Il Movimento Nazionale Contadino Indigeno Somos Tierra, il Parlamento Mapuche di Río Negro e Serpaj sono venuti in Svizzera per denunciare il ruolo di istituzioni finanziarie e paesi europei nell'estrattivismo che devasta i territori argentini. "Noi contadine e contadini siamo consapevoli di essere l'alternativa alla crisi climatica", hanno affermato appartenenti alla delegazione.
Il Movimento Nazionale Contadino Indigeno Siamo Terra (MNCI-ST) ha visitato la Svizzera, l’Italia e il Belgio insieme a Orlando Carriqueo, membro del Parlamento Mapuche del Río Negro, e Mariana Katz, avvocato del Servizio Pace e Giustizia (Serpaj). Coloro che hanno partecipato a questo tour hanno raccontato delle lotte che stiamo portando avanti contro l’estrattivismo in Argentina e hanno rafforzato i legami di cooperazione internazionale. L'invito è stato lanciato dal collettivo ambientalista svizzero BreakFree.
In questo viaggio abbiamo cercato di rendere visibile che le attuali democrazie sempre più fragili, ad esempio quella Argentina, hanno un obiettivo studiato su misura dal capitale finanziario. Il saccheggio dei nostri beni naturali, infatti, richiede normative e modifiche legislative che possano permettere maggiori avanzamenti. Per questo intendiamo riflettere sulla transizione energetica, sulla sovranità alimentare e sui diritti dei contadini e degli indigeni, insieme alle organizzazioni sociali, ai giovani, agli attivisti e ai rappresentanti del governo.
Abbiamo partecipato a varie attività. Una di queste è stata quella di portare di fronte alle Nazioni Unite (ONU) a Ginevra la gravità della crisi alimentare che stiamo vivendo e delle violazioni dei diritti umani, in particolare dei popoli indigeni e dei contadini. Abbiamo avuto un incontro con questa organizzazione e ci siamo impegnati a consegnare un rapporto che fornisca elementi su come il diritto al cibo viene attaccato nel nostro Paese.
Abbiamo anche denunciato, di fronte alla Banca Svizzera, che finanzia questa attività, l’impatto del fracking. In Svizzera abbiamo anche noi partecipato allo Sciopero per il Clima. Lì abbiamo analizzato come la crisi climatica colpisca i popoli del sud. Abbiamo avuto diversi incontri con rappresentanti del governo svizzero e del governo locale di Ginevra con i quali abbiamo discusso delle politiche pubbliche agrarie e delle alternative che tutelano i diritti dei contadini e il diritto a un'alimentazione sana e a un prezzo giusto.
In Italia abbiamo denunciato le violazioni generate dallo sfruttamento del litio a Jujuy, prima della riunione dei Ministri dell'Energia del G7. In Belgio abbiamo avuto incontri con parlamentari europei, parlamentari belgi e un incontro con le organizzazioni di Via Campesina europea, in cui abbiamo presentato le nostre argomentazioni contro il Trattato Mercosur-Unione Europea, un accordo di libero scambio pensato a favore del modello di produzione agroalimentare industriale.
Durante la visita abbiamo stretto legami con le organizzazioni socio-ambientali e contadine, rafforzando questa resistenza che siamo consapevoli debba essere globale, che ci unisce a partire dalle nostre diverse identità e su cui, di fronte alle false soluzioni proposteci dai potenti del mondo, possiamo generare spazi di incontro e di articolazione.
La lotta per la giustizia climatica, le lotte contadine, le lotte dei popoli indigeni e le lotte femministe possono essere molto più potenti contro questo sistema se riusciamo a intrecciarci e organizzarci a livello locale, nazionale e globale nell'affrontare questo progetto di morte che vogliono imporci. E oggi, nel nostro Paese, sta assumendo una dimensione di gravità e crudeltà incommensurabili. Oggi più che mai abbiamo bisogno di rafforzare questa cooperazione e questa articolazione per sostenere la resistenza.
Un trattato che avvantaggia solo le imprese
Durante il giro abbiamo trovato molti accordi in relazione alle posizioni che abbiamo da parte del MNCI-ST come organizzazione contadina e indigena. Abbiamo inoltre rafforzato i legami di cooperazione internazionale e la possibilità di costruire posizioni comuni, ad esempio in relazione al modo in cui il trattato Mercosur-Unione europea danneggia gli agricoltori europei e gli agricoltori dell’Argentina e dei paesi del Mercosur.
Nell’incontro tenutosi a Bruxelles con La Vía Campesina europea, siamo partiti da un accordo comune: questo trattato viola i diritti dei contadini e minaccia la natura, perché è progettato a vantaggio delle multinazionali, responsabili dell’attuale crisi climatica e alimentare.
Inoltre, considera il cibo come una merce e non tiene conto dei diritti umani. Né stabilisce caratterizzazioni delle diverse realtà economiche e sociali che fanno parte dei sistemi alimentari di ciascun paese e di ciascuna regione. Per questo motivo, nonostante le differenze tra le varie realtà, colpisce i diritti dei contadini sia in Europa che nel Mercosur.
In un contesto in cui il prezzo del cibo è svincolato dai costi reali di produzione, questo trattato ci mette in concorrenza gli uni con gli altri, anche se le nostre condizioni di produzione variano enormemente. Vale la pena dire che l'impoverimento della popolazione rurale si presenta anche tra gli agricoltori europei, e che a questo si deve la forza delle recenti proteste. Allo stesso tempo, l’accordo aggrava la distruzione dei sistemi alimentari contadini, che sono quelli che forniscono cibo ai popoli.
L'accordo intende entrare in gioco proprio in questo momento storico in cui le multinazionali stanno progressivamente assumendo il controllo dei sistemi alimentari. Queste aziende sono competitive perché sono fortemente sovvenzionate con denaro pubblico, ma non sono tenute a pagare i costi sanitari e ambientali dell’attuale modello di produzione.
[In Argentina, dove oltre il 20% delle famiglie presenta segni di insicurezza alimentare, sappiamo che il modello agroindustriale di produzione alimentare porta solo fame e distruzione. Ancor più nell’attuale contesto argentino, dove le politiche di sostegno alla produzione contadina sono nulle e dove c’è una criminalizzazione della protesta e delle organizzazioni contadine che ci mette in una situazione di vulnerabilità.]
Con le organizzazioni europee siamo d’accordo sulla necessità di difendere la sovranità alimentare. Solo difendendo i diritti delle popolazioni indigene e i diritti dei contadini potremo garantire forme di produzione sostenibili e invertire il processo di distruzione della natura e di inquinamento delle acque.
Denunciare il fracking e la xenofobia in Svizzera
Un asse centrale del nostro tour è stato quello di rendere visibile alla Banca Nazionale Svizzera e alla comunità locale la responsabilità finanziaria di questo istituto bancario, che finanzia le imprese che stanno effettuando lo sfruttamento del fracking a Vaca Muerta.
Abbiamo avuto modo di incontrare i rappresentanti della banca, a cui abbiamo spiegato come il fracking colpisca le popolazioni contadine e indigene che vivono nella zona. Abbiamo potuto denunciare i 473 movimenti sismici avvenuti nelle diverse aree di Vaca Muerta. Abbiamo anche denunciato come i raccolti stiano diminuendo, come le famiglie che coltivavano le loro terre per l'autoconsumo e la commercializzazione non riescano a sostenere le proprie attività o lo facciano con gravi conseguenze per la loro salute. Diciamo anche che la stessa cosa accade con le famiglie che hanno attività di allevamento di capre e pecore.
Siamo riusciti a convincere i rappresentanti della banca a indagare sulla situazione, poiché la legislazione svizzera impedirebbe loro di continuare a finanziare queste aziende in caso di comprovata contaminazione o violazione dei diritti umani.
C'è da dire che, quando Carriqueo e Katz, come membri della nostra delegazione, hanno cercato di partecipare all'Assemblea della Banca Svizzera per denunciare questi eventi, l'accesso è stato negato. Questa azione della Banca nazionale svizzera, che è un’istituzione pubblica che vanta i suoi valori democratici, ha dimostrato la xenofobia e la discriminazione che esercita quando si tratta di ascoltare le voci dei popoli indigeni, dei contadini e delle comunità locali.
Questa reazione da parte della banca, ha dato ancora più visibilità alle nostre denunce, poiché è stata ripresa da diversi media svizzeri e ha avuto una grande ripercussione. Tutto ciò ha acquisito ancor più visibilità grazie all'attivista ambientale Greta Thunberg, cosa che ha comportato l'organizzazione di un'azione di sostegno da parte dei rappresentanti del Parlamento svizzero, oltre che una causa contro la Banca Nazionale Svizzera per comportamento discriminatorio e xenofobo.
Da Jujuy al G7 di Torino
Siamo arrivati a Torino, in Italia, con le denunce delle comunità di Jujuy contro l'estrazione del litio, la quale solamente sottrae acqua e minerale e causa perdite e inquinamento nei nostri territori. Abbiamo partecipato alla protesta che ha avuto luogo contro la riunione dei ministri dell'Energia e dell'Ambiente del G7.
In questo quadro denunciamo il colonialismo estrattivista che genera zone di sacrificio nei nostri territori e che, in nome di una transizione energetica pensata solo per il consumo delle ricche società europee, giustifica il saccheggio e la depredazione dei beni naturali.
Inoltre condividiamo le lotte locali, come quella portata avanti dal popolo della Val di Susa contro l'Alta Velocità. Abbiamo anche potuto incontrare altri compagni di lotta, come i compagni di Via Campesina Italia.
È stato fondamentale condividere la resistenza che stiamo ponendo come popoli, la forza della costruzione collettiva che sappiamo sostenere in Argentina e da tutto il sud. La costruzione collettiva che abbiamo imparato dai nostri antenati e che approfondiamo attraverso i femminismi è essenziale per disarmare la pressione dei sistemi patriarcali, razzisti e coloniali.
Noi contadine e contadini sappiamo che siamo l’alternativa alla crisi climatica. Sappiamo che la nostra produzione alimentare è l’unica che può essere generata senza un impatto sull’ambiente che promuova un ulteriore, maggiore cambiamento climatico.
* Carolina Llorens è esponente del Coordinamento nazionale del gruppo di Femminismo y Diversità del Movimento Nazionale Contadino Indigeno Somos Tierra (MNCI-ST).
** Originale in spagnolo su qui
*** Traduzione di Giorgio Tinelli per Ecor.Network