La pandemia ha rappresentato uno spartiacque nelle dinamiche del cambiamento socio-ambientale globale. In primo luogo ha ampliato la visibilità dell'interrelazione tra le trasformazioni che la biosfera sta subendo e i pericoli che ciò genera, consolidando un nuovo senso comune e una cosmovisione diffusa sulla debolezza sofferta dalla Terra nel sostenere la propria riproduzione naturale. In tal senso, la “grande accelerazione” del cambiamento ambientale globale è già rilevata e visibile, oltre che verificabile su scala planetaria. Sulla stessa traccia, la pandemia ha consolidato il nuovo paradigma verde, accelerando la necessità di una transizione energetica generale dove è diventato centrale abbandonare l’uso dei combustibili fossili e implementare l'elettromobilità.
Si sono così accentuate le proiezioni del capitalismo verde come modello centrale di accumulazione e innovazione, estendendo una dinamica che noi chiamiamo “accumulazione per defossilizzazione” (Argento et al, 2021 e GYBC, 2021). Questo fatto può essere illustrato anche solo guardando all'aumento del 700% della quotazione in borsa del produttore di auto elettriche Tesla nel solo 2020, che ha reso il suo proprietario l'uomo più ricco del pianeta. In sintesi, è diventato più solido il percorso di una transizione guidata dalle multinazionali, non priva di scenari eterogenei e complessi, ma dove la rilevanza contemporanea delle questioni ambientali è arrivata a posizionarsi al centro della nostra realtà storico-sociale. In questo panorama la tecnologia del litio spicca come una forma privilegiata di accumulazione energetica - che si era già consolidata intorno al 2015, all'epoca adottata da gran parte dell'industria automobilistica (Fornillo, 2019) - acquisendo un valore e un'importanza fondamentali.
Tuttavia, questa prima e profonda svolta è stata influenzata da una seconda modulazione: l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia ha riproposto con forza gli appelli bellicosi alla “sicurezza energetica”, innescando forti aumenti dei prezzi dei combustibili fossili e delle materie prime ma anche acutizzando il bipolarismo globale. La Germania prevedeva, entro il 2022, un aumento del 500% dei prezzi dell'elettricità, per la prima volta in tre decenni la sua bilancia commerciale è andata in deficit e la Commissione Europea ha classificato il gas e l'energia nucleare tra le energie verdi e pulite ammissibili ai finanziamenti. L’Europa si è così trovata in bilico tra la necessità di avere prezzi bassi dell'energia - la stessa Germania è tornata a bruciare carbone in abbondanza - e l'obbligo di affinare la transizione per decarbonizzare la propria economia, ma pure per raggiungere maggiori livelli di autosufficienza, tenendo anche conto di uno scenario tendenziale di crescente scarsità di energia fossile.
Allo stesso tempo, l'asse asiatico è emerso sulla scena con insolita forza: la Cina come potenza industriale e la Russia come potenza energetica e militare - entrambe inoltre affermando che non esistono aree proibite di collaborazione tra loro - nei confronti del mondo atlantico. Le tensioni inter-imperiali si sono intensificate e la militarizzazione globale è in aumento, disegnando uno scenario di guerra che sembra segnare le questioni aperte nel XXI secolo. Il dato saliente sulla scia della pandemia è, dunque, l'assunzione della finitudine fossile, l'impostazione di transizioni guidate dalle multinazionali, in un mare di guerra che sta salendo anche sui nostri territori.
In condizioni di cambiamento ambientale globale (entropia ecologica, esaurimento generalizzato delle risorse, distorsioni insanabili del metabolismo socio-naturale), con un clima bellicista di “sicurezza energetica” e ricorrenti crisi di valorizzazione del capitale, le pressioni sui territori del Sud si intensificano. Le nuove materie prime che garantiscono il controllo del paradigma tecnologico emergente appaiono come un'agognata necessità per la transizione e per la sua piattaforma economica (litio, ma anche rame, nichel, terre rare, tra gli altri), tessendo una nuova dipendenza. Le pressioni non hanno mai riguardato solo la liberalizzazione del commercio, ma ciò che è certo è che la “sicurezza naturale” sta diventando una parte sempre più solida della politica estera degli Stati centrali. Le riserve della nostra regione stanno assumendo l'attraente fisionomia di una "cava globale" (Arboleda, 2021) da cui attingere, e il litio è una delle risorse più ricercate, data la sua centralità nelle nuove industrie della mobilità.
Il litio è un elemento chimico tenero e di colore argenteo nella sua forma pura, relativamente abbondante sul nostro pianeta, tradizionalmente utilizzato in molte attività industriali come la produzione di vetro, ceramica e anche nella produzione farmaceutica. Oggi, grazie alle sue proprietà chimiche intrinseche, che lo rendono molto duttile per la conversione dell'energia elettrica in energia chimica e viceversa, la produzione di batterie è senza dubbio al centro dell'utilizzo di questo minerale. Di conseguenza dal 1991, anno del lancio commerciale delle prime batterie agli ioni di litio, la domanda di questo elemento è stata sempre più associata alla diffusione di dispositivi elettronici come telefoni cellulari, notebook, tablet e, più recentemente, al suo utilizzo per alimentare la mobilità elettrica e immagazzinare l'elettricità prodotta da energie alternative.
Le proiezioni indicano che l'estrazione del litio sarà sempre più associata alla produzione di batterie, tanto che entro il 2025 il 76% del minerale recuperato sarà utilizzato per questo tipo di prodotti (IEA, 2021). Pertanto, sia il possesso di riserve di litio comprovate che i progressi nell'esplorazione di quelle potenziali, costituiscono una missione di natura nevralgica e foriera di molteplici tensioni. Infatti, questa crescita ha avuto il suo corollario nell'avanzamento delle esplorazioni per individuare le risorse che, tra il 2010 e il 2020, hanno registrato un'espansione del 261%. Intorno al 2021, l'United States Geological Survey (USGS, 2021) dava conto dell'esistenza di risorse potenziali pari a 89 milioni di tonnellate, il 56% delle quali (quasi 50 milioni di tonnellate) concentrate nel cosiddetto “Triangolo del Litio” sudamericano, che comprende Argentina (21%), Bolivia (24%) e Cile (11%). La Repubblica Popolare Cinese ha registrato, nello stesso periodo, risorse potenziali per 5,1 milioni di tonnellate, pari a circa il 6% del totale mondiale. Parallelamente, la produzione mondiale di litio è passata, negli stessi anni, da 152.000 a 440.000 tonnellate metriche di carbonato di litio equivalente (LCE), con un aumento medio annuo dell'11,2%.
La produzione è concentrata in pochi paesi. Nel 2020, il 95% delle 440.000 tonnellate di LCE recuperate erano concentrate e distribuite tra Australia (49%), Cile (22%), Cina (17%) e Argentina (8%) (USGS, 2022). Pur con importanti fluttuazioni, tipo quelle causate da eventi come la pandemia, i prezzi al chilo del LCE e quelli dell'idrossido di litio “grado batteria” - purezza al 99,7% - mostrano una tendenza al rialzo nel medio termine e una crescita molto significativa negli ultimi tempi, come si può vedere in una quotazione che è passata rispettivamente da 16,5 U$D e 20,5 U$D nel gennaio 2017 a 65 U$D e 70 U$D nel settembre 2022 (Fastmarkets, 2022). Se il suo prezzo si è moltiplicato negli ultimi due anni e si prevede che la sua domanda triplicherà nel prossimo decennio, non sorprende che un articolo di giornale abbia parlato di “ossessione” delle grandi potenze per il suo controllo 1.
Analizzando il prisma che divide il processo produttivo in “a monte” (estrazione e purificazione del minerale) e “a valle” (fabbricazione dei diversi componenti delle celle e dell'elettromobilità), è possibile intravedere sostanzialmente l'esistenza di due poli che concentrano le diverse catene del valore. Il primo è dedicato all'estrazione e alle prime fasi di purificazione del minerale, concentrate principalmente in Argentina, Australia e Cile. Ma se guardiamo più da vicino, tenendo presente che l'Africa non è un continente ricco di litio - dal 1950 la miniera Bikita in Zimbabwe produce solo 1.600 tonnellate - e che i progetti in Europa hanno incontrato una sostenuta resistenza da parte delle popolazioni locali, come in Portogallo e in Serbia, la novità post-pandemia è che il “triangolo del litio” si è decisamente allargato nella regione. L'incorporazione di Messico, Brasile e Perù ha portato alla creazione di una “cava di litio latinoamericana”, destinata principalmente a rifornire il Nord globale. Oltre all'estrazione del litio dalle saline, l'estrazione di litio “in pietra” è diventata redditizia grazie all'aumento generale dei prezzi e alla definitiva indicazione della sua importanza strategica.
Il secondo polo, incentrato sulla depurazione avanzata e su istanze più tecnologizzate che si concludono con la produzione di batterie destinate per lo più all'elettromobilità, presenta diversi nodi distribuiti in Nord America e in Europa, ma ha una forte preminenza in Asia-Pacifico, con al centro la Repubblica Popolare Cinese (Fornillo, 2019). Questa predominanza asiatica comporta una enorme mutazione: il mondo atlantico non è più il principale produttore della principale industria mondiale e l'Europa dei grandi marchi automobilistici vede sfumare un impero del metallo sinonimo di primato industriale e capitalistico. Non è solo il litio, tutto il nuovo vettore energetico è ormai prodotto principalmente nell'ex “impero di mezzo”.
La nostra ipotesi è che la tensione bellica di fondo, che oppone il mondo atlantico guidato dagli Stati Uniti e quello asiatico guidato dalla Cina in condizioni di crisi ambientale globale, abbia aumentato il suo assalto al litio del sud, cementando una neo-dipendenza, ma anche le sue condizioni di resistenza. Ma quel che è certo è che la reprimarizzazione subita dall'economia regionale da almeno quattro decenni, vincolata a logiche di finanziarizzazione, deregolamentazione e crescita anarchica delle esportazioni di beni primari, fa sì che il tradizionale "principio Potosì", che segna l'ingresso della regione nell'era moderna e nell'economia mondiale, sembra ricrearsi con profonda intensità nel presente, condividendo con l'Africa il ruolo di cava di materie prime.
Un fatto che però è avvolto da un'opacità e da una patina ideologica attraverso la quale è difficile delineare con chiarezza chi siano i veri attori del potere e le reali prospettive, dato che il luccichio del litio spesso abbaglia più che chiarire, e l'inflazione della parola “strategia”, come sinonimo praticamente di qualsiasi azione pubblica, è un altro dei sintomi.
* Traduzione di Marina Zenobio per Ecor.Network
Tratto da:
Escenarios energéticos en América Latina. Debates frente al ocaso del capitalismo fósil
Elisángela Soldatelli, Carla Vázquez, Florencia Puente
Fundación Rosa Luxemburgo, Red de Energía y Poder Popular en América Latina, Buenos Aires 2024 - 106 pp.
Download:
Note:
1) “China y su obsesión con el litio: la lucha del gigante asiático por asegurarse el suministro del ‘oro blanco’”, Infobae, 22/2/2022.
Bibliografía:
- ARBOLEDA, M. (2021). De la fábrica global a la mina planetaria. En Revista Jacobin, 3, Argentina.
- ARGENTO, M., SLIPAK, A. y PUENTE, F. (2021). Litio, transición energética, economía política y comunidad en América Latina. En Ambiente, Cambio Climático y Buen Vivir en América Latina y el Caribe (colección becas de investigación). CLACSO, Argentina. www.geopolcomunes.org
- GEOPOLÍTICA y BIENES COMUNES (GYBC) (2021). Del norte al sur global. ¿Transición energética corporativa o transición energética justa? www.rosalux-ba.org
- IEA (2021). Global EV Outlook 2021. Accelerating ambitions despite the pandemic. IEA, Paris. www.iea.org
- FORNILLO, B. (coord.) (2019). Litio en Sudamérica. Geopolítica, energía, territorios. El Colectivo-Consejo Latinoamericano de Ciencias Sociales, Argentina.
Statistiche:
- FASTMARKETS (2022). New lithium market cycle offers growing opportunities for traders. https://www. fastmarkets.com
- USGS (2021). Mineral Commodity Summaries 2021. Virginia: U.S. Geological Service. https://pubs.er.usgs. gov/publication/mcs2021
- USGS (2022). Mineral Commodity Summaries 2022. Virginia: U.S. Geological Service. https://pubs.er.usgs. gov/publication/mcs2022