerisce l’articolo “Sicurezza alimentare: come garantire cibo di qualità, sicuro e conveniente per nutrire il mondo?”.
Contrariamente a un’ampia serie di prove che dimostrano la permissività della legislazione brasiliana, il testo suggerisce che “i pesticidi passano attraverso un processo normativo molto rigoroso, essendo sottoposti ad anni di test dettagliati prima di essere messi in vendita. Con questo possiamo affermare che i prodotti messi a disposizione sono stati tutti valutati e hanno dimostrato la loro sicurezza, purché utilizzati in conformità con le raccomandazioni di chi li ha prodotti”.
Il Brasile consente una presenza media di pesticidi negli alimenti 400 volte maggiore rispetto all’Unione Europea.
Nell’acqua potabile, il limite [brasiliano] per il glifosato è fino a 5.000 volte superiore. I dati provengono dalla ricercatrice Larissa Mies Bombardi, del Laboratorio di geografia agricola dell'Universidade de São Paulo.
Abbiamo inviato le pubblicazioni all'ingegnere chimico Sonia Corina Hess. Professoressa in pensione dell'Università Federale di Santa Catarina (UFSC) e tre post-dottorato nell'area tematica, dice che l'argomento la annoia e che si sente stanca. “Se la valutazione fosse sicura, perché è vietata nell’Unione Europea e non qui? Non c'è alcuna sicurezza. Il Brasile è la più grande discarica chimica del mondo. Bayer produce per il mondo e non può vendere in Europa, dove ha sede. Perché?" chiede. “La fanno sporca e spendono un sacco di soldi in pubblicità per nasconderlo”.
Protezione del raccolto?
In un contesto di incertezza sul futuro della produzione alimentare e di tassi allarmanti di persone che vivono in condizioni di insicurezza alimentare, la protezione dei raccolti pare avere un senso. La tesi è che i pesticidi riducono le perdite, il che - a sua volta - riduce gli sprechi e risponde alla sfida globale di nutrire la popolazione mondiale. Lo afferma il Brasile, grande consumatore di questi prodotti (dicasi con ironia). Circa l’80% dei pesticidi utilizzati qui vanno alle monocolture di prodotti come soia, mais e canna da zucchero.
“Protezione delle colture” è un eufemismo adottato a livello globale, per i prodotti Bayer, riguardo a erbicidi, fungicidi, insetticidi e battericidi. 'Agrotóxicos', nel buon vecchio portoghese brasiliano, protettivi, pesticidi o agrochimici. Veleno, insomma.
Questa contorsione narrativa appare anche nei report globali in cui l’impresa cerca di prendere una svolta retorica verso la sostenibilità, nel contesto del dibattito emergente sull’agricoltura rigenerativa, mentre allo stesso tempo crea obiettivi di vendita ambiziosi per i suoi prodotti convenzionali.
Il Brasile è uno dei mercati più grandi per la divisione agricola della Bayer. I prodotti per la produzione di mais e soia rappresentano il 60% dei 25,2 miliardi di euro di fatturato di Crop Science, il cui amministratore delegato è il brasiliano Rodrigo Santos. Del valore totale delle vendite, oltre il 70% è andato alle Americhe, che comprendono Stati Uniti e Brasile.
I dati risalgono al 2022 e compaiono in una presentazione fatta durante il Bayer Crop Science Innovation Summit, evento tenutosi a New York, nel giugno 2023.
Collaborazione strategica
La partnership con professionisti che si occupano di alimenti non è una pratica nuova per la Bayer che, oltre ai pesticidi, produce medicinali e integratori alimentari. Inoltre, non è la prima pubblicazione sponsorizzata dall'impresa interessata, con affermazioni scientifiche che sanciscono l'approvazione di medici e nutrizionisti vicini al settore.
Nel libro Beyond Nutrition: L'impatto dell'alimentazione materna sulla salute delle generazioni future, i termini integratori/integrazioni compaiono 335 volte. Parte del lancio includeva una diretta con uno degli autori, la nutrizionista Carolina Pimentel e l'influencer Karol Pinheiro. In diverse sezioni viene promossa l’integrazione.
Nell’ottobre 2021, nel pieno della Giornata mondiale dell’alimentazione, Bayer ha investito in partnership con influencer – tra cui nutrizionisti e cuochi – nella realizzazione di video di ricette. In questo articolo, una professionista della Bayer parla di spreco alimentare, nei campi e in casa, di miglioramento genetico di frutta e verdura (usa pomodori e angurie come esempio nelle ricette), e di tecnologia applicata all'agricoltura.
Contattata da Joio, la Bayer ha risposto in una nota che “è un'azienda leader nelle soluzioni per l'agricoltura e la salute, impegnata nella trasparenza e nel dialogo. L’iniziativa in collaborazione con il progetto Academia da Nutrição è in linea con questa premessa e cerca di incoraggiare la discussione su argomenti rilevanti, come la sicurezza alimentare e la scienza nella produzione alimentare, sempre sulla base di prove scientifiche. Il sostegno di Bayer all'iniziativa è trasparente ed esplicitato in ogni contenuto in cui ciò sia necessario. Continuiamo a credere che la scienza e la tecnologia siano strumenti essenziali per soddisfare la domanda globale di cibo, date le sfide affrontate dall’agricoltura, soprattutto in un paese con un clima tropicale e una conseguente forte pressione di parassiti e malattie come il Brasile”.
Chi segue il dibattito su ""O Joio e O Trigo", sa perfettamente che il campo del cibo e della nutrizione è un terreno fertile in cui gli interessi privati prevalgono su quelli collettivi. In generale, ciò avviene in modo meno diretto, facendo affidamento su una certa elasticità morale tra individui, imprese e organizzazioni – qualcosa che osserviamo frequentemente anche in altri ambiti della salute.
Come suggerisce il nome, il sito web dell'Academia da Nutrição mira a collaborare alla formazione continua dei nutrizionisti.
A professionisti e studenti vengono offerti video, e-book, opuscoli e altri materiali gratuiti, quasi sempre sponsorizzati da un produttore di alimenti o integratori. È uno dei rami di Equilibrium Latam, una società di “marketing sanitario” specializzata nel “collegare marchi, professionisti, stakeholder e consumatori attraverso esperienze di contenuti originali, educativi ed esclusivi”.
Abbiamo interpellato la Academia da Nutrição per cercare di capire come assicurare autonomia e credibilità all'informazione di materiali che o promuovono prodotti o cercano di migliorare l'immagine delle aziende che li sponsorizzano, anche sulla base dei riferimenti bibliografici da loro prodotti.
“Sulla nostra piattaforma, cerchiamo di stabilire una comunicazione con il nostro pubblico (dai nutrizionisti ai nutrizionisti), in modo gratuito, sempre supportato dalla scienza e valorizzando la trasparenza nel nostro rapporto con questa comunità. In questo contesto, abbiamo invitato esperti, in diversi ambiti, affinché possano fornire al nostro pubblico informazioni attendibili, con valore scientifico ed equilibrato”, si legge in una nota della società.
* Tratto da "O Joio e O Trigo, Jornalismo investigativo sobre alimentação, saúde e poder". Originale in portoghese qui
** Traduzione di Giorgio Tinelli per Ecor.Network